giovedì 29 novembre 2007

ANNAPOLIS, UNA GRANDE SCONFITTA PER I MULLAH IRANIANI


Nonostante le dichiarazioni e i reclami del regime dei mullah sul boicottaggio della grande conferenza di Annapolis, la volontà politico e militare ha fatto il suo percorso e ha usato intelligentemente il suo " Road Map"( isolamento totale sia politico che militare del regime dei mullah). Complimenti per questa volontà. Per la prima volta la politica si sta ribellando alle interferenze terroristiche iraniane e dimostra la cosa che avrebbe dovuto dimostrare molto tempo fa. I mullah considerano se stessi come il tutore e il vero " Velayate Faghih" dei palestinesi. E tutta la loro interferenza nasce da questa convinzione. E non solo. il regime ha sempre considerato, fin dalla sua maligna nascita, il territorio palestinese e la sua causa come una rampa di lancio per sparare contro gli avversari politici e strategici regionali. A partire dallo stesso stabilishment palestinese di Arafat. E su questa politica ha investito miliardi e miliardi di dollari. Oggi, la nascita del governo palestinese di matrice iraniana, si chiama Hamas, il partito islamico iraniano di origine palestinese. Naturalmente sempre e sempre al commando iraniano. la guerra di 33 giorni ne è la prova schiacciante della interferenza iraniana negli affari israel-palestinesi.
Più andiamo verso l'isolazione totale del regime di Teheran più vacciniamo il popolo e il territorio israel-palestinese.Comunque non bisogna trascurare la partecipazione siriano alla conferenza. Nell'ambito commerciale si dice che i siriani sono molto competenti e bravi. Devo ammettere che anche in politica non sono di meno e hanno capito bene la direzione del vento. Forse non conviene più coprire le spalle di un regime agonizzante e vicino ad una guerra che sicuramente brucerà tutta la sua esistenza: dalla A alla Z.
Ormai la politica ha perso le suoe occasioni e tutto quello che oggi noi testimoniamo è dettato dalla esigenza della forza militare che si sta attrezzando e adottando le giuste misure restrittive contro i mullah iraniani. Ormai ci troviamo alle porte di una grande guerra. Restiamo a vedere.
Ma senza il supporto della popolazione iraniana, secondo me l'impresa è molto ardua. Ma pare che è l'unica via rimasta nell' " immbarrazzo di scelta" sul tavolo delle occasioni!. Se è cosi allora bisogna processare la politica di acondiscendenza che ha permesso al regime iraniano di crescere e militarizzarsi fino ai denti.

NUOVI PROVVEDIMENTI REPRESSIVI CONTRO I GIOVANI

GLI AYATOLLAH VIETANO LA MUSICA RAP, E' "OSCENA"
Nuovo tassello nella battaglia del regime degli 'ayatollah' contro l'"invasione culturale" della "decadenza" occidentale. Dopo il monito alle donne perche' vestano abiti "islamicamente corretti", il governo di Teheran si prepara a mettere al bando la musica 'rap'. Secondo il ministero per la Cultura e la Guida islamica, "non c'e' nulla di illegale nella musica rap in se', ma i testi sono osceni". La musica rap e' sempre piu' popolare tra gli adolescenti di Teheran attratti dai tempi di contenuto sociale, politico e sessuale; e gli album dei successi rap sono facilmente reperibili sul mercato nero.(AGIì© - Teheran, 29 nov. - (AGI) Bia 290858 NOV 07

martedì 27 novembre 2007

CONFERENZA DI PACE DI ANNAPOLIS


La conferenza di Annapolis ha una particolare pecularietà che secondo me ha una importanza molto singolare. Questa iniziativa americana precede la grande guerra americana contro il programma nucleare iraniana. L'amministrazione Bush sta cercando di creare una grande coalizione politica e militare, formata dai paesi arabi e non. Basta guardare la composizione dei partecipanti. Il regime dei mullah per primo ha capito e percepito intelligentemente il suo messaggio e di conseguenza lo ha boicottato diffondendo una lunga serie di dichiarazioni sul fallimento della conferenza e perfino ha organizzato una serie di manifestazioni con i suoi agenti e uomini di fiducia. Secondo me in questo momento qualsiasi schieramento e iniziativa pacifica significherebbe un colpo mortale sulla testa dei mullah. Se noi analizziamo attentamente le iniziative iraniane in medioriente vediamo palesemente che ovunque si vede l'impronta iraniana esiste anche il terrorismo, il sangue e la violenza. In particolare dove il terreno è fertile. Allora la domanda nasce spontanea: quali sono i terreni in cui il regime iraniano si muove agilmente e con tanta facilità? La risposta è dove esistono le tensioni sia etniche, nazionali che internazionali: Iraq, Afghanistan, Palestina, Yemen, Algeria, Egitto, Armenia, Azarbayjan eccc. Allora è naturale che il regime iraniano reagisca violentemente contro queste iniziative che mirano a pulire e rimuovere i motivi e le cause di tali tensioni. Per esempio, come, se noi pulissimo tutti i giorni un tavolo con i disinfettanti e l'alcool. Naturalmente su questa superfice non c'è più posto per i germi e i microbi. E la salute è grantito al 100%. Ecco perchè gli iraniani si sono ribellati. E' da qui si può dedure che il regime iraniano, in qualità della maggior sponsor del terrorismo e della tensione, non è, come sostiene lui e alcuni ambienti ben noti, la soluzione del problema del medioriente bensì è la causa e il problema fondamentale della crisi nell'area.
La soluzione è quella di proseguire la starda della esclusione iraniana, delle sanzioni generali da parte degli organismi internazionali e la sua rimozione per mano del popolo e della resistenza iraniana.
Il primo paso? la rimozione del nome della resistenza iraniana dalla lista nera europea e americana.
Annapolis, in bocca al lupo
karimi davood

LA CONFERENZA DI ANNAPOLIS



HADDAD ADEL, PRESIDENTE DEL MAJLES( PARLAMENTO) DEI MULLAH SULLA CONFERENZA DI ANNAPOLIS HA DICHIARATO: "LA CHIAVE DELLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA PALESTINESE NON SI TROVA NELLA TASCA DEGLI INVITATI ALLA CONFERENZA DI ANNAPOLIS"

Secondo quanto ha diffuso l'agenzia governativa Fars, il presidente della Camera Islamica iraniana ha ribaditio:" la chiave della soluzione del problema palestinese non si trova nelle tasche dei capi arabi e dei governi invitati alla conferenza di Annapolis"

Commento: credo che le parole di Haddad, che è uno degli uomini piu vicini a Kahmenei non lascino dei dubbi sulla interferenza iraniana negli affari dei palestinesi e degli israeliani.In poche parole è l'unico regime e governo nel medioriente che si oppone a qualsiasi inziativa che miri a riportare in qualche modo una pace stabile tra questi due popoli. Già di per sè l'esistenza del partito Hamas è una chiara ingerenza in quell'area. La sparatoria di pochi giorni fa sui manifestanti palestinesi a Gaza da aprte dei miliziani di Hamas è una prova che il regime iraniano spara su chiunque osi di reclamare la pace e i valori a cui sono legati i popoli arabi: indipendenza, la libertà, la pace e la democrazia.
Il resto è la storia quotidiano: Bombe e sangue da tutte le parti. Tutto firmato "Repubblica Islamica dell'Iran".

lunedì 26 novembre 2007

ESECUZIONI PUBBLICHE AL CENTRO DI TEHERAN


La visione del filmato è sconsigliato ai minorenni e alle persone sofferenti di cuore


Perchè esecuzioni al centro di Teheran e sotto le telecamere degli stranieri?
Quali messaggi?



La risposta di tutto questo si trova nella persona di Ahmadinejad e nella sua designazione al commando del potere esecutivo. Tutto questo per diffendersi dagli attacchi provenienti dall'estero e dall'interno. In poche parole il regime dei mullah manda il messaggio secondo cui vedete quello che posso fare con il mio popolo figuratevi coi vostri popoli. Infatti ha ben dimostrato questa sua coerenza politici e ideologica. Basti vedere le bombe esplose ultimamente in Iraq e in Afghanistan. Ieri il senatore De Gregori diceva alla radio che "c'è l'Iran dietro le bombe". Ma tutto questo non ci deve scoraggiare ad andare avanti per sconfigere il male del fondamentalismo e dell'integralismo islamico iraniano. O si debella questo tumore, con ogni mezzo, o si va verso la fine dell'umanità!
karimi davood

LA CONFERENZA DI ANNAPOLIS


Notizie Ansa

Annapolis, Iran: no Arabia Saudita
Ahmadinejad chiede a re Abdullah di non partecipare(ANSA) - TEHERAN, 26 NOV - Teheran contraria alla partecipazione di Riad alla conferenza internazionale di pace di Annapolis. Il presidente Ahmadinejad lo ha dichiarato in un colloquio telefonico con re Abdullah. Intanto, oggi a Washington l'incontro tra il presidente Bush ed il premier israeliano Olmert apre l'intensa vigilia della conferenza. Quasi 50 le delegazioni che stanno convergendo a Washington da tutto il mondo per partecipare al vertice che si aprira' domani


COMMENTO:Il 27 novembre è una data storica nelle relazioni interpopolari e alleanze strategiche contro l'unico nemico della pace in medioriente: IRAN del fondamentalismo e dell'integralismo islamico.
Secondo me il regime dei mullah consapevole del fatto che è lui l'unico imputato contro la pace in questa aria del mondo ha consapevolmente rifiutato la conferenza invitando come si legge dalla notizia Ansa anche altri paesi a disertare questo storico occasione mondiale. Alla conferenza partecipano quasi 50 partner politici che discuteranno i pericoli e i mezzi che stanno minando la pace in medioriente e in particolare in Palestina e in Israele. Il curriculum dell'anno passato di Ahmadinejad non dimostra altro che l'incremento delle sue interferenze in Israele e in Palestina arrivando addirittura a chiedere l'eliminazione dell'Israele. Allora, secondo me qualsiasi verdetto e decisione che esca ada questa conferenza sarà una condanna a morte del fondamentalismo iraniano. Ormai ci sono più di un paese che sono vittime dirette delle interferenze iraniane e di conseguenza ne pagano il prezzo che è assai sanguinoso e doloroso. Basta vedere quello che succede in Iraq e in Afghanista. Basta vedere i kamikaze che si esplodono quotidianamente nelle strade irachene e afghane: é di pochi giorni fa la notizia della morte del maresciallo Paladini in un attentato kamikaze di matrice iraniano. Basta vedere le associazioni islamiche iraniane che alla luce del sole raccolgono le domane di iscrizione dei volontari perfino via internet per poi mandarli w fargli esplodere contro gli eserciti del male. Ho già espresso le mie profonde condoglianze per la morte del maresciallo Paladini. Ma mi domando bastano solamente esprimersi le condoglianze? Allora cosa bisogna fare? La strada è l'unica: lasciare libero il popolo iraniano e la sua resistenza a decidere da soli per la sorte dell'IRAN: un Iran libero e democratico.
Concludo e ribadisco che il rifiuto iraniano nasce dalla sua natura disumano e integralista. Il regime dei mullah è vivo grazie alla politica di accondiscendenza europea e anche grazie alle varie crisi e guerre internazionali e regionali in corso. Per i dirigenti iraniani, entrambe guerre americane sono state dei "doni di Allah". Nel caso Afghano gli americani hanno "eliminato" un " rivale islamico" e nel caso iracheno hanno eliminato un " avversario strategico". Tutto gratuitamente. Senza un goccio di sangue da parte iraniana. Si dice che oggi, tutto il territorio iracheno, grazie alle forze fedeli agli iraniani, tra cui " 9 Badr" e "Majlese Alaye Iracheno", viene gestito dai mullah iraniani: polizia, esercito, magistratura, parlamento, governo ecc...
Allora i miei migliori auguri alla conferenza di Annapolis.

domenica 25 novembre 2007


Iran - Svezia: Migliaia di iraniani manifestano in sostegno alle donne eroiche dell'OMPI ad Ashraf


sabato 24 novembre 2007
CNRI - sabato 24 novembre, in occasione di una manifestazione a Stoccolma, migliaia di iraniani che risiedono in Svezia hanno condannato gli insulti pubblicati recentemente dal quotidiano svedese Svenska Dagbladet contro le donne eroiche del Mojahedin del Popolo Iraniano (le OMPI) della città di Ashraf in Iraq. I dimostranti hanno espresso il loro sostegno ai residenti della città di Ashraf, ed alla loro lotta contro i dittatori religiosi al potere in Iran. Gli iraniani hanno anche chiesto di porre fine alla politica di condiscendenza dei paesi occidentali, la Svezia in particolare, con il regime dei Mullah.
Hanno sottolineato che la politica di condiscendenza ha preparato il terreno alla libertà d'azione degli agenti del Gestapo temibile dei mullah in Svezia. Il compito principale della rete dei mullah in Svezia è di condurre una campagna di disinformazione contro l'OMPI. Tramite questa rete, il regime iraniano prova ad estendere la sua repressione e le sue misure dittatoriali in Svezia. Decine di parlamentari, di giuristi e personalità politiche europee e americane hanno partecipato a questa manifestazione.
La Sig.ra Maryam Rajavi, presidente eletta della resistenza iraniana, ha pronunciato un discorso in diretta attraverso un collegamento via satellite da Parigi. Ha condannato gli insulti emessi contro le donne dell'OMPI nella stampa svedese. "Perché, lei ha dichiarato, le donne membri dell'OMPI sono l'obiettivo di una campagna così viziosa del regime dei mullah in Svezia?" La risposta è chiara: perché queste donne lottano senza dilazione contro il fascismo religioso al potere in Iran con obiettivo di rovesciarlo. "La guerra del regime contro il popolo iraniano e contro la lotta per la libertà, ha richiamato la signora Rajavi, non si limita all'arricchimento dell'uranio o all'abbandono di armi nucleari o anche all' Iraq." La guerra del popolo iraniano contro il regime è diretta contro il fascismo religioso nella sua totalità. La cultura e la storia di questo regime si potrebbero riassumere in due parole: violenza ed insulto alla dignità, all'onore ed ai diritti di tutti gli iraniani, donne ed uomini. La terza via (che riguarda la situazione in Iran) consiste in un cambiamento totale di regime da parte del popolo iraniano e la sua resistenza. I membri dell'OMPI, le donne in particolare, hanno giurato di abbattere questo regime disumano e ciò sarà realizzato.
Lord Slynn of Hadley, ex giudice della Corte europea di giustizia, e giurista britannico di notorietà internazionale, ha ricordato che i membri dell'OMPI residenti nella città di Ashraf sono "persone protette" ai sensi della quarta convenzione di Ginevra. Ha sottolineato che la diffamazione contro i residenti di Ashraf può essere oggetto di azioni giudiziarie. Il professore Steven Schneebaum, membro della direzione del gruppo giuridico internazionale dei diritti dell'uomo, ha ricordato i diritti legali dei residenti di Ashraf. Ha affermato che l'alto commissariato delle Nazioni Unite per profughi (Acnur) ed il Comitato internazionale di Croce Rossa (CICR) avevano ribadito i diritti dei residenti di Ashraf. Morton Hoglund parlamentare norvegese avendo visitato la città di Ashraf, ha ricordato le relazioni umane e democratiche di cui è stato testimone e che prevalgono tra i membri dell'OMPI a Ashraf. Ha detto che l'OMPI e la sua presenza in Iraq agiscono come una diga principale contro l'esportazione della violenza e dell'integralismo del regime dei mullah in Iraq. Kenneth Lewis, il presidente del ramo svedese di avvocati senza frontiere ed avvocato di alcune famiglie di residenti di Ashraf ha respinto le allegazioni contro le OMPI ed i residenti di Ashraf, ritenendoli senza base. Ha detto che la sua visita personale a Ashraf nel 2004 aveva provato l'errore di quest'allegazioni. Ha detto che quest'ultimi quattro anni hanno dimostrato perfettamente che la fonte di quest'allegazioni è il ministero delle informazioni e della sicurezza dei mullah, la VEVAK.
La risoluzione che ha chiuso questa manifestazione dichiarava: "Gli iraniani, i profughi e gli oppositori in esilio, come pure le forze democratiche svedesi condannano gli imbarazzanti insulti espressi contro le donne membri dell'OMPI residenti nella città di Ashraf, firmati da Hammargren e pubblicati sul giornale Svenska Dagbladet." Si tratta non soltanto di un'offesa alla dignità umana di un migliaio di donne libere della città di Ashraf, ma è anche un'offesa alla dignità di tutte le donne iraniane libere. Quest'oltraggio suscita la repulsione ed il rifiuto di tutta la coscienza ed di tutti i difensori dei diritti umani e dei diritti delle donne.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana il 24 novembre 2007

sabato 24 novembre 2007

NUOVO ATTENTATO KAMIKAZE IN AFGHANISTAN

E' morto il maresciallo capo Daniele Paladini, il militare della Forza Pace italiana impegnata nel matenimento della pace in questo paese martoriato dalla violenza integralista di matrice iraniana.
A nome della comunità iraniana esprimo le nostre condoglianze alla famiglia del maresciallo Daniele paladini, alla Forza a cui apparteneva e a tutto il popolo italiano .
karimi davood

venerdì 23 novembre 2007

La vignetta del giorno

Stamattina aprendo il blog "Badban", di un artista e poeta persiano, ho visto un bell'articolo scritto sulla nuova condanna espressa dall'Assemblea Generale dell'ONU sulla violazione dei diritti umani in Iran. L'articolo è accompagnato da questa vignetta che in qualche modo riflette il pensiero dell'autore sulla violazione dei diritti umani e in particolare sul regime terroristico di Ahmadinejad. Vediamo la traduzione:
Il titolo:

"ROSTICCERIA DI MAHMUD DETTO MILLE COLPI DI GRAZIA" ( riferimento è al vecchio mestiere di Ahmadinejad quando agli inizi degli anni 80 aveva sparato all'incirca 1000 colpi di grazia ai prigionieri politici condannati a morte)
-Sul barbeque si vede una colomba bianca con un ramicello di ulivo che si sta arrostendo con l'aiuto di Ahmadinejad "SUL FUOCO DELLA REPUBBLICA ISLAMICA", che il nostro autore l'ha disegnato a forma dello" stemma" dell'Iran
-Sotto il barbeque c'è scritto :

"E' DISPONIBILE ANCHE IL BRODO DI CAPRETTA"
- Ancora sotto si legge:

"20% DI SCONTO PER I COMBATTENTI DI GUERRA E I CANDIDATI AL MARTIRIO"( i futuri kamikaze.ndr)
-La vignetta si conclude con questo avviso:

"E' VIETATO L'INGRESSO AGLI ATTIVISTI DEI DIRITTI UMANI".
Auguri per il nostro autore e poeta.
karimi

L'atroce legge dell'Islam( leggilo Islam fondamentalista e integralista Khomeinista. ndr)


Il Giornale.it

ARTICOLO INTRESSANTE
di Massimo M. Veronese -

Nazanin aveva sedici anni quando fu aggredita. Attraversava il parco pubblico di Karaj, non lontano da Teheran, aveva appena incontrato le amiche, scambiato qualche confidenza, tra quei sorrisi complici che illuminano a primavera il viso delle ragazzine di quell’età. Ad aggredirla sono stati tre soldati, l’hanno aspettata in un angolo vicino all’uscita, erano sicuri di farla franca, nessuno avrebbe ascoltato di certo le grida di aiuto di una ragazzina. Invece lei sotto il vestito non aveva niente. Aveva un coltello, che entrò senza fatica nel cuore del suo stupratore. Sentenza facile: condanna a morte. Per Nazanin. Colpevole di essersi difesa da chi la voleva morta. L’ha salvata una sollevazione internazionale, niente pena capitale, ma carcere duro e dovrà pagare i danni alla famiglia di chi ha cercato di stuprarla senza riuscirci. La sharia è così: non ha pietà per le donne, ovunque vai, dalle parti dell’Islam, se sei femmina il tuo destino è segnato, spesso dalle frustate. Nel mondo sono più di quaranta i Paesi che hanno adottato la legge musulmana come legge di Stato. E la fantasia nel colpire le donne non manca mai.
In Iran per le adultere c’è la pena di morte, preferibilmente attraverso la lapidazione. Con una precisazione però: «Le pietre non devono essere tanto grosse da uccidere il condannato al primo o secondo colpo, né tanto piccole da non poter essere definite vere e proprie pietre». Non si muore facile, non si muore subito. E se non porti il velo o se non ti vesti come si deve consolati: c’è la pubblica frusta. In Siria chi uccide la moglie adultera non viene punito, chi uccide il marito adultero invece fa la sua stessa fine. In Pakistan chi denuncia il proprio violentatore senza prove rischia la flagellazione. Ma la rischia lo stesso anche se non lo denuncia o se resta incinta. E a volte può capitare di essere violentate dai poliziotti un momento dopo aver presentato la denuncia.
La vita però a volte è più dura della morte. In Sudan quattro bambine su dieci sono costrette a svolgere lavori pesanti, in Indonesia, oltre a ricevere la metà della paga degli uomini, lavorano più ore, in condizioni più dure e se restano incinte vengono licenziate. Aver commesso reato oppure no in fondo conta poco. È essere donna che è un reato. rnale.it


giovedì 22 novembre 2007

APPELLO DEGLI IRACHENI NAZIONALISTI CONTRO I MULLAH IRANIANI



Iraq, gli sciiti contro la strategia oscurantista dell’Iran

Roma, 22 nov (Velino) - “Le pugnalate più velenose piantate ai fianchi di noi sciiti dell’Iraq sono state sferrate dal regime iraniano che strumentalizza in modo vergognoso la confessione religiosa comune per realizzare i suoi malvagi intenti”. È la storica e durissima presa di posizione assunta per la prima volta da 300 mila firmatari di una petizione lanciata da un raggruppamento di tribù sciite del sud iracheno che accusano Teheran di voler dividere il sud dal resto del paese, come riferisce oggi l’agenzia stampa irachena Aswataliraq. Nel comunicato emesso dal “Raggruppamento delle Tribù Nazionale Indipendente”, il sud sciita lancia un segnale preciso contro gli ayatollah al potere nel paese vicino allineandosi alla posizione degli Stati Uniti che accusano l’Iran di fomentare la violenza in Iraq. Il documento firmato da “14 ulema religiosi, 600 capi tribù, 1.250 avvocati e giuristi, 2000 medici, ingegneri e docenti universitari e 25mila donne”, come riferisce l’agenzia Aswataliraq, chiede alle Nazioni Unite di “inviare una commissione per indagare sui crimini commessi dal regime di Teheran nelle province meridionali lungo gli ultimi 4 anni”. I firmatari accusano inoltre l’Iran di “tramare per dividere l’Iraq e separare le nostre province dal resto del nostro glorioso paese”. Gli sceicchi non hanno voluto essere identificati per timore di ritorsioni, ma hanno detto che vari gruppi vanno raccogliendo le firme da sei mesi in tutto il sud dell’Iraq.
In agosto, due governatori provinciali sono stati uccisi da bombe collocate sul ciglio della strada, vittime apparentemente di una lotta interna tra forze sciite per il controllo della regione, che è molto ricca di risorse petrolifere. Anche diversi collaboratori del Grande Ayatollah Ali al-Sistani, il più influente leader religioso sciita iracheno, sono stati assassinati negli ultimi mesi, a Bassora, Najaf, e Diwaniya. Le principali forze che si contendono il controllo del sud dell’Iraq sono il Consiglio Supremo islamico iracheno (ex Sciri), che fa parte della coalizione di governo, e il movimento di Muqtada al Sadr, che ne è uscito in aprile. Entrambi dispongono di ali armate: le Brigate Badr, per il Consiglio Supremo, e l’Esercito del Mahdi per il movimento di Sadr. Tutti e due sono partiti sciiti di ispirazione religiosa, che ritengono che l’Iraq debba essere governato secondo i principi dell’Islam, ma i loro legami con l’Iran sono diversi. Gli americani ritengono che l’Iran abbia un triplice obiettivo in Medio Oriente: rovesciare la pax americana, convincere Washington che per ottenerla si deve pagare pedaggio a Teheran ed esportare la rivoluzione khomeinista fra gli sciiti iracheni. Gli ordigni ad alta penetrazione (Efp), che hanno provocato un terzo dei caduti registrati in Iraq, sono usati dai miliziani sciiti e sono i soli capaci di perforare la corazza di un carro Abrams, il principale carro da battaglia Usa. I militanti sciiti filorianiani hanno portato a termine il 73 per cento degli attacchi in cui sono rimasti uccisi o feriti militari americani.
Risalgono al 2005 le prime proteste, riservate, degli Stati Uniti con l’Iran per il fatto che le Guardie Rivoluzionarie e gli Hezbollah filoiraniani addestravano militanti sciiti in Iraq all’uso delle bombe Efp. In Iraq l’influenza di Teheran non è mai stata così forte. Secondo Chatham House, il think tank britannico, “l’Iraq è ormai il cortile di casa dell’Iran”. Dieci giorni fa in Iraq si era già registrato uno storico segnale contrario alla destabilizzazione promossa da Teheran. “La prima fatwa sunnita e sciita contro la violenza”. Così la definiva un rapporto del Times di Londra. È il primo documento islamico interetnico contro al Qaeda in Iraq. Se ne parlava da giugno, quando i grandi dignitari sunniti e sciiti hanno iniziato a incontrarsi al Cairo e a Baghdad per produrre la prima fatwa contro il terrorismo islamista. I due protagonisti sono il primo aiutante dell’ayatollah Ali al Sistani, l’ayatollah Ammar Abu Ragheef scampato alle bombe di al Qaeda, e lo sceicco sunnita Ahmed al Kubaisi, i cui sermoni sono seguiti da oltre venti milioni di sunniti e che ha firmato la “lettera dei 138” ai leader cristiani. “Secondo la nostra fede uccidere esseri umani in nome di Dio è una dissacrazione delle leggi del Paradiso e diffama la religione, non solo in Iraq, ma in tutto il mondo” recita l’editto. Quasi un manifesto antifondamentalista, una dichiarazione pubblica di resistenza sia allo stragismo sunnita di al Qaeda che al furore egemone dei mullah iraniani.
(Giulio Meotti)

NUCLEARE MILITARE IRANIANO: NUOVA PRESA IN GIRO

La Repubblica.it
Bruxelles, 18:45
IRAN: SOLANA SMENTISCE, NESSUN INCONTRO IL 30 A LONDRA
E' giallo sulla data del prossimo incontro tra il capo negoziatore iraniano per il nucleare, Said Jalili, e l'Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Javier Solana. La portavoce di quest'ultimo ha smentito la notizia riportata dall'agenzia iraniana 'Mehr' che i due avrebbero dovuto vedersi il 30 novembre a Londra. "Non e' stata fissata alcun data", ha assicurato la fonte.

Commento:
Ieri tutti i mass media del regime dei mullah davano per imminente l'incontro tra il Passdar Jalili, nuovo sicario di Khamenei presso il Consiglio di sicurezza Nazionale e il responsabile per la politica estera della Ue, Solana. Addirittura si parlava anche di un incontro preparatorio tra i due vice di Solana e di Jalili. Oggi leggiamo che la portavoce di Solana smentisce tutto e di conseguenza ci si crea un nuovo giallo!!! Io dico non è un giallo è una presa in giro da parte dei mullah che in questa maniera acquisiscono nuovi tempi e come si dice in gergo calcistico " temporeggiano" per dare la possibilità di portare il programma nucleare militare iraniano ad un punto di non ritorno e in questa maniera mettere la comunità internazionale di fronte ad un fatto già compiuto!
Concludo e ribadisco ancora una volta che per trattare, oppure fare la guerra ai mullah, bisogna prima di tutto conoscerli bene fino in fondo. Altrimenti ci si casca con la testa nella loro padella. In questo caso vi assicuro che dopo aver mangiato la carne e bevuto il brodo delle sue ingenue oppure consapevoli vittime si faranno sentire il rumore del loro ruttino!!!
In quel momento sarà inutile qualsiasi reazione.
karimi davood

mercoledì 21 novembre 2007

NUOVA MOSSA DEL REGIME DEI MULLAH

TEHERAN (Reuters) - Il ministro degli Esteri iraniano oggi ha annunciato che Teheran acconsentirà alla richiesta degli Stati Uniti di un nuovo giro di colloqui sulla situazione della sicurezza in Iraq, riferiscono le agenzie d'informazione iraniane.
"Questi negoziati si terranno nel prossimo futuro", ha detto il ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki, secondo l'agenzia Isna. L'agenzia Irna riporta una notizia analoga.
I due Paesi hanno già tenuto tre serie di colloqui sull'Iraq quest'anno

COMMENTO: In vista della nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU contro il programma nucleare iraniano, il regime dei mullah ha adottato una nuova linea moderata e morbida dichiarando con tanta enfasi la sua partecipazione alla quarta round delle trattative con gli americani. Prima di queste dichiarazioni, il governo degli Stati uniti d'America aveva liberato 9 diplomat- terroristi catturati sul territorio iracheno. Tutti i prigionieri liberati facevano parte della Forza Qods di cui fu capo anche attuale presidente dei mullah. Gli americani hanno dichiarato che queste persone pur appartenendo ad una forza terroristica non sono più un pericolo per gli americani e gli iracheni!!! In gergo militare e politico queste dichiarazioni significano che questi elementi sono stati "sviscerati" nelle informazioni in loro possesso e ormai non sono più utili ad ulteriori indagini. La stessa cosa vale anche per il regime dei mullah che non si fiderà più a questi elementi che non si sa che cosa hanno" cantato" agli orecchi delle forze armate americane. praticamente sono delle persone "bruciate" e probabilmente prima o poi verranno eliminate con qualche Camion impazzito! Tipico modo di eliminazione usato dai servizi iraniani all'interno del paese. Comunque questo ci interessa ben poco. La cosa importante è la nuova mossa adottata dopo le ultime minacce contro coloro che "violano l'integrità del paese" e in particolar modo dopo la visita lampo del presidente Venezuelano "Ahmadinejad secondo"!!! Lui si esprime con orgoglio di essere Ahmadinejad del suo paese. E' in vista una forte e pericolosa alleanza tra i due paesi. Entrambi barcollano e sono nel mirino degli americani.
Comunque vadano le cose, secondo un detto persiano "da questa patata non si alza nessun vapore"!
Nel senso che è una nuova presa in giro mirato ad attenuare la pressione americana sugli elementi che lavorano in Iraq e acquistare nuovi tempi per facilitare la costruzione della bomba atomica e naturalmente a breve termine rimandare a lungo possibile l'approvazione della nuova risoluzione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Concludo e ribadisco che con la madre patria del terrorismo non si deve dialogare. Bisogna dimostrare la prontezza, la fermezza e la determinazione. Altrimenti, come si dice in Iran " si pesta l'acqua nel mortaio"
karimi davood

lunedì 19 novembre 2007

AFGHANISTAN, 6 AGENTI E FIGLIO DI GOVERNATORE MORTI IN ATTENTATO

lunedì, 19 novembre 2007 8.08


KABUL (Reuters) - Un attentatore suicida che mirava al governatore di una provincia afghana ha ucciso il figlio di quest'ultimo e sei poliziotti di scorta. Lo ha detto la polizia.
Il governatore è uscito illeso dall'attentato, che è avvenuto mentre si recava al lavoro nella città di Zaranj, vicino al confine con l'Iran, nella provincia sudoccidentale di Nimruz. I feriti sono una quindicina.
I talebani hanno ucciso oltre 200 persone in più di 140 attentati suicidi quest'anno, in una campagna che punta a fiaccare la fiducia dell'opinione pubblica nelle capacità del governo afghano e degli alleati occidentali di garantire la sicurezza.


Commento: Si dice che in Iraq gli attentati terroristici di matrice iraniana siano ridotti del 55 per cento. L'hanno riferito gli alti commandi statutinesi in Iraq. Allo stesso tempo è aumentato il tasso di attentati di kamikazze in Afghanistan del 60 percento. Alcuni giorni fa un convoglio italiano è stato bersagliato da un kamikazze islamico.
A voi trovare il rapporto tra l'uno e l'altro.
A chi trova la soluzione un applauso!

sabato 17 novembre 2007

IL MOVIMENTO PACIFISTA E IL TURBANTE DEI MULLAH

Didascalia: Nella vignetta si vede un tavolo rotondo posto nel turbante di Ali Khamenei, capo supremo dell'Iran, attorno al quale sono seduti tutti i pacifisti euroamericani. Attorno al tovolo c'è scritto " il movimento pacifista e anti guerra!"
Il famoso caricaturista iraniano, Tofigh, ha cercato di evidenziare la politica di sfruttamento dei mullah nei confronti del movimento pacifista mondiale. Cioè quel movimento che si è messo in moto quando ha sentito il pericolo di una nuova guerra. Per esempio nel caso della guerra americana contro il governo iracheno, tale movimento ha arruolato e chiamato in piazza milioni e milioni di gente di ogni nazionalità. le immagini di quella mobilitazione ci scorrono ancora davanti agli occhi. Ci nel momento in cui, in quel periodo, il regime dei mullah aveva categoricamente vietato qualsiasi manifestazione contro la guerra americana. Perché sarebbe stata un "dono divino" la rimozione di quel " nemico storico". Il resto è la storia recente. Gli americani hanno rimossa il presidente iracheno ed hanno dedicato gratuitamente il territorio iracheno al terrorismo iraniano, facendo diventare i soldati americani tra le più golose e gradite vittime del terrorismo iraniano. Rafsanjani in un discorso ha ribadito che " ogni bomba esploso in Iraq allungherebbe di un mese la nostra sopravvivenza"!!!
Torniamo al nostro discorso sul movimento pacifista. Il regime dei mullah d recente ha investito miliardi di dollari nel finanziamento di quei movimenti pacifisti che vedono il pericolo di oggi nella guerra americana e non nell'esistenza di un regime che che miete quotidianamente le vittime sia tra gli stranieri che tra gli iraniani. Tali movimenti avendo un DNA anti americana vedono l'evolversi della situazione da questo occhio e di conseguenza scelgono lo schieramento politico militare cadendo di colpi nella "TURBANTE DEL MULLAH KHAMENEI" come descritto e disegnato da Tofigh.
in conclusione non trovo meglio che riportare una piccola parte dell'ultimo messaggio di Massoud Rajavi, leader storico della resistenza iraniana che con tanta chiarezza spiega il maligno disegno iraniano sul movimento per la pace mondiale: " da un lato, ci sono coloro che sostengono la sovranità popolare e la fine della dittatura religiosa. D'altro lato, vi sono coloro che cercano di preservare, ottenere la pace e placare la teocrazia iraniana. Essi non perdono occasione per mettere in guardia contro i pericoli e le conseguenze di una guerra con il regime dei mullah. Ma non hanno mai menzionato i pericoli e le implicazioni del "no alla guerra" e la permanenza di questo regime al potere che porterà inevitabilmente a orribili guerre. I loro interessi sono intrecciati con la sopravvivenza di questo regime. Essi temono il suo rovesciamento, perché hanno molto da perdere. Per loro, il rovesciamento del fascismo religioso al potere in Iran è una linea rossa". Il leader della resistenza iraniana ha fatto riferimento all ' "appropriazione indebita" del movimento globale per la pace da parte dei mullah, aggiungendo che" essi cercano di trasformarlo in un movimento per la pace e l’accondiscendenza nei confronti della dittatura religiosa al potere in Iran". Egli ha sottolineato: "I mullah devono la loro esistenza alla guerra durata otto anni con l'Iraq, e si vantano apertamente di essere i "primi vincitori" delle guerre in Afghanistan e in Iraq. Mentre lo slogan ufficiale è "guerra, guerra fino alla vittoria" e "guerra fino a quando il mondo non sarà liberato dal male", e mentre alimentano una grande disinformazione per incitare la recente guerra in Iraq, per ironia della sorte ora sono desiderosi di trarre vantaggio dal Movimento pacifista in modo da avere la possibilità di proseguire ulteriormente la repressione e le impiccagioni pubbliche all’interno e l’esportazione del terrorismo e del fascismo religioso all'estero".

Il somaro e l'energia nucleare!!!

La popolazione iraniana "vive sull'oro nero", ma allo stesso tempo vive anche sul dorso del somaro. In molte località la gente deve fare kilometri e kilometri a dorso del mulo o somaro solo per approvvigionamento di carburante. Il somaro si usa per portare le donne partorienti al primo locale sanitario. Viene usato nella agricoltura ed è un mezzo potentissimo nelle mani dei coltivatori. Sostituisce il trattore e i mezzi meccanici. E' un animale assai prezioso e insostituibile. Fa parte della ricchezza della gente che lavora sui campi. Questo l'immagine appartiene, non all'epoca romana, bensì a pochi giorni fa. Appartiene ad un paese che investe miliardi e miliardi nell'investimenti terroristici: 16 miliardi di dollari per i soli 33 giorni di guerra della Hezbollah contro gli israeliani, miliardi e miliardi per Hamas contro sempre gli israeliani, ancora miliardi e miliardi contro le organizzazioni che lottano contro i loro governi che non sono in linea con le direttive iraniane, finanziamenti astronomiche per i gruppi terroristici iracheni che lottano contro gli americani ecc...
Questo immagine appartiene ad un paese in cui la popolazione povera deve vendere i suoi organi vitali per affrontare le spese sanitarie dei figli oppure affrontare un semplice sfratto di casa, dove le donne si vendono per sfamare i figli, dove tutte le risorse nazionali vengono messe a disposizione dell'alimentazione del terrorismo e della repressione, due organi portanti su cui si regge il regime dei mullah.
Adesso Ahmadinejad vorrebbe sostituire il somaro con l'energia nucleare!!!! Leggilo vuole costituire la bomba atomica onde evitare le tentazioni e le decisioni sulla sostituzione forzata del suo regime da parte degli stranieri in primo piano e, in secondo, diventare una potenza atomica in medioriente e portare avanti le mire espansionistiche di Khomeini e costituire l'impero islamico iraniano. In poche parole garantire la soppravvivenza del regime dei mullah per parecchi decenni.
In ogni caso il colpo finale e mortale verrà, non dalle forze straniere ma da coloro che vanno a somaro per poter comprare la nafta e tener lontano la casa dal freddo del regime dei mullah.
karimi davood

venerdì 16 novembre 2007

Pena di morte, l'Onu approva la moratoria: stop alle esecuzioni


Il Giornale.it
New York - La moratoria universale delle esecuzioni è arrivata al traguardo. L'ultimo miglio è stato al cardiopalma, ma il messaggio mandato dalle Nazioni Unite che hanno approvato a vasta maggioranza la risoluzione sulla pena di morte è stato forte è chiaro: fermate il boia. La Terza Commissione dell'Assemblea Generale, quella che si occupa dei diritti umani, ha applaudito con calore dopo che il testo concordato da 87 sponsor ha ricevuto ben 99 voti a favore: 52 paesi hanno votato contro e 33 si sono astenuti al termine di un dibattito emozionante e teso, ricco di colpi di scena ma anche di soddisfazioni per la diplomazia italiana che è riuscita a tenere unita l'Europa e a costruire un vasto consenso internazionale in cinque continenti....

Commento: la comunità iraniana accoglie con tanta soddisfazione l'approvazione da parte dell'ONU della moratoria proposta dall'Italia sulla pena di morte ringraziando tutti coloro che hanno lavorato duramente per la sua approvazione tra cui gli amici di Nessuno Tocchi Caino e il nostro amico Segio D'Elia. E' un primo passo incoraggiante verso l'abolizione totale di questo barbaro atto disumano praticato quotidianamente nel mio Iran, colpito dal tumore maglina del fondamentalismo islamico khomeinista. Ieri sera alla Sky tg 24 ho espresso la nostra soddisfazione ribadendo che nel caso dell'Iran non può avere nessuna risonanza effettiva se non quello morale per la popolazione. Anche perché il regime dei mullah è basato prevalentemente sulla repressione interna di ci la "pena di morte" è il principale strumento. Basti guardare l'incremento delle esecuzioni pubbliche nelle strade di Teheran e di fronte alle telecamere stranieri. Il regime iraniano anche in occasione delle risoluzioni sulla nucleare, per bocca del loro presidente terrorista, ha considerato " carta straccia" le risoluzioni dell'ONU. Negli ultimi 25 anni, l'Assemblea Generale dell'ONU ha condannato per ben 52 volte la violazione dei diritti dell'uomo in Iran. Ma i mullah trascurando la condanna internazionale hanno proseguito la loro strada. Ma non bisogna essere anche pessimisti in questo caso. Effettivamente l'Italia attraverso questa grande vittoria ha offerto un prezioso strumento legale alla resistenza iraniana che da anni chiede a tutti i governi democratici e organismi internazionali di condannare la repressione della libertà e dei diritti dell'uomo in Iran. Bisogna ancora lavorare e farlo diventare uno strumento ancora più efficace e penetrante e su cui costruire una base di speranza per i popoli che soffrono i regimi dittatoriali.
Allora, esprimo la nostra piena soddisfazione e approvazione per quanto ha fatto e dovrà ancora faticare il governo italiano.
Non dimentichiamoci che l'Italia è uno dei primi partner economico e politico del regime iraniano che ha il primato nel numero delle esecuzioni e nel praticare gli atti terroristici in tutto il mondo. Si è una contraddizione. Da una parte portare avanti la lotta per la moratoria sulla pena di morte e dall'altra stringere le mani gondolanti si sangue degli uomini che in Iran infilano sulla testa il cappuccio e mettono il cappio al collo dei giovani e in Italia stringono sorridenti le mani di D'Alema e di Prodi.
Non bisogna essere pessimisti. A volte anche dalle contraddizioni nascono buone idee. Qui devo ringraziare la nostra amica-ministro Emma Bonino e il sottosegretario agli esteri Gianni Vernetti che con la tenacia hanno portato avanti questa umanitaria battaglia. Tanti grazie e tantissimi auguri.
Concludo ringraziando ancora una volta il governo italiano.
karimi davood, presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia

giovedì 15 novembre 2007

IRAN:IMPICCATO OGGI ALLE ORE 6 UN GIOVANE DI 18 ANNI





All'alba di oggi è stato portato in piazzale delle esecuzioni del carcere di Hamedan, Iran occidentale, un giovane detenuto di appena 18 anni di nome Mohammad Reza Turk, accusato di omicidioed impiccato alle 6 del mattino. Al momento del reato Mohammad aveva appena compiuto 16 anni. Il regime dei mullah secondo la normativa internazionale non avrebbe dovuto eseguire la pena perché Mohmmad fu minorenne al tempo del reato. Ma i mullah hanno bisogno di versare il sangue, anche dei minorenni, per irrigare il loro maligno albero della violenza, della vendetta e della legge del taglione. Nella legislatura iraniana, la sorte del detenuto è nelle mani della legge del taglione cioè nelle mani dei familiari della vittima. Sono loro che possono chiederne la morte oppure perdonare colui che ha commesso un crimine contro un loro familiare.
Questa volta l'alba della vita di Mohammad è stato tirato giù e spento sotto la furia disumana dei mullah non appena aveva cercato di aprire gli occhi.


martedì 13 novembre 2007

GUERRA ALL'INTERNO DELLA BANDA DEI MULLAH


Con avvicinarsi della scadenza posta dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU sull'abbandono dell'arricchimento dell'Uranio da parte del regime dei mullah e la prospettiva di una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza, si è scatenato all'interno del regime una nuova guerra a suon di colpi di mortaio. Ieri ahmadinejad parlando all'universita di Teharan ha preso di mira Rafsanjani e la sua banda dicendo che stanno premendo sul giudice per scagionare la spia atomica. Leggilo Seyed Hossein Mussavi, il vecchi negoziatore atomico al tempo di Khatami. Ahmadinejad ha minacciato la banda di Rafsanjani di smascherare il nome di coloro che hanno venduto le informazioni atomiche iraniane agli stranieri.

Va detto che Ahmadinejad durante il suo intervento è stato preso di mira dalle proteste degli studenti democratici che chiedevano a voce alta la liberazione dei loro compagni arrestati di recente . Sono intervenuti gli uomini di sicurezza e hanno arrestato molti dimostranti e li hanno condotti nei luoghi sconosciuti ancora alle famiglie degli studenti.
Continuano ancora i contracolpi tra le bande e le fazioni. Rafsanjani ovunque si presenta accusa ahmadinejad di essere incapace e incompetente.
Sarà compito del popolo iraniano e della sua resistenza a mandarli in "pace eterna nella pattumeira della storia".
A quel giorno.

lunedì 12 novembre 2007

ULTIMA NOTIZIA. APPELLO URGENTE PER SALVARE I SUFI IRANIANI

Un'immagine della distruzione del centro di preghiera dei Dervisci. La signora Maryam Rajavi, presidente eletta della resistenza iraniana, in un messaggio lanciato a proposito dell'aggressione armata dei Passdaran contro i Dervisci della città di Broujerd ha espresso la sua solidarietà con i feriti e gli arrestati chiedendo ai giovani della provincia di Lorestan di aderire alla battaglia dei Dervisci perseguitati dai mullah iraniani.



Notizie Ansa

Iran: scontri son Sufi, 180 arresti


A riferirlo oggi e' l'agenzia Fars(ANSA) - TEHERAN, 11 NOV - Centottanta persone sono state arrestate dalla polizia nel sud-ovest dell'Iran dopo scontri che hanno coinvolto alcuni Sufi locali. Secondo l'agenzia Fars, gli ultimi scontri sono scoppiati ieri a Borujerd dopo che alcuni Sufi avevano attaccato una moschea. I seguaci del Sufismo, o dervisci, sono tollerati nell'Iran islamico sciita, ma sono considerati un pericolo da alcuni religiosi per la loro pratica mistica che mal si concilia con la disciplina della fede
Commento. Secondo le notizia diffuse dalle fonti indipendenti, il regime dei mullah è da molto tempo che stava pianificando un attacco stile terroristico contro i Dervisci iraniani. Nell'attacco di ieri sono stati feriti gravemente almeno 80 membri di questa comunità. Non si sa nulla della sorte di molti dervisci arrestati e secondo le informazioni a mio possesso molti di loro sono sottoposti alle feroci tortura per "sconfessare la loro fede e apparire di fronte alle telecamere e fare dichiarazioni "dettate dai torturatori tipo " appartenenza alle forze straniere e americane".
In questo maniera lancio un appello in appoggio dei dervisci iraniani chiedendo la loro immediata liberazione. Nella notizia soprariportata dall'Ansa si legge che i Dervisci hanno attaccato una moschea!!! Chi conosce questa innocua comunità sa benissimo che è anni luce lontana un fatto del genere dalla mentalità dei dervisci di attaccare un luogo di culto islamico. Concludo e chiedo ancora una volta la protesta dei mass media e chi può presso le autorità di rappresentanza iraniana, tipo ambasciate, chiedendo la immediata liberazione dei Dervisci.
E' urgente questo appello. Non lasciamolo cadere nell'indifferenza e nell'oblio. Il regime dei mullah fa sul serio. In questo momento d crisi internazionale ha bisogno di far vedere i suoi muscoli alla popolazione. Chi meglio di questa silenziosa e innocua comunità? Per favore alziamo la voce chiedendo la loro liberazione. Il regime dei mullah sente il soffio della guerra sul suo collo e di conseguenza si accanisce contro la popolazione.
karimi davood

IRAN DI DOMANI


Iran di domani amministrato e gestito amorevolmente dalla dea donna. Sicuramente saremmo anni luce lontani dalle guerre, dalle violenze e dalle discriminazioni di oggi.
Comunque nonostante alcuni gesti di buona volontà nei confronti del regime dei mullah, dimostrati nei giorni scorsi da parte degli Stati Uniti d'America con il rilascio di diversi prigionieri iraniani arrestati dalle forze alleate in Iraq, io sento più forte ancora il rombo della macchina della guerra iraniana che non dimostra nessun cedimento di fronte alle pressioni internazionali. Di recente è stata a Roma una delegazione dei massimi responsabili della sicurezza iraniana diretta dal famoso terrorista iraniana Borujerdi che ha incontrato i massimi responsabili italiani. Durante i suoi incontri ha detto e espresso senza dare un minimo ascolto ai suoi interlocutori che "l'atomico iraniano è per fini pacifici"!!! minacciando naturalmente chiunque osi ad attaccare "il territori dell'Iran Islamico". Dal comunicato ufficiale diffuso dalla Farnesina si trapela poche e quasi niente di utile. Leggendo il comunicato non si capisce perché di questa visita. Non ci sono nemmeno condivisione delle posizioni oppure un solo punto su cui condividere una posizione comune. Non per caso contemporaneamente il nostro ministro degli esteri D'Alema ha respinto l'offerta di portare anche l'Italia nel gruppo di 5+1. Ha detto no all'offerta ribadendo l'inutilità delle trattative con i mullah.
In conclusione vorrei sperare una cosa: che il rilascio dei prigionieri appartenenti alla Forza Qods della Sepah Passadaran da parte degli americani non sia il risultato delle minacce iraniane. Spero.

