mercoledì 31 ottobre 2007

IN VISTA DELLE SANZIONI, NUOVI PROVVEDIMENTI RESTRITIVI NEI CONFRONTI DEI COMMERCIANTI

Nei giorni scorsi, Ahmadinejad, il passdar presidente dei mullah , partecipando ad una cerimonia in ricordo degli studenti, "martiri di guerra"( lui e i comandanti di allora della guerra contro Iraq, gli chiamavano nelle loro comunicazioni segrete " MONOUSO", perché avrebbero potuto usarli una sola volta per pulire i campi minati), all'improvviso si è accanito contro i commercianti, coloro i quali secondo Ahmadinejad sono i veri responsabili del caro vita e li ha minacciato ad esemplari punizioni. Leggilo impiccagioni in pubblico.
La domanda nasce spontanea. Perché all'improvviso e subito dopo la nuova politica restrittiva americana? Forse ahmadinejad non sapeva che il popolo iraniano a causa delle bande economiche della Sepah Passdaran è da trent'anni che subisce il caro vita economico del paese a tal punto che a volte per sfamare i propri figli è disposto anche a vendere i figli e le reni, e che la maggior parte delle prostitute iraniane è costretta a vendersi il proprio corpo solamente per affrontare spese per malattie e sfamare i figli?
Ahmadinejad sa benissimo che la causa di tutto questo è il suo regime. E dal momento che stanno arrivando le nuove sanzioni e che di conseguenza è in vista un enorme malcontento sociale contro i mullah, Ahmadinejad sta progettando nuove pressioni e misure repressive contro la popolazione camuffate da " provvedimenti contro i commercianti disonesti".

MANIFESTAZIONE DEGLI STUDENTI DI ALLAME A TEHERAN

Foto archivio

Ieri, un migliaia di studenti dell’università di Allame di Teheran hanno manifestato contro l’atmosfera della repressione che regna all’interno delle facoltà scandendo slogan contro i mullaha e il loro presidente: “ morte al dittatore”,“ questo è l’ultimo avvertimento. Il movimento studentesco è pronto alla rivolta”.

Successivamente la manifestazione è stata caricata dalle forze di sicurezza e molti studenti sono stati arrestati e portati via nei luoghi sconosciuti. Tra gli arrestati si notano: Mahsa Mehrzad, Niloofar Abde Hagh, Behnam Sepehrmand, Arman Sedaghati, Maziar Samii, Mohammad Yazdani.

domenica 28 ottobre 2007

NESSUNO TOCCHI CAINO:" FERMIAMO LE IMPICCAGIONI IN IRAN"





sabato 27 ottobre 2007




Diritti umani violati in Iran dove il governo di Ahmadinejad reprime quotidianamente gli aneliti liberali di gran parte della popolazione, costretta a subire le violenze di impiccagioni di massa, che a scopi "educativi" il regime impone alla vista anche dei più piccoli. Una situzione denunciata da Nessuno Tocchi Caino che ha organizzato a Roma una giornata di riflessioni a cui hanno partecipato anche membri del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, che chiedono a quell'occidente democratico che ipocritamente continua a fare affari con il governo dei mullà, di essere sostenuti... (il servizio sul convegno con interviste a Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani e Sergio D'Elia, presidente di Nessuno Tocchi Caino)
Guarda il video (di PALMIRA MANCUSO immagini e montaggio ANDREA BRANCATO)

sabato 27 ottobre 2007

IRAN: AUSTRALIA, CONTRO TEHERAN SANZIONI CONCERTATE CON UE E GIAPPONE


08:33
Canberra, 27 ott. - (Adnkronos/Dpa) - Australia, Giappone ed Unione Europea dovrebbero applicare sanzioni piu' dure contro l'Iran, seguendo l'esempio degli Stati Uniti, che due giorni fa hanno adottato ulteriori misure restrittive contro Teheran, colpendo in particolare gli affari dei Guardiani della rivoluzione. A chiedere un'azione concertata e' stato il ministro degli Esteri australiano Alexander Downer, parlando alla televisione Abc: "Quello che dovremmo fare e' di applicare sanzioni piu' dure contro l'Iran. Penso che l'Ue, il Giappone e anche noi dovremmo aspettare ancora un po' e vedere se ci sara' qualche ulteriore progresso nei negoziati con gli iraniani, in particolare con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica".

venerdì 26 ottobre 2007

LA CARTA DEI VALORI DEL MINISTRO DEGLI INTERNI AMATO


AMATO CANTA LIRICA AI SORDI

Ho sentito ieri la notizia della trasferta del ministro degli interni alla grande Moschea di Roma. Ho pensato subito alla conversione religiosa di Amato, un uomo laico e molto stimato e un grande intellettuale libero. A dire la verità mi sono chiesto che ci è andato a a fare? E' andato a partecipare alla preghiera del venerdì? Oppure è andato a vedere da vicino come è la situazione religiosa dei cittadini musulmani che vivono sul territorio romano. Ho immaginato di tutto meno che della presentazione della carta dei valori: belle parole e rispettabili termini, tratti dalla costituzione della repubblica italiana, per cui la realizzazione la l'Italia stessa ha sacrificato molti dei suoi valorosi figli durante la resistenza al fascismo e al nazismo. Non sono contrario all'informazione ma sono contrario all'informazione spettacolare. Il problema dell'Italia di oggi non è con i musulmani ma con gli integralisti. Questo fenomeno, grazie alla politica di accondiscendenza ormai è entrato nella profondità delle istituzioni che vigilano sulla sicurezza nazionale. Onde non disturbare paesi fomentatori del fondamentalismo si cerca di aggirare il problema e si inventa dei scenari e situazioni che non hanno a che fare con l'integrazione di lunga duratura. Secondo me il signor ministro non avrebbe dovuto andare alla Moschea di Roma, dove oramai i suoi frequentatori sono adulti e che rispondono alla LIRICA con dei canti ARABI che sembrano addirittura dei discorsi di contestazione. Come se volessero dire " come ti permetti a venire a casa nostra a insegnarci i regolamenti per la vita democratica"!
Si, signor ministro, Lei avrebbe dovuto iniziare dalle scuole e dalle scuole arrivare alla fine del viaggio alla grande Moschea di Roma. Purtroppo anche voi a volte sbagliate. Prendiamo il caso della vostra Consulta islamica! All'inizio uno degli obiettivi della sua formazione fu contrastare il fondamentalismo e creare un organismo che possa aiutare il governo italiano a capire meglio la comunità islamica che vive sul suo territorio nazionale. Vediamo la sua composizione: ci si trovano di tutti i colori e provenienze meno che di un rappresentante della comunità iraniana, vittima del fondamentalismo islamico dei mullah.
Signor ministro è sbagliata scappare da una vipera inferocita. Prima o poi La morderà. A meno che Lei, prima possibile, si fornisca dell'antidoto e delle attrezzature idonee per allontanare il pericolo.
Al malcapitato morso dalla vipera fondamentalista islamica iraniana non bisogna dare " la Carta dei Valori", bisogna iniettarli nelle vene un antidoti specifico per la morsa di quel tipo di VIPERA. Altrimenti il malcapitato muore prima del previsto. Perché? Perché il medico gli ha prescritto la cura sbagliata e gli ha iniettato un altro veleno. Antidoto sbagliato si considera un veleno in più. Non ci crede? Per favore si informi presso gli specialisti.
cordiali saluti
Karimi davood

LACRIME DA COCCODRILLO




Ieri sera, subito dopo l'annuncio ufficiale delle sanzioni americane contro la Sepah Passdaran, ho espresso la soddisfazione della comunità iraniana non perché questo atto è una dichiarazione ufficiale di guerra contro l'intero regime dei mullah, ma solamente per il fatto che dopo quasi trent'anni di attività terroristiche della Sepah Passdaran contro il popolo iraniano e contro tutta la umanità, finalmente è arrivata un giusto riconoscimento delle nostre posizioni da parte degli Stati Uniti d'America. In questo articolo non vorrei fare la cronologia delle attività terroristiche di questo corpo armato del regime che non ha nemmeno risparmiato nella sua attività militare extratterritoriale nemmeno le forze armate dei paesi stranieri con cui il potere politico intratteneva fruttuosi rapporti economici e diplomatici. Si sa ed è ben noto il cerchio in cui la Sepah Passdaran attraverso la sua forza speciale Qods ha sempre operato e agito violentemente portando avanti la bandiera del terrore contro tutta la comunità internazionale. Per coloro che hanno la memoria corta vorrei elencare alcuni paesi in cui sono morti per colpa della Sepah Passdaran migliaia e migliaia di persone indifese e inermi: Afghanistan, Iraq, Algeria, Yemen, Africa, Sudan, Europa( dove prevalentemente sono stati mirati ed eliminati gli oppositori vicini ai Mojahedin del Popolo), America ed ecc...
Ma oggi, vorrei ricordare un altro tema che esce in questi giorni come la conseguenza di eventuali sanzioni contro il regime dei mullah. In molti ambienti politici e diplomatici vicini agli interessi del regime terroristico dei mullah, in particolare negli ambienti giornalistici che sono sotto la influenza degli iraniani, si parla spesso degli effetti delle sanzioni contro la popolazione iraniana, mettendo in guardia le conseguenze contro la popolazione. Ma la mia domanda nasce da questo argomento: è da trent'anni che noi, il popolo iraniano composto da quasi 70,000,000 di persone siamo sottoposti alle forti e violenti e disumane sanzioni di una banda dei religiosi che non ha fatto altro che spendere le risorse del paese per la costruzione della bomba atomica e per le forze terroristiche libanesi e palestinesi e di altre nazionalità, riducendoci a fame e miseria e disperazione. A tal punto che secondo i dati diffusi dallo stesso regime una grand parte della popolazione vive sotto la soglia della povertà e a volte è costretto pure a vendere i propri figli.
Vorrei sapere dove erano queste forze che oggi versano le lacrime da coccodrillo quando il popolo iraniano era e d è tuttora sottoposto alla più feroce sanzione del regime dei mullah? Perché sono stati zitti e non hanno detto niente? perché hanno stretto le mani sanguinose dei sicari dei mullah tra cui Larijani, Jalili e vari terroristi senza accennare minimamente alle condizione delle donne e degli uomini iraniani? Perchè tuttora oggi sono zitti e non parlano delle impiccagioni quotidiane che si fanno nelle strade di Teheran e di fronte alle telecamere di vari TG?
Allora vi dico, a nome del mio popolo che da trent'anni vive e lotta contro il regime terroristico dei mullah pagando anche un caro prezzo in vite umane che non abbiamo bisogno delle vostre lacrime da coccodrillo. Queste lacrime sono per la fine che farà e avrà il regime dei mullah. Ribaddisco e confermo un'altra volta che noi ( il popolo iraniano e la sua resistenza), è da anni che chiediamo forti sanzioni contro tutto il regime de mullah e allo stesso tempo il riconoscimento della resistenza come l'unico strumento capace di portare a termine un cambiamento democratico in Iran.
Ben vengano le sanzioni generali del tipo finanziario, diplomatico, militare e politico da parte della comunità internazionale e dell'ONU. E anche ben venga il riconoscimento della comunità internazionale prendendo spunto da questo coraggioso provvedimento del governo americano a favore della popolazione interna che è capace a portare forti e radicali cambiamenti in Iran. Bisogna prendere atto che per combattere il regime dei mullah esiste solo una via: lasciare il popolo iraniano ad agire con tute le sue forze e risorse. Siamo 70 milioni e possiamo affrontare una banda dei mullah e ayattolah. Il recente provvedimento restrittivo degli Stati Uniti d'America è una grande vittoria per il popolo iraniano. Allora auguri anche alla sua resistenza.
karimi davood

giovedì 25 ottobre 2007

ULTIMA NOTIZIA


IRAN: SANZIONI USA CONTRO GUARDIA RIVOLUZIONARIA

Gli Stati Uniti hanno annunciato oggi sanzioni contro le forze della Guardia Rivoluzionaria Iraniana, al Quds, per il sostegno al terrorismo, si è appreso oggi. Le sanzioni annunciate dal Dipartimento di Stato e dal Tesoro riguardano oltre venti compagnie americane, banche ed individui, comprese forze militari. Tra le accuse americane a al Quds c'é quella di favorire la proliferazione delle armi di distruzione di massa.

RICE, SANZIONI PER COMPORTAMENTO IRRESPONSABILE

Le sanzioni degli Stati Uniti contro la forza speciale al Quds della Guardia Rivoluzionaria iraniana, sono dovute al "comportamento irresponsabile" dell'Iran: lo ha detto il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, annunciando a Washington i provvedimenti insieme al ministro del Tesoro, Henry Paulson. La Rice ha aggiunto che se l'Iran non cambia linea sul programma nucleare, deve sapere che gli Usa e la comunità internazionale "agiranno" contro Teheran.

COMMENTO:

I miei migliori auguri al popolo e alla resistenza iraniana

Ma ribadisco che questi provvedimenti senza essere accompagnati da un serio riconoscimento dei diritti del popolo iraniano non possono essere efficaci. Bisogna riconoscere la resistenza iraniana e rimuovere il suo nome dalla lista nera europea e americana. In questa maniera posso assicurare che tutte le iniziative sanzionatorie avranno un effetto mortale e micidiale contro l'intero regime dei mullah. In poche parole bisogna diagnosticare bene il male che ha colpito il corpo della popolazione iraniana e allo stesso tempo accompagnare la prognosi con dei gesti di affetto e di sostegno. in modo che il corpo del paziente si senta sicuro e protetto e cosi possa reagire positivamente al male: il fondamentalismo islamico iraniano che secondo quanto ha dichiarato la signora Maryam Rajavi è mille volte piu pericolosa della sua bomba atomica.

CONFERENZA DI ROMA SUI DIRITTI UMANI IN IRAN


Ieri la resistenza iraniana, grazie alla collaborazione dell'Associazione Nessuno Tocchi Caino e Il Comitato Italiano Helsinki ha organizzato a Roma due importanti appuntamenti sulla violazione dei diritti umani in Iran. Il primo è stato alla sala Marini della Camera dei Deputati in cui hanno partecipato numerosi deputati di vari schieramenti politici. Il secondo appuntamento è stato al teatro Capranica che ha visto la partecipazione di numerose associazioni e personalità politiche iraniane e italiane. Qui sotto riporto una breve relazione scritto da Aldo Torchiaro e pubblicato sull'Opinione.it
karimi davood

La resistenza iraniana incontra la politica. Della Vedova: “Ha ragione Kouchner, apriamo gli occhi”

Il regime di Teheran è la vera minaccia

I militanti del Pmoi denunciano il pericolo dell’Iran e la brutalità della repressione. E i vertici del centro-sinistra disertano l’evento
Aldo Torchiaro

Cosa succede in Iran? Tutto e niente. Di tutto, perché a chiedere libertà e democrazia a Teheran si finisce ogni giorno impiccati. Niente, perché per il mondo il problema non esiste. Non si pone, semplicemente. E non bastano i numeri a far cambiare idea ai più: da quando Ahmadinejad è diventato presidente nel giugno del 2005, si sono verificate 500 impiccagioni, con un ritmo crescente. Dal gennaio 2007 ad oggi hanno avuto luogo 251 esecuzioni, di cui quasi 150 concentrate nel mese di giugno. Accusandoli di essere trafficanti di droga o criminali efferati, i tribunali del regime condannano a morte i dissidenti che non si piegano alla dittatura sciita dei Mullah. I Mujahedin del Popolo Iraniano, principale gruppo di opposizione ad Ahmadinejad, decimati in patria grazie ad un trattamento particolare (impiccagione nelle principali piazze delle grandi città) stanno cercando di promuovere all’estero, da New York a Parigi, passando per Roma, occasioni di dibattito. La politica italiana ha deciso di aprire il dossier ricevendo ieri, presso la sala conferenze della Camera dei Deputati, numerosi esponenti della resistenza iraniana in clandestinità. Uomini e donne, quest’ultime in gran numero, che per una volta hanno mostrato il loro volto con coraggio e si sono riuniti a Roma, davanti a quindici parlamentari di entrambe gli schieramenti, per chiedere un primo impegno alle autorità italiane: rivedere la lista delle organizzazioni terroristiche e ripristinare la giusta misura, smettendo di considerare il Pmoi, organizzazione iraniana per la laicità e la democrazia, come una “organizzazione terroristica”. Antonio Stango, radicale di Nessuno Tocchi Caino e rappresentante del comitato italiano Helsinki per i diritti umani, si fa portavoce di questa battaglia da anni. “Come è stato possibile che per anni si sia accettato un ricatto di questo tipo, inserendo partiti dell’opposizione democratica pacifica e nonviolenta nel novero delle organizzazioni terroristiche?”, si chiede. Gli amici dei Mullah sono nei gangli della politica europea, evidentemente, e contano su complicità influenti nelle istituzioni e nei governi. Mariane Rajavi, presidente del comitato per la resistenza iraniana, vive a Parigi dove ha riunito nelle scorse settimane cinquantamila persone intorno ad un evento politico senza precedenti: il primo raduno internazionale di tutte le opposizioni. Il video del suo discorso fa il suo effetto, proiettato nella sala della Camera, davanti a parlamentari e giornalisti. Una donna che parla a viso aperto di parità dei diritti tra uomini e donne, laicità, disarmo, libero mercato, amicizia con gli Stati Uniti come futuro possibile per Teheran. Una Bhutto iraniana, Mariane Rajavi, sconosciuta ai più, protetta da imponenti misure di sicurezza, minacciata ogni giorno di morte dagli emissari del regime che la pedinano nella stessa Parigi. La sua portavoce italiana, Taraneh Davaran, è una donna minuta ma non meno coraggiosa, che mattone su mattone ha costruito con la politica italiana un ponte non facile, attraversando il fiume impetuoso degli affari, delle complicità, delle minacce del regime iraniano. Guarda i deputati seduti davanti a lei con occhi nerissimi e vispi. “C’è qualcuno di voi che non sa di cosa parlo, quando dico che l’Iran esporta il terrorismo?”, grida. “C’è qualcuno di voi che non si rende conto di come a Teheran si stia fabbricando non una, ma tante bombe atomiche?” E poi chiede: “Fino a che punto si può trattare con Hitler?”. La platea è attonita, qualcuno quasi realizza lì per lì di trovarsi di fronte ad un’emergenza senza precedenti. Stefania Craxi, parlamentare azzurra e presidente della Giovane Italia, le va incontro: “Vedo con piacere e con ammirazione che l’opposizione sta alzando la testa e so quanto questo costi in termini umani. Ma la libertà è una condizione essenziale dell’essere umano, non è un valore che qualcuno può pensare di barattare per ragioni economiche. La maggioranza di centrosinistra, presente in sala, schiera qualche parlamentare per fare numero, ma non sembra aver colto la natura dell’incontro. C’è Leoluca Orlando, ultimamente in quota all’Italia dei Valori, c’è quel che rimane del Psdi nella persona del segretario Giorgio Carta, c’è Acerbo di Rifondazione, Pettinari di Sinistra Democratica e Raffaello De Brasi della Quercia. Ma non a caso nessuna figura di peso istituzionale. Sottolineato: non per caso. E allora spetta ad Elisabetta Gardini invogliare le due parti della politica italiana a lavorare insieme stendendo un accordo di supporto congiunto alla resistenza iraniana. E ancora: è Beatrice Lorenzin, presidente di Forza Italia Giovani, che raccoglie più applausi a scena aperta, lanciando il progetto di gemellaggio a distanza tra studenti italiani ed iraniani. Tira le somme Benedetto Della Vedova, Riformatori Liberali: “Ahmadinejad è un leader pericoloso per il mondo, non solo per gli iraniani. Dobbiamo aiutare la resistenza iraniana come possiamo, dall’esterno e dall’interno. Ma come?” si chiede. E citando il raduno parigino degli iraniani democratici, ricorda le parole del ministro degli esteri francese: “Sono rimasto molto colpito dalle parole di un ministro dello spessore di Bernard Kouchner, quando dice che un attacco militare all’Iran deve essere messo in agenda”. La sala segue come un sol uomo, non vola una mosca. “Non che io ritenga che domani si debba bombardare Teheran, ma temo che il peggio possa arrivare, anzi – conclude Della Vedova – stia per arrivare. Perché non abbiamo a che fare con un buontempone che le spara grosse, ma con un pericoloso criminale messo a capo di uno Stato potente. E quindi è meglio aprire troppo gli occhi che non aprirli affatto”.

ULTIMA NOTIZIA




New York 25 ottobre 2007
Gli USA stringono la morsa sull'Iran: Guardiani della rivoluzione dichiarati terroristi


L'amministrazione Bush sta per introdurre nuove misure unilaterali nei confronti dell'Iran: la divisione "Quds" dei Guardiani della rivoluzione verrà dichiarata organizzazione terroristica, nelle prossime ore, dal segretario di Stato Condoleeza Rice, e dal segretario del Tesoro Henry Paulson, secondo quanto anticipano fonti della Casa Bianca citate oggi dal New York Times. E' la prima volta che una forza militare regolare di un Paese sovrano viene iscritta nella lista nera del Dipartimento di Stato.
L'adozione della misure bloccherà qualsiasi relazione commerciale con i Guardiani della rivoluzione, e renderà possibile il congelamento dei conti esteri e di altri beni della forza militare creata subito dopo la rivoluzione khomeinista. Lo scorso agosto, la Casa Bianca aveva preannunciato l'intenzione di dichiarare l'intero corpo dei Guardiani della rivoluzione un'organizzazione terroristica straniera, sollevando aspre critiche fra gli alleati europei.
Il quotidiano americano considera la misura introdotta oggi come una soluzione di compromesso. Qualsiasi istituzione finanziaria americana in possesso, o in controllo, di beni delle forze speciali Quds dovrà' trasferirli al dipartimento di Stato. Considerati gli scarsi rapporti commerciali fra Washington e Teheran il principale effetto di questa misura è politico, sottolinea il New York Times.


COMMENTO: Questo provvedimento degli Stati Uniti d'America è un buon segnale di fermezza nei confronti del corpo terroristico dei mullah iraniani. Che ben vengano altri provvedimenti restrittivi nei confronti del regime dei mullah con tutti i suoi meccanismi e istituzioni. Non bastano solo delle sanzioni contro un solo organo terroristico. Si sa che secondo la costituzione del regime dei mullah, " tutti gli organi e le istituzioni e mezzi a disposizione delle repubblica islamica iraniana devono essere usati nella direzione della diffusione dell'islam ". Il che significa che l'intero regime iraniano, dalla A alla Z funzionano e lavorano in direzione della diffusione del terrorismo e dell'integralismo islamico iraniano. Allora è necessario l'adozione delle severe e generali sanzioni contro tutto il regime e non solo contro la Sepah passdaran. La Sepah è un organo esecutivo del pensiero fondamentalista del regime dei mullah. Di conseguenza per colpire bene questo organo bisogna mirarla sulla testa. Il capo supremo religioso chiamato Velayate Faghih: attualmente Ali Khamenei.

E poi affiancare le sanzioni con delle azioni incoraggianti indirizzate alla popolazione iraniana. Cioè l'adozione dei provvedimenti che affianchino e incoraggino il popolo iraniano nel ripristinare i loro diritti legittimi finalizzati a cambiare democraticamente e radicalmente il regime terroristico dei mullah. Per esempio: la rimozione del nome della resistenza iraniana dalla lista nera europea e americana. Sicuramente, in questo caso, il regime dei mullah comprenderà meglio il messaggio della comunità internazionale. Per curare il tumore maligno chiamato il fondamentalismo islamico iraniano bisogna dotarsi della prontezza, della fermezza e della determinazione. Altrimenti la metastasi è in un' immediata prospettiva. In quel caso non so chi vincerà chi? Ma sono sicuro che il malato colpito dal tumore, non avrà grandi chance se non quello di appellarsi a qualche pellegrinaggio di fortuna presso qualche luogo che lo operi chirurgicamente. Ma come abbiamo sempre ripetuto la soluzione di questo tumore non è la guerra dall'estero oppure la cura amorevolmente portato avanti dall' alto rappresentante della politica estera della comunità europea Solana.

Secondo quanto hanno riportato le agenzie, Solana ha detto che " erano già difficili le trattative sul nucleare, adesso con l'estensione della delegazione iraniana le trattative diventeranno assai più difficili". E' vero signor Solana. Diventeranno talmente difficili che alla fine lei sarà costretto ad ammettere che in questi anni " sono stato preso in giro dai mullah e ho pestato acqua nel mortaio".

Spero che arrivi prima possibile quel giorno. E ancora spero che quel giorno non sia troppo tardi. Il regime dei mullah, una volta costruita la bomba atomica, non parlerà più con la diplomazia. Cambierà sicuramente il suo linguaggio.

karimi davood


martedì 23 ottobre 2007

INCONTRO SUL NUCLEARE TRA SOLANA E I FANTASMI!!!


CON LE TRATTATIVE DI OGGI, L'EUROPA "PESTA L'ACQUA NEL MORTAIO"

Ammesso che oggi vada a buon fine l'incontro tra il responsabile della politica estera d'Europa e il duo Larijan-Jalili, ma la domanda fondamentale rimane sempre quella: l'Europa con chi dialoga?Con delle persone che non si sa che fine fanno tra un giorno o un mese oppure quando tornano a Teheran? L'Europa perché si presta a questo sporco gioco iraniano finalizzato a temporeggiare ed acquistare il tempo necessario per la costruzione della bomba atomica? L'Europa ancora non si è reso conto della finalità iraniana sul nucleare? Le domande sono tante. Ma dal momento che il tempo è stretto e prezioso cerco di sintetizzare le mie opinioni su queste trattative. La resistenza iraniana fin dal primo giorno, quando ha rivelato per primo i piani segreti del regime dei mullah, ha ribadito e sostenuto la nullità delle trattative con i sicari iraniani. E ha ripetutamente affermato in molte occasioni che loro approffitano di queste trattative per acquistare il tempo necessario alla costruzione della bomba atomica e allo stesso tempo sfuggire alle eventuali sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. In questi 4 anni i mullah hanno dimostrato e riconfermato sia la esattezza delle posizioni della resistenza iraniana che le vere intenzioni del regime dei mullah. Appunto la costruzione della bomba atomica come l'unica garanzia per la sopravvivenza del regime. Il timore iraniano è concentrato su un unico fatto che si sintetizza in queste povere parole: l'unione e connubio tra il dissenso popolare e il dissenso internazionale. Cioè la fine dell'integralismo islamico dei mullah. E naturalmente l'uso della bomba atomica va letto in questa direzione. Evitare l'unione tra questi due fattori. Adesso la mia domanda è questa: l'Europa, rappresentato dal responsabile della sua politica estera, Solana, simbolo della politica di accondiscendenza, può convincere il regime dei mullah, con delle trattative senza sensi e a volte con dei fantasmi, ad abbandonare l'unica arma extra strategica, che sicuramente gli prolungherà per alcuni decenni la sua maligna esistenza? Che cosa intende ad ottenere il responsabile esteri europeo con le trattative con i fantasmi? Accettare a dialogare con una persona appena licenziata è un segno della forza o della debolezza? Il licenziato Larijani e il suo collega appena nominato a capo della delegazione negoziatore sono seri partner ad altezza delle delicatissime trattative nucleari? Oppure anche l'Europa si presta facilmente ai giochi dei Mullah? In ogni caso il popolo iraniano ha ragione quando dice che Ayattolah Solana con queste trattative " pesta acqua nel mortaio". E naturalmente favorisce, volontariamente e involontariamente, la costruzione della bomba atomica e di conseguenza l'avvenuta della guerra tra Iran e la comunità internazionale. In quel caso, il signor Solana e la compagnia saranno riconosciuti i veri, dopo i dirigenti iraniani, responsabili di una catastrofica guerra.
Concludo e ribadisco che la vera soluzione è quella di interrompere immediatamente qualsiasi trattativa e chiedere al Consiglio di Sicurezza dell'ONU l'adozione di severi provvedimenti sanzionatori generali nei confronti del regime dei mullah. La fermezza è l'unica lingue con cui si può parlare con i mullah. Il resto è " pestare acqua nel mortaio".
karimi davood

lunedì 22 ottobre 2007

INTERESSANTE LETTERA DI WALTER VELTRONI AL CORRIERE DELLA SERA


La lettera al Corriere di Walter Veltroni


Fermare subito l’Iran


Caro Direttore, le notizie che arrivano dal mondo in questi ultimi giorni ci impongono di alzare la testa dalle nostre faccende domestiche per riflettere e costruire una risposta politica ai rischi crescenti di instabilità internazionale. Se guardiamo la carta geografica è impossibile non vedere come si moltiplichino i conflitti militari e politici che investono una vasta cintura del mondo che parte da Israele e Palestina, bloccati da uno stallo politico, prosegue in Iraq e Afghanistan— dove continuano i combattimenti— e in Iran dove cresce la tensione politica per la rincorsa atomica di Teheran, si allunga nel Pakistan del tragico e fallito attentato contro Benazir Bhutto, termina in quella lontana Birmania sulla quale troppo rapidamente sta calando l'attenzione internazionale.
È in questo quadro che il presidente Putin ha annunciato l'altroieri un nuovo piano di sviluppo e di ammodernamento dei propri armamenti convenzionali e nucleari. Le minacce alla sicurezza internazionale negli ultimi anni sono cresciute ed hanno assunto forme nuove, sempre più difficili da contrastare poiché spesso centrate sul fattore etnico o religioso. Dopo anni di riduzione degli arsenali, le potenze di ieri sono tornate ad aumentare sensibilmente le spese militari: Pechino dichiara di voler modernizzare i propri armamenti, inclusi nuovi vettori balistici nucleari che preoccupano Taiwan; Washington sta lavorando a nuove micro-bombe atomiche capaci di scardinare i bunker sotterranei; Mosca ricomincia a far volare i propri bombardieri nucleari.
Comese non bastasse, sull'altro fronte crescono gli Stati che, in violazione dei trattati di non proliferazione, reclamano il diritto di un proprio accesso alla risorsa atomica per scopi civili e militari, come insegna il caso iraniano e l'insidiosa sponda offerta recentemente da Mosca. Ma anche al di là dell'oceano, gli accordi di cooperazione nucleare fra gli Stati Uniti e l'India, patrocinati dall'amministrazione Bush, hanno accettato implicitamente la dotazione nucleare militare di Delhi, generando una risposta nel vicino Pakistan. La potenza militare sembra insommatornare ad essere la misura del peso di un Paese negli equilibri regionali e mondiali, la minaccia di un suo uso non è più un tabù.
E lo stesso rischio di proliferazione di armi nucleari o «sporche » in Paesi instabili o non democratici e l'ipotesi che gruppi terroristici possano entrare in possesso di quel tipo di arma pare uno scenario dimenticato dagli analisti. L'unica buona notizia in questo panorama preoccupante è stata la sospensione del programma nucleare nordcoreano che avrebbe innescato un terribile domino atomico anche nell'Asia del Nord-Est. Noi siamo convinti che le armi nucleari non solo non possano essere mai considerate un’opzione realistica ma che si debba riprendere un impegno per il loro progressivo smantellamento. Un Mediterraneo pacificato e un Medio Oriente denuclearizzato rappresentano il primo vero grande test per la comunità internazionale. In tal senso è necessario fermare con una decisa azione politica il programma nucleare iraniano e garantire condizioni di sicurezza a tutti gli attori della regione, a partire dallo Stato di Israele.
Ma non ci nascondiamo che ci preoccupa come europei anche la tensione politica generata dalle dichiarazioni di Putin e dal progetto di scudo spaziale antimissile che Washington vuole installare in Repubblica Ceca e Polonia. Èindispensabile, perciò, un’iniziativa italiana ed europea per fermare il rischio di un riarmo nucleare e convenzionale capace altrimenti di generare una seconda guerra fredda. E suona amaro e paradossale riflettere come l'orizzonte temporale del piano di riarmo russo indicato da Putin sia quel 2015 che le Nazioni Unite hanno indicato come traguardo consacrato al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. La proliferazione degli armamenti non solo alimenta nuovi conflitti ed aumenta l'insicurezza internazionale ma sottrae risorse decisive che dovrebbero invece essere destinate alla riduzione della povertà, allo sviluppo sostenibile del pianeta, al contrasto del cambiamento climatico. Siamo dunque davanti ad un drammatico bivio: la scelta della direzione da intraprendere dipende anche da noi.
Walter Veltroni20 ottobre 2007

