NUOVA INIZIATIVA POLITICA CHE ASPRISCE ANCORA LA LOTTA ALL'INTERNO DEL REGIME
Alcune settimane fa il leader storico e indiscusso della resistenza iraniana Massoud Rajavi in una lettera indirizzata al consiglio degli esperti gestito da Hashemi Rafsanjani, ha chiesto a tutti i suoi membri la rimozione di Khamenei dal suo incarico, la sua sostituzione con Ayattollah Monataseri e lo svolgimento delle elezioni libere sotto l'egido dell'ONU e subito dopo porre fine alla sua essistenza che fin dall'inizio è stato complice dei più efferrati crimini commessi dal regime dei mullah.
Il messaggio di Massoud Rajavi ha suscitato un grand terrore tra i seguaci di khamenei e le forze repressive legate al leader supremo. Si sono succedute una serie di prese di posizioni degli ambienti religiosi che prendendo distanza da Khamenei e disertando l'insediamentod di Ahmadinejad confermavano la validità e l'autenticità del messaggio di Massoud Rajavi. L'esempio più emblematico è quello dell'Ayattolah Makarem Shirazi. Uno dei pilastri religiosi del regime che non ha ne partecipato all'insediamento e ne ha mandato un messaggio di augurio.
L'attacco delle forze irachene legate a Khamenei al campo di Ashraf, dove morirono 14 persone e rimasero ferite 350 combattenti disarmati, è una attendibile prova della risposta del regime a questa richiesta legittima e del terrore in cui vive Khamenei. In questo caso, il regime di Ahmadinejad che funziona come un organo repressivo al guinzaglio del leader supremo, ha dato vita, contemporaneamente all'attacco al campo di Ashraf, ad una serie di azioni repressive contro la fazione Hashemi, Moussavi e Karoubi, trascinando un gruppo dei loro collaboratori nei tribunali della rivoluzione islamiche costringendole, sotto l'uso massiccio della tortura e delle violenze sessuali, a confessare di essere al servizio degli angloamericani e israeliani.
Secondo me l'appello di questi personaggi politici al presidente Hashemi è una buona azione che segue quella di Massoud Rajavi e dimostra quanto è stato efficace e opportuno fare una richiesta del genere, che alla prima vista, agli addetti ai lavori come il sottoscritto sembrava come un "atto fuori luogo e inopportuno". Il che dimostra la lungimiranza e la conoscenza del leader Massoud Rajavi sull'intero sistema clericale del regime iraniano e lo premia anche la crescente continuazione delle dimostrazioni popolari in tutte le città iraniane. Secondo le informazioni giunte dall'Iran le azioni di protesta continuano ancora e la gente coglie ogni occasione per dimostrare il suo dissenso verso il regime di Ahmadinejad. Ogni funerale, ogni ricorrenza, ogni appuntamento commemorativo religioso, tra cui le preghiere del venerdi, diventano subito centri di protesta e di dissenso e di scontro tra i dimostranti e le forze di sicurezza.
Il leader Massoud Rajavi nel suo storico appello ha specificato che dopo le elezioni e la seguente spaccatura verificatasi al vertice, il regime iraniano è entrato in una "fase di rovesciamento" e le ultime mosse dei dirigenti politici e religiosi iraniani contro Khamenei ne dimostrano l'attendibilità e l'autenticità di questa analisi strategica e politica di un leader che da 43 anni anni vive e lotta costantemente contro due regimi dittatoriali, prima contro Lo Scià e, dopo, contro i mullah che è ancora assai più feroce del primo.
In ogni caso, a prescindere dalle mosse repressive di Ahmadinejad e Khamenei, il fattore importante in questa guerra è la popolazione su cui la resistenza iraniana ha investito le sue aspirazioni e speranze. E' questo fattore, con al suo centro elemento fondamentale che è la donna, sferrerà l'ultimo colpo mortale sulla testa del regime della repubblica islamica mandandolo per sempre nella pattumiera della storia dell'umanità, liberando un intero mondo da un pericolo che da trentanni miete costantemente delle vittime tra varie nazioni e popolazioni. Ma non bisogna dimenticare anche il fattore straniero che deve fare la sua parte: sostenere politicamente ed effettivamente le proteste popolari delle ragazze e dei ragazzi iraniani. Le nostre richieste sono quelle del nostro presidente Maryam rajavi: Non alla Guerra, Non alla politica di accondiscendenza euroamericana Si alla politica di cambiamento democratico attraverso il popolo iraniano chiamato in gergho politico "LA TERZA VIA"!
Karimi Davood, analista politico
A voi la notizia dell'iniziativa di un gruppo dei dirigenti politici e religiosi che ha suscitato tanto clamore in Iran:
IRAN: RIFORMISTI CONTRO KHAMENEI, SIA RIMOSSO DA INCARICO
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