lunedì 1 ottobre 2007

Una breve sintesi del discorso della presidnete Maryam Rajavi



Ritengo opportuno, per la sua attualità, di pubblicare alcune parti del discorso della presidente Maryam Rajavi, pronunciato a Villepinte, il 30 giugno del 2007.
karimi davood
"Il fracasso provocato dai mullah nella loro corsa all’arma atomica, il sibilo stridente delle loro bombe che dilaniano l’Iraq e le urla di paura e di terrore che invadono il paese, non sono la vera voce dell’Iran.
La voce dell’Iran risuona attraverso gli slogan dei giovani mujahedin e dei militanti che durante le sollevazioni contro il razionamento della benzina gridano : “morte al dittatore”....

La voce dell’Iran sono le grida delle donne coraggiose, che, con il volto coperto di sangue,
sfidano i pasdaran (i guardiani della rivoluzione) in questi ultimi mesi che sconvolgono il
mondo. La voce dell’Iran è la voce di Elham, la ragazzina di dieci anni presente al raggruppamento degli insegnanti che protestavano a Teheran, che parla del padre in prigione facendo piangere migliaia di insegnanti. Il grido dell’Iran è il grido degli operai che il primo maggio scandivano : “non vogliamo il nucleare, vogliamo di che vivere e il lavoro” e “ il futuro, è un nostro diritto inalienabile.”
La voce dell’Iran, sono le pulsazioni dei cuori oppressi dei 71 adolescenti condannati a morte.
La voce dell’Iran sono i lamenti delle madri curde e baluche e delle donne arabe del Khouzistan che piangono la morte dei loro figli impiccati in questi ultimi mesi nelle strade di Sanandaj, Zahedan e Ahwaz.
La voce dell’Iran sono gli slogan degli studenti del politecnico e delle università di tutto il paese che gridano: “morte al dittatore!”
La voce dell’Iran sono le urla di dolore nelle stanze delle torture: “sono ancora viva! La mia voce non si è spenta, ho rotto il silenzio di migliaia nella sezione 209”
La voce dell’Iran è il grido dei Mujahedin della libertà che dalla città di Ashraf incitano gli iraniani a sollevarsi per la libertà.
E noi, oggi, ci uniamo agli iraniani insorti e con un’unica voce gridiamo che bisogna rovesciare i mullah e riportare la libertà e la sovranità popolare.
Si, è questa la voce dell’Iran....

La rivolta generale del 26 e del 27 giugno innescato dalla crisi della benzina, mostra il vero volto di una società esasperata sull’orlo dell’esplosione. Questo sommossa è la testimonianza più oggettiva e più chiara delle ardenti rivendicazioni degli iraniani. Gli iraniani vogliono rovesciare il regime dei mullah.
Le grida di : “morte ad Ahmadinejad” che sono immediatamente risuonate per le strade di Teheran, le accuse coraggiose degli insorti contro i centri di potere e il panico che si è impossessato del regime, tutto dimostra che questo è molto di più di una crisi economica. Si tratta di una crisi che segna la fase finale del regime e la sua distruzione...
Coprifuoco, arresti di centinaia di persone, morti e feriti tra i giovani; questa è stata la risposta del regime. La guida suprema dei mullah ha ordinato di agire in maniera esemplare. Ma quello che è esemplare è la sconfitta cocente che la sollevazione popolare sta per infliggere ai mullah e ai loro alleati.
In un’ora, il “voler spartire con la popolazione le rendite petrolifere” ( pura demagogia !) si è dissolto. Tutti gli slogan di potere sul programma atomico, come : “l’energia nucleare è un nostro diritto inalienabile” si sono dissolti nelle fiamme della sollevazione. Ora è il turno del popolo iraniano. E’ il popolo che ora chiede come mai in 30 anni i mullah non sono stati capaci di costruire nemmeno una raffineria di petrolio. A cosa servono gli annunci sul progreso scientifico per giustificare il programma nucleare contrario agli interessi della nazione!
Perché tutto il danaro usato per costruire la bomba atomica non è stato utilizzato per produrre benzina? Perché imponendo questo razionamento della benzina avete distrutto in una sola notte la fonte di guadagno di una immensa parte della popolazione? Perché in un solo colpo avete ridotto alla disoccupazione e alla miseria milioni di persone?...
I mullah non hanno risposte perchè sono al capolinea.! Non sanno fare altro che reprimere e esportare l’integralismo e il terrorismo. Sono in una critica impasse.
È per questo che tutto quello che in questi ultimi due anni gli stati “partigiani dell’accondiscendenza” hanno scommesso o supposto, si è rivelato falso.
Hanno detto che incoraggiandoli , i mullah cambieranno il loro comportamento. Ora invece di cambiare, i mullah hanno fatto sprofondare l’Iraq in un bagno di sangue, hanno trascinato il Libano nel caos, hanno diviso in due la Palestina e hanno riportato il terrorismo e gli spargimenti
di sangue in Afghanistan.
Gli Stati accondiscendenti sostengono che attraverso i negoziati si otterrà il consenso dei mullah ed essi sospenderanno il loro programma atomico. Ora questi ultimi hanno potenziato le loro attività per produrre l’arma atomica e hanno ignorato tre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. I mullah credevano che un embargo avesse spinto la popolazione a sostenere il regime ma ora il
sollevamento generale ha fatto aprire gli occhi ai mullah...
. Accade così che l’etichetta di terroristi attaccata alla resistenza iraniana permette ai mullah di domare gli effetti delle sanzioni. Iimmaginate cosa potrebbe accadere il giorno in cui questa etichetta sparirà!
Si, il problema è che i politici di fronte alla crisi iraniana sono incappati in un fallimento. Per l’Iran, l’Iraq e per tutta la regione mediorientale non c’è che una soluzione: un cambiamento democratico realizzato dal popolo iraniano e dalla sua resistenza.
La scelta degli iraniani è la libertà e la democrazia."

 
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