sabato 30 giugno 2007

LA GRANDE MANIFESTAZIONE DEGLI IRANIANI IN SALA EXIBITIONE DI PARIGI

Decine di migliaia di iraniani gridani la liberta e la democrazia con Maryam Rajavi
LA NOSTRA SCELTA: UN IRAN LIBERO CON MARYAM RAJAVI

giovedì 28 giugno 2007

PARIGI, 30 GIUGNO, GRANDE MANIFESTAZIONE DELLA RESISTENZA IRANIANA

Traduzione del manifesto del 30 giugno 2007:

APPELLO PER LA GRANDE MANIFESTAZIONE DEL 30 GIUGNO A PARIGI
Paris-Nord-Villepinte

"LA NOSTRA SCELTA, DEMOCRAZIA CON MARYAM RAJAVI"
Come avviene tutti gli anni, in particolare dopo il 17 giugno del 2003, gli iraniani simpatizzanti della resistenza iraniana si raccolgono in massa, provenienti da tutti i quattro angoli del globo, nella città di Parigi. Nella periferia della capitale francese esiste una cittadina di nome Ouver Sur Oise che ospita la presidente del Consiglio Nazionale della resistenza iraniana, signora Maryam Rajavi. La mattina del 17 giugno del 2003, la residenza della presidente iraniana fu bersagliata da una gigantesca operazione militare delle forze di sicurezza parigina. In questo operazione furono arrestate all'incirca 200 persone tra cui la stessa presidente Maryam Rajavi.
Immediatamente, gli iraniani residenti in Europa, si sono riversati in questa cittadina per chiedere la liberazione del loro leader e altri suoi collaboratori. Fin dall'inizio si è saputo che questa operazione fu frutto di una collaborazione tra i servizi di sicurezza francesi e quelli iraniani che avevano passato false informazioni alla sicurezza francese. L'obiettivo era chiaro: annientare sia fisicamente che politicamente l'intero leadership della resistenza iraniana residente in Francia. Ma la presenza massiccia degli iraniani che nel frattempo avevano già iniziato un lungo sciopero della fame ha costretto a magistratura francese a liberare la presidente Rajavi dopo 17 giorni di prigionia. E man mano anche altri suoi colleghi sono stati liberati e scagionati, da vari tribunali, da ogni accusa di terrorismo. Durante i quattro anni passati da questo 17 giugno, la magistratura francese non ha potuto sviluppare nessuna accusa e aggiungere elementi nuovi in supporto alle accuse iniziali. Al contrario, vari tribunali di alcune città in cui furono esiliati i dissidenti iraniani, hanno scagionato gli iraniani e hanno dato ordine al loro rilascio e libera circolazione. Qui devo ricordare particolarmente la figura del sindaco di questa cittadina che ha duramente lavorato per ripristinare la legalità e la legge e ha difesa la resistenza iraniana. Noi iraniani dobbiamo un grande ringraziamento al sindaco di Ouver Sur Oise: John Pier.
Anche quest'anno partiamo tutti per Parigi e con tuta la nostra forza grideremo che vogliamo la democrazia e la libertà per il nostro popolo e per il nostro paese. Grideremo no alla guerra, no alla politica di accondiscendenza si alla democrazia con Maryam rajavi( terza via).
Allora saluto tutti e ci vediamo con il rapporto che preparerò sulla manifestazione di Parigi di 30 giugno.
grazie a tutti
karimi davood

PENA DI MORTE: AMNESTY, STOP A ESECUZIONI DI MINORENNI IN IRAN


giovedì 28 giugno 2007 h. 11:25


(AGI) - Roma, 27 giu. - Una moratoria immediata in Iran per impedire ulteriori esecuzioni di ragazzi minorenni all'epoca del reato. E' quella chiesta da Amnesty International alle autorita' giudiziarie e politiche di Teheran, insieme a una modifica del sistema legislativo per impedire che i minorenni possano essere condannati a morte. Attualmente sono 71 i minorenni in attesa di esecuzione nella Repubblica islamica, il Paese che dal 1990 ha raggiunto il maggior numero di esecuzioni di minorenni. La denuncia e' contenuta in un nuovo rapporto sulla pena di morte dell'organizzazione per i diritti umani. "L'Iran e' rimasto praticamente l'unico paese in cui persone di eta' inferiore a 18 anni all'epoca del reato vengono messe a morte", ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty, "ed 'e' giunto il momento che le autorita' iraniane pongano fine a questa pratica vergognosa". Nel suo rapporto, Amnesty elenca i nomi dei 71 minorenni che aspettano di essere giustiziati, ma ha avvertito che il numero effettivo di condannati potrebbe essere molto piu' elevato, poiche' molti casi di pena di morte in Iran non vengono resi pubblici. Dei 24 minorenni all'epoca del reato messi a morte dal 1990, 11 erano ancora minorenni al momento dell'esecuzione mentre gli altri sono stati tenuti nel braccio della morte fino al raggiungimento della maggiore eta', oppure processati e condannati dopo aver compiuto 18 anni. Tra le vittime ricordate da Amnesty ci sono. Mohammed Mousavi, diciannovenne, messo a morte ad aprile per un reato commesso a 16 anni; Sa'id Qanbar Zahi, impiccato a 17 anni il 27 maggio nella prigione di Zahedan; Atefeh Rajabi Sahaaleh, condannata per "crimini contro la castita'" e impiccata a 16 anni nell'agosto 2004. Ai loro casi il rapporto dedica diverse pagine. Al di la' dell'orrore per le esecuzioni dei minorenni al momento del reato e del piu' ampio problema della pena di morte, Amnesty sottolinea tuttavia che anche in Iran "vi sono alcuni segnali positivi", in particolare un sempre piu' ampio movimento che chiede la fine della pena di morte per i minorenni. Nel documento, l'organizzazione internazionale ribadisce che "si oppone alla pena di morte incondizionatamente, a prescindere dall'eta' e dalla natura del reato", si legge nel rapporto, "perche' ogni esecuzione e' un affronto ai diritti umani". (AGI)

Iran-Italia: Commissione esteri della Camera


La Commissione Esteri della Camera dei Deputati ha approvato il 14 giugno ’07 all’unanimità una risoluzione in cui si chiede al governo italiano di attivarsi in sede di Consiglio dell’Unione Europea per il pieno rispetto della sentenza del Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02) del 12 dicembre 2006. Questa sentenza ha annullato la Decisione del Consiglio europeo del 21 dicembre 2005 di mantenere nella lista delle organizzazioni terroristiche l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano ( PMOI ), poiché ha constatato che «la decisione impugnata non è motivata e che è stata adottata nell’ambito di un procedimento durante il quale non sono stati rispettati i diritti della difesa della ricorrente PMOI.
Su pressante invito della Corte rivolta all’Ue di presentare i documenti in base a cui si accusano i Mojahedin del popolo, i difensori del Consiglio europeo non sono stati in grado di fornire alla Corte alcuna prova. Il cinismo politico dell’Ue nell’inserire la PMOI nella lista nera trapela dal fatto che mentre il 30 gennaio 2007 chiede ai difensori dei Mojahedin del popolo di presentare le loro argomentazioni entro 30 giorni, a metà febbraio, prima della scadenza, il Consiglio dell’Unione europea esprime la decisione di tenere comunque la PMOI nella lista.
L’Europa strizzava l’occhio al “moderato” Khatami; l’Italia, primo paese occidentale ad accoglierlo, stendeva il tappeto rosso ai suoi piedi. Khatami, figura assai debole e per la Costituzione della Repubblica islamica gestore marginale del potere, non si tirava dietro nel sorridere all’estero, mentre in Iran mostrava il suo ossequio verso il vero detentore del potere e i denti verso gli studenti che contestavano lui e tutto il regime. Era appunto l’estate del ’99 quando su ordine del “moderato” Khatami vennero insanguinate le pacifiche manifestazioni degli studenti a Teheran.
In tutti questi anni l’Europa, priva di una politica estera, trovava il modo di rapportarsi con il regime dittatoriale al potere in Iran, inventando neologismi: dialogo critico, dialogo costruttivo …
Il frutto della politica fallimentare di condiscendenza dell’Europa verso uno dei regimi più sanguinari è l’attuale presidente dei mullà Ahmadinejad.
La politica di condiscendenza verso un regime non riformabile mette in pericolo tutto il Medio Oriente. L’inserimento dei Mojahedin del popolo nella lista significa sangue e repressione per gli iraniani. Molti membri e simpatizzanti dei Mojahedin nell’Occidente democratico devono nascondere la loro opinione, o pagare il prezzo di una profonda ingiustizia.
La PMOI, nata nel 1965, è dal 1985 guidata a tutti i livelli solo da donne. L’ultima volta che i Mojahedin del popolo hanno potuto partecipare alle elezioni in Iran, nel 1980, hanno preso milioni di voti e, nonostante i giganteschi brogli, arrivarono secondi dopo il partito al potere. Gli iraniani da più di secolo si battono per la democrazia. “Esportare la democrazia” di per sé è risibile e semplicistico ma nel caso dell’Iran è anni luce lontano dalla realtà sociale del paese.
Un Iran democratico è senz’altro molto più prosperoso e questo anche dal punto di vista economico conviene all’Europa che, schiacciata dalla crisi economica, un po’ persa nel labirinto della globalizzazione, non riesce ad avere una politica illuminata, calpestando le sue basi culturali. Eppure l’Europa confonde il dialogo con la condiscendenza proprio con un regime dittatoriale e teocratico. Mentre il popolo iraniano è l’unico a maggioranza mussulmana che non è per niente né integralista né contro l’Occidente. Trascurare questo, oltre ad essere molto superficiale, è assai pericoloso. Mettere gli iraniani che amano la libertà e chiedono democrazia nelle tasche del governante despota di turno non avrà futuro.
Scritto dall'Ing. Ismail Mohaddess, Portavoce dell’Associazione dei laureati iraniani in Italia

mercoledì 27 giugno 2007

Ahmadinejad: 90 su 20 e non più 20 su 90


Oggi, Ahmadinejad, a proposito della potenza iraniana ha detto che nei confronti dell'occidente, ieri eravamo noi 20 e loro 90 ma oggi grazie alla nostra potenza( leggi il terrorismo), siamo noi 90 e loro 20. Poi ha aggiunto che " quando l'Iran nucleare verrà affermato, cambieranno tutti gli equilibri a favore dell'Iran".
E' l'uomo che fischia nel buio. Un regime potente e stabile e ben radicato non ha bisogno di dimostrare i muscoli, già ridotti a pochi strati di pelle. Le violenti manifestazioni di ieri, tuttora in corso, dimostrano che il regime dei mullah è sul orlo della caduta. Sta bevendo calici di veleni uno dopo altro. Khomeini pochi mesi dopo aver bevuto "l'amaro calice di veleno" del cessato fuoco con l'Iraq è morto. Questo è un ottima occasione per soccorrere il popolo iraniano e riconoscere il suo diritto a cambiare democraticamente la sua sorte. Investire ancora su questo regime che si trova in rianimazione è un investimento al fondo perduto. Il popolo iraniano, domani, non risponderà e non riconoscerà nulla a coloro che nei momenti più bui della sua storia hanno soccorso il carnefice anziché la vittima. E' arrivato il momento di dare riconoscimento alle aspirazioni democratiche dell'Iran togliendo dalla lista nera europea e americana il nome della resistenza iraniana, inserita ingiustamente e dietro una vergognosa politica di accondiscendenza con il regime dei mullah. Clinton, ex presidente americano, a proposito ha detto " per fare un piacere all'Iran di khatami abbiamo inserito il nome della resistenza iraniana nella lista nera delle organizzazioni terroristiche". Oggi, il consiglio dei ministri degli esteri dell'Unione europea deve discutere su questo tema. Mi auguro che la saggezza politica prevalga sul business.

Iran: nuove immagini della sommossa anti razionamento della benzina


Benzina razionata, esplode la rabbia degli iraniani


IRAN
27/06/2007
Asia News
12:22

Benzina razionata, esplode la rabbia degli iraniani
A Teheran distributori dati alle fiamme e slogan contro Ahmadinejad.
Le proteste si estendono in altre province.
Il provvedimento entrato in vigore da oggi, con solo tre ore di preavviso ai cittadini. Oltre al deficit statale e alle precauzioni per possibili sanzioni internazionali, l’impopolare iniziativa nasconderebbe un preciso scopo strategico: giustificare con la crisi energetica il programma nucleare.
Teheran (AsiaNews) – Distributori dati alle fiamme e scontri con la polizia: l’entrata in vigore del piano di razionamento della benzina in Iran ha generato violente proteste a Teheran, che si sono estese stamattina anche ad altre zone del Paese. Nella notte gruppi di giovani hanno incendiato diverse pompe di benzina, pneumatici e assi di legno nella capitale, scandendo slogan contro il presidente Mahmoud Ahmadinejad. In alcune aree della città si registrano scontri con la polizia antisommossa, mentre notizie di episodi simili iniziano a giungere anche da almeno altre 9 province del Paese, come riporta l’agenzia Raja News. Secondo alcune tv di dissidenti, ci sarebbero già tre morti.
L’Iran è il secondo produttore di greggio tra i membri Opec, ma non è in grado di raffinarlo: su un consumo di 70 milioni di litri al giorno, 30 devono essere importati. Il razionamento è stato introdotto oggi con un preavviso di sole tre ore alla popolazione e andrà avanti per 4 o forse 6 mesi: i mezzi privati che vanno solo a benzina avranno diritto ad un rifornimento di carburante pari a 100 litri al mese, diverse le disposizioni per taxi (800 litri), taxi part-time (600 litri) e mezzi di trasporto del governo (300 litri). Teheran non ha ancora chiarito se si potrà comprare benzina extra al reale costo di mercato.
In Iran la popolazione considera la benzina un diritto. L'ayatollah Khomeini la chiamava “dono di Dio al popolo iraniano”. Nel Paese un litro di benzina costa meno di un litro d'acqua potabile: 0,11 euro. La benzina non è solo tax free, è sovvenzionata dallo Stato, situazione che genera vari traffici di confine e pesa sul deficit statale.
La condizione attuale – spiegano esperti – è dovuta alla politica del regime che da decenni investe molte delle sue risorse nel finanziare i movimentl dell'estremismo islamico ed il programma nucleare, trascurando lo sviluppo del settore della raffinazione petrolifera. Servirebbero anche investimenti esteri, resi difficili dalla situazione politica.
Alcuni analisti vedono nel provvedimento una precauzione in vista di possibili sanzioni internazionali sull’esportazione del suo greggio. Altri notano però che il provvedimento - rischioso e impopolare per qualsiasi governo, specialmente in un Pese ricco di petrolio - sarebbe un "suicidio", se dietro non nascondesse uno scopo strategico più alto: giustificare il proseguimento del programma nucleare “civile” con la crisi energetica nazionale. I mullah vogliono dimostrare che le risorse energetiche tradizionali non bastano più a soddisfare le esigenze primarie del Paese e pertanto è necessario allargare il campo della ricerca energetica, appunto con il nucleare.

ULTIMA NOTIZIA


Attacco della gente ai distributori di benzina
tra ieri e oggi sono stati dati alle fiamme circa 300 distributori

Benzina razionata, caos in Iran


27 giu 2007
TGCOM
Scoppia la protesta dei giovani
Caos e proteste in Iran dopo l'annuncio del governo di un piano di razionamento della benzina.
Poco dopo l'entrata in vigore del provvedimento, centinaia di giovani infuriati hanno preso d'assalto e incendiato una stazione di servizio a Teheran, scandendo slogan contro il presidente Ahmadinejad.Diversi anche i lanci di pietre contro le forze dell'ordine, intervenute sul posto per sedare gli animiAl grido di "Fucili, fuochi d'artificio, carri armati, Ahmadinejad dovrebbe essere ucciso", i manifestanti hanno attaccato la stazione di servizio, bloccando l'autostrada urbana adiacente e dando alle fiamme pneumatici e assi di legno. Diverse anche le auto bruciate. "La polizia anti-sommossa ha preso posizione nelle vie adiacenti e ogni tanto interviene per disperdere i manifestanti", ha riferito un giornalista della France Presse presente sul posto. Violente manifestazioni di protesta si sono registrate anche nel sud della capitale.
Il piano di razionamento, scattato a mezzanotte, prevede che per ogni auto privata possano essere acquistati solo cento litri al mese (3,3 litri al giorno). L'obiettivo dell'amministrazione è quello di rinunciare alle importazioni di carburante, eliminando così anche la minaccia di un possibile embargo che la comunità internazionale potrebbe decidere a causa del programma nucleare iraniano. La decisione era stata preannunciata dal governo fin dal marzo scorso, ma la sua applicazione era stata più volte rinviata. Nei prossimi giorni una nuova risoluzione contenente nuove sanzioni potrebbe essere approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dopo che Teheran ne ha già ignorate tre che le chiedevano di sospendere le attività di arricchimento dell'uranio.
Al momento, l'Iran è costretto a importare il 40% degli oltre 70 milioni di litri di benzina consumati ogni giorno nel Paese. Finora il consumo di carburante era stato incoraggiato dal fatto che lo Stato ha tenuto bassissimo il prezzo della benzina grazie a ingenti sovvenzioni, ma ora il governo sembra aver deciso di cambiare politica. Un litro di benzina a Teheran oggi costa l'equivalente di 8 centesimi di euro, pur essendo stato aumentato del 25% alcune settimane fa.

martedì 26 giugno 2007

LA CRISI DELLA BENZINA E LE PROTESTE POPOLARI




NELLA FOTO PUBBLICATA DALL'AGENZIA UFFICIALE MEHR SI VEDONO CHIARAMENTE I SEGNI DELLA RABBIA POPOLARE NEI CONFRONTI DEL REGIME DEI MULAH: SONO MOLTE LE STAZIONI DI SERVIZIO DATE AL FUOCO DALLA GENTE INFURIATA DALLA "COUPONIZZAZIONE" DELLA BENZINA




E' da ieri sera che molte città iraniane hanno appiccato il fuoco alle basi del regime iraniano. I giovani si sono scesi in piazza per protestare contro la razionalizzazione della benzina. Secondo i giovani protestanti, un paese come Iran che giace sull'oro nero, non può soffrire la mancanza di benzina a meno che dietro tale provvedimento non ci sia una strategia particolare dei mullah onde giustificare il programma atomico iraniano. Il regime dei mullah secondo la mia opinione sta strumentalizzando tale fatto solo ed esclusivamente ai fini militari. Sta portando avanti una politica secondo cui bisogna dimostrare al mondo che in Iran esiste veramente un problema energetico tenendo cono di una popolazione di 70.000.000. I mullah vogliono dimostrare che le risorse energetiche classiche non rispondono Più alle esigenze essenziali del paese. E pertanto è necessario allargare il campo della ricerca e del ricava mento energetico. E dal momento che il loro programma atomico è totalmente finalizzato alla costruzione della bomba atomica, necessario alla realizzazione dell'impero islamico, allora bisogna sfruttare tutti i mezzi a disposizione per portare avanti e giustificare le ricerche atomiche in corso compreso l'arricchimento dell'Uranio. Recentemente il ministro dell'Interno, ha detto che Iran ha già immagazzinato 100 kili di urani arricchito. Il rischio di tale provvedimento è talmene alto che il regime dei mulla l'ha accettato solamente perché è n diretto relazione con la strategia atomica militare altrimenti sarebbe un'azione folle e suicida provocarla in una situazione in cui il regime avrebbe dovuto evitare le provocazioni popolari. Dal momento che lo scopo è strategico ed è in collegamento diretto con la sorte del regime, noi osservatori stranieri dobbiamo tener alta la guardia e scendere in campo in sostegno di coloro che coraggiosamente hanno iniziato le loro proteste fin da ieri sera dando fuoco a molte stazioni di rifornimento carburante. E' già iniziata una calda estate per il regime dei mullah e una finestra pur piccola sulle speranze della popolazione iraniana. Si dice sempre che mai giocare con il fuoco in particolare se il fuoco proviene dalla benzina. Siamo sempre a fianco di coloro che combattono eroicamente per la libertà e la democrazia in Iran.

Barzelletta o notizia


Ho appena ricevuta questa notizia! Non posso ancora credere che sia vera. Spero che gli spagnoli, anche in onore dei loro caduti non ancora seppelliti, la smentiscano. Mio padre, un ex poliziotto, morto quasi 20 anni fa, mi raccontava che quando capitava un caso di furto importante, i suoi colleghi bussavano per prima volta la casa dei ladri. Dicev, sempre mio padre, questo meccanismo rende molto bene. Anche perché sempre c'è qualcuno che è disposto a collaborare in cambio di qualche cosa. Speriamo che anche gli spagnoli, ammesso che sia vera la notizia, siano partiti da questo presupposto che per scoprire gli autori di questo fatto terroristico e agghiacciante è meglio prima bussare la casa del terrorismo internazionale. Adesso vediamo la notizia:

Libano: attentato a Unifil, Spagna chiede cooperazione a Iran
TEHERAN (Iran) - La Spagna avrebbe chiesto la cooperazione all'Iran per scoprire gli autori dell'attentato di ieri nel Libano meridionale, dove sei militari spagnoli dell'Unifil sono rimasti uccisi. Lo rivela l'agenzia iraniana Irna. La richiesta sarebbe avvenuta ieri sera durante un colloquio telefonico tra il ministro degli esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos e il suo omologo iraniano Manuchehr Mottaki. (Agr)

GAZA: INTELLIGENCE FATAH, C'è IRAN DIETRO GOLPE DI HAMAS




Ramallah (Cisgiordania), 15:26

Il governo di Teheran ha giocato un ruolo "di primo piano" nella conquista di Gaza da parte di Hamas. L'accusa e' del capo dei servizi di intelligence di Fatah, Tawfiq al-Tirawi: "Decine di membri di Hamas da un anno venivano addestrati in Iran, ricevevano denaro e trafugavano le armi attraverso i tunnel non per combattere Israele, ma contro l'Autorita' Nazionale palestinese", ha detto Tirawi nel corso di una conferenza stampa a Ramallah. "L'intero piano e' stato condotto in collegamento con l'Iran e l'Iran era informato di ogni passo". E' da giorni che il presidente Mahmoud Abbas, alias Abu Mazen, accusa "elementi stranieri" di aver orchestrato il sanguinoso golpe compiuto da Hamas; ma e' la prima volta che un uomo del vertice palestinese punta esplicitamente il dito contro il regime degli ayatollah. Immediata la replica di Hamas: il portavoce Sami Abu Zuhri ha liquidato le "accuse di Tirawi" come "bugie" e ha ricordato invece che Hamas gode di buoni contatti con la Repubblica Islamica cosi' come con gli altri Paesi musulmani.