sabato 20 ottobre 2007

LICENZIATO LARIJANI: UNA GRANDE CHIRURGIA-AMPUTAZIONE


Finalmente è arrivato la notizia delle dimissioni( chiamalo licenziamento) di Larijani, uno dei più politici e ideologici uomini del regime dei mullah. E' molto significativo il suo allontanamento chirurgico. L'occhio di lettura deve concentrarsi sulle enormi difficoltà e crisi profonde in cui si versa l'intero regime dei mullah: il vicolo cieco atomico, manifestazioni popolari e il dissenso sociale, il terrorismo, la repressione interna. Sono tutti fattori che in qualche modo influiscono ed entrano come il sangue che entra all'interno del corpo umano. Ma nel caso del regime tutti questi fattori funzionano come il veleno che ha dovuto bere Khomeini quando accettò il cessate il fuoco con gli iracheni. La situazione attuale mondiale grazie a qualche forma di fermezza dimostrata contro il progetto atomico militare ha avuto il suo primo effetto mortale. Larijani non è un uomo qualsiasi. E' uno dei pilastri della politica estera ed interna. Insieme a suo fratello Javad Larijani hanno in mano la politica estera e il potere giuridico dei mullah. Di recente, Javad, suo fratello, a proposito della lapidazione delle donne ha detto:" è meglio la lapidazione che impiccagione. Anche perchè dalla lapisazione si può sfuggire ma dall'impiccagione no"!!!
Comunque secondo me le dimissioni accettate di Larijani da parte del governo di Ahmadinejad è una grande vittoria per il popolo iraniano. Siamo riusciti, grazie alle rivelazioni e sacrifici della resistenza iraniana, a metterlo in ginocchio e far alzare le mani ad uno degli piu feroci uomini del regime, già comandante della Sepah Passdaran nonche per lunghi anni capo della radio tv iraniana. Adesso bisogna chiedere a Solana cosa intende di fare dato che il suo piu fidato e convinto partner politico è morto politicamente. Se oggi Larijani ha alzato, in segno di resa, le mani, il fatto significa che è andato perduto quasi tre anni di lavoro di Solana a proposito delle trattative sulla costruzione della bomba atomica. Cioè tre anni persi per la comunita internazionale e tre anni guadagnati a favore del regime dei mullah. D'ora in poi, il regime dei mullah sostituendo Larijani con un altro uomo di sua fiducia puo tranquillamente smentire tutto quello che è stato fatto insieme a Larjani. Mi auguro che la comunita internazionale in special modo Ayattolah Solana, capostipite della politica di accondiscendenza se ne renda conto di questo fallimento politico ( chiamalo anche presa in giro). Di recente, specialmente durante la visita di Putin, assai importante per la politica atomica dei mullah, è stato notato fortemente l'assenza di Larijani. Comunque è già designato il suo successore: Said jalili, già direttore della sezione Europa e America del ministero degli affari esteri. Ilportavoce di Ahmadinejad, interrogato sul appuntamento di Martedi a Roma ha detto" l'incontro si farà. Forse Jalili da solo rappresenterà Iran. Forse andrà insieme a larijani. Comunque l'incontro ci sarà". Però bisogna sapere se il partner europeo è disposto a ricevere una persona già licenziata e già ripudiata come Larijani. Una cosa è chiara. Il problema atomico dei mullah è diventato, grazie alla resistenza iraniana, un cappio al collo dei mullah. Più si agitano più si stringe intorno al loro collo.
Ultimamente Ahmadinejad aveva parlato di alcuni uomini del regime "impauriti da alcune risoluzioni dell'Onu che non valgono nemmeno una carta straccia". Dopo tali affermazioni è saltata in aria la testa del capo della Sepah Passdaran, Safavi, sostituto con Jafari, capo ufficio strategico della stessa Sepah Passdaran. Tutti questi eventi confermano quanto ha sostenuto la resistenza iraniana. Cioè quando la comunita internazionale dimostra la fermezza allora il regime dei mullah si ritira indietro. Secondo me il regime di Teheran è piu debole di una carta straccia. Basta una mossa decisa e ferma a farla tremare come una foglia. Gli ultimi eventi repressivi tra cui le impiccagioni pubbliche, le esecuzioni di massa e le iniziative repressive contro i giovani " delinquenti" dimostrano la paura del regime di Khomeini. La paura che il dissenso sociale si unisca al dissenso internazionale. Una miscela micidiale: significa la terza via di Maryam rajavi. Piu efficace della bomba atomica. Infatti i mullah stanno facendo del tutto per costruire la bomba atomica e di conseguenza evitare l'unione tra questi due fattori: il dissenso interno piu il dissenso internazionale. I miei migliori auguri alla resistenza e al popolo iraniana. Il merito e il riconoscimento va a loro. Al popolo iraniano basterebbe un solo sostegno morale alla sua causa. Senza interferenze militari. Al resto ci pensa la popolazione con tutte le sue forze e risorse umane per creare un cambiamento democratico e ripristinare la democrazia e la libertà in Iran. Due elementi per cui la realizzazione, la resistenza iraniana, in questi 28 anni ha dedicati piu di 120000 uomini e donne.
karimi davood

venerdì 19 ottobre 2007

UN INTERESSANTE ANALISI DI LUCIO CARACCIOLO DI LIMES







Ottobre 19, 2007
Liquidare l’Iran e salutare il Medio Oriente
di Lucio Caracciolo
Gli Stati Uniti stanno stringendo il cerchio intorno a Teheran. Gli obiettivi di Washington e il ruolo di Cheney. Il colpo di coda del "momento unipolare". La prospettiva vista dall'Iran e il ruolo degli europei.
L’Iran è ormai nel mirino di Bush. Nessuna decisione finale è stata presa alla Casa Bianca, ma il cerchio intorno a Teheran si sta stringendo. I piani d’attacco contro i siti nucleari, ma anche contro le infrastrutture militari (e non solo) del paese sono pronti e vengono continuamente aggiornati. Se il presidente darà luce verde, aerei, navi e missili americani, con l’accompagnamento di azioni più o meno coperte di commandos, scateneranno l’inferno. Obiettivo massimo (quasi impossibile): un colpo di Stato che porti al potere una presunta fazione amica degli Usa; obiettivo minimo (più che possibile): liquidare per il tempo prevedibile la potenza iraniana e forse l’Iran in quanto Stato, eccitando i separatismi etnici, in particolare quelli curdo, baluci e arabo. Insomma, l’Iran verrebbe degradato da potenza regionale a failed State in qualche settimana di bombardamenti. Il tutto prima di marzo, quando nelle elezioni iraniane “rischiano” di prevalere gli avversari di Ahmadinejad, più o meno “centristi” e moderati: a quel punto qualsiasi attacco sarebbe difficilmente presentabile all’opinione pubblica americana e mondiale.La guerra – non i semplici strike – è l’opzione di Cheney, contrastata da quasi tutto il Dipartimento di Stato e da parte del Pentagono. Il recente riferimento di Bush alla “terza guerra mondiale” come conseguenza della produzione di una bomba atomica persiana può essere inteso come il segno di un’escalation propagandistica che prepari il suo pubblico alla guerra, ma anche come una pressione sugli alleati europei affinché accettino un nuovo round di sanzioni contro Teheran, fuori del Consiglio di Sicurezza, dove il veto russo è certo.I sostenitori americani della guerra spiegano che in questo confronto gli Stati Uniti hanno messo in gioco tutto il loro residuo prestigio. Dopo aver detto e ripetuto che non tollereranno mai un Iran atomico, non possono permettersi di essere smentiti. Altri sostengono che c’è di più: da troppo tempo l’America è concentrata sul Medio Oriente, contro il “terrorismo islamico” e i suoi protettori. Un nemico non strategico.
Non è possibile occuparsene ancora a lungo, mentre la Russia rialza la testa e la Cina si convince di essere destinata al rango di superpotenza del XXI secolo. Le due scuole di pensiero non si escludono, anzi convivono nell’idea di dover comunque chiudere la partita iraniana e quindi mediorientale. E di dover riaffermare, con uno straordinario show di potenza militare, la primazia degli Stati Uniti nel mondo.Così inteso, il possibile attacco all’Iran è il colpo di coda, probabilmente tardivo, dei teorici del “momento unipolare”, ossia di chi crede che dopo la fine della guerra fredda gli Usa siano abilitati a dettare la loro agenda al mondo. Che i fatti abbiano smentito questa ambizione, poco importa a chi è sinceramente pervaso dalla fede nella missione americana e nella necessità di svolgerla, se necessario, senza o contro il resto del mondo.In Iran, dopo un lungo periodo di indifferenza o di incredulità, le diverse leadership del paese, sia la clericale che la militare (sempre più potente), stanno adattandosi all’idea che l’attacco ci sarà. Chi si attiva per scongiurarlo – in particolare i pragmatici attorno a Rafsanjani, alleati con ciò che residua del riformismo khatamiano – chi invece lo auspica: Ahmadinejad e la sua cerchia di fedelissimi, sinceramente messianici nella loro visione del mondo. La guerra infatti rafforzerebbe il presidente e costringerebbe i suoi oppositori (ve ne sono molti persino fra i pasdaran) a serrare le fila per il supremo bene della patria. Sempre che l’attacco si esaurisse presto e quindi non devastasse completamente il paese (come invece vorrebbe Cheney).In questa partita, come al solito, gli europei contano poco o nulla. Il fatto che la Francia, portatrice di un’idea sacrale del Consiglio di Sicurezza in quanto membro permanente con diritto di veto, prema per sanzioni anche esterne all’Onu, significa che Sarkozy si è convinto, dopo la vacanza americana, che un attacco Usa all’Iran sia inevitabile. Le nuove sanzioni probabilmente non serviranno, e a quel punto la scelta finale passerà nelle mani di Bush. Non è scontato che sia la guerra, ma intanto tutti si preparano al peggio, anche chi spera sia ancora possibile evitarlo.

ULTIMA NOTIZIA: TAMBURI DI GUERRA



Notizie Ansa

Iran: Pentagono pronto ad agire


Lo ha detto il capo degli Stati Maggiori(ANSA) - WASHINGTON, 18 OTT - Il Pentagono dispone di forze sufficienti per eventuali azioni militari contro l'Iran, se arrivasse l'ordine dalla Casa Bianca.Lo ha detto il nuovo capo degli Stati Maggiori, ammiraglio Michael Mullen, sostenendo che l'impegno in Iraq e Afghanistan non limita le opzioni militari disponibili per fare i conti con Teheran. Le attivita' iraniane di sostegno agli insorti in Iraq - ha aggiunto Mullen - sono motivo di 'una enorme e crescente preoccupazione' sulle intenzioni dell'Iran.
Commento: Come avevo ribadito in diverse occasioni, la macchina della guerra è ormai alle spalle del teatro della guerra. E' giunta alla destinazione. E' pronta a scatenare la più feroce e devastante guerra che l'umanità abbia mai testimoniato: guerra classica contro il fondamentalismo islamico basato sul terrorismo. E' una guerra di cui non sappiamo come sarà la fine. Ma non ci dobbiamo disperare. Ancora c'è il tempo necessario per fermarla. La soluzione esiste. I protagonisti sono vivi e vegeti. Bisogna aver il coraggio di ammettere che la guerra non è la soluzione al fondamentalismo islamico khomeinista. Non sempre la guerra è la soluzione finale. Anche perché il nemico dell'umanità, come ha dimostrato nella sua maligna vita trentennale, non rispetta nessuna norma internazionale. Nel caso della guerra scatenerà la sua furia terroristica e il suo odio medievale contro tutta la umanità. Allora, cosa bisogna fare? Niente la soluzione è semplice. Bisogna dare la possibilità di cambiamento al popolo e alla resistenza iraniana. Come ho sostenuto ripetutamente, questa soluzione è la via più breve, più sicura, meno sanguinosa per la comunità internazionale, e più sicura a portare alla soluzione finale la voglia della democrazia e della libertà della popolazione. Secondo me in questo momento, raccogliersi intorno allo slogan" NON ALLA BOMBA ATOMICA DEI MULLAH", è un dovere storico e umano di tutte le forze politiche e non che credono nella pace e nella democrazia. Oggi, quei pacifisti che si schierano contro la guerra e naturalmente contro gli Stati Uniti d'America, trascurano una realtà e commettono un grande e grave errore strategico. Per schierarsi a favore della pace si deve, oggi, schierarsi contro la bomba atomica dei mullah. Si, lo so, a volte la storia fa brutti scherzi. Ma questa volta bisogna aprire gli occhi con più intelligenza e più realismo e indovinare politicamente e strategicamente chi è il vero pericolo? Una volta fatto attentamente questa ricerca sono sicuro che si cambieranno gli equilibri esistenti e il regime dei mullah sicuramente si sentirà più isolato e meno tutelato di quanto sia oggi. Devo ribadire che Teheran ha sempre approfittato di questa realtà occidentale di anti americanismo esistente tra le forze di sinistra e così è riuscito a mascherarsi e nascondersi dietro il finto vittimismo "dell'imperialismo americano"!!!
Concludo e sostengo che questa volta la colpa di un eventuale guerra è totalmente è a carico del regime fondamentalista e guerrafondaio dei mullah compreso il loro programma atomico militare. E' da tre anni che prende per in giro la comunità internazionale trascurando diverse risoluzione approvate da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU portando avanti segretamente il suo progetto per la costruzione della bomba atomica e minacciando l'eliminazione d'Israele.
karimi davood

giovedì 18 ottobre 2007

NUOVA ONDATA DI IMPICCAGIONI IN IRAN

LA CAPITALE IRANIANA: TEHERAN

Teheran 18 ottobre 2007
Iran, altre 9 impiccagioni: nel 2007 eseguite 221 condanne a morte


Nove persone, tra le quali una donna, sono state impiccate oggi nella capitale iraniana. Riconosciuti colpevoli di omicidio, i condannati si trovavano nella prigione di Evin, situata nella parte nord di Teheran, dove è stata eseguita la pena. La notizia è stata diffusa dal quotidiano "Iran", secondo il quale la donna e gli otto uomini giustiziati avevano commesso numerosi omicidi, e alcuni di essi avevano anche stuprato le loro vittime. La donna, Fakhteh di 30 anni, era stata condannata per aver ucciso nel 2001 il suo datore di lavoro. Queste nove esecuzioni portano a 221 il totale delle impiccagioni eseguite in Iran dall'inizio dell'anno. Dallo scorso luglio, sono state condannate a morte e uccise 42 persone per reati di omicidio, stupro, furto e sequestro di persona. Questa mattina, in un'altra località iraniana, erano stati impiccati due membri del partito separatista curdo raniano Pdki.

ALLARME DI BUSH: VENTI DI GUERRA



Allarme di Bush per Terza guerra mondiale con nucleare all'Iran
mercoledì, 17 ottobre 2007 10.16
Versione per stampa