domenica 11 novembre 2007

Un ex miliziano di Al Qaida:" Così l'Iran ci ha arruolati"

Karimi: Ecco, un'altra prova del coinvolgimento del regime di Teheran nell'arruolamento e nel finanziamento di ogni tipo di terrorismo, sia sunnita come Al Qaida sia sciita come Hezbollah. La resistenza iraniana in diversi occasioni ha smascherato i piani e le basi per l'addestramento dei terroristi stranieri dove i volontari provenienti da tutti i paesi del mondo, non escluso Italia( la notizia dell'arresto di 20 islamici è di pochi giorni fa. In Italia sono molto attivi le cellule terroristiche che cercano di arruolare i volontari e mandarli successivamente in Iran), vengono addestrati a usare le armi e a confezionare le bombe e i pacchi esplosivi. Inoltre vengono anche perfezionati nell'assassinare gli obiettivi mobili. A Roma, il 16 marzo del 1993 i sicari terroristi inviati da Teheran hanno assassinato il nostro rappresentante politico in Italia, dott. Mohammad Hossein Naghdi. Secondo i dati diffusi dai dissidenti la maggior parte dei campi di addestramento si trovano lungo il confine iracheno e attorno alla città santa Qum. In questi campi, vengono anche usati i cadaveri delle persone sconosciute per l'addestramento di sgozzamento e della tortura degli soggetti arrestati. L'esempio più acclattante dell'uso di questi metodi si trova attualmente in Iraq dove quotidianamente vengono trovati dei cadaveri senza testa oppure mutilati orribilmente. Comunque in futuro ne parleremo ancora.
A voi un'interessante articolo di Gian Micalessin

Il Giornale.it

11.nov.2007
di Gian Micalessin

È la storia mai scritta degli ultimi giorni della guerra al regime talebano in Afghanistan e alle milizie di Al Qaida. Washington in quei giorni accusava l’Iran di favorire la fuga dei fedelissimi di Osama bin Laden, di ospitarli sui propri territori. Teheran liquidava tutto come maldestre insinuazioni, negava qualsiasi legame con Al Qaida, ricordava di considerare i talebani come dei nemici colpevoli del massacro di migliaia di afghani sciiti. Sei anni dopo il quotidiano saudita Al Riyadh pubblica l’intervista a un ex miliziano di Al Qaida che spiega di esser sopravvissuto alla Caporetto afghana grazie alla collaborazione dei pasdaran iraniani e di essersi poi visto offrire un nuovo lavoro dai servizi segreti di Teheran.L’intervista raccolta da Dares bin Hazem, uno dei massimi esperti sauditi di Al Qaida, inizia rievocando gli ultimi giorni di guerra di una trentina di sauditi tra cui Faisal Al Dakhil e Amr Al Shehri, due militanti qaidisti destinati a venir uccisi durante gli attentati del 2004 in Arabia Saudita. Osama bin Laden e lo sceicco Omar hanno appena ordinato il “si salvi chi può” quando i trenta sauditi ricevono un messaggio da Gulbuddin Hekmatyar, un leader afghano nemico dei talebani ospitato in territorio iraniano. Hekmatyar, che in seguito tornerà in Afghanistan rivendicando e smentendo di volta in volta la propria affiliazione con Al Qaida, promette di negoziare con i Guardiani della Rivoluzione. Alla fine della trattativa il gruppetto si ritrova a Zahedan, una città ai confini sud orientali dell’Iran.«Quando arriviamo troviamo ad attenderci Abu Hafs Al Mauritani - racconta l’ex militante -. Lo conosciamo, è un comandante di Al Qaida, l’abbiamo già incontrato in Afghanistan, lui dice di non preoccuparci perché siamo in un posto sicuro». Lo stesso Al Mauritani spiega ai sauditi di rispondere alle domande dei servizi segreti iraniani che in cambio faranno fronte a tutte le necessità e faciliteranno la loro permanenza in Iran. «A quel punto - ricorda il militante - il gruppo si sfalda... una ventina di persone tra cui Al Dakhil e Al Shehri scompaiono da un giorno all’altro, io e gli ultimi dieci rimasti veniamo portati a Teheran per essere interrogati. La proposta degli agenti iraniani mi lascia senza parole. Innanzitutto mi offrono di collaborare lavorando dall’interno del mio Paese e garantendo tutte le informazioni di cui potrebbero aver bisogno in futuro. Io rifiuto, ma l’ufficiale mi incoraggia: «Riceverai un salario mensile di 10mila dollari, un passaporto iraniano e verrai addestrato nelle basi di Hezbollah in Libano».
Per valutare la fondatezza del racconto va ovviamente tenuto in debita considerazione lo stato di guerra virtuale in cui convivono Arabia Saudita e Iran. Le due potenze sono infatti le capo fila del silenzioso quanto devastante conflitto tra sciiti e sunniti che agita il ventre mediorientale. Per l’Arabia Saudita riuscir a collegare Al Qaida, considerata filiazione del fondamentalismo religioso sunnita, a Teheran è un successo non da poco, soprattutto nell’ottica della guerra della disinformazione combattuta dai due Paesi. La ricchezza di dettagli del racconto sembra però far capire che Al Riyadh non teme smentite. «Voi e noi abbiamo lo stesso nemico, combattiamo l’America e chiunque l’appoggia e l’aiuta a restare in questa regione - ricorda l’ex militante saudita rievocando le profferte ricevute dai funzionari iraniani durante gli interrogatori -. Il vostro jihad è il nostro jihad e mettere a segno delle operazioni comuni è un dovere per tutti noi. Non abbiate paura, vi rilasceremo tutti e quando avrete accettato le nostre offerte contatterete qualcuno nel vostro Paese per ricevere istruzioni».Poi la grande fuga con in mano i passaporti ripuliti da ogni segno di soggiorno afghano e con sopra stampigliato un visto con una data precedente l’11 settembre del 2001. «Se ben ricordo – spiega l’ex-militante - ci stamparono su ogni passaporto un visto con la data di giugno... poi ci dissero cosa raccontare all’aeroporto del nostro Paese per far capire che in Afghanistan non ci eravamo mai stati».

sabato 10 novembre 2007

IRAN, GLI STATI UNITI AGGIORNANO I PIANI D'ATTACCO





Iran, gli Stati Uniti aggiornano i piani d’attacco
Roma, 9 nov (Velino) - Il Pentagono nei giorni scorsi ha ultimato gli aggiornamenti del piano di attacco all’Iran, se la crisi con la Repubblica sciita dovuta al discusso programma nucleare di Teheran dovesse degenerare. Secondo quanto trapelato dal dipartimento della Difesa, almeno nelle prime fasi della campagna militare, Washington userà prevalentemente le sue forze navali e aeree. Ciò perché da una parte l’esercito e i marines sono stati largamente impiegati in Iraq e Afghanistan e di conseguenza le risorse per quanto riguarda il personale di terra sono ridotte all’osso. Dall’altra perché il metodo più efficace e meno rischioso per neutralizzare gli obiettivi primari identificati dall’intelligence è quello dei raid aerei e degli attacchi missilistici. I “primary target” sono le istallazioni nucleari, come la centrifuga di Natanz; i siti di lancio dei missili balistici, le basi della Guardia rivoluzionaria e tutte le stazioni navali. Per Washington distruggere queste ultime è fondamentale per scongiurare il rischio che Teheran decida di inviare e affondare alcune sue imbarcazioni nello stretto di Hormuz, bloccandolo. L’area è strategica perché è l’arteria vitale del flusso del petrolio nel golfo Persico.
Nell’evenienza (al momento remota) che venga dato il via alle manovre militari, la Marina ha inviato nel Golfo Persico un gruppo di portaerei dotato di 60 aerei e una potenza di fuoco rivolta principalmente ai bombardamenti. Inoltre, un contingente di 2.200 marines si trova a bordo della nave d’assalto anfibio USS Kearsarge, dispiegata nell’area. Alla forza si aggiungono anche tutti i caccia e i bombardieri schierati nei Paesi della regione (Iraq, Arabia Saudita e Qatar), che in poche ore possono raggiungere i loro obiettivi e poi tornare tranquillamente alla base. Per un periodo era stato inviato nelle acque del Golfo anche un secondo gruppo di portaerei, ma recentemente è stato deviato in altre zone, segno che la partita diplomatica tra gli Stati Uniti e l’Iran non si è ancora conclusa definitivamente. Le due parti si continuano a “punzecchiare”, ma il dialogo sotterraneo prosegue. Anche grazie agli sforzi della Svizzera che nella Repubblica sciita rappresenta Washington ormai da anni dopo che, a seguito dell’attacco all’ambasciata statunitense a Teheran del 4 novembre 1979 (nel quale furono rapiti, e rilasciati più di un anno dopo 63 diplomatici americani), gli Usa non hanno più aperto una sede diplomatica nel Paese mediorientale.
La revisione dei piani si è resa necessaria perché gli 007 americani hanno riconsiderato la potenza di fuoco iraniana, inizialmente ritenuta limitata. Molti esperti, a questo proposito, ritengono che la forza della Repubblica sciita non sia nell’attacco ma nella difesa. Teheran, infatti, ha dimostrato più volte di avere una grande capacità di resistenza alle pressioni internazionali ed è considerata in grado di contrastare efficacemente un’invasione. Da qui l’esigenza di escogitare nuove strategie per spiazzare e disorientare l’avversario, in modo da “distrarlo” fino al conseguimento degli obiettivi prefissati. Ma Washington, oltre a un attacco convenzionale, ha preparato dei piani anche nell’eventualità che si decidesse di optare per soluzioni alternative. In particolare, il Pentagono si è concentrato nello studio di fattibilità di azioni clandestine all’interno del territorio iraniano, portate da elementi delle forze speciali, come la Delta force o i Navy Seals. In questo caso gli obiettivi sono stati ridotti e vertono principalmente sul sabotaggio di un piccolo gruppo di istallazioni nucleari, giudicate “chiave”. La scelta finale, comunque, sarà effettuata dal presidente George W. Bush e verrà messa in atto dall’ammiraglio William Fallon, il comandante in capo delle forze armate degli Stati Uniti.
(Francesco Bussoletti)


COMMENTO: in ogni caso la responsabilità di un eventuale aggravarsi della situazione e dello scoppio della guerra tra Iran e la comunità internazionale è da attrbuirsi in una buona parte alla politica di accondiscendcenza europea che ha aiutato e permesso al regime terrorristico dei mullah di andare avanti nel suo programma nucleare militare. In primiss bisogna cercare la responsabilità in quelli ambienti che sono i veri sponsor dei mullah iraniani e che sono ben noti all'opinione pubblica: riferisco a coloro che nela settimana corrente hanno portato a Roma uno dei massimi responsabili del terrorismo iraniano, Broujerdi e l'hanno fatto parlare alla Commissione esteri della Camera e successivamente ha incontrato anche il nostro ministro degli esteri D'Alema. Da poche righe diffuse dal ministero degli esteri non si capisce il perchè di questo incontro? Ogniuno ha detto quello che voleva dire all'altro. Ma una cosa si è capito bene che l'obiettivo degli organizzatori della visita era quello di far dire a Broujerdi che gli obiettivi delle ricerche nucleari iraniane sono a " scopo pacifico". A questo punto la domanda nasce spontanea. Allora perchè 18 anni di segretezza per scopi pacifici? Perchè queste ricerchè nella ventre della terra e nei posti più sperduti e in mezzo ai deserti? Forse anche le ricerche per sviluppare il detonatore faceva parte degli scopi pacifici? Forse serviva per far scoppiare una mini bomba nucleare nellapancia di qualche malato di cancro? Forse i mullah iraniani sono stati cosi tanto fortunati a poter scoprire nuove metodi di lotta al cancro e alla povertà? O forse l'obiettivo è ancora più scientifco e vorebbero farlo brillare per acceccare coloro che sono invidiosi degli sviluppi scientifici dei mullah? O forse per far sparire qualche paese non gradito ai mulla? Ci sono tante domande che un domani i signori della accondiscendenza devono rispondere di fronte ad un tribunale internazionale per i crimini commessi dai loro referenti e compagni di merenda iraniani. Il conto alla rovescia è già iniziato e il bello di questo fatto è che al posto dell'ingranaggio dell'orologio che ci avvicina all'ora della morte del dittatore, ci sono le grida delle ragazze e dei ragazzi che hanno deciso a cambiare radicalmente la situazione iraniana scandendo " Morte al dittatore".
karimi davood

mercoledì 7 novembre 2007

ULTIMA NOTIZIA: DIRIGENTI DEL REGIME DI TEHERAN NEL MIRINO DELL'INTERPOL


Secondeo le informazioni delle agenzie di stampa, ieri a Marachesh, l'Interpol durante la sua Assemblea generale ha respinto la domanda del regime dei mullah e ha spiccato "l'avvertimento rosso" contro alcuni dirigenti di primo piano di Teheran: Mohsen Rezai, ex capo della Sepah Passdaran, Ali Fallahian, ex ministro dell'Informazione e dei servizi segreti e altri 4 personaggi del regime dei mullah. Secondo l'agenzia francese tutti questi uomini sono coinvolti nell'attentato terroristico del luglio del 1994 contro il palazzo di 7 piani della comunità ebrea argentina in cui sono stati uccisi e feriti tre cento cittadini argentini.
Sempre nel novembre del 2006, il governo argentino ha spiccato un ordine di arresto contro 8 iraniani tra cui ex presidente Hashemi Rafsanjani ed ex ministro degli esteri dei mullah Ali Akbar Velayati.
A proposito del fallimento dei tentativi del regime dei mullah presso questa assemblea dell'Interpol mirati a costringere i membri a non spiccare nessun provvedimento contro gli iraniani sospettati a partecipare al massacro degli ebrei in Argentina, la Signora Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana in un messaggio si è congratulato con questo organo che non ha ceduto di fronte alle pressioni iraniani e ha dato la prova della sua autorevolezza, e ha fatto i suoi migliori auguri al popolo iraniano e alle famiglie di tutte le vittime del terrorismo dei mullah chiedendo al Consiglio di sicurezza dell'ONU e all'UE di adottare generali e multilaterali sanzioni contro questo regime. La signora Rajavi ha anche ribadito che è illegittima qualsiasi trattativa e dialogo con i dirigenti iraniani che hanno tutti le mani sporche nel sangue del popolo iraniano e nel terrorismo internazionale chiedendo ancora una volta il processo dei dirigenti iraniani come " i veri banchieri del terrorismo" presso un tribunale internazionale per i crimini commessi contro l'umanità.

AYATTOLLAH SOLANA PESTA ACQUA NEL MORTAIO


QUESTA NOTIZIA CONFERMA TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO SEMPRE DETTO

Le dichiarazioni di oggi di Ahmadinejad sono una pietra tombale sulla testa della politica di accondiscendenza europea

Merkel dice "inutili le sanzioni Ue senza Russia e Cina" e noi rispondiamo senza la Resistenza iraniana è assai difficile raggiungere gli obiettivi prefissati

la formula vincente: le sanzioni generali militari, economici, politici e diplomatici + il riconoscimento della resistenza iraniano come fattore determinante nel cambiamento politico in Iran = ad un mondo senza integralismo islamico e un Iran libero e democratico

karimi davood

vediamo la notizia:


Ahmadinejad: "Per l'Iran le risoluzioni Onu non hanno valore".

Merkel: inutili sanzioni Ue senza Russia e Cina

Fonte: Rainews 24 ore
Le tre risoluzioni fin qui votate dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu e che chiedono all'Iran di sospendere l'arricchimento dell'uranio, non hanno per Teheran «nessun valore». Per il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, intervenuto in un raduno di sostenitori del regime a Birjand, nel nord del Paese, sembra non esserci alcun margine di negoziato con l'Occidente sulla questione del nucleare. In un'intervista alla "Berliner Zeitung", intanto, il cancelliere tedesco Angela Merkel sostiene che sanzioni dell'Ue contro Teheran sarebbero inutili, perché solo con il coinvolgimento di Russia e Cina si può sperare di bloccare il programma nucleare dell'Iran. Merkel si dice anche convinta di riuscire a far scegliere al presidente americano George W. Bush, che la riceverà nel fine settimana, la strada del negoziato con Teheran.
La sfida di Teheran"L'Iran - ha annunciato trionfante Ahmadinejad - ha conseguito uno degli obiettivi-chiave del proprio programma nucleare, dotandosi di tremila centrifughe per l'arricchimento dell'uranio", fase preliminare rispetto alla produzione vera e propria di energia atomica.
"Teheran continuerà sulla sua strada come vorrà, a dispetto delle pressioni internazionali e nonostante le sanzioni imposte". Non ha dubbi il presidente iraniano, che nega ogni possibilità di collaborazione sia con gli Usa sia con i paesi europei.
Secondo gli esperti del settore tremila centrifughe costituiscono una base sufficiente per produrre, nel giro di circa un anno, abbastanza uranio arricchito da poter confezionare una bomba atomica. E' ciò che teme l'Occidente, sebbene l'Iran abbia sempre institito sul fatto che il suo controverso programma è finalizzato unicamente a dotarsi in modo autonomo di energia da utilizzare a scopi civili, e non militari.
Le centrifughe sono collegate tra loro nel sistema cosiddetto 'a cascata', vale a dire montate a catena in maniera tale che, passando via via da un macchinario all'altro, l'esafluoruro di uranio o Eu-6, cioè materiale fissile allo stato gassoso, si arricchisca progressivamente fino ad arrivare a un conveniente livello di concentrazione.


D'ALEMA CONFESSA IL FALLIMENTO DEL 5+1



IRAN: D'ALEMA, '5+1' NON HA AVUTO GRANDE SUCCESSO NON VOGLIAMO ENTRARE

Roma, 6 nov. - (Adnkronos) - I tentativi del '5+1' sulla crisi nucleare iraniana non hanno avuto grande successo e l'Italia non e' "particolarmente desiderosa" di unirsi a questo gruppo: a chiarirlo e' stato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, in una conferenza stampa al termine di un incontro con il collega saudita Saud al Faisal. Il '5+1' (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu piu' la Germania) "e' un gruppo di lavoro che finora ha compiuto un tentativo generoso ma senza successo", ha sottolineato il titolare della Farnesina, rispondendo a chi gli chiedeva se il formato potrebbe allargarsi anche all'Italia, divenendo un '5+2'. Per questa ragione, ha affermato D'Alema, "non e' che siamo particolarmente mossi dal desiderio di unirci a un'iniziativa che finora non ha ottenuto neanche grandi risultati


COMMENTO: D'Alema ha ragione. Per la prima volta ha usato la sua intelligenza in campo della politica estera italiana. Non ha voluto saltare un fiume in cui precedentemente chi ci aveva provato era caduto in acqua rischiando la vita e la reputazione. Esempio Solana è la più solare. tre anni di tentativi e iniziative e alla fine il risultato è stato che oggi Ahmadinejad dichiara" abbiamo tre mila centrifughe in funzione". Allora bisogna domandare a chi sono serviti tutti questi anni e trattative? Forse sono serviti a raggiungere la costruzione di tre mila centrifughe? La risposta l'ha dato il nostro furbo ministro degli esteri. Sicuramente D'Alema in qualità del ministro degli esteri di un paese membro della Nato è al corrente della situazione politica internazionale e non desidera svendere ulteriormente la sua immagine da interlocutore degli iraniani. Ormai ha capito il gioco dei mullah. Forse pure lui è convinto come me che per far diventare produttivo la formula 5+1 bisogna farlo 5+2 ma non aggiungendo l'Italia come un ulteriore partner ma aggiungere la resistenza iraniana come l'arma vincente nella lotta alla proliferazione nucleare dei mullah iraniani. Specifico la mia idea precedentemente pubblicato in questo blog: la formula vincente sarebbe 5+2 = 5 PAESI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU + LA GERMANIA + LA RESISTENZA IRANIANA.

I miei migliori auguri al nostro ministro degli esteri D'Alema.

karimi davood



lunedì 5 novembre 2007

LA FORMULA VINCENTE CONTRO L'INTEGRALISMO E IL FONDAMENTALISMO IRANIANO

"IL DISSENSO INTERNO + IL CONSENSO INTERNAZIONALE MENO LA POLITICA DI ACCONDISCENDENZA, ANCORA MENO LA GUERRA ESTERA UGUALE A SICUREZZA IN TUTTO IL MONDO + LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA IN IRAN"

Prima di tutto le nostre condoglianze per la perdita di Enzo Biagi alle figlie, al mondo del giornalismo e a tutti coloro che gli volevano bene.

Ho appena sentito che è in corso in tutta l'Europa una grande operazione contro i fondamentalisti islamici che reclutano i terroristi per mandare in Afghanistan e in Iraq. Molti arresti anche in Italia in particolare a Milano. E' un buon segnale di azione contro il terrorismo in particolare in vista delle sanzioni e di un eventuale azione armata contro il regime dei mullah. Ma non basta. Non ci dobbiamo ingannare che per lottare il fondamentalismo islamico bisogna prima di tutto mirare le sue radici. Non si può da una parte concimare le sue radici attraverso la politica di accondiscendenza e poi potare i suoi rami attraverso azioni di polizia. L'albero in questione cresce ancora di più e sarà a breve più vigoroso e più forte. Invece bisogna togliere acqua e nutrizione alle sue radici attraverso le sanzioni generali, militari, economici, politici e diplomatici ecc...
E in questo caso posso dire di essere p sicuro con le operazioni del genere. Operazioni che mirino a seccare l'albero del fondamentalismo e del terrorismo islamico.
karimi davood

sabato 3 novembre 2007

I MULLAH IRANIANI MODIFICANO NELLA FICTION IL CODICE PENALE ITALIANO





Secondo quanto ha scritto, oggi, un autorevole sito di informazione persiano, Peyke Iran, la TV ufficiale e statale dei mullah ha inserito nella codice penale italiana " le sentenze e le condanne islamiche"!!!!
Pe esempio nella serie televisiva dell'avv. Tosca, diretta da Luigi Pirelli e con la partecipazione di Sebastiano Somma e Elisabetta Gardini, trasmessa ieri sera dalla rete televisiva "Teheran", il presunto omicida è stato condannato a pagare il "DIE"( il prezzo del sangue). Questa sentenza è una condanna religiosa e islamica e che non c'entra assolutamente niente con la legislatura italiana.
In questa maniera, i mullah di Teheran cercano di manipolare l'immagine della legge dei paesi che hanno conquistato attuale legislazione penale e civile grazie al sacrificio dei loro padri e madri durante la resistenza al fascismo e al nazismo. Modificare e manipolare questa legge è un oltraggio al ricordo di coloro che hanno sacrificato la loro vita per un governo laico, libero e democratico.
Protestare contro questi usi nefasti della fiction, da parte dei mullah iranianai è un segno di coraggio e di riconoscimento della divisione tra lo stato e la religione.

karimi davood

MESSAGGIO DEL LEADER CARISMATICO DELLA RESISTENZA IRANIANA



Massud Rajavi, leader della resistenza iraniana, in occasione della nuova politica americana e dell'inserimento del nome del corpo della Sepah Passadaran nella lista dei terroristi, in un messaggio indirizzata alla popolazione e alla resistenza, ha paragonato questo avvenimento come un nuovo "Pearl Harbor". Vediamo il passaggio più importante del messaggio: "l'inserimento del ministero della difesa, della Sepah Passdaran, del corpo terroristico del Qods, dei dirigenti e delle banche di appoggio e finanziatori nella lista" dei proliferatori delle armi nucleari di distruzione di massa"e " del terrorismo mondiale"è un punto di inversione politico e strategico degli Stati Uniti d'America nel prendere delle distanze e nel tracciamento dei confini con il fascismo religioso che regna in Iran: con degli effetti e risultati assai superiori a quelli delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Si può chiamarlo un " pearl Harbor" politico nel cambiamento di rotta dell'America nella seconda guerra mondiale contro il fascismo Hitleriano."
Commento: Per quanto sia chiara il contenuto del messaggio del carismatico leader della resistenza iraniana, vorrei aggiungere solamente il fatto che se oggi siamo qui e abbiamo messo un freno all'espansionismo terroristico-islamico dei mullah, noi e l'intera regione dobbiamo un caloroso ringraziamento a LUI. A Massud Rajavi. Le linee politiche tracciate da Massud hanno garantito la sopravvivenza e la resistenza dell'opposizione iraniana. Subito dopo la caduta del governo iracheno, le forze alleate hanno sferrato una serie di attacchi militari contro le basi della resistenza iraniana. L'ordine impartito da Massud è stato fermo, intelligente e lungimirante e garantista per la stessa resistenza. L'ordine fu " non rispondere assolutamente agli attacchi militari degli americani. Il nemico non è l'America. Il nemico è il regime fascista religioso dei mullah." Questa è stata la politica adottata da Massud che dopo due settimane di duri bombardamenti ha fatto riflettere gli americani: perché non rispondono ai nostri bombardamenti? Gli americani quando ricevettero la risposta dal comandante in capo dell'Esercito di Liberazione Nazionale Iraniano, la signora MOJGAN PARSAI, hanno capito dell'errore che avevano commesso con i oro bombardamenti. La signora MOJGAN PARSAI aveva risposto così alla domanda del Comandante dell'esercito Americano: secondo noi, voi non siete il nostro nemico reale. Il nostro nemico è il regime dei mullah. Noi non siamo mai stati in guerra con voi. Noi siamo in guerra con il regime dei mullah. Ecco perché non abbiamo risposto." Questa linea di Massud ha portato il governo degli Stati Uniti 'America a d una serie di riconoscimenti verso la resistenza iraniana in particolare il campo militare Ashraf, dove 4 mila uomini e donne dell'esercito della resistenza hanno la resideneza. Successivamente le forze alleate hanno firmato diversi patti di non belligeranza e di riconoscimento dello statuto di rifugiato per i residenti del campo di Ashraf. Attualmente l campo di Ashraf funge da una diga contro il flusso del terrorismo e dell'integralismo del regime dei mullah verso il paese vicino. Grazie alle denunce della resistenza iraniana, le forze alleate sono venuti alla conoscenza della profondità delle interferenze iraniane negli affari interni dell'Iraq. Quasi un anno fa, i Mojahedin del Popolo hanno denunciato i nominativi di 32 mila iracheni che sono sulla busta paga del regime dei mullah e che attualmente lavorano e ricoprono incarichi sensibili in Iraq a partire dal parlamento, dal governo alle varie istituzioni in particolare l'esercito e la polizia.
Attualmente in Iraq è stato costruito intorno al campo di Ashraf e alla resistenza iraniana una nuova speranza irachena manifestata in una dichiarazione-appello di 5 milioni e due cento mila cittadini iracheni che hanno riconosciuto i diritti della resistenza iraniana e hanno chiesto agli organismo internazionali di intervenire a loro favore.
Massud Rajavi nel suo precedente messaggio ha detto che " in Iraq ci sono due alternative: la prima, khomeinista, formata dalle forze integraliste che vorrebbero costituire un Iraq tipo la repubblica islamica iraniana. e l'altra è l'alternativa nazionale e popolare iracheno costituito dalle forze di varie provvenienze e orientamenti politici e contrari alle interferenza iraniane negli affari interni iracheni.
Attualmente queste forze si stanno coagulando intorno alla figura di Ayad Allavi, ex premier iracheno che sta cercando di raggruppare tutte le formazioni politiche intorno all'asse degli interessi nazionali iracheni. La resistenza iraniana è assai soddisfatta da questo avvenimento e naturalmente cerca di dare il suo contributo in questa direzione. Alternativa all'attuale governo iracheno, che è fortemente coinvolto nella sconfitta politica perché molto influenzato dagli iraniani, è un governo formato dai partiti che hanno al cuore gli interessi nazionali e non interessi terroristici dei mullah iraniani. Purtroppo il governo attuale è totalmente all'ordine dei mullah iraniani.
Ma siamo su buona strada. Come ha detto Massud, il regime dei mullah ha due strade da percorrere e che entrambi lo portano direttaemnte a registrarsi nella pattumiera della storia come il più disumano regime della storia contemporanea umana.
il primo: ritirarsi dalle sue pretese atomiche auspicato anche dalla resistenza ma impossibile che lo accettino
il secondo: irrigidirsi nelle sue posizioni e accogliere i tamburi della guerra portando il paese in una guerra di cui il vero vincitore sicuramente è la popolazione. Ma in entrambi i casi tocca all'Esercito di Liberazione Nazionale Iraniana che sferrerà il colpo mortale alla testa del fascismo religioso iraniano ripristinando la libertà e la democrazia in Iran.

 
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