EVIN E KAHRIZAK UNA REALE E AUTENTICA CARTA DA VISITA DI KHAMENEI
Nella foto: Mohsen Roholamini, torturato, violentato e ucciso nel carcere di Evin a Teheran
Nella foto: Taraneh Moussavi, arrestata durante le manifestazioni e torturata e violentata ripetutamente dai passdaran e dai Basiji
Recentemente, la lettera dell'ex candidato, Mehdi Karubi indirizzata al capo del consiglio dei saggi, Hashemi Rafsanjani, sulle torture e violenze sessuali a cui sono sottoposte ripetutamente i ragazzi e le ragazze arrestate durante le manifestazioni di protesta ha aperto gli occhi di numerosi istituzioni e organizzazioni che si occupano dei diritti umani. Il rappresentante dell'ONU, Mnfred Novak, relatore speciale sulla tortura ha chiesto all'Iran l'autorizzazione per inviare una sua delegazione per esaminare la situazione in cui si trovano i detenuti. Ma la risposta è stata NO!
Durante i primi giorni della rivolta, tre casi emblematici hanno contribuito enormemente a rivelare la ferocità e la violenza che distingue la repubblica islamica dal resto del mondo. Il primo è stato l'uccisione di Neda durante una pacifica manifestazione di protesta, il secondo è stato l'arresto della ragzza 18enne di Teheran Taraneh Moussavi, violentata ripetutamente a tal modo che i torturatori per nascondere la ferocità delle loro azioni hanno dovuto dare il fuoco alla parte bassa del corpo di Taraneh che successivamente fu abbandonata nei d'intorni di Teheran, il terzo caso riguarda il figlio di un potente uomo del regime e consigliere numero uno dell'ex candidato Mohsen Rezai, ex capo del famigerato Sepah Passdaran ed attualmente uno degli uomini piu potenti e con un grand seguito nello stessa corpo della Sepah Passdaran. Mohsen Ruhol Amini è il nome del figlio del consigliere che fu arrestato nei primi giorni delle manifestazioni e fu portato nel carcere di Evin. Secondo le informazioni in mio possesso, il padre del ragazzo, appena informato dell'arresto del figlio si reca dall'ex capo della Sepah Passdaran, Mohsen Rezai raccontando l'accaduto. Quest'ultimo si mobilita immediatamente e insieme al suo consigliere-padre si reca nel carcere di Evin incontrando il procuratore Mortazavi che gli assicura di un immediato "rilascio del ragazzo appena finiti gli accertameni dovuti". Nulla, passano giorni e niente la scarcerazione. Il padre del ragazzo mobilita mezzo regime ma nulla di concreto. Un gioro riceve una telefonata che lo informa della morte del figlio. Secondo gli accertamenti successivi sul corpo del ragazzo c'erano evidenti e ampi segni di violenze e di torture. Si dice addirittura che Mortazavi ha ordinato la sua uccisione perchè il "ragazzo era talmente violentato dai torturatori che aveva la parte bassa del corpo molto deformato".
Questi tre esempi sono stati casi emblematici ma sappiamo che l'uso della violenza carnale ha esistito fin dagli inizi della repubblica islamica e addirittura lo stesso fondatore della repubblica del male, Khomeini aveva autorizzato in una Fatwa l'uso della violenza carnale contro le ragazze vergini, altrimenti si sarebbero finite nel paradiso". Per evitarle paradiso Khomeini aveva dato l'ordine di stupro. In quegli anni il caso di una ragazza di 13 anni ha fatto un grand scalpore: nel carcere di Isfahan, i passadaran avevano sparato un colpo all'interno della parte bassa della ragazza in modo che prima fosse sverginata e poi uccisa! secondo i racconti di uno dei passadaran presenti all'accaduto la ragazzina aveva graffiato con le sue unghie tutto l'asfalto e morì dopo un'agonia che durò 9 ore! Sì, questo è la carta di visita di Khomeini e di Khamenei. Kahrizak e Evin sono due emblematici segni caratteriali di un regime che cammina con una testa spaccata interamente in due e irrimediabilmente ricucibile. Questo è inizio della fine della repubblica islamica. Io, personalmente ringrazio il candidato Karubi per il coraggio e la determinazione con cui ha trattato questo argomento e invito il mondo civile di dare il credito a queste preziose rivelazioni di un ex capo del regime dei mullah e di istituire una commissione di indagine e di raccolta di informazioni sui maltrattamenti e violenze e torture applicate contro i manifestanti. Anche lo stesso Karoubi aveva proposto una tale commissione sotto la sua guida per la raccolta delle testimonianze. Ribadisco ancora una volta che oblia e il silenzio sui crimini commessi dal regime dei mullah sono due ottimi soci-approvatori e complici della politica di accondiscendenza euro-obamista in materia della violenza politica in Iran. Chiedo alla magistratura italiana di istituire un gruppo di lavoro per la raccolta delle informazioni e per deferire il capo supremo dei mullah Ali Khamenei ad un tribunale internazionale che lo processi per aver commesso dei crimini contro l'umanità"
La grande rivolta della popolazione, le ragazze e i ragazzi della protesta oggi guardano anche a voi per vedere quanta sensibilità esiste e per vedere concretizzare le ultime richieste di Neda che attraverso i suoi ultimi sguardi ha chiesto al mondo di "non dimenticare le donne e gli uomini della protesta"!
Se fino ad ieri erano le manifestazioni di sostegno l'arma vincente per soccorrere i ragazzi e le ragazze della rivolta oggi, l'istituzione di una commissione di indagine è il più efficace mezzo di solidarietà e di sostegno per coloro che sfidano tuttora, giorno e notte, la più feroce macchina della repressione esistente al mondo.
Karimi davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia