martedì 31 luglio 2007

Sanzioni contro Teheran. Basteranno?





UN IMMAGINE DEL LUOGO DELLA LAPIDAZIONE DI JAFAR KIANI, AVVENUTA POCHE SETTIMANE FA IN UNA CITTADINA A POCHI KILOMETRI DA TEHERAN


Nucleare, Brown: prossimo passo è inasprire sanzioni contro Iran


lunedì, 30 luglio

CAMP DAVID, Stati Uniti
(Reuters)
Il premier britannico Gordon Brown ha detto oggi che lui e il presidente Usa George W. Bush sono d'accordo sulla necessità di inasprire le sanzioni contro l'Iran per il programma nucleare del Paese.

"Sull'Iran, siamo d'accordo che le sanzioni stanno funzionando e il prossimo passo che siamo pronti a compiere è di inasprire le sanzioni con un'ulteriore risoluzione Onu", ha spiegato Brown nel corso di una conferenza stampa congiunta con Bush a Camp David.

Commento: Sanzioni. Quali obiettivi? Per scoraggiare il regime dei mullah dal costruire la bomba atomica? E Teheran desisterà cosi facilmente con la minaccia delle sanzioni?
Sono tutte barzellette che fanno ridere pure il pollo cotto. Se le sanzioni sono mirate a colpire il progetto atomico vi assicuro che il regime dei mullah non teme assolutamente tali provvedimenti e anzi in qualchemodo sono un aiuto divino alla dittattura khomeinista. E se ne approffiterà per inasprire la repressione interna e il terrorismo esterono. Basti guardare i numeri degli ultimi giorni.Vi spiego: grazie alle sanzioni e alle minacce, il regime dei mullah mette in pratica le piu feroci provvedimenti socio economiche e repressive. Tanto da poter portare avanti il suo progetto. Al regime iraniano non importa se la gente dorme con la pancia piena o vuota.Quello che gli importa è garantire la sua soppravvivenza e portare avanti il suo progetto atomico. Le sanzioni possono rallentare ma non impedire l'evolversi della costruzione della bomba atomica. Le sanzioni aiutano il regime di Khomeini a giustificare la repressione e la violenza all'interno della società. A questo punto tenendo conto di quello che ho scritto allora la domanda nasce spontanea. Allora le sanzioni sono giuste o no? la mia risposta è molto netta e chiara. Se continuano così sono pure dannose e inutili. Facciamo ulteriormente soffrire e colpire una società già colpita duramente dal regime repressivo e terrorista di Khomeini. Allora la via aiusta? La via maestra sarebbe quello sì alle sanzioni ma accompagnate dal riconoscimento della resistenza del popolo iraniana per cambiare democraticamente il regime di Khomeini. Le sanzioni sono efficcaci quando sono mirate e hanno un specifico obbiettivo e trainate da un vettore idoneo e capace di soppostare le forti vibrazioni del tragitto, che non è sempre diretto e liscio, anzi sarà molto tortuoso e difficile e pieno di insidie. Concludo e ribadisco che le sanzioni devono essere accompagnate col riconoscimento del popolo iraniano ad avere il diritto di cambiare democraticamente la situazione attuale politica. Sì, in quel caso il regime dei mullah tremerà e farà vedere i segni di cedimento strutturale-ideologico e militare. Anzi il solo riconoscimento lo porterà, grazie anche al contributo della popolazione, alla patumiera della storia. L'albero del male va colpito alle radici e con l'ascia giusta. Le potature saltuarie lo faranno diventare più forte e più vigoroso e più potente.

lunedì 30 luglio 2007

KARIKATURA DEL SILENZIO!


In questa Karikatura, l'autore, Tofigh, denuncia il silenzio della politica internazionale nei confronti delle barbarie del regime dei mulla: esecuzioni di massa, lapidazioni, arresti e torture e condanne a morte contro i giornalisti ecc...
" Il ragazzino chiede al politico di turno perchè questo silezio nei confronti delle esecuzioni?
Il politico gli ordina di fare silenzio: "sssssssssssssss"!!!

sabato 28 luglio 2007

IRAN: GIORNALISTI CONDANNATI A MORTE

FERMIAMO LA MANO DEL BOIA
NUOVE ESECUZIONI IN VISTA



Giornalisti curdi condannati a morte in Iran
AhmadinejadChiavi iranLa sentenza risale al 17 luglio scorso: il Tribunale della Rivoluzione di Sanandaj, una delle maggiori città del Kurdistan iraniano, ha condannato a morte due giornalisti curdi Adnan Hosseinpour e Hiwa Boutimar.

Adnan, giornalista del settimanale Asu, è accusato di aver “attentato alla sicurezza dello Stato”, per aver scritto articoli su alcune manifestazioni popolari che nel 2006 si sono svolte in alcune città del Kurdistan iraniano. Hiwa Abdolvahed Boutimar, giornalista feelance e attivista per i Diritti Umani, è invece accusato di contatti con organizzazioni sovversive. Le organizzazioni sovversive a cui si riferiscono le autorità iraniane, sono il Partito Democratico del Kurdistan Iraniano (Pdki), e il Komala. Il primo fa parte dell’Internazionale Socialista, e il secondo è stato più volte ospite delle istituzioni internazionali ed europee.

La denuncia arriva dall’organizzazione Information Safety Freedom, che lancia l’allarme: “Nella Repubblica Islamica la situazione dei Diritti Umani, negli ultimi due anni, con l’elezione di Mahmoud Ahmadinejad, è peggiorata”.

”Bisogna fermare il boia – dice l’associazione- . Salvare la vita di Hiwa e Adnan, cosi come tutte le altre persone che rischiano l’impiccagione in Iran, è un dovere”.

Ecco perché lancia un appello, sottoscrivibile attraverso il sito www.isfreedom.org, per fermare la mano del boia


Commento:La repressione e il terrorismo sono due elementi essenziali alla sopravvivenza del regime dei mullah. Nella scorsa settimana sono stati impiccati 16 persone, accusate di atti di delinquenza e di stupro. Due di loro erano dei prigionieri politici arrestati quasi 7 anni fa. Il regime dei mullah sta progettando il massacro ed eliminazione fisica dei prigionieri politici inserendoli tra la deliquenza comune. E' una mossa usata anche in passato. Quando massacrava in piazza di fronte agli occhi spaventati delle donne e dei bambini i prigionieri politici spaciandoli per i contrabbandieri di droga.
La resistenza iraniana chiede aiuto a tutte le organizzazioni ed organi competenti in campo dei diritti umani di intervenire e di fermare la mano dei boia dei mullah. Sono in pericolo la vita di migliaia di prigionieri politici. E' un progetto diabolico e disumano. Io a nome dell'associazione dei rifugiati politici iraniani in Italia chiedo l'intervento del governo italiano, simile a quello del governo francese, per protestare contro la nuova ondata di esecuzioni e per chiedere la sospensione di tutte le condanne a morte.Basti sapere che quasi un mese fa in una cittadina vicina a Teheran il regime dei mullha ha lapidato ferocemente un uomo accusato di aver amato una donna. L'uomo inserito in un sacco di yuta e messo in una fossa e bersagliato dal lancio dei sassi.
La situazione dei diritti umani è molto grave e in particolare i prigionieri vivono in condizioni veramente disumani. Intervenire è un atto umano e doveroso. A nome dei familiari dei prigionieri lancio un grido di allarme per una mobilitazione generale finalizzato a salvare la vita dei prigionieri politici e a fermare la mano del boia
.
Nella foto sopra riportata si vedono chiaramente le tracce del sangue dell'uomo lapidato vicino a Teheran. La foto è stata scattata da un giornalista che si è recata successivamente sul luogo della lapidazione.
karimi davood

venerdì 27 luglio 2007

Il fondamentalismo islamico: nuovo pericolo mondiale?


Le notizie trappellate ultimamente dalle indagini della magistratura italiana sono di per sè abbastanza preoccupanti e non hanno bisogno del mio commento. In queste veritè scoperte tardivamente e lentamente esiste solo una dimensione trascurata per anni dalle autorità politiche e non dalle autorità competenti quali forze dell'ordine e la magistratura. Spesso e volentieri i dossier bollenti vengono archiviati e chiusi e a volte anche buttati nella patumiera. Ma perchè? Perchè non sono veri e non coincidono con la verità? Oppure esiste una politica di accondiscendenza che non permette a disturbare il sonno di coloro che la mattina alle 7 ci fanno saltare in aria sui treni pendolanti civili? Secondo me si esiste una politica che favorisce volontariamente o involontariamente coloro che schiacciano il bottone del telecomando non della Tv ma dell'autobomba.Ritengo che questi ambienti sono altrettanto pericolosi quanto il fondamentalismo islamico.
Da tutte queste indagini esce orgogliosamente una sola cosa: la resistenza iraniana aveva ragione e ha tuttora dalla parte sua la paternità di una fonte che sempre ha rivelato e smascherato i piani diabolici del regime di Teheran: la bomba atomica, il terrorismo internazionale, interferenze terroristiche in quasi tutti i paesi musulmani, finanziamenti a favore dei gruppi terroristici mediorientali contro lo stato d'Israele, attentati contro i capi di stato stranieri, interferenze in Africa, in America Latina. Mi fermo qui altrimenti la lista diventa troppo lungo. Ho escluso volontariamente la repressione all'interno del paese.
Alla fine esprimo la mia solidarietà con il collega Magdi Allam.

giovedì 26 luglio 2007

NUOVA STRAGE TRA I TIFOSI IRACHENI


La notizia è agghiacciante. Ieri sono state esplose due auto bombe tra i tifosi iracheni che festeggiavano la vittoria della squadra nazionale. Più di 60 morti e 200 feriti. Il terrorismo iraniano ha dimostrato e registrato un'altra pagina nera nella sua pagella di interferenza terroristica in Iraq.
Fin qua la notizia. Ma a questo punto mi domando si può intavolare dei negoziati con colui che allo stesso tempo, seduto di fronte, parlando della lotta al terrorismo e della stabilizzazione dell'Iraq, schiaccia il bottone del telecomando delle autobombe tra i tifosi? Secondo me no. Se esiste un principio di fermezza non è assolutamente possibile e nemmeno immaginabile. Ma dal momento che ancora non è morta la politica di accondiscendenza euroamericana posso assicurarvi che tutto è possibile. Ma a quale prezzo. Al prezzo che vediamo e testimoniamo tutti i giorni. Al prezzo della carne dei giovani iracheni che si erano scesi in piazza per festeggiare, dopo tanto dolore e violenza, una vittoria nazionale pur sportiva. Il terrorismo e il fondamentalismo iraniano non può vedere la gioia e la festa in Iraq. "Iraq deve piangere sangue dalla mattina alla sera. Iraq deve diventare la tomba degli americani. Iraq deve dare una lezioni agli americani per non azzardare più a attaccare un altro paese. Iraq deve fare parte della repubblica islamica." Si è questa la strategia iraniana. Allora tenendo conto di quanto ho detto ribadisco che pensare di poter risolvere la questione con dei negoziati con il padrino del "terrorismo nuovo", è ridicolo e fanciullesco ed rientra nel quadro di un errore strategico di cui le conseguenze sono catastrofiche per tutto il mondo. Sostengo che questo non è un metodo per fermare la violenza scatenata dagli iraniani in Iraq. Sarebbe come dare dell'aspirina ad un persona che soffre di appendicite. Aspirina non ferma l'evolversi e l'avanzata della malattia. La morte è in agguato e soppragiunge immediatamente. Più si va avanti con i negoziati più rischiamo di perdere il controllo della situazione e più rischiamo di contribuire ad esaudire e mettere in pratica la strategia iraniana per la costruzione "dell'impero islamico" in medioriente.La repressione interna e il terrorismo esterno sono come acqua e pane ai denti del regime di Teheran. Basta guardare gli ultimi avvenimenti. Nella scorsa settimana in un solo giorno hanno impiccato a Teheran 12 persone di cui due ex prigionieri politici. Tutti i 12 detenuti erano accusati di atti di "deliquenza e di stupro". Pochi giorni prima a Tabriz sono stati impiccati in pubblico due uomini e una givanissima donna. Due settimane fa in una piccola cittadina vicino a Karaj, Aghche Kand è stato lapidato un uomo, accusato di aver amato una donna che successivamente era diventata sua moglie e che oggi ha due figli di 11 e di 4 anni. Pure lei rischia la stessa fine. Allora perchè tanta vilonenza sia in Iran che fuori del paese? I fautori della politica di accondiscendenza hanno le mani sporche nel sangue dei giovani iraniani. In un futuro prossimo Ayattolah Solana deve rispondere perchè stringeva le mani dei mullah quando gondolavano del sangue dei giovani iraniani. Altrettanto il signor Blair e anche alcuno uomini politici italiani.
Coloro che non hanno compreso ancora questo concetto, gridato e rivelato in 27 anni dalla resistenza iraniana, domani devono rispondere alle future generazioni. Perché e per quale motivazioni hanno sacrificato gli interessi di milioni di persone all'altare del fondamentalismo islamico iraniano?
L'unica strada che ci rimane a disposizione e che io personalmente ne sono convinto e che gli americani prima o poi ci arriveranno è la strada di riconoscimento dei diritti del popolo iraniano a cambiare il regime dei mullah. Si le radici di tutto questo male si trovano a Teheran. Potare i ramicelli di questo albero, nel nome della lotta al terrorismo non fa altro che invigorire albero stesso. Questo è un dato scientifico. Invece bisogna togliere acqua e cibo alle radici. l'albero si secca da solo. L'albero del terrorismo mondiale è a Teheran.
karimi davood

mercoledì 25 luglio 2007

TRATTATIVE IRAN-USA


Ribadisco ancra una volta che le trattative con regime dei mullah è un errore strategico. Le conseguenza saranno catastrofiche. I primi a beneficiare di questa mossa sbagliata saranno i dirigenti del regime dei mullah. Tra di loro si parla spesso che " con le mombe ci siamo imposti alla più potente forza della terra!!!"
Sicuramente non saremmo ne noi ne il popolo iracheno e nemmeno i soldati americani a beneficiare di queste trattative. Il regime dei mullah approffita di questa occsione per fingere che è disposto anche al dialogo. Dà della credibilità a quelle forze occulte e quei lobby proiraniani che "l'unica via è quello del dialogo!"
Sbagliato. Il dialogo è un errore strategico. Con il regime dei mullah bisogna dimostrare la fermezza. Anche perchè al terrorismo bisogna rispondere con altrettanta fermezza militare e non diplomatica.
Al malcapitato morso dalla vipera Kobra bisogna iniettare antidoto della Kobra e non dell'altro. Altrimenti si accellera l'arrivo della morte. Al regime di Teheran bisogna dare il suo antitesi:LA RESISTENZA IRANIANA DIRETTA DAL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA RESISTENZA IRANIANA GUIDATO DAL SIGNOR MASSUD RAJAVI.
KARIMI DAVOOD

MARYAM RAJAVI AL MEETING DI SAN ROSSORE


L’INTERVENTO DI MARYAM RAJAVI AL MEETING DI S.ROSSORE : “L’ISLAM MODERATO è L’UNICO ANTIDOTO POSSIBILE AL FONDAMENTALISMO”

C’era anche il Consiglio della Resistenza Iraniana alla seconda giornata del meeting di S.Rossore dedicata ai diritti delle donne e presenziata dalla ministra per le Pari Opportnuità Barbara Pollastrini.
La presidente del CNRI, Maryam Rajavi, nell’impossibilità di partecipare personalmente, ha tenuto il suo intervento durante la tavola rotonda della mattina, in videoconferenza.
La leader della Resistenza Iraniana ha sottolineato come la pretesa dei mullah di giustificare le pratiche barbare e violente con l’argomentazione culturale e religiosa sia completamente infondata. L’Islam, ha ribadito veementemente e ripetutamente Maryam Rajavi, promuove la tolleranza, la coesistenza e l’uguaglianza di genere. Il vero Islam è democratico e non ha nulla a che vedere con la pena di morte, le lapidazioni, le fustigazioni e le altre pratiche barbare del regime dei mullah che sono soltanto strumenti indispensabili alla repressione.La Repubblica Islamica dell’Iran da ventotto anni promuove una politica estera finalizzata all’esportazione del terrorismo e del fondamentalismo islamico. Ne sono testimonianza i documenti prodotti dal CNRI riguardo alla pesante e diffusa infiltrazione del regime in Iraq. È poi a conoscenza di tutti l’influenza iraniana in Libano e in Afghanistan.
È chiaro quindi che l’Iran rappresenta un problema per la stabilità di tutta la regione mediorientale e conseguentemente un problema che riguarda da vicino anche l’occidente.
“Qual’è la strategia da adottare per contenere il fascismo religioso dilagante?” ha chiesto alla platea la presidente della Resistenza. Non è un intervento militare esterno ma non è neanche il perseguimento della politica dell’accondiscendenza, ossia la ricerca di un dialogo che si conclude sempre con la vittoria delle posizioni del regime.
L’unico modo per arginare il fondamentalismo religioso promosso dai mullah, è quello di dare pieno sostegno alla Resistenza iraniana e di interrompere immediatamente l’accondiscendenza.
Il popolo iraniano, ha sottolineato la Rajavi, deve essere l’unico artefice, insieme alla sua resistenza, di una cambiamento democratico del regime. In quest’ottica la politica dell’Unione Europea che si ostina, contravvenendo alle sue stesse leggi, a mantenere il PMOI sulla lista terroristica, non fa altro che bloccare la strada verso la democrazia.
La Resistenza Iraniana, ha spiegato la Rajavi nel suo intervento, è la maggiore forza d’opposizione al regime.
Innanzitutto perchè il migliore antidoto al fondamentalismo islamico è l’islam moderato che impedisce ai fondamentalisti di diventare portavoce esclusivi del sentimento religioso della popolazione.
In secondo luogo perchè il CNRI dimostra con la sua stessa esistenza la compatibilità dell’islam con la democrazia e con il principio dell’uguaglianza di genere
.

SILVIA POZONE

TRATTATIVE PER STABILIZZARE IRAQ!!!


E' già finito anche secondo round delle trattative Iran-Usa. Forse qualcuno domanda perchè non scrivere Usa-Iran.La domanda è leggittima ma anche la mia convinzione è legittima altrettanto. In questo scenario politico è il regime iraniano che ha la posizione superiore. Spiegerò le mie ragioni di credere in questo ottico: Grazie alla guerra americana, ll regime dei mullah senza muovere un dito, è riuscito a occupare fisicamente, ideologicamente e militarmente il territorio iracheno. tanto vero che secondo i partiti nazionalisti e popolari racheni ll vero paese occupante è IRAN. Nel momento in cui ll regime di Teheran mette a capo del gruppo negoziatore un altissimo e famigerato uomo della Sepah Passdaran, Kasemi Ghomi, il governo americano incarica il suo ambasciatore a portare avanti le trattative: tradotto in italiano significa la macchina del terrorismo di fronte alla macchina della diplomazia. La formula varebbe se di fronte abbiamo un interlocutore valido e civile. Due elementi mancanti nella controparte iraniano. La loro forza provviene dall'uso indiscriminato del terrorismo. Al terrorismo bisogna rispondere con la fermezza e non con le " trattative". In poche parole ll regime dei mllah chiede l'uscita degli americani dalla scena politico militare irachena, considerandoli la vera causa del terrorismo e del disordine e della violenza, e consegnare la chiave di Baghdad a Khamenei: Il grande regista e coordinatore della situazione attuale irachena. Secondo le stesse confessioni dell'ambasciatore americano, fin dal primo round delle trattative sono stati intensificati enormemente il numero degli attentati in Iraq in particolare contro la popolazione enerme. Io mi auguro di sbagliare. Anche perchè secondo me la stabilità permamente e duratura in Iraq sarebbe un colpo di grazia alla repubblica islamica. Sarebbe una diga di fronte alla propagarsi del fondamentalismo islamico. Ma temo che ancora gli americani siano caduti nella trappola tesa dagli stessi iraniani con la complicità degli iracheni vicini all'Iran quale Ayattolah Hakim.
Concludo e ribadisco che in Iraq esistono già due alternative:
1- la formazione di un governo basato sui movimenti vicini all'Iran e già esistenti sulla busta paga iraniana( ultimamente la resistenza iraniana ha rivelato i nominativi di 32 mila iracheni che mensilmente ricevono il loro salario da Teheran tra cui vari ministri, vice ministri, parlamentari ecc). Questa alternativa porterà il mondo sull'orlo della guerra.
2- la formazone di un governo nazional pluralista costituito da tutti i partiti che hanno al cuore solamente l'interesse nazionale del paese impegnandosi a riportare seriamente la pace e la stabilità. In questo caso il governo nazionale iracheno potrà anche chiedere agli americani di tornare a casa loro. Questo governo sarà una garanzia per la stabilità nella regione e sarà anche un muro deterrente di fronte alle pazzie fondamentaliste iraniane. Sarà una diga di fronte alla propagarsi dell'integralismo iraniano. Sarà uno ostacolo di fronte alla formazione dell'impero islamico dei mullah di Teheran.Sarà un governo che garantira i diritti del popolo iracheno. Sarà l'unico mezzo che potrà chiedere l'abbandono del territorio iracheno da parte delle forze militari e da soli grantirne la sicurezza e l'integrità.
In quel caso possiamo fare anche un sospiro di sollievo.

martedì 24 luglio 2007

NUOVA ROUND DI TRATTATIVE IRAN-USA


E' iniziata oggi nuovo round di trattative irano-americane. Allo stesso tempo sono state esplose diverse atobombe, che finora secondo le agenzie di stampa hanno causato piu di 20 persone. La domanda nasce spontanea. Perchè intavolare delle rattative con colui che sotto tavola parlando con noi schiaccia anche il bottone del telecomando?
Quali obiettivi?
Quali prospettive?
Quali alternative?
E' giusto incaricare, durante la guerra, un diplomatico a portare avanti le trattative?
E' giusto incaricare un diplomatico di fronte alla controparte che ha incaricato un altissima autorita militare della Sepah Passdaran?
E' un segno di debolezza?
Oppure gli ameriani stanno portando avanti una strategia sconosciuta a noi?
Mi auguro che gli americani si tengano conto di questa loro debolezza e crechino di partire da una posizione di fermezza. Col terrorismo non si discute e ne si tratta. E' un segno di debolezza . Gli iraniani cercano di ottenere ciò che non gli aspetta e gli americani vogliono convincere loro di ritirarsi dalle loro posizioni acquistate gratuitamente grazie alla guera. Per trattater con i mullah bisogna conoscere i loro DNA. Altrimenti si finisce capovolti e cotti. I mullah sono bravi a prendere e a non dare. Vi racconto una barzeletta sui mullah. " Un giorno un mullah finisce in acqua e gridava aiuto! Arriva un uomo e allunga la mano e dice al malcapitato mullah di dare la sua mano. E invece il mullah continuava a chiedere aiuto e gridare. Il soccoritore era disperato e non sapeva cosa fare. Continuva a dire al mullah di dare la sua mano. Nel frattempo arriva un vecchietto e testimoniando la situazione si rivolge al soccoritore e gli suggerisce di dire al mullah di " prendi la mia mano"! anzichè " dammi la mano". Appena il soccoritore pronuncia la frase " prendi la mia mano", il mullah allunga la sua mano.
Quetsa è la verià. Loro non restituiscono ciò che hanno ottenuto gratuitamente. Porteranno alla disperazione totale coloro che vivono nell'illusione di poter trattare con essi. Ayattolah Solana ne sa qualchecosa.
karimi davood

IRAN: NUOVA ERA DELLA REPRESSIONE


IMPICCATI 12 UOMINI
DODICI persone sono state impiccate ieri in Iran.


Erano stati condannati per reati quali spaccio di droga e stupro. Dall'inizio dell'anno a metà luglio oltre 110 persone sono state giustiziate in Iran. Nel 2006 - sostiene l'organizzazione non governativa Amnesty International - le esecuzioni capitali sono state 177. In Iran la pena di morte è prevista per i reati di tradimento, spionaggio, omicidio, aggressione a mano armata, traffico di stupefacenti, stupro, sodomia, adulterio, prostituzione e apostasia. Sempre ieri è stata sospesa invece, l'impiccagione di Kobra Rahmanpur, 25 anni, condannata a morte per avere ucciso cinque anni fa la suocera che la tormentava da anni.

lunedì 23 luglio 2007

AGGHIACCIANTE VIDEO DELL'IMPICCAGGIONE DI UNA DONNA E DUE UOMINI




Nelle ultime settimene, la macchina repressiva del regime ha funzionato a pieno regime. Dalle singole esecuzioni è passato a impiccaggioni di gruppo. La notizia di poche ore fa parla di 12 persone impiccate in un solo giorno. La domanda nasce spontanea. Perchè esecuzioni di massa? Perchè scatenare la macchina della morte contro i giovani? Che cosa sta succedendo? Questa volta la rsposta la lascio a voi. Per vedere il video dell'impiccaggione di una giovanissima donna e due uomini , avvenuta una settimana fa potete fare copia incolla di questo link. La visione è sconsigliata a minorenni e persone sofferenti di cuore.
http://it.youtube.com/watch?v=Grt7hxx6UxY

AUGURI KOBRA


Kobra Rahmanpour
IRAN. SOSPESA L’ESECUZIONE DI KOBRA

13 ottobre 2006: l’esecuzione in Iran di Kobra Rahmanpour è stata sospesa, per consentire ai familiari della persona uccisa di decidere se perdonarla o meno, rende noto l’avvocato della ragazza, Abdolsamad Khorramshahi.
Kobra, 24 anni, è stata condannata a morte nel 2002 per l’omicidio della suocera, avvenuto due anni prima.
“L’Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, massima autorità giudiziaria del paese, non ha firmato l’ordine di esecuzione”, ha detto l’avvocato, aggiungendo che si tratta della seconda sospensione.
Tuttavia – continua l’avvocato - se i familiari della vittima non concederanno il perdono, l’impiccagione sarà inevitabile.
“La solidarietà internazionale nei confronti di questa giovane donna ha giocato un ruolo essenziale nella decisione di Shahroudi, ma ora l’opinione pubblica internazionale deve rivolgere la propria attenzione ai familiari della persona uccisa, poiché loro possiedono le chiavi della cella di Kobra”.
“Prima di tutto – dice il legale - è necessario convincere le cognate di Kobra che quest’ultima non è il carnefice bensì la vittima, e persuaderle a concedere il perdono”.
L’avvocato è molto preoccupato per lo stato di salute della ragazza: “Non è stato facile trascorrere sei anni chiusa in cella in attesa dell’esecuzione. Ha seri problemi psichici, è molto depressa, e potrebbe peggiorare se non verrà liberata per tempo e restituita alla sua famiglia”. (Fonti: Aki, 13/10/2005

sabato 21 luglio 2007

IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO, IL PRINCIPALE PROBLEMA DEL NUOVO MILLENIO?



Abbiamo già passato 7 anni dall'inizio del nuovo millenio. Siamo già nel terzo. L'inizio è stato molto traumatico e tragico. L'attentato alle torri gemelli è stato il più evidente e forte segnale di un inizio molto difficile. In soli 7 anni abbiamo testimoniato la messa in opera di una campagna anti terrorismo che ha portato a due grandi e piccoli guerre. La prima in Afganistan e la seconda in Iraq. Due guerre iniziate e non terminate. Due iniziative che non ti offrono prospettive assicurani.Il fondamentalismo islamico trainato dal terrorismo e dal terrore senza confini e sfrenato, intento a costruire anche la bomba atomica, e la comunità internazionale con dei sistemi di difesa poco rassicuranti. Allora quali sono i mezzi idonei con cui abbattere questo tumore maligno. La guerra? Questo è l'unico mezzo con cui dobbiamo combattere il terrorismo e il fondamentalismo?. Naturalmente ll terrorismo è il vettore con cui il fondamentalismo porta avanti il suo fondamentale progetto politico e religioso: la costruzione "dell'impero islamico". Basti guardare in medioriente per capire con quale insistenza e densità il regime iraniano è coinvolto nel finanziamento e nel sostegno ai gruppi terroristi meridional. No, secondo me l'unico mezzo con cui bisogna andare in guerra a questo mostro è quello di fermezza politico-militare fondato sulla volontà irrevocabile del popolo iraniano. Senza mandati e deleghe. Qualsiasi soluzione che escluda la volontà del popolo iraniano a cambiare radicalmente questo regime è già destinato a fallire e a portare acqua nel mulino del terrorismo e del fondamentalismo iraniano. L'unico mezzo valido e capace è quello che si trova nelle mani della resistenza iraniana: FERMEZZA E CONVINZIONE ASSOLUTA DI CAMBIARE RADICALMENTE IL REGIME DEI MULLAH CON TUTTI I SUOI RAMI E RAMIFICAZIONI. DALLA A ALLA Z. IL TUMORE VA RIMOSSO ALLA RADICE ANCHE A RISCHIO DI PERDERE IL PAZIENTE. MEGLIO PERDERNE UNO OGGI CHE DOMANI UN MILIONE. IL NAZISMO HITLERIANO APPARTIENE A 60 ANNI FA E LE SUE FERITE ANCORA SONO APERTE.
Da oggi vorrei aprire una finestra su questo blog, una discussione sul modo di combattere il fondamentalismo islamico. gradisco opinioni e osservazioni da parte della gente comune e degli addetti ai lavori. Pubblicherò volentieri tutte le opinioni che verrano inviate a questa finestra di analisi e di approfondimento politico.
secondo me è necessario che si apra una finestra su questo male del nuovo millenio.
Per combatterlo bisogna conoscerlo alla meglio. Come un medico che per curare un malato deve prima conoscere bene la malatia. Altrimeni come succede spesso, e purtroppo, a rimettere la pelle non è il medico bensi il malato. Idem nella società civile. I primi ad essere colpiti dal terrorismo e dal fondamentalismo non sono i nostri politici che trattengono sbagliate poilitiche con il fondamentalismo bensì la gente comune che esce alle sette per andare a lavorare e alle 7 e 28 minuti è ridotta a mille pezzi attaccati al treno che l'avrebbe dovuto portare al lavoro. Si, la prospettiva è agghiacciante ma bisogna anche avere il corraggio di dirlo. Altrimenti meglio cambiare mestiere. Questa è mia opinione. se qualcuno non è d'accordo con me lo sfido a partecipare a questa disscussione democratica.
Cordiali saluti
e ringrazio anticipatamente tutti coloro che partecipano a questo forum.
Karimi davood

giovedì 19 luglio 2007

PENA DI MORTE: IRAN, COMMISE OMICIDIO A 16 ANNI, RISCHIA PATIBOLO




(AGI) - Roma, 19 lug. - Rischia il patibolo per un omicidio commesso all'eta' di 16 anni. A denunciare il caso dell'iraniano Sina Paymand, oggi diciottenne, e' Amnesty International secondo cui l'esecuzione del giovane "costituirebbe una clamorosa violazione del diritto internazionale, un atto moralmente ingiustificabile e ripugnante che il governo iraniano deve sospendere immediatamente".
Una precedente data di esecuzione, il 20 settembre 2006, era stata annullata all'ultimo minuto su richiesta dei parenti della vittima. Secondo le cronache, rende noto Amnesty International, Paymand, con la corda gia' legata al collo, aveva espresso il desiderio di poter suonare il proprio flauto per l'ultima volta.
Ascoltando la sua musica, i parenti della vittima si erano commossi e avevano chiesto che l'esecuzione non avesse luogo.
La legge iraniana prevede che i familiari delle vittime possano perdonare l'omicida e accettare un risarcimento in denaro. La famiglia di Paymand non e' stata, pero', in grado di pagare l'indennizzo richiesto, equivalente a circa 115mila euro.
L'Iran e' uno dei Paesi con il piu' alto numero di esecuzioni.
Da gennaio, Amnesty International ne ha registrate gia' 124 e questo dato fa supporre che il totale dell'anno possa superare quello delle 177 esecuzioni avvenute nel 2006.
Quest'anno in Iran sono stati messi a morte altre due persone che al momento del delitto erano minorenni. (AGI

mercoledì 18 luglio 2007

IRAN: "CONFESSIONI" IN TV DI IRANO-AMERICANI ARRESTATI


La notizia:
Due cittadini irano-americani detenuti da maggio a Teheran e un irano-canadese incarcerato lo scorso anno per quattro mesi sono stati mostrati questa sera dalla televisione iraniana mentre confessavano di aver preso parte a un programma di iniziative culturali con gli Usa che, secondo una di loro, aveva il fine di "provocare un cambiamento morbido" all'interno della Repubblica islamica.

A fare questa ammissione è stata Haleh Esfandiari, 67 anni, responsabile per il Medio Oriente dell'istituto di ricerca Woodrow Wilson di Washington. "Le iniziative erano finanziate dal Congresso americano", ha sottolineato la Esfandiari, che ha il doppio passaporto iraniano e Usa.

Kian Tajbaskhsh, anch'egli con doppia cittadinanza iraniana e americana, che lavorava per la Open society, una fondazione facente capo a George Soros, ha detto che nell'iniziativa era coinvolto anche il miliardario ebreo americano di origine ungherese.

Ramin Jahanbeglu, un filosofo con cittadinanza iraniana e canadese, e la stessa Esfandiari hanno parlato tra l'altro di una conferenza organizzata dal Dipartimento di Stato nel 2002 presso l'Università della California di Los Angeles per avviare una cooperazione tra intellettuali provenienti da Iran, Israele e diversi paesi arabi.

Jahanbeglu, la cui "intervista" era stata realizzata lo scorso anno, quando era ancora in stato di detenzione, ha sottolineato anche il presunto ruolo del marito della Esfandiari, "un ebreo che prima della rivoluzione era direttore di un quotidiano in lingua inglese in Iran".


COMMENTO: Fin qua la notizia di per se è molto triste e preoccupante. Tipico comportamento dei regimi dittatoriali. Mostrare delle persone arrestate e mai assistite dai loro difensori e mai processati di fronte ad un tribunale imparziale è veramente ripugnante e disumano. Io politicamente non sono mai stato d'accordo con questi signori ma condanno fermamente la trasmissione delle loro " confessioni" in tv. E' un azione barbara del regime dei mullah. Un regime con cui la comunità internazionale trattiene da anni delle relazioni diplomatiche e dei " dialoghi costruttive!!! critici!!! ecc". E' un regime che trascurando la mobolitazione internazionale contro la lapidazione dà il via libera alla più brutale forma di violenza e di repressione e lapida un uomo a 70 kilometri dalla capitale. Il messaggio è chiaro. Naturalmente ai personaggi sordi come ayattolah Solana, ministro degli esteri dell'Unione europea.In breve messaggio è questo:" me ne frego di voi. Io vado avanti per la mia strada e costruisco pure la bomba atomica. Guai se vi azzardate a impedirmela. Trasferisco tutta questa violenza anche a casa vostra". Il mesaggio è chiarissimo. Il regime iraniano è unico nel mondo che sempre ha mantenuto le sue prommesse. Fa quello che dice. Non scherza. Ti usa finchè lo servi. Poi ti butta via. L'esempio dei cittadini iranoamericani è la più evidente prova di tale comportamento disumano. Finchè ha potuto ha sfruttato il prestigio e la presenza e l'autorevolezza dei cittadini iraniani presenti in Europa e in America. E quando è finita la loro scadenza gli ha arrestati e gli ha costretti a confessare tutto o quasi.
Per coloro che non sanno e non ricordano la storia recente, devo tornare indietro e raccontare che al tempo della guerra Iran- Iraq, il regime dei mullah mandava i bambini sui campi minati per aprire la strada ai soldati di Dio e avvanzare verso Gerusalemme! All'epoca il regime dei mullah chiamava i bambini " Monouso"! Perchè una volta usati non c'erano più.
Concludo e ribadisco che questo comportamento nei confronti delle persone incarcerate e senza difesa è condannabile e va condannato da tutti i governi e istituzioni. E' un segnale dell'aggravameno della situazione del regime in seguito alle risoluzioni dell'ONU. E' un segnale di paura e di terrore in cui si trovao tutti i dirigenti del regime. E' un atto finale di un regime che si trova sull'orlo della caduta in pattumiera della storia. E' un atto tipico del fondamentalismo islamicodi Teheran. E' un forte segnale del terrorismo nei confronti di quei paesi da cui provengono questi prigionieri.
E' un segnale che va preso seriamente in considerazione.
Tutto ciò è il risultato di un dialogo" costruttivo e critico " portato avanti dall'Ayattolah Solana. E' il risultato della politica di accondiscendenza europea nei confronti di un regime che non riconosce e non rispetta nessuna norma ne civile ne penale.
E' il figlio della politica di accondiscendenza europea. Se vogliamo cambiare qualchecosa dobbiamo cambiare per prima il nostro atteggiamento e comportamento. Altrimenti ci stiamo prendendo in giro. E dobbiamo aspettare anche il peggio. Magari prossima volta al posto di questi tre iraniani troveremo tre altissimi dirigeni europei che si confessano di non aver agito bene a favore di teheran e di aver lavorato per conto di qualche organizzazione di intelligence straniera!
Bisogna conoscere bene il suo DNA altrimenti si diventa un suo strumento e una carta nelle sue mani.
Il veleno di questa vipera ha un antidoto che si rova solamente nelle mani del popolo iraniano e affidato momentaneamente alla signora Mariam Rajavi, presidente eletta dal Consiglio Nazionale della resistenza Iraniana. Inutile aggirarci intorno e piangere per i morti. Antidoto di questo serpente è gratuito. La resistenza iraniana ha sempre dichiarato che non vuole ne soldi ne armi basta togliere gli ostacoli posti lungo il suo cammino. Basta rimuovere dalla lista dei terroristi il suo nome. Basta riconoscere quei 120.000 persone che hanno sacrificato le loro vite a nome di questa resistenza e a nome della liberta e della democrazia in Iran. Il tempo corre veloce, il tempo stringe.
Karimi Davood

USA: PRONTI A FACCIA A FACCIA CON IRAN SU IRAQ


NEW YORK - L'amministrazione Bush accusa l'Iran di appoggio all'insurrezione sciita in Iraq: "Devono smettere di appoggiare le milizie settarie che aggravano le tensioni, devono smettere di appoggiare le reti di traffico che introducono nel paese bombe capaci di perforare veicoli corazzati che pongono una minaccia alle nostre truppe", ha detto McCormack. Di una seconda tornata di trattative tra l'Iran e gli Usa sulla situazione in Iraq "forse in un futuro prossimo" aveva parlato oggi il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, citato dall'agenzia ufficiale Irna.


Commento di Karimi Davood:
Intanto faccio i miei migliori auguri agli americani per un successo immediato in Iraq. Ammesso che siano convinti che trattando con autore principale della violenza in Iraq possano rimettere tutto apposto. Ammesso che è un punto negativo rivolgersi all'Iran per chiedere una mano in direzione della stabilizzazione dell'Iraq, debbo ricordare che di per sè è una dimostrazione di debolezza, a meno che gli americani non abbiano una strategia ben diversa da quello che si percepisce in una prima vista. Cioè stanno cercando di giocare la carta dello smascheramento del nemico. Cioè chiamandolo in causa e dimostrando all'opinione pubblica, resa indifferente e scettica in seguito ala vicenda irachena, che è lui la causa scattenante di tutta la violenza in Iraq. E' un gioco molto complesso. Se gli americani lo portano avanti con la fermezza e intelligenza, ma guidata dai militari, potrebbe dare enormi risultati in positivo.Al regime ianiano bisogna far vedere i denti e le artiglie. La cura del tipo Ayattolah Solana è dannosa e distruttiva per tutta la umanità. Alla violenza bisogna rispondere con tanta fermezza e prontezza di reazione. Altrimenti la questione va avanti per anni e anni e nel fratempo la bomba atomica dei mullah uscirà dal guscio. A questo punto la guerra sarà più dannosa di prima e inutile.
Temo che la politica di accondiscendenza sia sorda alla grida della libertà del popolo iraniano. Questo è il vero guaio.
In Iraq esistono due alternative:
1- il primo è di matrice integralista e fondamentalista khomeinista con tutte le forze reazionarie e fascist-islamiche tipo governo iraniano
2- un governo di coalizione compreso tutte le forze nazionalist-democratiche antifondmentalisti e pluralist-laici di tutte le fedi religiose riunite attorno ad un unico interesse:integrità territoriale irachena e interessi nazionali di tutto il popolo iracheno.
Nel successo del caso secondo possiamo sperare la fine della violenza e il ritiro programmato degli americani dall'Iraq
.
Nel malugurato successo del caso numero uno avremmo una catasrofe umanitario di fronte a tutto il globo. Mille volte peggio della situazione creatasi dopo il Vietnam. Avremmo di fronte un mostro ingrandito e ubriacco della vittoria dell'Islam con una bocca da cui escono le fiamme della vendetta e della violenza.
In quel caso perderemo tutti. Dalla A alla Z.

Pena morte: Iran, Ue chiede stop

Condanna da giudice Teheran per crimine commesso minorenne


(ANSA) - LISBONA, 17 LUG - La presidenza portoghese dell'Ue ha espresso "profonda preoccupazione" per la possibile "imminente esecuzione" in Iran di Sina Paymard. Il governo di Lisbona chiede di non procedere all'esecuzione - che potrebbe gia' essere eseguita "questa sera" - sottolineando che l'uomo e' stato condannato a morte da un giudice di Teheran per "un crimine commesso quando era minorenne".

17 Lug 20:47

lunedì 16 luglio 2007

IL CAPO DELLA COMMISSIONE DIRITTI UMANI IN IRAN CONSIDERA LA LAPIDAZIONE " LEGITTIMA E COMPATTIBILE CON LA SHARIA ISLAMICA"


Il quotidiano Etemade Melli di oggi 16 luglio ha scritto: Mohammad Javad Larijani, segretario del Comitato per i diritti umani in Iran , ha considerato la pena della lapidazione “compattibile con la legge Sharia islamica e di conseguenza non dissente nessuno degli impegni internazionali presi dalla Repubblica Islamica.” Larijani sostenendo il fatto che la lapidazione è un argomento “ molto duro” ha aggiunto: “ Il santo legislatore ha emanato questa pena non per la vendetta ma piuttosto per la prevenzione.”


Commento: Se il capo della commissione per i diritti umani in Iran!!! è così commovente di fronte alla più bestiale violenza integralista non parliamo più dei giudici religiosi, compagni di violenza dello stesso capo della commissione per i diritti umani in Iran.
Quà devo specificare che l'intero regime iraniano è composto dai più feroci uomini appartenenti al medioevo e non compatibili a nessuna norma della convivenza civile del mondo di oggi.
La pena della lapidazione è un pezzo del puzzle della repressione dilagante in Iran.
A nome della mia associazione ancora un'altra volta mi rivolgo a voi e chiedo aiuto a tutte le coscienze libere del mondo, di non restare indifferenti di fronte a questa violenza che tra l'altro è un oltraggio alla dignità dell'uomo e dell'umanità. La lapidazione di un uomo o di una donna è pari, a prescindere dal numero dei casi avvenuti che tra l'altro sono numerosi, alla lapidazione dell'umanità.
Mi rivolgo a coloro che sono d'accordo con questo principio, di unire la loro voce a quella della mia associazione e organizzare manifestazioni e fiaccolate o iniziative degne della difesa dei diritti dell'uomo dietro a cui nome si nasconde e si esprime un grande carnefice del popolo iraniano, quale, Mohammad Javad Larijani.
karimi davood, presidente associazione rifugiati politici iranianai in Italia

domenica 15 luglio 2007

IL FILM DELLA LAPIDAZIONE TRASMESSO DALLA TV SPAGNOLO


CLICANDO IL LINK QUI SOTTORIPORTATO POTETE VISIONARE IL FILM DELLA LAPIDAZIONE TRASMESSO ULTIMAMENTE DALLA TV SPAGNOLO.



NB: la visione del film è sconsigliato ai minorenni e alle persone con problemi cardiaci

Il film della lapidazione

sabato 14 luglio 2007



La Sig.ra Rajavi si rallegra per la risoluzione approvata dal Parlamento europeo


14 lug 2007

Rajavi ha sottolineato e ribadito i diritti dei Mojahidin del popolo iraniano

CNRI 14 Luglio - il presidente eletto della resistenza iraniana, Maryam Rajavi ha espresso la sua soddisfazione per la risoluzione adottata all'unanimità dal Parlamento europeo sui diritti legali del Mojahidine del popolo di Iran (OMPI/MEK), rifugiati politici da venti anni in Iraq e che beneficiano attualmente dello statuto di "persone protette" ai sensi della quarta convenzione di Ginevra.
La Sig.ra Radjavi ha ritenuto che quest'appello europeo al governo iracheno per rispettare i diritti dell'OMPI residenti nella città di Achraf e la condanna del taglio dell'approvvigionamento di combustibile e di acqua potabile da parte di alti funzionari del governo iracheno contro i 4000 membri dell'opposizione iraniana, sia una presa di coscienza internazionale e un'opposizione all'atteggiamento criminale del regime iraniano in Iraq. La Sig.ra Radjavi ha espresso i suoi ringraziamenti agli europarlamentari per la loro preoccupazione e per essere a fianco degli iraniani in questa campagna contro il fascismo religioso al potere in Iran.

DOPO L'UOMO LAPIDATO ADESSO RISCHIA LA STESSA SORTE ANCHE LA COMPAGNA

Di Karimi Davood

Verso la fine di giugno, in una mattinata qualunque, aprendo il blog di una nota giornalista iraniana sono venuto a sapere dell'imminente lapidazione di una coppia accusata di adulterio! Iniziai subito a tradurre la notizia e diffonderla tramite internet, questo meraviglioso mezzo di comunicazione con cui mi sto prendendo confidenza. La radio Zapping condotta dal dott. Forbice la sera stessa ne ha data la notizia e ha chiesto l'interveno degli organi competenti. Grazie all'intervento e mobilitazione interna e esterna siamo riusciti a costringere il regime dei mullah a ritirarsi e alzare le mani e rinunciare a questo disumano atto medievale degno solamente del regime dei barbari di 4000 mila anni fa. Il giorno dopo abbiamo avuto la bellissima notizia della rinuncia della lapidazione della coppia. La mobilitazione interna e ed esterna era riuscito a spazzare via e costretto ad arretrare la spaventosa e famigerata macchina repressiva del regime dei mullah. Per gli addetti ai lavori, come il sottoscritto, la notizia della rinuncia pur essendo soddisfacente ma allo stesso tempo ci metteva in un'ansia permanente. Anche perché vedevamo un mostro ferito che continuamente ci faceva vedere i denti minacciandoci di vendetta. La ragione per cui eravamo in una costante preoccupazione nasceva dalla natura di questo sistema religiosa e dalla necessità di spargimento del sangue con cui si regge in piedi da quasi 30 anni. Noi sapevamo benissimo che questa rinuncia non è la salvezza per questa coppia condannata a morte solo perché si amavano. Forse, se, si odiavano, non avrebbero rischiato nel regime dei mullah di nessuna punizione. Ecco è qui che bisogna riflettere su questo episodio. Nel regime di Teheran chi ama rischia la pelle e la lapidazione. Invece se si odia ha più probabilità di soppravvivenza. Il messaggio del fondamentalismo islamico è unico: ODIO, tradotto significa spargimento di sangue, violenza, terrorismo, amputazione degli arti, impiccagioni in pubblico di fronte ai bambini, violenza carnale alle ragazze vergini prima della fucilazione( altrimenti andrebbero in paradiso), diffusione della prostituzione con delle cifre astronomiche, diffusione della criminalità, introduzione negli statti Più intimi della gente. In poche parole il contenuto del messaggio del padre del terrorismo e dell'integralismo iraniano da cui è nata una miriade rete di violenza in tutto l mondo con milioni di morti da tutte le parti è stata la MORTE! Adesso mi dovete dare ragione di restare più preoccupato di prima. Avevamo le fondate ragioni di restare ancora scettici e preoccupati. Io conosco il DNA del regime iraniano: è assettato di sangue. Ogni suo pezzo cromosomico è composto dalla violenza e dal mietere la morte. Basti guardare luoghi in cui ha messo il piede: Iran, Iraq, Afganistan, Algeria, Beirut, Israele,Aamerica latina ecc.. In particolare è assettato del sangue degli innocenti. Non gli bastano le guerre che ha scatenato.
Comunque dopo quasi un mese, il regime dei mullah è partito all'attacco e ha firmato la p atroce morte che l'umanità abbia mai conosciuta: la lapidazione. Nonostante gli impegni presi con la comunità internazionale ha sfidato il mondo civile e ha dimostrato ancora una volta la sua vera natura. Non bisogna restare indifferenti di fronte a questa barbarie. la lapidazione di giovedì scorso è l'altra faccia dello sgozzamento della ragazza Pakistana Hina successo in Italia e di recente è stata svolta la prima udienza.
Il regime dei mullah oltre ad essere specializzato nell'eseguire le p spaventose azioni di terrorismo è anche il grand maestro della demagogia. Notate bene di che cosa si tratta. Si dice che in Iran non vola una mosca senza autorizzazione di khamenei, capo supremo del regime. Allora come si spiega questa lapidazione che andava contro gli interessi internazionali del governo iraniano? Allora come è possibile che un giudice di un paese piccolo abbia cosi tanta autonomia ad eseguire una pena cosi spaventosa che avrebbe portato la repubblica islamica sotto l'occhio attento e critico del mondo intero? Come sostengono attualmente i responsabili della giustizia iraniana, il giudice ha operato secondo la sua autonomia e senza aver interpellato il governo centrale!!! Le autorità sostengono che i massimi responsabili non erano a conoscenza dell'imminente esecuzione della lapidazione e che il giudice l'ha eseguito di personale iniziativa nonostante il circolare del capo della giustizia Ayattolah Shahroudi. Adesso che hanno consumato un crimine contro l'umanità e aver ruttato in faccia all'opinione pubblica interna ed esterna, tutti nascondono le mani e scaricano la colpa sul giudice religioso della città di Takistan dove avvenne la lapidazione. Tutte le autorità interpellate cercano di salvare le massime autorità che hanno autorizzato questo crimine a partire da Khamenei e dallo stesso Shahroudi. Secondo la mia opinione, la data e il luogo della lapidazione sono stati scelti dalle massime autorità e decisi anche le mosse da prendere successivamente quando la notizia sarebbe stata diffusa. L'obbiettivo dei mullah non era nascondere la lapidazione anzi è terrorizzare la popolazione allo stesso tempo nascondere le mani dietro la demagogia tipico della loro natura. La repressione è una fonte di nutrizione per il regime. Senza di essa il loro corpo si esaurisce e sparisce. E' esattamente come il terrorismo. Senza di esso il regime iraniano non è nulla. Senza di esso il progetto dell'impero islamico non parte.
Senza cambiare il regime iraniano è utopica pensare che in futuro non ci saranno altre lapidazioni. Anno scorso nella città di Mashahad hanno lapidato una coppia nel cimitero della città. La repressione ed il terrorismo sono due componenti fondamentali del piatto da cui si nutre il regime dei mullah.Senza capire questo fondamentale indizio ci caschiamo ancora una volta nella trappola dei mullah: Ayatolah Shahroudi non sapeva; Ayattolah khamenei non sapeva; la magistratura iraniana è autonoma e i giudici sono autonomi e Iran è grande ed è difficile controllare tutto il paese ecc...
Adesso nel carcere di Takistan è in attesa della lapidazione una moglie, una mamma che stringe al suo petto un figlio di quattro anni orfano da giovedì scorso e ad ogni apertura della porta grida e chiede aiuto alle sue compagne di non lasciarla da sola e piange continuamente. Piange il suo uomo lapidato e piange i suoi figli diventati orfani e piange anche se stessa. Non sa, se, anche questa volta, gli occidentali cascano nella trappola dei mullah che gli danno l'assicurazione che " Mokarrame non verrà lapidata"! Ma C'è sempre il rischio che la lapidazione si trasformi in impiccagione. Anche in questo caso i mullah nasconderanno le mani dondolanti di sangue e diranno di avere rispettato la loro promessa. Mokarrame non è stata lapidata ma impiccata!
In quel caso avremmo ancora due ragazzi di 5 e di 11 anni orfani di papa e mamma!
Per combattere il fondmentalismo e l'integralismo bisogna conoscere prima di tuuto il suo DNA. E poi il suo antitesi. Senza di essi il lavoro svolto è tutto sprecato.

venerdì 13 luglio 2007






Iran: Risoluzione del PE condanna le pressioni a cui sono sottoposti i Mojahedin del popolo


giovedì 12 luglio 2007
Il parlamento europeo in una risoluzione appoggia i profughi irancheni e condanna fermamente le pressioni a cui sono sottoposti i Mojahedin residenti ad Ashraf
CNRI, 12 luglio - Oggi pomeriggio il Parlamento Europeo, in una risoluzione approvata con un voto unanime, ha appoggiato i diritti dei milioni iracheni che negli ultimi anni sono diventati profughi e ha messo in guardia la società mondiale in particolare l’Unione Europea per una catastrofe umanitaria in Iraq.
Nella risoluzione è ribadito la necessità del rispetto dei diritti dei Mojahedin del popolo iraniano residenti nel campo d’Ashraf in Iraq: ” Condanna fermamente le minacce d’alcune autorità irachene per la cessazione dei generi alimentari, carburante e l’acqua necessari per i 4000 membri dell’opposizione iraniana che da 20 anni sono dei rifugiati politici in questo paese e che sono riconosciuti” legalmente le persone sotto la tutela della quarta Convenzione di Ginevra”.
Gli agenti del regime dei mullah, nelle ultime due settimane hanno fatto tutti i loro tentativi per evitare l’approvazione di questa risoluzione e in particolare la parte che riguarda i Mojahedin. Ma questo complotto è stato neutralizzato grazie alla vigilanza e agli sforzi senza sosta degli onorevoli parlamentari.Inizialmente la risoluzione è stata presentata dal gruppo socialista PSE e in seguito ha incassato l’appoggio di tutti i gruppi politici del Parlamento Europeo tra cui il gruppo Democratici Cristiani e conservatori( EPP-ED), il gruppo dell' Unione di sinistra(GUE), il gruppo dell’Unione Europea per i Popoli(UEN), e il gruppo liberale. Numerosi eminenti onorevoli del Parlamento Europeo in diverse occasioni hanno espresso il loro sostegno ai Mojahedin del Popolo e ai combattenti della città d’Ashraf chiedendo il rispetto totale da parte dell’Unione Europea la sentenza della Corte di giustizia europea sulla rimozione del nome dell’Organizzazione dei Mojahedin del popolo Iraniano dalla lista nera dell’UE.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana.12 luglio 2007

ANNUNCIATE VENTI NUOVE ESECUZIONI


Venti esecuzioni capitali annunciate per i prossimi giorni, sei delle quali come punizione per degli uomini accusati di aver avuto rapporti sessuali.


TEHERAN - Nella Repubblica teocratica Iraniana sempre meno libertà e sempre più oppressione e violazione dei diritti umani. Martedì Ali Reza Jamshidi, portavoce dell’Autorità Giudiziaria iraniana, ha annunciato che nei prossimi giorni saranno eseguite una ventina di condanne a morte, sei delle quali riguardanti uomini accusati di rapporti omosessuali. In Iran infatti le relazioni omosessuali sono punite con la morte e i sei gay saranno giustiziati per aver commesso il reato “Lavat” (letteralmente “sodomia”, “perversione”).
Dopo un colloquio avuto con il giornalista Ahmad Rafat, che lavora per un’importante agenzia di stampa internazionale, il segretario dell’Arcigay di Firenze Matteo Pegoraro ha reso noto che “sono in corso tentativi di contatto con diversi gruppi e comunità omosessuali del territorio iraniano, per riuscire ad avere i nomi e cognomi dei condannati, ma la situazione è più critica del previsto. Rafat mi ha infatti informato che il responsabile del comitato studentesco di Teheran - finora un buon contatto - è stato anche lui arrestato, nella giornata di lunedì 9 luglio”. Jamshidi aveva infatti confermato durante la conferenza stampa di martedì mattina l’arresto di 18 leader del movimento studentesco, affermando tuttavia che "nessun arrestato al Politecnico Amir Kabir era un vero studente".
Un folto gruppo di intellettuali italiani e stranieri sta in questi momenti redigendo un appello, sottoscritto da grandi personaggi della cultura e della lotta a favore dei diritti umani a livello internazionale, per chiedere clemenza al presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, recentemente riconosciuto da Human Rights Watch come uno dei principali campioni dell'omofobia. Arcigay Firenze “Il Giglio Rosa”, che sta al momento gestendo i contatti con le diverse organizzazioni umanitarie, chiede che il Governo Italiano intervenga ufficialmente con le sue massime rappresentanze per impedire che altre vite umane innocenti vengano distrutte dalla violenza e dall’odio omofobico, e spera che la comunità LGBT (lesbica, gay, bisessuale, transgender) nazionale e internazionale non intraprenda, nell’immediato, azioni di dura protesta presso le Ambasciate iraniane, tentando invece la via del dialogo interculturale e creando o collaborando alla sottoscrizione di un appello di clemenza verso i condannati diretto al presidente Mahmud Ahmadinejad. “E’ una strada mai percorsa” dichiara l’artista e storico Roberto Malini “che rispetto alla protesta, che non ha portato, nel passato, risultati costruttivi, vuole cercare il contatto e il dialogo diretto con chi ordina queste esecuzioni, impegnando tutte le forze e le risorse in una battaglia unanime per la civiltà. Perché, prima di ogni condanna, la nostra priorità è la salvaguardia della vita umana”.
Gli arresti di persone considerate pericolose per il regime, soprattutto studenti, nel paese si vanno moltiplicando, e notizie di retate e arresti con accuse di omosessualità erano già uscite dal paese in maggio. Articolo21 rivela che da giovedì scorso non si hanno più notizie di Abbas Hakimzadeh, dirigente dell’associazione islamica degli studenti universitari e leader del movimento studentesco per la democrazia, che è stato arrestato nella sua casa di Teheran e anche la libertà di stampa è sempre più compromessa. (Roberto Taddeucci)

giovedì 12 luglio 2007

ANNULLIAMO LE CONCESSIONI ALL'IRAN

di Jed Babbin, ex sottosegretario della Difesa nell'amministrazione del presidente George H. W. Bush

Diciamolo una volta per tutte e con precisione: che George W. Bush recuperi terreno politico è molto meno importante di molti altri problemi che ci troviamo ad affrontare. Coloro che stanno progettando i percorsi per il suo recupero stanno semplicemente rielaborando i principii conservatori che il presidente ha rifiutato durante gli ultimi sei anni. La questione più importante del nostro tempo è la guerra contro i terroristi e le nazioni che li sostengono. Alcuni, come il senatore Richard Lugar (RIN), temono che il presidente perderà il controllo della guerra se non riuscirà a elaborare una strategia bipartisan per l’Iraq tra oggi e settembre mese in cui il generale David Petraeus riferirà al congresso. Ma il presidente ha perso il controllo della guerra quattro anni fa quando ha deciso di seguire una prospettiva neocon nel processo di ricostruzione dell’Iraq dando così il controllo dei tempi e della direzione della guerra ai nostri avversari: L'Iran, la Siria e l'Arabia Saudita che hanno finanziato e rifornito di uomini e mezzi l'insurrezione fin dal suo inizio. Il regime iraniano -- fanatico e teocratico -- è il pericolo di gran lunga più grande. Ci sono quelli come l'ex segretario di stato James Baker e il futuro-ex Segretario di Stato Rice che credono che negoziando con gli Iraniani possiamo tenere a bada le loro ambizioni nucleari e coinvolgerli nell'assistenza per la stabilizzazione dell’ Iraq. Una volta sfidati, i devoti della trattativa non possono identificare un solo caso in cui le trattative siano riuscite a cambiare il comportamento del regime iraniano. Infatti non ce ne sono. “Su Kudlow e Company„ venerdì scorso ho sfidato il generale in pensione Wesley Clark affinchè citasse un solo caso in cui le trattative con l’Iran hanno funzionato. Non è stato possibile, naturalmente. Quando Clark ed il resto di questi Neville Chamberlains dei nostri giorni parlano a favore delle trattative con l'Iran, le loro discussioni sono sconfitte dalla prova della storia del regime, compresa la sua reazione al flusso più recente di elemosinare dell'america (Rice in Iran, di unirsi ai colloqui con l’Iraq “. „) In risposta all'invito, gli Iraniani con riluttanza hanno assistito, rifiutato di accosentire a qualsiasi cosa ed ignorando le accuse ha incarcerato tre donne Irano-Americane ed un uomo Irano-Americano. La debolezza è provocatoria. Ci sono cose che possiamo fare aldilà di una guerra per indebolire gli ayatollah e per dimostrare alla gente iraniana che anche se il regime è nostro nemico, la gente non lo è. Abbiamo bisogno di una strategia energica e mirata per determinare il cambiamento di regime in Iran. Le opzioni militari (che sono molte, non poche) avranno luogo un altro giorno. La strategia diplomatica comincia -- come sempre -- con modifica del comportamento alla parte inferiore nebbiosa. Dal 1979, i mullah hanno controllato il gioco diplomatico e geopolitico. Ogni provocazione iraniana si è scontrata con l'inerzia o ulteriori concessioni dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. Le nostre concessioni non hanno portato a niente. Per indebolire il regime iraniano, possiamo cominciare ritirando le concessioni per riprendere il controllo dell'equazione geopolitica nel Medio Oriente. Alcune concessioni -- quale la rinuncia del maggio 1998 da parte della gestione Clinton delle sanzioni contro la compagnia petrolifera indonesiana, Petronas, per il fatto che operava in Iran -- causerà difficoltà diplomatiche. Altri, quale l'autorizzazione dell’amministrazione Bush dell'offerta EU-3 dei pezzi di ricambio per il velivolo come carota nella trattativa nucleare ripetutamente-venuta a mancare con l'Iran ed altri -- compreso il più importante – possono essere cancellate con un colpo di penna. Nel marzo 2005, il presidente Bush ha accosentito a non opporsi all'entrata dell'Iran nel WTO. La membership Iraniana è stata ritardata. Ora dovrebbe essere interamente bloccata. Nel marzo del 2000, il Clinton State Department ha smesso di definire l'Iran come uno stato canaglia. Il regime iraniano non dovrebbe mai essere menzionato senza i termini “canaglia„ o “terrorista. Lo stesso mese l’amministrazione Clinton ha rimosso le barriere commerciali al caviale, ai pistacchi ed ai tappeti iraniani. Possiamo, se lottiamo fortemente, fare a meno nelle nostre vite delle uova, dei pesci iraniani, delle noccioline e dei tappeti su cui sederci mentre li mangiamo. Nell'aprile del 1999, lo State Department ha smesso di indicare l'Iran come paese guida nella sponsorizzazione del terrorismo. L'indicazione dovrebbe essere ristabilita. Un anno fa la posizione nell’ elenco che indicava l'Iran come maggiore produttore di narcotici è stata fatta cadere. Anche questa dovrebbe essere ristabilita e tutte le conseguenze legali risultanti fatte rispettare. Nel 1997, l’amministrazione Clinton ha fatto due concessioni enormi all'Iran. In primo luogo stava lasciando cadere le sanzioni di cui abbiamo minacciato la Turchia per aver usato una conduttura iraniana per trasportare il gas dal Turkmenistan. La Turchia, una volta un alleato degli Stati Uniti e una pietra angolare della NATO, sta andando alla deriva nel cerchio islamico. Dimostrare validamente la nostra opposizione all'influenza dell'Iran ritarderà o invertirà quella direzione. Il recupero della seconda concessione richiederà il ritiro dei sostenitori della politica dell’accondiscendenza dal controllo della nostra diplomazia. Nell'ottobre 1997 -- su richiesta degli ayatollah -- abbiamo aggiunto i Mujahedeen-e Khalk alla lista delle organizzazioni straniere terroristiche. Pensate a questo: abbiamo dichiarato terrorista il MEK per placare i più potenti terroristi nel mondo. Un detto ufficiale dell’amministrazione Clinton allora era, “… l'inclusione del MEK [sulla lista terroristica] è stato inteso come gesto di benevolenza nei confronti di Tehran.„ Avremmo indicato i partigiani francesi “terroristi„ se Hitler l’avesse chiesto? Il MEK (anche conosciuto come l'organizzazione dei Mujahedeen del Popolo Iraniano o PMOI) è un gruppo nazionalista iraniano che esiste da prima della caduta dello Shah nel 1979. Era nominalmente marxista ed ora sembra essere l'unico gruppo iraniano di opposizione che ha un seguito significativo in Iran, o possibilità di azione. Il MEK -- fuggendo dai mullah – si è rifugiato in Iraq ed è stato sostenuto da Saddam come forza contro il regime dell'Iran. Nel 2003, abbiamo bombardato le posizioni del MEK e le abbiamo disarmate. Circa 3800 membri del MEK -- compreso il suo capo, Massoud Rajavi -- sono ancora nel campo di Ashraf a nord di Bagdad. Secondo una lettera del 21 luglio 2004 “la gente di Ashraf„, generale Geoffrey Miller -- allora delegato comandante generale delle forze di coalizione in Iraq – informò i membri del MEK che erano “persone protette„ sotto le convenzioni di Ginevra il che, per definizione, significa che non sono terroristi. (L'indagine durata sedici-mesi sul MEK non ha trovato alcuna base per accusare i suoi membri di violazioni della legge americana). In mio nuovo libro, “nelle parole dei nostri nemici,„ cito alcuni dei discorsi della carica superiore ad Ahmadinejad --il Capo supremo dell'Iran, l’Ayatollah Khamenei. Quando Khamenei parla, la folla è tenuta a cantare, “morte all’America. Morte all’Inghilterra. Morte al Mujahedeen-e Khalk.„ I mullah temono il MEK quanto o più di quanto temano noi. Nel novembre del 2004, l’ EU-3 (Germania, Francia e Gran-Bretagna) ha firmato un accordo con l'Iran sul suo programma nucleare. Una parte dell’accordo dice, “indipendentemente dai progressi sull'uso nucleare, E3/EU e l'Iran confermano la loro determinazione per combattere il terrorismo, comprese le attività di Al-Queda ed altri gruppi terroristi quale il MEK.„ Non c’ è alcun progresso in merito alla questione nucleare e l'Iran ha aumentato soltanto il suo supporto a favore dei terroristi. L'UE e noi, siamo intimiditi dall'Iran e manteniamo il MEK sulla lista terroristica. Quando il tribunale dell’ UE recentemente ha stabilito che etichettare il MEK come organizzazione terroristica era illegale, il regime iraniano ha chiamato molti dei ministri dell’ UE per minacciarli nel caso il MEK fosse stato tolto dalla lista. I ministri dell’ UE, finora, hanno sfidato il loro tribunale. Ammesso e non concesso che tutto ciò che di negativo è stato detto finora circa il MEK sia vero. E se così fosse? Se dobbiamo rimuovere la minaccia del regime iraniano, non andiamo a reclutare la gente che ci deve aiutare in questo compito tra i membri del Coro dei ragazzi di Vienna. È il regime iraniano ad aver paura del MEK. Perchè dovremmo aver paura di permettere loro di interferire con i terroristi più pericolosi di tutti?

(Babbin è il redattore di Eventi Umani. È stato sottosegretario della difesa nell’amministrazione del presidente George H.W. Bush. È autore di “nelle parole dei nostri nemici„ (Regnery, 2007) e (con Edward Timperlake) “di Showdown: Perchè la Cina desidera la guerra con gli Stati Uniti„ (Regnery, 2006) e “All'interno dell'asilo: Perchè le UN e la vecchia Europa sono peggio di quanto pensiate„ (Regnery, 2004). E-mail jbabbin@eaglepub.com. )

ONU. PROFONDA PREOCCUPAZIONE PER LAPIDAZIONE IN IRAN



La foto: Louise Arbour, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani

10 luglio 2007:
L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbour, ha espresso 'profonda preoccupazione' per le informazioni sulla recente messa a morte per lapidazione in Iran di un uomo condannato per adulterio.L'uomo, Jafar Kiani, e la compagna Mokarrameh Ebrahimi erano in detenzione da 11 anni. L'esecuzione della coppia era prevista per il 21 giugno, ma era stata 'sospesa'.'Sono estremamente preoccupata che malgrado la dichiarata moratoria del governo iraniano sulle lapidazioni, questa esecuzione abbia avuto luogo. La lapidazione e' una chiara violazione del diritto internazionale, diritto che limita inoltre la pena di morte solo ai crimini piu' gravi e violenti', ha affermato l'Alto commissario Arbour in una dichiarazione resa nota a Ginevra. 'Esorto le autorita' iraniane a fare luce sull'esecuzione e a non procedere alla prevista lapidazione di Mokarrameh Ebrahimi ed altre esecuzioni di questo tipo'. (Fonti: ANSA, 10/07/2007).
Fonte: Nessunotocchicaino

ARRESTATO MANSOUR ASANLOO


Domenica sera alle ore 19 è stato arrestato dalle forze di sicurezza iraniane Mansour Asanloo, capo del sindacato dei lavoratori della compagnia dei trasporti di Teheran. Asanloo è stato picchiato e prelevato con la forza dagli agenti di sicurezza quando ritornava a casa. Durante l'arresto gridava il suo nome ma gli agenti rispondevano "ladro, ladro". Ma la gente presente ha capito che si tratta dell'ennesimo arresto di Asanloo e ha subito informato la famiglia. L'avvocato Molaii insieme alla moglie di Asanloo si sono recati presso il tribunale della rivoluzione e la procura di Teheran ma hanno ricevuto il silenzio delle autorità. Finora nessuno ha ammesso il suo arresto. La moglie preoccupatissima ha rivolto un appello agli organismi internazionali chiedendo il loro intervento. Finora sono arrivati molti appelli di solidarietà con la famiglia. E' già iniziata una vasta mobilità internazionale a favore del capo sindacato lavoratori dei trasporti di Teheran. Tra cui la confederazione internazionale dei sindacati dei lavoratori con 168 milioni di iscritti in 153 paesi e la federazione internazionale dei lavoratori del settore trasporti con 4milioni e mezzo di iscriti hanno protestao vivamente e scritto una lettera a Ahmadinejad chiedendo il suo immediato intevento per la liberazione di Asanloo.
Questa è ennesimo tentativo di arresto di Asanloo. In diversi tentativi il regime iraniani aveva già cercato di arrestarlo e convincerlo di espatriare dall'Iran, ma lui ha sempre rifiutato di accontentare la loro domanda.
Anche la mia associazione si unisce all'appello della famiglia per la liberazione di Asanloo. Questo arresto fa parte di un piano repressivo del regime iraniano mirato a spegnere qualsiasi voce di dissidenza e di opposizione all'interno di questo grande sindacato. L'anno scorso abbiamo testimoniato grandi scioperi organizzati da parte di questo sindacato che hanno scosso grandi paure presso autorità iraniane.

mercoledì 11 luglio 2007

D'ALEMA CANTA VITTORIA A FAVORE DELL'IRAN MA ARRIVA SUBITO LA DELUSIONE E ACQUA GELATA


Nucleare: D'Alema, "Da Iran buone notizie, serve negoziato
PRETORIA (Sudafrica) - Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema accoglie con favore le dichiarazione del direttore generale dell'Aiea, El Baradei, secondo il quale che l'Iran sta sensibilmente rallentando il programma nucleare. Secondo D'Alema questa e' "una buona notizia", un segnale che Teheran "si sta aprendo a qualche opportunita' di negoziato". E proprio su questo fronte il vicepremier ha ribadito che l'Italia ha proposto al G8 un negoziato con l'Iran senza precondizioni. Secondo D'Alema, infatti, se non si procede verso una soluzione negoziale c'e' il serio rischio "''di dover accettare nell'arco di pochi anni l'alternativa o di una bomba atomica o di considerare l'ipotesi di una guerra contro l'Iran". "Si tratta di possibilita' entrambe inaccettabili", ha aggiunto il ministro. Per questo "occorre creare un forte sistema di monitoraggio, molto piu' importante che la sospensione dell'arricchimento dell'uranio". (Agr)
martedì 10 luglio 2007
Adnkronos/Dpa, 10 luglio - Un portavoce del parlamento iraniano ha smentito che Teheran ha "rallentato" il proprio programma d'arricchimento dell'uranio, secondo quanto affermato ieri dal direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), l'egiziano Mohammed ElBaradei. L'Iran prosegue "speditamente" con i suoi piani sul nucleare e "non c'e' stata alcuna decisione volta a rallentare il processo", ha detto Hamid-Resa Hayi Babai, portavoce della commissione parlamentare Esteri e Sicurezza nazionale, in un'intervista rilasciata all'emittente iraniana 'Press Tv'.


COMMENTO: La natura del regime iraniano è talmente incompatibile con gli esseri umani che non permette nemmeno ai suoi più convinti sponsor di asciugarsi il sudore che spara una raffica di smentite. Anche perché la questione riguarda la sua linea rossa del: la bomba atomica. Il regime dei mullah non scherza con nessuno su questo argomento. Chiunque sia la persona. Che sia prodi o D'Alema oppure ayattolah Solana. Il ministro degli esteri italiano avrebbe fatto un salto di gioia quando ha sentito che Al Baradei avrebbe detto che l'Iran ha rallentato la produzione dell'Uranio arricchito e l'installazione delle centri fughe. Ma il regime dei mullah non ha concesso nemmeno il tempo al ministro italiano di strappare la bottiglia che è arrivata la smentita di cui ho riportato sopra la notizia dell'agenzia Kronos. Ho sempre sostenuto che per trattare, dialogare e intavolare qualsiasi discussione con i mullah bisogna prima conoscere profondamente la loro DNA. Altrimenti si farà la fine di D'Alema. Sudato e consumato e speso inutilmente.
Un consiglio: la prossima volta, presidnete D'Alema, aspetti alcuno secondi prima di spendersi. La smentita si trova nella DNA dei mullah. Non ci crede? Si faccia ancora avanti. Come si dice un proverbio antico persiano," il colore nero alla fine rimane sul carbone"!
karimi davood

 
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