Interferenza terroristica iraniana in Iraq


Le armi iraniane continuano ancora a giungere in Iraq -
generalità degli Stati Uniti
Venerdì 22 giugno 2007
KUT, Iraq, (Reuters) - armi di contrabbando ed esplosivi mortali continuano ad entrare in Iraq dal vicino Iran e continuano ad uccidere i soldati americani, un comandante superiore degli Stati Uniti ha affermato giovedì. “non è cambiato niente. È ancora uno stato relativamente fermo. Il flusso dall'Iran in Iraq sta ancora avendo luogo„ General Maggiore Rick Lynch ha detto alla Reuters in un'intervista. Gli Stati Uniti accusano il loro vecchio nemico di dare sostegno ai militanti in Iraq, una carica di Tehran nega e sta cercando di fare pressioni affinchè smetta di intromettersi. Gli ambasciatori dei due paesi hanno avuto un inusuale colloquio faccia a faccia tenutosi il 29 maggio a Bagdad per discutere la sicurezza in Iraq. Ma Lynch ha detto che non sarebbe realistico aspettarsi cambiamenti sulla base di un tempo così breve. “quello che provo a fare è attaccarmi ai fatti. E so che all'interno del mio spazio di battaglia, ci sono munizioni segnate chiaramente con le marcature iraniane e sto perdendo molti dei miei soldati a EFPs,„ ha detto, riferendosi ai proiettili esplosivi che sono stati usati con effetto mortale contro i blindati degli Stati Uniti. “È chiaro che la tecnologia ed le munizioni di EFP stanno venendo dall'Iran. Dobbiamo arrestare questa cosa,„ ha detto. Lynch ha appena assunto il comando delle operazioni della provincia di Wasit nel sud-est del paese. Ha una frontiera da 240 chilometri (150 miglia) con l'Iran e lui sta portando all’interno 3.000 truppe georgiane per interrompere il flusso delle armi e delle munizioni che compiono il loro percorso passando attarverso Wasit fino a Bagdad. Anche se la frontiera è lunga, ci sono relativamente pochi posti in cui un camion può attraversare, il che lo rende sicuro del successo ora che i punti di controllo saranno equipaggiati correttamente. “Ora che abbiamo le unità d’emergenza sul posto ci dà la latitudine per portare avanti operazioni che non abbiamo potuto condurre prima perché non avevamo le forze disponibili,„ ha affermato. “PULIRE, MANTENERE, COSTRUIRE„ Circa 28.000 rinforzi provenienti dagli Stati Uniti sono arrivati in Iraq per aiutare le misure repressive di sicurezza ordinate dal presidente George W. Bush. I soldati di Lynch ed i rinforzi georgiani stanno aumentando una presenza chiara delle truppe di coalizione a Wasit che include i polacchi, i rumeni ed i salvadoregni. Il comandante degli Stati Uniti in Iraq il Generale David Petraeus e l'ambasciatore Ryan Crocker riferiranno una relazione sullo stato di avanzamento al congresso degli Stati Uniti in settembre. Alcune delle forze sotto il comando di Lynch erano fra le ultime dei rinforzi supplementari che dovevano arrivare in Iraq, ma era sicuro che ci sarebbe stato un miglioramento misurabile nella situazione della sicurezza da quel momento. “Ora che le unità d’emergenza sono sul posto ho pensato che possiamo fare una profonda differenza nella situazione della sicurezza a Bagdad e nelle zone circostanti all’incirca a partire da settembre,„ ha detto. Ha lanciato una spinta importante contro i militanti Sunniti allineati con Al Qaeda a sud di Bagdad. Un’altra operazione principale è in corso nel nord della capitale nella provincia di Diyala “Possiamo condurre queste operazioni di sgombero contro i santuari nemici. L'elemento preoccupante è la parte che riguarda il “mantenere”,mantenere e costruire„ ha detto. L'esercito e la polizia iracheni devono mantenere la pace dopo che le forze degli Stati Uniti se ne saranno andate, qualcosa per la quale hanno lottato in passato. “Possiamo fare la prima parte ma le forze irachene di sicurezza devono farsi avanti per fare la parte del mantenimento. Spetta alla popolazione irachena,„ ha detto Lynch.

ONU-IRAN: in prospetiva nuove sanzioni contro il progetto atomico


Il Consiglio di Sicurezza ha fatto il punto sulle sanzioni all'Iran Venerdì 22 giugno 2007 New York, (centro di notizie NU) - Il presidente del Comitato delle Nazioni Unite che controlla le sanzioni all'Iran rispetto alla sua attività di arricchimento dell’uranio ha fatto il punto oggi presso il Consiglio di Sicurezza sull’esecuzione delle misure da parte degli Stati Membri.La risoluzione 1737 del Consiglio di sicurezza dell'anno scorso ha vietato il commercio con l'Iran di tutti gli articoli, materiali, attrezzature, merci e tecnologie che possono contribuire ai processi di arricchimento del paese, alla rielaborazione o alle attività relative all’acqua pesante o allo sviluppo dei sistemi per la diffusione dell'arma nucleare. Una risoluzione successiva adottata questo marzo ha ulteriormente inasprito le sanzioni, che hanno imposto un divieto alla vendita di armi e l’espansione del congelamento dei beni. Tra i documenti che il comitato ha ricevuto nei tre mesi scorsi, “38 Stati hanno segnalato di averte già una legislazione in vigore„ per quanto riguarda le sanzioni,12 hanno fornito i particolari sulle misure che hanno preso o prenderanno per far entrare in vigore il quadro giuridico necessario, ha detto l'ambasciatore belga Johan C. Verbeke, che svolge la funzione di presidente dei committee™s. Le autorità iraniane hanno dichiarato che il loro programma nucleare è per scopi pacifici, ma altri paesi sostengono che è guidato dal ambizioni militari

lunedì 25 giugno 2007

Solidarietà contro integralismo e fondamentalismo islamico in ITALIA

Hina Salem

RICEVO E VOLENTIERI PUBBLICO LA LETTERA DI AIUTO INVIATAMI DALL'ASSOCIAZIONE DONNE MAROCCHINE PER RICORDARE VIVO IL RICORDO DELLA HINA SALEM, UCCISA COME RICORDERETE DAL PADRE A BRESCIA.
HINA E' STATA UNA CADUTA IN PRIMA LINEA CONTRO IL FONDAMENTALISMO E INTEGRALISMO ISLAMICO IN ITALIA. HINA NON è STATA UCCISA IN UN PAESE SPERDUTA DELL'AFRICA O DELL'ASIA. E' STATA BARBARAMENTE SGOZZATA IN UN ZONA RICCA D'EUROPA OCCIDENTALE E SOTTO GLI OCCHI DISATTENTI DELLA POLITICA. L'INTEGRALISMO E IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO STANNO AVANZANDO IN UN MODO STRUSCIANTE NELLA SOCIETA' ITALIANA ESATTAMENTE COME UN TUMORE CHE LENTAMENTE SI IMPOSSESSA DEL CORPO DELLA PERSONA CHE LO OSPITA. IN ITALIA SIAMO QUASI ALLA METASTASI GRAZIE ALLE CURE SBAGLIATE DELLA POLITICA NAZIONALE. STANNO CERCANDO DI CURARE IL MALATO CON DELLE DOSI MINIME DI ASPIRINA!!!
SE CONSIDERIAMO HINA UNA PARTE DEL NOSTRO CORPO POSIAMO ALLORA SENTIRE ANCHE IL SUO SACRIFICIO UN VALORE VERSO L'EMANCIPAZIONE DELLE NOSTRE COMPAGNE DI VITA COMPRESO FIGLIE, SORELLE, MAMME, AMICHE ECC...
KARIMI DAVOOD
Il testo:
AVVISO
AVVISO
Il 28 Giugno avrà luogo a Brescia la prima udienza del processo ai responsabili dell’assassinio di Hina Salem. Come è noto, la nostra Associazione ACMI-Donna onlus (Associazione donne marocchine in Italia) si è costituita parte civile in questo processo: vogliamo giustizia per Hina e chiediamo che il suo sogno di libertà non venga dimenticato.Il 28 giugno, dunque, l’Acmid sarà a Brescia.
Ci auguriamo che quel giorno siano presenti al nostro fianco anche molte di voi per sostenere tutte insieme compostamente e civilmente, donne immigrate e donne italiane, la memoria e il sacrificio di Hina.
A quante vorranno accompagnarci, l’Acmid mette a disposizione mezzi di trasporto gratuiti dai luoghi di residenza.
Per informazioni, contattate info@acmid-donna.it28.06.2007 alle ore 8.30
Tribunale di Brescia –Via Moretto 78 c/o uff. gip.

domenica 24 giugno 2007

Palestina- Israele: Un piano Iran-Hamas allabase del "Golpe" a Gaza

Il capo dell’intelligence palestinese Tawfiq Tirawi, in una conferenza stampa tenuta domenica, ha accusato l’Iran d’essere direttamente coinvolto nella violenta presa del potere da parte di Hamas nella striscia di Gaza, sostenendo che Teheran ha finanziato e addestrato centinaia di militanti dei gruppi islamisti palestinesi.Secondo Tirawi, la battaglia per Gaza dell’inizio di questo mese è stata accuratamente orchestrata e programmata in collaborazione con l’Iran. Muovendo un’accusa implicita anche alla Siria, il capo dell’intelligence palestinese ha poi sottolineato che la leadership di Hamas fa base a Damasco e ha rivelato che, un mese prima dello scoppio dei combattimenti a Gaza, i leader di Hamas di stanza in Siria si sono incontrati con i capi dell’ala militare del movimento in una imprecisata capitale araba: durante quell’incontro, dice Tirawi, vennero messi a punto i dettagli dell’operazione per la presa del potere a Gaza.Il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha smentito le accuse sulla cooperazione Hamas-Iran, spingendosi fino a negare che combattenti di Hamas siano mai stati addestrati in Iran. Sabato scorso, peraltro, l’ex ministro degli esteri del governo palestinese guidato da Hamas Mahmoud Zahar aveva dichiarato al settimanale tedesco Der Spiegel d’aver personalmente introdotto nella striscia di Gaza, passando attraverso il confine con l’Egitto, non meno di 42 milioni di dollari in contanti provenienti dall’Iran.Tirawi ha avvertito che Hamas sta tentando di accumulare armi in Cisgiordania e potrebbe cercare di prendere di mira strutture del governo palestinese in quel territorio. Da quando Hamas ha preso il controllo nella striscia di Gaza, membri di Fatah, il movimento del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen), hanno preso di mira gli attivisti di Hamas in Cisgiordania, territorio dove Fatah è più forte. Anche Hamas ha esplicitamente minacciato di portare in Cisgiordania lo scontro fra i due gruppi palestinesi rivali.Domenica, l’Iran ha debolmente smentito d’aver dato aiuti finanziari a Hamas, sostenendo che il suo appoggio al gruppo jihadista palestinese sarebbe “meramente spirituale”. D’altra parte, lo stesso portavoce del ministero degli esteri iraniano Mohammed-Ali Hosseini si è sentito in dovere di aggiungere che “qualunque aiuto finanziario reso dall’Iran è stato offerto per il bene della nazione palestinese nel suo complesso, e non per un gruppo in particolare”.Venerdì scorso, in un’intervista al settimanale americano Newsweek, anche il presidente del Supremo Consiglio di Sicurezza Nazionale iraniano Ali Larijani aveva dichiarato: “È vero che sosteniamo Hezbollah e Hamas”.Nel frattempo, il capo dell’intelligence militare israeliana Amos Yadlin, parlando alla riunione settimanale del governo, ha detto che Iran, Hezbollah, Hamas, Jihad globale e Siria potrebbero provocare una conflagrazione questa stessa estate, anche per errore.“Ciascuno di questi soggetti – ha spiegato Yadlin – si adopera attivamente contro Israele e potrebbe provocare un deterioramento della situazione: benché nessuno di essi desideri scatenare un conflitto con Israele nell’immediato, tuttavia anche solo un grave errore di calcolo di uno qualunque di loro potrebbe portare allo scontro in qualunque momento”.
(Da: YnetNews, Jerusalem Post, 24.06.07)
Nella foto in alto: il presidente iraniano Ahmadinejad e il capo del Politburo di Hamas Khalid Mashaal

sabato 23 giugno 2007

Caricatura per i 100 kili di Uranio

la nuova caricatura riguarda le dichiarazioni di Pour Mohammadi, ministro degli interni del regime dei mullah e l'autore è sempre il noto vigniettista iraniano Toofigh:
Il mullah Khamenei, capo supremo del regime, aprendo la finestra vede le luci di un esplosione e lo scambia per un fatto naturale e dice" che bella luce".

Iran: "abbiamo già 100 kili di uranio"


Iran ha 100 kg uranio arricchito
Esperti, ci vogliono 500 kg per costruire bomba atomica
(ANSA)- TEHERAN,22 GIU -
L'Iran ha 100 chili di materiali di uranio arricchito. Lo ha detto oggi il ministero dell'interno iraniano. ''Oltre 100 chili di materiali di uranio arricchito sono stati avviati nei magazzini'', ha detto Mostafa Pourmohammadi in un discorso ieri sera nell'Iran sudoccidentale. Secondo gli esperti, sono necessari 500 chili di uranio arricchito per costruire una bomba nucleare.

Commento:
Fin qua la notizia. Ma la reazione del mondo civile? Ecco è qui che ci dobbiamo concentrare le nostre attenzioni e chiamare l'attenzione dei nostri politici e partiti che ci anche debbono difendere da eventuali pericoli che si trovano in agguato. La notizia ci deve preoccupare ancora di più perché comunicato da un personaggio assai pericoloso e compagno di merenda di Ahmadinejad. Un personaggio che non ha esitato nemmeno un secondo quando Khomeini ordinò il massacro dei prigionieri politici. Anzi aveva anche fretta nel eseguire la fatwa di Khomeini." annientare tutti i Mojahedin e i simpatizzanti". Se oggi la resistenza iraniana è viva e vegeta, non è dovuto al fatto che lui, Pour Mohammadi, uno dei più violenti giudici religiosi di Khomeini, non abbia potuto fare bene il suo lavoro, ma è dovuto al fato che la storia è un osservatorio giudiziario umano che ha sempre sostenuto è protetto i suoi figli dalle aggressioni e dalle violenze di certi episodi passeggeri che ci si trovano spesso lungo il suo cammino.
Ribadisco che tali affermazioni del ministro degli interni di Ahmadinejad dimostrano ancora una volta la fondatezza delle dichiarazioni e delle rivelazioni della resistenza iraniana secondo cui il regime dei mullah sta preparando la bomba atomica come vettore e l'arma al sevizio della costruzione dell'impero islamico iraniana. Adesso tocca ai nostri politici commentare tali affermazioni. Sicuramente diranno ancora:" sono dichiarazioni bluff."!!!
A volte il letargo è la cosa più pericolosa al mondo. Per il dopo non ce Più rimedio. Il danno è già fatto. Adesso tocca alle future generazioni pagare i danni creati da questo letargo.

venerdì 22 giugno 2007

poesia-lapidazione: per chi lancia la pietra!




Quando inizia la pioggia delle pietre
prima di fare di me una montagna di sassi
tu,
hai già fato del tuo cuore una roccia.
Ammesso che io sia colpevole
Ammesso che io sia traditrice
Ammesso che io meriti la condanna
ma tu,
ma tu che dal tuo cuore cavi la pietra
e la lanci verso di me
ma tu,
la notte vai a dormire santa come Maria madre di Gesù?

IRAN. PRIMATISTA MONDIALE IN ESECUZIONI MINORI


20 giugno 2007: sono almeno 17 le persone giustiziate in Iran dall’inizio del 2004 per reati commessi quando avevano meno di 18 anni, afferma l’organizzazione Human Rights Watch, evidenziando come l’Iran sia primatista mondiale in questo particolare tipo di esecuzioni. La condanna a morte di minori viola gli obblighi contratti dall’Iran aderendo ai trattati internazionali che vietano la condanna capitale per i minorenni. In certi casi, si è verificata anche la violazione del diritto interno iraniano, secondo cui soggetti minori di 18 anni devono essere processati da speciali tribunali per minori. Quest’anno sono due i minori messi a morte in Iran: nel caso di Syed Mohammad Reza Mousavi Shirazi, 20 anni, giustiziato il 22 aprile nella prigione di Adel Abd a Shiraz per un omicidio commesso a 16 anni, la Corte Suprema ha riconosciuto che il ragazzo è stato erroneamente processato in un tribunale per adulti. Solo Iran, Cina, Sudan e Pakistan hanno giustiziato minorenni dal 2004. (Fonti: Human Rights Watch, 20/06/2007)

mercoledì 20 giugno 2007

URGENTE. APPELLO CONTRO LAPIDAZIONE.

LE ULTIME ORE PER PROTESTARE CONTRO LA DISUMANA PENA DELLA LAPIDAZIONE
20 GIUGNO 2007-06-20 SECONDO QUANTO HA DIVULGATO IL SITO DEL MOVIMENTO FEMMINILE IRANIANO “ MEYDAAN”, DOMANI, GIOVEDI, NELLA PROVINCIA DI GHAZVIN, ESATTAMENTE NEL CIMITERO DI BEHESHT ZAHRA DELLA CITTA DI TAKISTAN, VERRANNO LAPIDATI UNA DONNA DI NOME MOKARRAME ERAHIMI E L’UOMO CON CUI HA AVUTO UNA RELAZIONE EXRTRACONIUGALE. IL RISULTATO DI QUESTA RELAZIONE è UN FIGLIO” ILLEGGITTIMO” MASCHIO CHE ATTUALMENTE HA 11 ANNI.
LA CERIMONIA DELL’ESECUZIONE è PUBBLICA E IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLA CITA HA CONVOCATO TUTTA LA POPOLAZIONE A PARTECIPARE ALLA LAPIDAZIONE.
IL SITO DELLE DONNE IRANIANE CHIEDE A TUTTE LE ASSOCIAZIONI E ORGANI INTERNAZIONALI PER I DIRITTI UMANI DI PROTESTARE VIVAMENTE PRESSO GLI ORGANI COMPETETNTI NAZIONALI ONDI IMPEDIRE QUESTO ATTO DISUMANO. IN PARTICOLARE CHIEDE DI CHIAMARE GLI UFFICI DI AMNESTY INTERNATIONAL E SOLLECIATRE UN LORO INTERVENTO IMMEDIATO.

