LA RIVOLTA DEGLI STUDENTI IRANIANI
Ieri a Teheran abbiamo testimoniato un'altra volta una eroica azione degli atudenti dell'università di Teheran. E' la seconda azione di protesta contero Ahmadinejad. Nella precedente manifestazione gli studenti presenti all'interno della sala in cui parlava " il piccolo dittatore sanguinario", sono riusciti a contestarlo e addiritura dare il fuoco ai suoi nefasti ritratti difusi tra gli studenti. In quell'occasione, l'azione di protesta aveva una particolare importanza perchè si svolgeva in una sala chiusa e circondata dalle forze di sicurezza e dai Basigi e Passdaran. E' stata una protesta di rabbia popolare manifestata dalla parte più intelligente e più di avanguardia e più disposta alle violenze khomeiniste. Cioè gli studenti. Il secondo appuntamento con il "piccolo dittatore sanguinario" è stato svolto in maniera diversa. Gli organizzatori della cerimonia, tenendo conto della precedente esperienza hanno scelto una sala molto piccola e riservtaa interamente agli invitati scelti tra i piu fidati studentie professori. Ma gli eroici studenti iraniani non hanno deluso le aspettative del popolo iraniano e non si sono scoraggiati dall'imponente schieramento della polizia e della Basigi-Passdaran e hanno dato vita ad una manifestazione di rabbia e di protesta degna dei migliori figli del popolo iraniano dimostrando al mondo intero che che non esistono delle distanze tra la popolazione e la sua resistenza. Ormai l'intero popolo iraniano scandisce lo slogan tipo " morte all'dittatore" . Questo slogan rappresenta la massima preparazione oggettiva e soggetiva per un cambio democratico in Iran come sostiene la signora Maryam Rajavi, presidente eletta dal Consiglio Nazionale della resistenza Iraniana. Secondo me tale manifestazione spianano la strada alla partecipazione massiccia della popolazione lungo la strada ce porterà sicuramente al cambio radicale del regime terroristico fondamentalistico e integralista dei mullah.
Allora è il dovere politico morale delle forze politiche italiane a schierarsi a fianco degli studenti iraniani e allo stesso tempo dimostrare al regime dei mullah che non si deve permettere a usare la violenza contro gli studenti arrestati e chiederne immediatamente la liberazione. Le celle del braccio 209 del carcere di Evin sono piene degli studenti arrestati duranete precedente manifestazione e tuttora tenuti in isolameno.
A nome della mia associazione chiedo a tutte le forze politiche italiane e non di sostenere la lotta per la libertà degli studenti iraniani e se necessario intraprendere delle iniziative a loro favore scendendo in piazza e manifestando il loro appoggio a coloro che lottano per la libertà e la democrazia in Iran. Appunto, oggi gli studenti dell'università di Teheran.
karimi davood