IRAN: GIORNALISTI CONDANNATI A MORTE
FERMIAMO LA MANO DEL BOIA
NUOVE ESECUZIONI IN VISTA
Giornalisti curdi condannati a morte in Iran
AhmadinejadChiavi iranLa sentenza risale al 17 luglio scorso: il Tribunale della Rivoluzione di Sanandaj, una delle maggiori città del Kurdistan iraniano, ha condannato a morte due giornalisti curdi Adnan Hosseinpour e Hiwa Boutimar.
Adnan, giornalista del settimanale Asu, è accusato di aver “attentato alla sicurezza dello Stato”, per aver scritto articoli su alcune manifestazioni popolari che nel 2006 si sono svolte in alcune città del Kurdistan iraniano. Hiwa Abdolvahed Boutimar, giornalista feelance e attivista per i Diritti Umani, è invece accusato di contatti con organizzazioni sovversive. Le organizzazioni sovversive a cui si riferiscono le autorità iraniane, sono il Partito Democratico del Kurdistan Iraniano (Pdki), e il Komala. Il primo fa parte dell’Internazionale Socialista, e il secondo è stato più volte ospite delle istituzioni internazionali ed europee.
La denuncia arriva dall’organizzazione Information Safety Freedom, che lancia l’allarme: “Nella Repubblica Islamica la situazione dei Diritti Umani, negli ultimi due anni, con l’elezione di Mahmoud Ahmadinejad, è peggiorata”.
”Bisogna fermare il boia – dice l’associazione- . Salvare la vita di Hiwa e Adnan, cosi come tutte le altre persone che rischiano l’impiccagione in Iran, è un dovere”.
Ecco perché lancia un appello, sottoscrivibile attraverso il sito www.isfreedom.org, per fermare la mano del boia
Commento:La repressione e il terrorismo sono due elementi essenziali alla sopravvivenza del regime dei mullah. Nella scorsa settimana sono stati impiccati 16 persone, accusate di atti di delinquenza e di stupro. Due di loro erano dei prigionieri politici arrestati quasi 7 anni fa. Il regime dei mullah sta progettando il massacro ed eliminazione fisica dei prigionieri politici inserendoli tra la deliquenza comune. E' una mossa usata anche in passato. Quando massacrava in piazza di fronte agli occhi spaventati delle donne e dei bambini i prigionieri politici spaciandoli per i contrabbandieri di droga.
La resistenza iraniana chiede aiuto a tutte le organizzazioni ed organi competenti in campo dei diritti umani di intervenire e di fermare la mano dei boia dei mullah. Sono in pericolo la vita di migliaia di prigionieri politici. E' un progetto diabolico e disumano. Io a nome dell'associazione dei rifugiati politici iraniani in Italia chiedo l'intervento del governo italiano, simile a quello del governo francese, per protestare contro la nuova ondata di esecuzioni e per chiedere la sospensione di tutte le condanne a morte.Basti sapere che quasi un mese fa in una cittadina vicina a Teheran il regime dei mullha ha lapidato ferocemente un uomo accusato di aver amato una donna. L'uomo inserito in un sacco di yuta e messo in una fossa e bersagliato dal lancio dei sassi.
La situazione dei diritti umani è molto grave e in particolare i prigionieri vivono in condizioni veramente disumani. Intervenire è un atto umano e doveroso. A nome dei familiari dei prigionieri lancio un grido di allarme per una mobilitazione generale finalizzato a salvare la vita dei prigionieri politici e a fermare la mano del boia.
Nella foto sopra riportata si vedono chiaramente le tracce del sangue dell'uomo lapidato vicino a Teheran. La foto è stata scattata da un giornalista che si è recata successivamente sul luogo della lapidazione.
karimi davood