lunedì 10 agosto 2009

RELIGIONE, ISLAM. Iran, i giudici tentano inutilmente di riconvertire Maryam e Marzieh



Fonte: ICN-News.Com
RELIGIONE, ISLAM. Iran, i giudici tentano inutilmente di riconvertire Maryam e Marzieh
10:39:00

2009-08-10 Redazione

Udienza carica di tensione davanti al Tribunale rivoluzionario di Teheran dove domenica 9 agosto sono comparse Maryam Rustampoor (27) e Marzieh Amirizadeh (30). Alle due donne evangeliche la Corte ha chiesto ancora una volta di rinunciare alla fede cristiana e ancora una volta le due donne coraggiose hanno risposto che non lo faranno mai.

Maryam e Marzieh sono state arrestate il 5 marzo di quest'anno. Durante la loro detenzione hanno sofferto parecchio per le precarie condizioni di salute, aggravate dal confinamento in celle di isolamento e lunghi interrogatori durante i quali sono rimaste con gli occhi bendati.

Ieri i giudici avrebbero dovuto pronunciare la sentenza per apostasia. Hanno invece tentato, inutilmente, di costringere le due donne a rinunciare alla loro fede sia verbalmente sia attraverso una dichiarazione scritta. "Noi amiamo Gesù. Sì, siamo cristiane", hanno risposto al pubblico ministero che aveva chiesto se fossero cristiane.
"Siete nate musulmane ed ora siete diventate cristiane", ha incalzato la pubblica accusa.
"Siamo nate in una famiglia musulmana, ma non eravamo musulmane", hanno risposto Maryam e Marzieh.
Il pubblico ministero ha poi chiesto se avessero dei rimpianti per il fatto di essersi convertite al cristianesimo.
"Nessun rimpianto", hanno risposto le due "imputate".
Poi, la pubblica accusa ha detto loro in maniera enfatica: "Dovete rinunciare alla vostra fede sia verbalmente sia con una dichiarazione scritta".
"Non rinnegheremo la nostra fede", hanno risposto ancora una volta le due donne. C'è stato un momento di forte tensione durante l'interrogatorio quando Maryam e Marzieh hanno detto che era stato lo Spirito Santo a convincerle a credere in Dio. Immediata la reazione del pubblico ministero: "E' impossibile che Dio parli con gli esseri umani".
"Vuol mettere in discussione l'onnipotenza di Dio?", ha replicato Marzieh.
"Non sei una persona degna alla quale Dio possa parlare", ha incalzato il Pubblico Ministero.
"E' Dio e non lei che stabilisce se io sono o non sono degna" .
Alla fine il Pubblico ministero ha ordinato alle due donne di tornare in cella, riflettere sulle opzioni che erano state loro offerte e di tornare da lui con la risposta.
Maryam e Marzieh: "Abbiamo già espresso il nostro pensiero".
Terminata l'udienza, il Pubblico Ministero ha detto loro che un giudice pronuncerà il verdetto, sebbene non sia chiaro chi debba essere il loro giudice. Ha però concesso loro di essere assistite da un avvocato. E' la prima volta che si parla di una tale possibilità da quando le due donne sono state arrestate agli inizi di marzo.
Ieri sera Maryam e Marzieh sono tornate nel famigerato carcere di Evin. In questi cinque mesi di detenzione sono dimagrite parecchio. Marzieh, in particolare, ha un problema alla schiena, un ascesso e soffre di emicranie. Ha disperatamente bisogno di cure mediche. Due mesi fa i funzionari del carcere le dissero che avevano tutte le attrezzature mediche necessarie e che si sarebbero presi cura di ambedue. La verità è che le due detenute non hanno ricevuto adeguate cure mediche.

 
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