martedì 9 ottobre 2007

Iran: nuova protesta degli studenti contro Ahmadinejad



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10 mesi dopo la prima protesta, ieri gli studenti iraniani hanno manifestato il loro dissenso nei confronti di Ahmadinejad. Di seguito un accorato appello di Karimi Davood, Presidente dell’Associazione Rifugiati Politici Iraniani in Italia

Ieri a Teheran abbiamo testimoniato un'altra volta una eroica azione degli studenti dell'università di Teheran. E' la seconda azione di protesta contro Ahmadinejad.
Nella precedente manifestazione gli studenti presenti all'interno della sala in cui parlava " il piccolo dittatore sanguinario", sono riusciti oltre a contestarlo, addirittura hanno dato fuoco ai suoi nefasti ritratti diffusi tra gli studenti. In quell'occasione, l'azione di protesta aveva una particolare importanza perchè si svolgeva in una sala chiusa e circondata dalle forze di sicurezza e dai Basigi (corpo militare popolare) e Passdaran (guardiani della rivoluzione). E' stata una protesta di rabbia popolare manifestata dalla parte più intelligente, d’avanguardia e meno disposta a subire le violenze di stampo khomeinista; gli studenti. Il secondo appuntamento con il "piccolo dittatore sanguinario" si è svolto in maniera diversa dalla prima manifestazione. Gli organizzatori della cerimonia, tenendo conto della precedente esperienza hanno scelto una sala molto piccola e riservata interamente agli invitati scelti tra i più fidati studenti e professori. Ma gli eroici studenti iraniani non hanno deluso le aspettative del popolo iraniano e non si sono scoraggiati dall'imponente schieramento della polizia e dei Basigi e Passdaran e hanno dato vita ad una manifestazione di rabbia e di protesta degna dei migliori figli del popolo iraniano dimostrando al mondo intero che non esistono delle distanze tra la popolazione e la sua resistenza.
Ormai l'intero popolo iraniano scandisce lo slogan "morte all'dittatore" . Questo slogan rappresenta la massima preparazione oggettiva e soggettiva per un cambio democratico in Iran come sostiene la signora Maryam Rajavi, presidente eletta dal Consiglio Nazionale della resistenza Iraniana. Secondo me tale manifestazione spiana la strada alla partecipazione massiccia della popolazione lungo la strada che ci auguriamo porterà al cambio radicale del regime terroristico fondamentalistico e integralista dei mullah.
Allora è un dovere politico e morale delle forze politiche italiane, quello di schierarsi a fianco degli studenti iraniani e allo stesso tempo dimostrare al regime dei mullah, che non può permettersi di usare violenza contro gli studenti arrestati e per chiederne l’immediatamente liberazione.
Le celle del braccio 209 del temutissimo carcere di Evin sono piene degli studenti arrestati durante la precedente manifestazione e tuttora tenuti in isolamento; con oggi queste celle ospiteranno anche gli studenti arrestati ieri.
A nome della mia associazione chiedo a tutte le forze politiche italiane e non, di sostenere la lotta per la libertà degli studenti iraniani e se necessario intraprendere delle iniziative a loro favore scendendo in piazza e manifestando il loro appoggio a coloro che lottano per la libertà e la democrazia in Iran. Appunto, oggi gli studenti dell'università di Teheran.

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO