sabato 1 agosto 2009

APPELLO URGENTE : LA TRASMISSIONE DELLE CONFESSIONI DELLE PERSONE ARRESTATE E' L'LATRA FACCIA DELLA REPRESSIONE E DEL MASSACRO DEL CAMPO DI ASHRAF


Nella foto Gianni Alemanno con la signora Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana

Nella foto una donna ferita durante l'attacco delle forze di sicurezza irachene al campo Ashraf

CHIEDO AL MONDO DELLA CULTURA E DELLA MODA DI MOBILITARSI PER SOCCORRERE LE RAGAZZE E I RAGAZZI DELLA MODA

L'ASSENZA INGIUSTIFICATA DELL'EUROPA NEL CONDANNARE FERMAMENTE LA REPRESSIONE DEL REGIME DEI MULLAH HA INCORAGGIATO IL REGIME DI AHMADINEJAD DI PROSEGUIRE SULLA STRADA DELLA VIOLENZA E DELLA REPRESSIONE: ATTACCO MILITARE AL CAMPO DI ASHRAF DA PARTE DELLE FORZE ARMATE IRACHENE CONDOTTE IN COLLABORAZIONE CON LA SEPAH PASSDARA DI GHODS E' UN'ALTRA PROVA CHE IL REGIME DI AHMADINEJAD HA AVUTO LA LUCE VERDE


Il regime dei mullah ha giocato ancora un altra carta bruciato nel tentativo di dimostrare la rivincita sulla rivolta popolare in Iran. Ha annunciato prima la liberazzione di un centinaia di detenuti arrestati durante la rivolta e poi ha pronunciato il processo, alle porte chiuse, degli esponenti dell'ala riformista come Abtahi, ex vice di Khatami che avrebbe dichiarato la "regolarita delle elezioni" e " la mano degli stranieri nei disordini conseguiti subito dopo le elezioni"!
La resistenza iraniana, subito dopo gli arresti di massa, ha condannato qualsiasi tentativo di repressione e di pressione contro gli esponenti vicini a Moussavi e Rafsanjani e ha denunciato le intenzioni del regime di Ahmadinejad per "estorcere le confessioni televisive", naturalemente sotto la tortura e varie pressioni fisiche e morali.
Il regime di Ahmadinejad essendo fallito nel tentativo di spegnere la voce del popolo iraniano si è rifugiato nei vecchi sistemi che si usava negli anni ottanta contro gli esponenti della resistenza iraniana e contro i Mojahedin. In quelli anni gli stessi esponenti riformisti attualmente arrestati e torturati e costretti a confessare i loro presunti collegamenti con gli "stranieri e americani e inglesi" facevano parte attiva nella rete della gestione delle carceri e dei torturatori. Oggi, noi non desideriamo inferirci contro chi ci ha massacrato in 120000 ma desideriamo stare dalla parte di chi oggi è vittima di un sistema fondamentalista, reazionaria, terroristica e non riformabile che non risparmia nemmeno i suoi ex dirigenti come Khatami, Abtahi, Moussavi, Tajzadeh, Behzad Nabavi e Hajarian, invalido al 70% del corpo.
Condanniamo fermamente qualsiasi tentativo contro le persone arrestate a prescindere dal loro passato politico e religioso e dichiariamo con la voce alta che tale comportamento disumano del regime dei mullah adottato nei confronti dei detenuti arrestati durante le manifestazione di protesta è il frutto della politica di accondiscendenza degli europei e degli americani. Aggiungiamo inoltre che l'attacco delle forze armate irachene contro i residenti inermi del campo di Ashraf è l'altra faccia della repressione interna. Il regime dei mullah non avendo potuto soffocare la grande rivolta della popolazione si è accannito contro il cuore battente delle strade di Teheran e di tutte le altre città iraniane. Cioè ha voluto colpire ferocemente ilk posto da dove vengono le aspirazioni delle giovani NEDA e dei giovani SOHRAB. Quest'ultimo ha un zio che da 20 anni vive nel campo di Ashraf e lotta inninterrotamente contro il regime dei mullah.
A nome dell'Associazione rifugiati politici iraniani condanniamo fermamente qualsiasi tentativo repressivo del regime di Ahmadinejad applicato contro i personaggi politici vicini a Moussavi e Rafsanjani e chiediamo alla Comunità internazionale, all'ONU e alla comunità europea di condannare fermamente questi atti disumani che risalgono al medioevo e di boicottare l'insediamento di Ahmadinejad previsto per prossima settimana. Chiediamo all'Europa di intervenire con tutti i soui mezzi compresi diplomatici, finanziari, politici per costringere il regime di Khamenei a rispettare i diritti dei detenuti e la salvaguardia della loro incolumità.
Il popolo iraniano un domani, mi auguro presto, chiederà alla comunità internazionale dove era quando i suoi figli venivano arrestati, torturati ferocemente, violentati in gruppo e costretti a rilasciare interviste contro i loro capi?
Ancora una volta alzo la voce e dichiaro a gran grida che i figli del popolo iraniano sono sottoposti alle piu disumane violenza, senza precedenti nella storia umanae,e chiedo la grande mobilitazione di tutti coloro che hanno al cuore il senso della frattellanza e della solidarietà. In modo particolare mi rivolgo al mondo della cultura e del cinema e chiedo a loro di non restare fermi e di alzare la loro autorevole voce. Pochi giorni fa il grande calciatore di Roma Francesco Totti ha lanciato un messaggio in persiano ai ragazzi della RIVOLTA.
Pregerei coloro che leggono questo pezzo di girarlo agli attori e atrici e ai personaggi del mondo della MODA, dello SPORT, dello SPETTACOLO, e della CULTURA chiedendo loro di non scegliere la strada del silenzio. Quest'ultimo fa parte di quel sistema che gestisce e organizza i massacri. Allora diamoci la mano e partiamo per soccorrere le ragazze e i ragazzi della rivolta. E' un atto umano che ci resterà per sempre nei nostri cuori. Il popolo iraniano non dimenticherà mai coloro che gli sono stati vicini nei momenti più difficili e bui della storia contemporanea. Il fondamentalismo dei mullah non si fermerà assolutamente nei confini iraniani e come lo ha già dimostrato in mille occasioni ha nella sua maligna mente un progetto che va al di là di qualsiasi immaginazione.
A nome di Neda ringrazio il sindaco di Roma Gianni Alemanno per aver accolto al Campidoglio, il 29 luglio, la nostra presidente della resistenza iraniana signora Maryam Rajavi e di aver deciso di intitolare una strada a nome di NEDA.
Per chi desidera contattarmi per organizzare manifestazioni ed eventi di solidarietà pregherei di inviarmi email oppure contattarmi al numero:3387862297
Email:irandemocratico@yahoo.itKarimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

 
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