lunedì 15 ottobre 2007

IRAN. 265 ESECUZIONI NEGLI ULTIMI 12 MESI




Fonte: Nuova Agenzia Radicale

lunedì 15 ottobre 2007
L’Iran ha giustiziato 265 persone negli ultimi 12 mesi, denuncia la Coalizione Internazionale Contro la Pena di Morte in occasione della Giornata mondiale contro la pena capitale. Le 265 esecuzioni, praticate da inizio ottobre 2006 fino a tutto settembre 2007, rappresentano un notevole incremento rispetto ai 12 mesi precedenti, quando le persone giustiziate furono 140.
Tra i giustiziati degli ultimi 12 mesi ci sono un uomo lapidato, perché convivente di una donna sposata, e tre donne impiccate. Sono stati 34 i prigionieri politici messi a morte. Nello stesso periodo, 11 donne sono state condannate alla lapidazione e altre 15 all’impiccagione, mentre sono cinque le persone condannate a morte per motivi politici.
La pena di morte è prevista in Iran per omicidio, rapina a mano armata, stupro, blasfemia, apostasia, cospirazione contro il Governo, adulterio, prostituzione, omosessualità, reati legati alla droga. La legge iraniana prevede la pena di morte per il possesso di più di 30 grammi di eroina o di 5 chili di oppio.
Secondo le stesse autorità, che però non forniscono statistiche ufficiali, molte esecuzioni in Iran sono relative a reati di droga, ma è opinione di osservatori sui diritti umani che molti di quelli giustiziati per reati comuni, in particolare per droga, possano essere in realtà oppositori politici.
(a cura di NTC)
Commento: Confermo pienamente la notizia sopra riportata secondo cui molte persone impiccate dal regime dei mullah sono dei prigionieri politici. E' una prassi normale, nel regime dei mullah, condannare a morte le persone che hanno opinioni diverse da quello suo. La resistenza iraniana ha sempre denunciato questa politica. Anche durante la presidenza di Khatami, i prigionieri politici venivano uccisi con delle false accuse del tipo " contrabbandieri di droga". Recentemente, nella città di Zahedan i mullah hanno impiccato molti giovani accusati di " delinquenza e agitatori sociali". Ultimamente, le forze dell'ordine iraniane hanno portato avanti una campagna contro la delinquenza comune in cui hanno arrestato molti ex prigionieri politici.
La repressione e il terrorismo sono due pilastri su cui regge il regime dei mullah. Se crolla uno crolla anche l'altro. Vanno a pari passi. All'interno del paese, la macchina della repressione miete quotidianamente, come affermano autorevoli organismi internazionale, delle vittime di tutte le età e ceti sociali a prescindere dal sesso e dall'età minorile delle vittime. E all'estero il teatro della guerra in Iraq e in Afghanistan ne è la prova schiacciante delle interferenze fondamentaliste e terroristiche iraniane. Secondo le rivelazioni della resistenza iraniana e poi confermate anche dagli alti comandi delle forze alleate in Iraq e in Afghanistan, dietro gli atti terroristici quotidiani in Iraq contro i civili inermi c'è l'Iran degli ayattolah e la Sepah Passadran. Recentemente, questo corpo terroristico fondamentalista è entrato, nel mirino degli Stati Uniti d'America. Il mio augurio è per una immediata inserimento della Sepah Passdaran nella lista nera americana e quella europea e allo stesso tempo la rimozione del nome della resistenza iraniana dalle stesse liste nere . Così facendo, la comunità internazionale si scusa automaticamente con il popolo iraniano per quanto riguarda i danni arrecati da tale provvedimento contro gli interessi della popolazione e della resistenza iraniana. Secondo un detto persiano" quanto prima fermi e blocchi un atto dannoso, già da quel momento cominci a guadagnare". Augurio è quello che la comunità internazionale in particolare l'Europa torni sui passi della ragione e abbandoni la politica di accondiscendenza e cominci a "guadagnare". Naturalmente la simpatia della popolazione iraniana.
Alla resistenza iraniana, impegnata ultimamente in una grande campagna per la rimozione del suo nome dalle liste nere vanno i miei migliori auguri e un " in bocca al lupo".
karimi davood

 
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