WASHINGTON (Reuters) - Il presidente americano George W. Bush ha lanciato oggi l'allarme dicendo che un Iran con a disposizione un arsenale nucleare potrebbe portare a una Terza guerra mondiale, mentre intanto la Casa Bianca cerca di rafforzare l'opposizione internazionale nei confronti di Teheran.
Bush ha parlato all'idomani della visita in Iran del presidente russo Vladimir Putin, che ha respinto le pressioni occidentali per inasprire la sua posizione sul programma nucleare iraniano e chiarito che la Russia non accetterà nessuna azione militare contro l'Iran.
Nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca, Bush ha manifestato la speranza che Putin lo informi sui suoi colloqui avvenuti a Teheran e ha detto che gli chiederà di spiegare le sue recenti dichiarazioni sulle attività nucleari dell'Iran.
La scorsa settimana Putin aveva detto che la Russia "partirà dalla posizione" che Teheran non ha piani per sviluppare armi nucleari anche se condivide le preoccupazioni internazionali dicendo che i programmi nucleari iraniani "devono essere il più trasparenti possibili".
Bush, che continua a ribadire di volere una soluzione diplomatica alla vicenda iraniana, sta spingendo per una terza serie di sanzioni dell'Onu contro il Paese.
Commento: La via per la pace, secondo me, attraversa la via del riconoscimento dei diritti del popolo iraniano e della sua resistenza. Senza riconoscere questa opzione, semplice e indolore e intelligente, la guerra sarà certa e sicura e assai violenta e sanguinosa. Perché sarà una guerra meta classica e meta del tipo terroristico da parte del regime dei Mullah. Intendiamoci bene. Ormai il popolo iraniano paga quotidianamente le conseguenze devastatrici di questo regime terroristico sia in campo umano che di vita giornaliera. Basti guardare al numero delle impiccagioni di questi ultimi giorni, il tasso di disoccupazione, indice di povertà, indice di prostituzione, indice di violenza e di delinquenza, indice della precarietà sociale ed economica della popolazione, e ci si rende che conto in che inferno si trova la gente. Le conseguenze della guerra sono assai Più dannose per la comunità internazionale che per noi iraniani. Gli stessi dirigenti del regime dei mullah hanno ripetutamente dichiarato senza peli sulla lingue che risponderanno con tutta la loro potenzialità terroristica ad un eventuale azione di guerra contro il loro regime. Secondo me la soluzione va cercata all'interno del paese e all'interno della popolazione. Dal momento che il regime dei mullah è il vero problema del medioriente allora è giusto che vada cercata la sua soluzione all'interno del paese. Cioè dare la voce all'Iran democratico e libero di poter riscattare e risolvere la questione e condurre il paese verso un futuro democratico, pluralista e libero. Cioè la soluzione alla guerra è la terza via, quella presentata dalla Signora Maryam Rajavi, presidente eletta dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana: per rimuovere il regime terroristico dei mullah e mandare alla pattumiera della storia il fondamentalismo islamico khomeinista e allontanare per sempre il pericolo del integralismo islamico che incombe come un tumore maligno sull'umanità non è necessario fare la guerra da fuori. Basta riconoscere al popolo iraniano e alla sua resistenza organizzata il diritto e il dovere di cambiare con le loro potenzialità l'attuale situazione politica. In poche parole rovesciare il regime islamico. Senza spargimento di sangue da parte degli stranieri. Basterebbe la rimozione del nome della resistenza iraniana dalle liste nere europee e americane come il primo passo per vedere la chiara prospettiva ed efficacia di tale opzione: Terza via di Maryam Rajavi.

mercoledì 17 ottobre 2007

ULTIMA NOTIZA:I MULLAH HANNO IMPICCATO FAKHTE SAMADI




IMPICCATA FAKHTE SAMADI




Ancora non riesco a capacitarmi. Nonostante la presenza di Putin, il regime dei mullah ha impiccato stamattina 11 persone tra cui fahkte Samadi, a cui a favore avevamo iniziato una campagna, e un ragazzo di 18 anni di nome Amir Asgari.

Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla campagna per salvare la vita di Fakhte Samadi.

Andiamo avanti con più determinazione e più fermezza e più che mai convinti che il sangue di fakhte irrigherà l'albero della libertà e della democrazia in Iran e segnerà la fine certa del regime teocratico e misogenico dei mullah.

Viva il ricordo di Fakhte.

karimi



IRAN- EMERGENZA DIRITTI UMANI: LE DICHIARAZIONI DI SALTAMARTINI(AN)






martedì 16 ottobre 2007
La coordinatrice del dipartimento pari opportunità di An: "La comuntià internazionale intervenga"
asg ( Agenzia di Servizi Giornalistici), 16 ottobre - "La comunità internazionale deve intervenire per ricondurre il Governo iraniano ai suoi impegni civili e politici e al rispetto dei diritti umani. La politica di repressione portata avanti da Teheran sta infatti producendo centinaia di vittime, soprattutto tra le donne, e non solo con esecuzioni sommarie ma anche con la negazione di ogni libertà della persona.
Ne è prova il suicidio della studentessa incarcerata per aver fatto una carezza al fidanzato, un suicidio che suona come un omicidio perché indotto dalla vergogna e dalla negazione della sue libertà fondamentali." Questo l'appello lanciato da Barbara Saltamartini, coordinatrice nazionale del dipartimento Pari Opportunità di An e membro dell'esecutivo nazionale di Partito, a seguito della morte, per suicidio, di una studentessa iraniana incarcerata perchè accusata di aver commesso atti osceni in luogo pubblico."Episodi del genere non devono piú accadere perché sono una ferita non solo per la società iraniana ma per tutta la comunità internazionale. Per questo - dichiara la coordinatrice - il nostro impegno deve essere nel senso di una condanna netta e condivisa di questa politica repressiva, per garantire il rispetto dei diritti umani e fermare questa vergognosa escalation di violenza e di morte" (red).

martedì 16 ottobre 2007

LETTERA APERTA DI PROTESTA AL PRESIDNETE DELLA CAMERA BERTINOTTI


Caro presidente
Il sottoscritto mi permetto di scriverLe per ricordare alcune fondamenta e realtà trascurate e calpestate volontariamente da Lei: il primo punto è il fatto che tenendo conto della situazione attuale in medi oriente, anche una persona non politicizzata può testimoniare che il regime dei mullah ha un ruolo destabilizzatore e non stabilizzatore in Medioriente. Basti guardare le sue innumerevoli interferenze terroristiche in tutti i quattro angoli della terra in particolare in medioriente e nel processo della pace tra gli israeliani e i palestinesi. Basti guardare tutto quello che è successo ed tuttora succede in Iraq dove quotidianamente i civili inermi iracheni e i militari di tutte le nazioni saltano in aria con le bombe mandate dai mullah. Ammesso che anche Lei non sia dell'opinione, come la pensano i mullah iraniani, che la colpa è interamente degli Stati uniti d'America! Basti guardare i rapporti dei vostri servizi segreti operanti sui teatri di guerra e rendersi conto di quanto siano lunghe le mani dei mullah nel processo di destabilizzazione dell'area mediorientale. Credo che loro, i vostri servizi parlino e scrivano in italiano! Se tutto ciò non La convince ancora basta andare e guardare i famigliare delle vittime del terrorismo iraniano sparsi in tutto il mondo: Argentina, Roma, dove fu assassinato il nostro rappresentante Mohammad Hossein naghdi, Libano, Palestina, Algeria, Iraq, Afghanistan, Yemen, Mali, Egitto, Nassiria, ecc...
Signor Presidente
posso riportare talmente tanti motivi e prove per cui il regime dei mullah è una forza destabilizzante che alla fine dovremmo farne un voluminoso libro! Le faccio risparmiare. Il suo tempo è prezioso.
Signor presidente Lei quando stringeva le mani dei carnefici, gondolanti del sangue dei giovani iraniani, non si è sentito male? Forse i suoi collaboratori non le avevano ben informato che questi signori sono esattamente dello stesso pasto di quegli uomini che con la maschera scendono in piazza e impiccano i giovani iraniani? Signor Presidente io Le assicuro che questi uomini che Lei ha incontrato e alle quali ha fatto il suo storico discorso sono esattamente gli stessi uomini che hanno messo il cappio al collo dei ragazzi impiccati a Teheran. Quei ragazzi che al tempo del fascismo italiano venivano guarda caso chiamati "delinquenti e terroristi".
Signor Presidente come Lei pensa di poter costruire sul Sunami un palazzo stabile e a lunga durata? Il Sunami ha nella sua natura la forza distruttiva e non costruttiva. Il regime dei mullah si regge su due pilastri: la repressione e il terrorismo. Secondo i dati diffusi dagli stessi organismi internazionali, durante la presidenza di Ahmadinejad il numero delle persone impiccate è moltiplicato per 3. Tra ottobre 2006 e settembre 2007 sono stati ufficialmente uccisi 265 persone molte delle quali in pubblico e alla presenza dei bambini.
Signor Presidente, la repubblica italiana è fondata sulla resistenza contro il fascismo. E' giusto che questo Italia di oggi calpesti le fondamenta della resistenza italiana e consideri la resistenza del popolo iraniano contro il nazi-fascismo islamico dei mullah come una forza terroristica inserendola nella sua lista nera? Questa azione non è un oltraggio e un insulto a coloro che hanno perso la vita per la democrazia e la libertà in Italia?
Signor Presidente, sono sicuro che quei martiri, oggi, vedendo le Sue azioni si rivoltino in tomba.
Signor Presidente, attraverso questa lettera di protesta esprimo tutta la rabbia del popolo iraniano nei Suoi confronti e chiedo le Sue scuse al popolo iraniano.
Signor Presidente, lei ha stretto delle mani da cui gondolano il sangue dei 120.000 martiri della resistenza iraniana. Lei ha stretto delle mani che dalla mattina alla sera non fanno altro che stringere i cappi al collo, e schiacciano i bottoni dei telecomando delle auto bombe contro i civili, e cercano di costruire la bomba atomica onde garantire Più possibile la loro nefasta e maligna sopravvivenza. Una sopravvivenza che produrrà ai danni della comunità internazionale solo dolore e il sangue. Esattamente come ha prodotto ai danni del mondo il predecessore di Ahmadinejad. Appunto Hitler.
Signor Presidente, mi permetta di dirLe che non è importante restare e "confessare liberamente comunista", come ha dichiarato recentemente in una sua apparizione pubblica, bensì restare un uomo libero . Libero da tutti i pregiudizi e vincoli. Che essi siano economici o politici o diplomatici.
Signor Presidente, mi permetta di dire l'ultima cosa: Lei ha violentemente oltraggiato e insultato la dignità del popolo iraniano. Ma noi rispondiamo come è degno di un popolo che non chiede altro che il rispetto dei suoi diritti per poter cambiare democraticamente la situazione iraniana: " se non volete aiutarci in questo cammino per favore non gettate del sale sulle nostre ferite".
Ribadisco e concludo che il regime iraniano non è la soluzione del problema del medi oriente. Essi stesso è il problema fondamentale della crisi del medi oriente. E' il Sunami fascista- religioso-islamico- fondamentalista-terroristico- integralista e disumano.
Cordiali saluti
karimi davood, presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia
Roma, 16 ottobre 2007

lunedì 15 ottobre 2007

IRAN. 265 ESECUZIONI NEGLI ULTIMI 12 MESI




Fonte: Nuova Agenzia Radicale

lunedì 15 ottobre 2007
L’Iran ha giustiziato 265 persone negli ultimi 12 mesi, denuncia la Coalizione Internazionale Contro la Pena di Morte in occasione della Giornata mondiale contro la pena capitale. Le 265 esecuzioni, praticate da inizio ottobre 2006 fino a tutto settembre 2007, rappresentano un notevole incremento rispetto ai 12 mesi precedenti, quando le persone giustiziate furono 140.
Tra i giustiziati degli ultimi 12 mesi ci sono un uomo lapidato, perché convivente di una donna sposata, e tre donne impiccate. Sono stati 34 i prigionieri politici messi a morte. Nello stesso periodo, 11 donne sono state condannate alla lapidazione e altre 15 all’impiccagione, mentre sono cinque le persone condannate a morte per motivi politici.
La pena di morte è prevista in Iran per omicidio, rapina a mano armata, stupro, blasfemia, apostasia, cospirazione contro il Governo, adulterio, prostituzione, omosessualità, reati legati alla droga. La legge iraniana prevede la pena di morte per il possesso di più di 30 grammi di eroina o di 5 chili di oppio.
Secondo le stesse autorità, che però non forniscono statistiche ufficiali, molte esecuzioni in Iran sono relative a reati di droga, ma è opinione di osservatori sui diritti umani che molti di quelli giustiziati per reati comuni, in particolare per droga, possano essere in realtà oppositori politici.
(a cura di NTC)
Commento: Confermo pienamente la notizia sopra riportata secondo cui molte persone impiccate dal regime dei mullah sono dei prigionieri politici. E' una prassi normale, nel regime dei mullah, condannare a morte le persone che hanno opinioni diverse da quello suo. La resistenza iraniana ha sempre denunciato questa politica. Anche durante la presidenza di Khatami, i prigionieri politici venivano uccisi con delle false accuse del tipo " contrabbandieri di droga". Recentemente, nella città di Zahedan i mullah hanno impiccato molti giovani accusati di " delinquenza e agitatori sociali". Ultimamente, le forze dell'ordine iraniane hanno portato avanti una campagna contro la delinquenza comune in cui hanno arrestato molti ex prigionieri politici.
La repressione e il terrorismo sono due pilastri su cui regge il regime dei mullah. Se crolla uno crolla anche l'altro. Vanno a pari passi. All'interno del paese, la macchina della repressione miete quotidianamente, come affermano autorevoli organismi internazionale, delle vittime di tutte le età e ceti sociali a prescindere dal sesso e dall'età minorile delle vittime. E all'estero il teatro della guerra in Iraq e in Afghanistan ne è la prova schiacciante delle interferenze fondamentaliste e terroristiche iraniane. Secondo le rivelazioni della resistenza iraniana e poi confermate anche dagli alti comandi delle forze alleate in Iraq e in Afghanistan, dietro gli atti terroristici quotidiani in Iraq contro i civili inermi c'è l'Iran degli ayattolah e la Sepah Passadran. Recentemente, questo corpo terroristico fondamentalista è entrato, nel mirino degli Stati Uniti d'America. Il mio augurio è per una immediata inserimento della Sepah Passdaran nella lista nera americana e quella europea e allo stesso tempo la rimozione del nome della resistenza iraniana dalle stesse liste nere . Così facendo, la comunità internazionale si scusa automaticamente con il popolo iraniano per quanto riguarda i danni arrecati da tale provvedimento contro gli interessi della popolazione e della resistenza iraniana. Secondo un detto persiano" quanto prima fermi e blocchi un atto dannoso, già da quel momento cominci a guadagnare". Augurio è quello che la comunità internazionale in particolare l'Europa torni sui passi della ragione e abbandoni la politica di accondiscendenza e cominci a "guadagnare". Naturalmente la simpatia della popolazione iraniana.
Alla resistenza iraniana, impegnata ultimamente in una grande campagna per la rimozione del suo nome dalle liste nere vanno i miei migliori auguri e un " in bocca al lupo".
karimi davood

domenica 14 ottobre 2007

IRAN: SVENTATO UN ATTENTATO SUICIDA CONTRO PUTIN


ULTIMA NOTIZIA

Fonte: Quotidiano.net

IRAN
Sventato un attentato contro Putin
I servizi segreti avrebbero sventato un complotto per assassinare il presidente russo. L'attentato sarebbe dovuto essere portato a termine da terroristi suicidi, nel corso della visita che Putin effettuerà a Teheran

Mosca, 14 ottobre 2007- I servizi segreti russi avrebbero sventato un complotto per assassinare il presidente Vladimir Putin: è quanto riporta l'agenzia di stampa russa Interfax, citando un portavoce del Cremlino. L'attentato sarebbe dovuto essere portato a termine da terroristi suicidi, nel corso della visita che Putin effettuerà a Teheran a partire da domani sera.

NUOVE MISURE CONTRO IL TERRORISMO ATOMICO DEI MULLAH


Bruxelles 14/10/2007 08:00
IRAN, DOMANI RIUNIONE UE SENZA ESCLUDERE NUOVE SANZIONI
Bruxelles, 14 ott. (Apcom) - Nella riunione di domani a Lussemburgo dei ministri degli Esteri dell'Ue, i Ventisette dovrebbero lasciare la porta aperta a nuove sanzioni "autonome" (cioè ulteriori rispetto a quelle Onu) contro l'Iran, scegliendo una soluzione intermedia fra chi preme per questa soluzione, in testa la Francia, e molti altri paesi, fra cui Italia e Germania, che sono invece contrari a ogni tipo di sanzione economica. Secondo una bozza di conclusioni circolata a Bruxelles e visionata da Apcom, i Ventisette "si rammaricano del fatto che l'Iran non abbia rispettato la richiesta unanime della comunità internazionale per sospendere tutte le attività collegate all'arricchimento dell'uranio e non abbia accettato l'offerta di negoziato" dell'Ue. Perciò, dopo aver ricordato le successive risoluzioni Onu sulle sanzioni a Teheran, il testo indica che "il Consiglio è d'accordo sul fatto che l'Ue considererà quali misure aggiuntive potrebbe eventualmente prendere per sostenere il processo Onu e gli obiettivi condivisi della comunità internazionale, e invita gli organismi competenti a fornire un parere tempestivo".

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO