Iran: Frattini, clemenza per Sakineh
Dopo sospensione sentenza a donna condannata a lapidazione
26 agosto, 12:39
(ANSA) - ROMA, 26 AGO - Il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata a morte per lapidazione da un tribunale iraniano, e' seguito da vicino dalla Farnesina. Il ministro degli esteri Franco Frattini, informato della temporanea sospensione della sentenza, ha dato istruzioni di mantenere uno stretto raccordo bilaterale con le autorita' iraniane affinche' esse possano considerare un atto di clemenza in questo specifico caso''. Lo rende noto la Farnesina
EST - Iran, Frattini si mobilita per Ashtiani: da Teheran atto di clemenza
Cresce la mobilitazione internazionale per salvare la donna condannata per adulterio e omicidio
Roma, 26 ago (Il Velino) - Il ministro degli Esteri Franco Frattini si mobilita per Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condanna a morte per lapidazione con l’accusa di adulterio e di omicidio del marito. Il titolare della Farnesina - anche dietro crescenti pressioni da parte del mondo politico e delle organizzazioni in difesa dei diritti umani -, ha dato istruzioni per mantenere uno stretto raccordo con le autorità di Teheran affinché possano considerare un atto di clemenza. La decisione è stata immediatamente presa a seguito della temporanea sospensione della sentenza, che lascia qualche spiraglio sulla possibilità di salvare la donna. Ashtiani, 43 anni e madre di due figli, è apparsa di recente in tv, confessando l’adulterio. Ma secondo il suo legale, Houtan Kian – costretto nei giorni scorsi a fuggire in Europa e lasciare la sua assistita nella prigione di Tabriz, dove è reclusa da quatto anni -, si è trattato di una confessione estorta dietro minaccia. La donna ha raccontato di essere stata complice nell’omicidio del marito e di aver avuto una relazione con il cugino del coniuge. Ma che si tratti di dichiarazioni estorte sotto la minaccia della tortura lo dimostra anche l’accusa che la stessa Ashtiani ha rivolto ai media occidentali per la presunta ingerenza nella sua vita privata.
Dei cinque giudici che hanno valutato il suo caso, due hanno votato contro la lapidazione, considerando la colpa già espiata con le 99 frustate già inflitte e dichiarando di non avere sufficienti elementi per una condanna a morte. Ma gli altri tre, tra cui il presidente del tribunale, hanno stabilito la pena di morte sulla base. La sospensione della condanna è certamente un buon segno, ma in tanti temono che la donna possa essere giustiziata con altri mezzi, anche in segreto. Il suo caso continua ad essere al centro dell’interesse della comunità internazionale. Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha di recente offerto l’asilo, ma dal regime è giunto un secco no. “Lula è una persona che ha molto a cuore i casi umanitari ma in questo caso si tratta di un reato”, aveva osservato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehmanparast. Pressioni sono arrivate anche dal segretario di Stato americano Hillary Clinton, che ha invocato il rispetto dei trattati sui diritti dei cittadini e rivolto un appello perché si metta fine alle esecuzioni. Ieri si è aggiunta anche la premiere dame francese, Carla Bruni, che ha assicurato il sostegno del presidente Nicolas Sarkozy alla causa di Ashtiani.
"Dal fondo della sua cella, sappia che mio marito difenderà la sua causa senza sosta e che la Francia non la abbandonerà", ha scritto la Bruni in un messaggio pubblicato su alcuni giornali assieme a quello dell'ex presidente francese Valery Giscard d'Estaing e della socialista Segolene Royal. "Come tacere dopo aver saputo della sentenza pronunciata contro di lei? - prosegue la moglie di Sarkozy - spargere il vostro sangue, privare i vostri figli di una madre, ma perché? Perché avete vissuto, avete amato, siete una donna, un'iraniana? Tutto in me si rifiuta di accettarlo". In prima linea anche l’Italia, come ricorda una nota della Farnesina, in cui si ribadisce “la più viva preoccupazione per il numero di esecuzioni capitali in Iran in molti casi anche contro minorenni”. L' Italia – si ricorda ancora nella nota - ha sin dall'inizio sostenuto nelle diverse sedi internazionali l'opportunità di inserire nell'agenda politica complessiva con Teheran anche il tema dei diritti umani, non in chiave inquisitoria, ma per poter sviluppare un dialogo basato il più possibile sulla piena fiducia ed il rispetto reciproci".