APPELLO URGENTE CONTRO LA NUOVA ONDATA DELLE ESECUZIONI POLITICHE IN IRAN
IRAN: ESIGE UN'AZIONE URGENTE PER EVITARE UNA NUOVA CARNEFICINA UMANA
CHIEDIAMO INTERVENTO DEL GOVERNO ITALIANO CONTRO LA NUOVA CAMPAGNA DI TERRORE
LA POLITICA DEL SILENZIO-ASSENSO E' UNA LEGITTIMAZIONE DI QUESTA CAMPAGNA DI ESECUZIONI
Secondo le nostre attendibili fonti interne, recentemente e in special modo dopo la grande rivolta della giornata di Ashura che ha segnato una data storica, il Consiglio di sicurezza nazionale iraniana ha deciso, dietro esplicito ordine del capo supremo, ayatolterrore Ali Khamenei, una nuova ondata di esecuzioni politiche contro i giovani arrestati durante le manifestazioni di protesta.
La campagna è iniziata ufficialmente con l'impiccagione improvvisa di Arash Rahman Pour e Mohammad reza Zamani avvenuto alcuni giorni fa senza un preavviso ne ai loro avvocati e ne alla loro famiglia. Il padre di uno dei due ragazzi ha appreso la notizia dell'impiccagione attraverso il telegiornale quando il procuratore di Teheran Abbas Jafari Dowlatabadi annunciava ufficialmente la loro esecuzione.
Secondo le mie attendibili informazioni, le intenzioni del regime dei mullah sono molto serie e lo dimostrano anche il processo appena iniziato contro altri 16 ragazzi accusati di "MOHAREBE", che secondo la nefasta costituzione islamica comporta inevitabilmente la condanna a morte. Di recentemente, alcuni deputati del parlamento hanno proposto un urgente disegno di legge che riduce da 20 a 5 giorni il tempo dell'esecuzione della condanna a morte contro chi viene riconosciuto dai tribunali della rivoluzione come "MOHAREB"!
Negli ultimi giorni numerosi imam del venerdi tra cui i mullah Ahmad Khatami e Jannati hanno pubblicamente incitato il governo a "impiccare in pubblico i ragazzi e le ragazze MOHAREB che scendono in piazza e scandiscono slogan contro la santa repubblica islamica".
Questi sono tutti segnali che ci preoccupano fortemente sulla sorte dei prigionieri politici e delle ragazze e dei ragazzi arrestati dopo le farse elezioni del 12 giugno. Secondo quanto mi hanno confermato le fonti interni, tutte le persone arrestate vengono sistematicamente sottoposti alle più disumane forme di violenza fisica e morale fino alle violenze sessuali di gruppo onde costringerli a confessare di "essere al soldo degli americani, inglesi e israeliani", "in cambio della loro imminente libertà"!
Tutto ciò è successo esattamente con le ultime due persone impiccate. Ma al posto della loro liberazione è arrivata una improvvisa esecuzione clandestina senza la presenza dei loro avvocati e genitori.
E' doveroso sottolineare che con l'avvicinarsi della data del 11 febbraio che coincide con le celebrazioni dell'anniversario della rivoluzione, il regime dei mullah sta programmando una carneficina dei giovani iraniani al fine di terrorizzare la popolazione e scoraggiarla di scendere in piazza. Si prevedono grandi manifestazioni di protesta popolari per la data dell'11 febbraio.
Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia lancia un grido di allarme contro la nuova ondata di esecuzioni e chiede un urgente intervento di tutti coloro che hanno la facoltà di agire contro tali crimini. In particolar modo Associazione dei rifugiati politici iraniani si rivolge direttamente al presidente del consiglio italiano on. Silvio Berlusconi per chiedere una ferma condanna di questa nuova campagna di repressione e di impegnarsi per evitare la realizzazione di una nuova carneficina umana, aggiungendo che il regime dei mullah non si fermerà allo sterminio del popolo iraniano e reagirà , al tempo opportuno, anche contro coloro che con il loro "silenzio-assenso" hanno permesso la realizzazione di questi disumani piani di sterminio degli oppositori. Il terrorismo esterno iraniano è la parte integrale della politica di repressione interna e, la costruzione della bomba atomica sarà il futuro ombrello protettivo di questo sistema che si regge su tre pilastri: la repressione, il terrorismo e la bomba atomica.
Davood Karimi, presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia