PENA DI MORTE: IN 71 CON L'ITALIA PER LA MORATORIA
Sul filo di lana, al termine di una lunga maratona negoziale, e' stata depositata all'Onu la richiesta di moratoria universale per la pena di morte: 72 Paesi hanno sottoscritto la richiesta depositata da Nuova Zelanda e Brasile, su pressione della diplomazia italiana. E adesso il tentativo riparte, con l'obiettivo di far approvare il testo in Assemblea generale entro dicembre. E' stata una corsa contro il tempo quella ingaggiata dall'Unione Europea e dalla diplomazia italiana: la bozza e' stata presentata appena in tempo alla Terza commissione dell'Assemblea generale (diritti umani). Ora partira' il negoziato per far si' che la risoluzione venga votata nella seconda meta' di novembre. Se dovesse passare in commissione verrebbe ratificata dall'Assemblea generale a dicembre. Nel testo, si legge che l'esecuzione capitale "mina la dignita' umana", che "non esiste alcuna prova conclusiva cha la pena di morte abbia un valore deterrente" e che qualsiasi errore nella sua applicazione e' "irreversibile e irreparabile". Sono state almeno 5.628 le condanne a morte nel 2006, in 27 Paesi in tutto il mondo, Europa compresa. Secondo l'ultimo agghiacciante bilancio fornito da 'Nessuno tocchi Caino', con oltre 5.000 esecuzioni all'anno la Cina continua a guidare la macabra classifica dei 'Paesi boia'. Subito dietro l'Iran (238 esecuzioni) dove, in rapporto alla popolazione, le esecuzioni sono piu' numerose persino che nel gigante asiatico. A seguire il Pakistan (82), l'Iraq e il Sudan (entrambi ad almeno 65), gli Stati Uniti (53) e l'Arabia Saudita (39). E i dati reali potrebbero essere anche piu' alti, perche' le autorita' di molti Paesi (Cina e Iran, in testa) non forniscono cifre ufficiali e le statistiche sono realizzate grazie alle notizie riportate dai giornali. Tra i 51 Paesi che prevedono il ricorso alla pena capitale nel loro sistema giudiziario, anche uno Stato europeo, la Bielorussia, dove nel 2006 sono state eseguite 3 condanne a morte. Adesso occhi puntati sul Palazzo di Vetro. Paesi che sono eterni rivali si ritroveranno alleati nell'"asse del boia", l'agguerrita 'ensemble' che si oppone alla moratoria universale. In barricata, ad osteggiare rla ichiesta depositata all'Onu, ci sono eterni rivali come Stati Uniti, Iran e Cina: ognuno con le proprie ragioni e ognuno per i propri interessi, Washington, Teheran e Pechino cercheranno di ostacolare il raggiungimento del quorum di 97 Paesi per l'adozione della risoluzione in seno all'Assemblea Generale. Ma intanto si festeggia. Al congresso dei Radicali Italiani, primi da sempre sulla barricata di chi si batte contro la pena di morte, la notizia e' stata accolta con applausi, grida di giubilo e anche lacrime di commozione, come quelle, copiose, del ministro Emma Bonino che non ha voluto parlare, ma si e' sciolta in un pianto liberatorio. L'Italia, che ha agito dietro la presidenza portoghese, ha spinto perche' si arrivasse alla presentazione della bozza da parte di un nutrito gruppo di co-sponsor. Il prossimo passo sara' convincere almeno altri 25 stati che servono raggiungimento del quorum necessario per l'adozione in assemblea: 97 nazioni. Una risoluzione simile, tuttavia, sara' piu' che altro un messaggio politico, perche' vincolante.