lunedì 4 gennaio 2010

IRAN CERCA DI ESPORTARE LA CRISI AL DI FUORI DELL'IRAN



Se guardiamo alla cronologia degli eventi post elettorali ci rendiamo conto che ormai nulla è sotto controllo di Ahmadinejad e Khamenei. Non si può più parlare delle proteste contro la mancanza del rispetto verso coloro che si sono recati alle fasulle urne organizzate in occasione delle presidenziali del giugno scorso. L'occasione del 12 giugno ha fatto traboccare il vaso e ha fatto uscire un sunnami di rabbia e di odio verso l'intero regime dei mullah, abbandonandolo con una testa spaccata in due e che non lo abbandonerà fin quando non lo consegnerà definitivamente alla pattumiera della storia lasciando il mondo intero a riprendere il fiato e a ritrovare la sua serenità e pace. Il sangue di Neda ha fatto da inchiostro per la registrazione delle gloriose pagine di resistenza delle donne e degli uomini repressi per trentanni da un regime demagogico e clericale che ha fomentato e finanziato coscientemente la violenza e il terrore in tutto il mondo. Basti guardare al suo operato in tutto il medioriente: dall'Iraq all'Afghanistan, dall'Egitto al Marocco, dalla Tunisia al Yemen ecc... In mezzo a tutto ciò si è accanito duramente contro coloro che hanno avuto dei ruoli nei processi di stabilizzazione dell'area mediorientale tra cui Italia, Spagna, Olanda. E' ancora fresco il ricordo di 6 soldati italiani uccisi dalle bombe iraniane in Afghansitan. Ma tornando alla situazione interna devo sottolineare che ogni qualvolta che il regime iraniano si è trovato in seri difficoltà si è immediatamente rifugiato sotto il mantello del terrorismo e della violenza e ha fatto scatenare o una guerra oppure ha finanziato e organizzato una tragedia umana da qualche parte del mondo. la guerra dei 33 giorni fa parte di questo sporco gioco strategico. Oggi, in questo articolo vorrei mettere in guardia l'intera Europa e l'America di aprire bene gli occhi perchè il regime dei mullah si trova in una seria e grave situazione esistenziale, è graqvemente ferito a tal punto che ha aperto addirittura il fuoco nella giornata di Ashura contro le donne e gli uomini in lutto per la morte di Imam Hossein. Una cosa gravissimo che nemmeno Lo Scià ha fatto durante le manifestazioni di allora registratesi durante la giornata di Ashura. In quel giorno le armi dello Scià hanno taciuto ma al contrario quelle del pretendente "capo supremo del sciismo mondiale" hanno sparato e ucciso delle donne e degli uomini sciiti: In poche parole il capo supremo, Ali khamenei deve affrontare una rivoluzione popolare contro l'intero sistema clericale esistente. Ormai la gente non grida"Wher in my vote" ma scandisce al prezzo della sua Vita "morte a Khamenei, morte alla dittatura", "viva la libertà e la democrazia"! E' per questo motivo che Iran ha bisogno di dirottare le attenzioni verso altri problemi. Secondo me l'attentato fallito sull'aereo americano( per fortuna e complimenti con chi l'ha evitato), fa parte di questa strategia, altrimenti non si spiegano come mai si sono attivati all'improvviso tutti questi gruppi terroristici islamici con tanta presa di ostaggi e uccisioni di addirittura 7 agenti della Cia in Afghnaistan? In ogni caso lo vedo doveroso specificare che ci triviamo di fronte ad un mostro ferito dall'interno che sbatte le sue braccia contro chi si trovi lungo il suo raggio di azione. Ancora debbo ribadire che dal momento che l'andamento degli eventi interni è verso la RADICALIZZAZIONE della piazza(con la relativa esclusione definitiva dei finti capi di opposizione, trascinati per collo dagli eventi pos-elettorali, e che di conseguenza dovranno alzare le mani di fronte agli attacchi del mostro della velayate Faghih, per esempio uccisione del nipote di Moussavi), dobbiamo attenderci una violenta reazione di Khamenei verso la comunità internazionale che non può restare indiffirente di fronte a tanta violenza e barbarie khomeiniste(tra cui le prese di posizioni di personalità politiche italiane Fini, Ronchi, Cicchitto, Fassino, Gsparri ecc...). E dal momento che questa situazione va verso l'incremento della violenza e non abbassamento delle cresta e che il regime dei mullah sparerà fino al ultimo secondo della sua esistenza senza dare tregua a nessuno è lecito e doveroso sottolineare, come un conoscitore e analista della situazione interna, che da questo momento in poi si può succedere di tutto e di più.
La conclusione aspetta agli analisti di professione in materia del terrorismo internazionale e agli organi competenti. Allora un buon lavoro a loro.
Karimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

 
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