mercoledì 18 luglio 2007

USA: PRONTI A FACCIA A FACCIA CON IRAN SU IRAQ


NEW YORK - L'amministrazione Bush accusa l'Iran di appoggio all'insurrezione sciita in Iraq: "Devono smettere di appoggiare le milizie settarie che aggravano le tensioni, devono smettere di appoggiare le reti di traffico che introducono nel paese bombe capaci di perforare veicoli corazzati che pongono una minaccia alle nostre truppe", ha detto McCormack. Di una seconda tornata di trattative tra l'Iran e gli Usa sulla situazione in Iraq "forse in un futuro prossimo" aveva parlato oggi il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, citato dall'agenzia ufficiale Irna.


Commento di Karimi Davood:
Intanto faccio i miei migliori auguri agli americani per un successo immediato in Iraq. Ammesso che siano convinti che trattando con autore principale della violenza in Iraq possano rimettere tutto apposto. Ammesso che è un punto negativo rivolgersi all'Iran per chiedere una mano in direzione della stabilizzazione dell'Iraq, debbo ricordare che di per sè è una dimostrazione di debolezza, a meno che gli americani non abbiano una strategia ben diversa da quello che si percepisce in una prima vista. Cioè stanno cercando di giocare la carta dello smascheramento del nemico. Cioè chiamandolo in causa e dimostrando all'opinione pubblica, resa indifferente e scettica in seguito ala vicenda irachena, che è lui la causa scattenante di tutta la violenza in Iraq. E' un gioco molto complesso. Se gli americani lo portano avanti con la fermezza e intelligenza, ma guidata dai militari, potrebbe dare enormi risultati in positivo.Al regime ianiano bisogna far vedere i denti e le artiglie. La cura del tipo Ayattolah Solana è dannosa e distruttiva per tutta la umanità. Alla violenza bisogna rispondere con tanta fermezza e prontezza di reazione. Altrimenti la questione va avanti per anni e anni e nel fratempo la bomba atomica dei mullah uscirà dal guscio. A questo punto la guerra sarà più dannosa di prima e inutile.
Temo che la politica di accondiscendenza sia sorda alla grida della libertà del popolo iraniano. Questo è il vero guaio.
In Iraq esistono due alternative:
1- il primo è di matrice integralista e fondamentalista khomeinista con tutte le forze reazionarie e fascist-islamiche tipo governo iraniano
2- un governo di coalizione compreso tutte le forze nazionalist-democratiche antifondmentalisti e pluralist-laici di tutte le fedi religiose riunite attorno ad un unico interesse:integrità territoriale irachena e interessi nazionali di tutto il popolo iracheno.
Nel successo del caso secondo possiamo sperare la fine della violenza e il ritiro programmato degli americani dall'Iraq
.
Nel malugurato successo del caso numero uno avremmo una catasrofe umanitario di fronte a tutto il globo. Mille volte peggio della situazione creatasi dopo il Vietnam. Avremmo di fronte un mostro ingrandito e ubriacco della vittoria dell'Islam con una bocca da cui escono le fiamme della vendetta e della violenza.
In quel caso perderemo tutti. Dalla A alla Z.

 
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