martedì 19 giugno 2007

GAZZA: FATAH, C'è L'IRAN DIETRO IL GOLPE DI HAMAS

(AGI/REUTERS) - Ramallah, 18 giu. - L’Iran ha incoraggiato Hamas a prendere il controllo di Gaza. L’accusa e’ stata fatta da Yasser Abed Rabbo, stretto collaboratore del presidente palestinese Abu Mazen. “L’Iran -ha detto- sostiene gruppi non democratici in Palestina, Libano e Iraq e per noi e’ responsabile del golpe messo in atto da Hamas”. Immediata e’ stata la reazione del movimento radicale islamista che, invece, ha addebitato la responsabilita’ di quanto accade nei Territori alla “connivenza ormai chiara dei capi di Fatah con l’occupazione israeliana” Quelle di Rabbo, ha affermato, sono “false affermazioni che non inganneranno il popolo palestinese”.Teheran, che non ha mai bloccato i fondi diretti ai Territori a differenza di quanto ha fatto la comunita’ internazionale, aveva accusato gli Stati Uniti e “alcune fazioni straniere” di alimentare la divisione all’interno del mondo palestinese e lo scontro tra Hamas e Fatah e criticato la formazione di un governo di emergenza. La Repubblica Islamica, ha sottolineato Rabbo, “non ha alcun diritto di darci lezioni di democrazia”. (AGI)Fab

15 giugno un altro esecuzione in pubblico

Nella foto in bianco nero vediamo tre agenti iraniani che hanno aggredito e ferito i rifugiati politici iraniani a Parigi. Questo episodio è avvenuto il 17 giugno del 2007. La foto sotto dimostra un'esecuzione pubblica avvenuta il 15 giugno di quest'anno. La repressione interna e il terrorismo sono due pilastri che sostengono il regime dei mullah.



Questa foto è solamente una piccola parte della realtà iraniana e ci si convive quotidianamente nelle vie e nelle strade e di fronte agli occhi inorriditi dei bambini e delle bambine di questo paese colpito dalla più grave virus: "fondamentalismite" ovvero il virus del fondamentalismo.

Bisogna domandare a coloro che sostengono questo "mercato dell'orrore", che cosa provano se una mattina di un giorno qualsiasi si trovassero insieme al loro figlio in mezzo ad un'esecuzione pubblica? Hanno il coraggio di fermarsi e incoraggiare il figlio ad assistere a tali crudeltà? No, sono sicura che cambiano sicuramente la marcia e torneranni indietro.

Il fondamentalismo non conosce ne limiti e ne confini. Alcuni giorni fa, a Parigi, i sicari-terroristi hanno organizzato una conferenza su "come aiutare i profughi e fuoriusciti iraniani"!!!Tale conferenza fu organizzata dal ministro di informazione del regime di Teheran. Obiettivo di tali iniziative è quello di infiltrarsi tra le varie comunità e realtà iraniane, rifugiatesi all'estero, e preparare il terreno ai futuri atti terroristici contro gli attivisti della resistenza. Recentemente, il ministero dell'informazione sta organizzando, in particolare in Francia, varie campagne che sicuramente porteranno in futuro agli atti terroristici ai danni degli attivisti iraniani. Ultimamente ho rivelato in un mio articolo, un piano per esportare 100.000 uomini sotto la copertura di " esportazione delle forze di lavoro in Germania, Italia, Olanda, Belgio e Australia".

Gli uomini e gli agenti di Teheran, all'inizio dei "lavori" della conferenza hanno tolto la maschera dalle loro intenzioni reali e hanno aggredito con le armi fredde, coltelli, lacrimogeni e bastoni alcuni rifugiati che si erano presentati a questo appuntamento, riducendo alcuni in fin di vita. Grazie all'intervento tempestivo della polizia i feriti sono stati soccorsi e portati all'ospedale, annullando immediatamente la conferenza, ha arrestato molti agenti che avevano partecipato all'aggressione, tra cui un noto funzionario del ministero di Informazione di nome Hassan Sobhani.

La resistenza iraniana è da molto tempo che chiede la tutela e la sicurezza dei cittadini iraniani che sono sfuggiti dalle crudeltà. Grazie ad una politica di accondiscendenza, l'Europa sta diventando un campo di battaglia per gli agenti e i sicari iraniani. Nel marzo del 1993, i terroristi inviati da Teheran hanno ucciso con due colpi di arma da fuoco il rappresentante della resistenza iraniana a Roma Dott. Mohammad Hossein naghdi. Recentemente il tribunale penale di Roma ha riconosciuto i massimi responsabili del regime dei mullah come mandanti dell'omicidio di Naghdi.

SALMAN RUSHDI E IL TERRORISMO IRANIANO


Agenzia statale Mehr 19 GIUGNO 2007
La notizia:
Stamattina Bahonar, vice presidente della camera islamica ha considerato il sostegno della Regina d’Inghilterra a Salman Rushdi come" un’iniziativa vile e un confronto nemichevole dell’Inghilterra nei confronti del popolo islamico”Bahonar ha aggiunto: “il sostegno dato a delle persone odiate, quale Salman Rushdi, per gli inglesi non gioverà nessun interesse salvo il ferimento della fede di 1,5 miliardi dei musulmani."
Commento: Nel profondo delle parole di Bahonar, uno degli uomini più coinvolti nel terrorismo islamico iraniano, si può e si deve leggere attentamente la strategia del regime iraniano quando parla chiaramente al posto di 1,5miliardi di musulmani sulla terra: costruire impero islamico iraniano. Cioè portare tutti i musulmani sotto un'unica bandiera quale bandiera dell'integralismo e del fondamentalismo di cui i primi segnali si vedono già in un paese martoriato:Iraq. Quando noi parliamo di questa strategia non vogliamo spaventare il mondo civile e pacifico in cui ci viviamo. E' esattamente la nostra coscienza che ci induce a portare alla conoscenza di coloro che coscientemente o incoscientemente trascurano tale evidenza. Basti guardare all'Iran di oggi e renderci cono delle spaventose dimensioni che potrà avere in un futuro non lontano un eventuale ingrandimento della repubblica islamica dei mullah. Tutto quello che attualmente succede nelle strade irachene, in buona parte, è la conseguenza della politica di accondiscendenza occidentale nei confronti dei mullah iraniani. il regime ha sempre dimostrato che il veicolo trasportaore della sua idea fondamentalista è il terrorismo: basti guardare Argentina,Libano, palestina, Iraq, Yemen, ecc... Allora quali sono i mezzi con cui possiamo affrontarlo e sconfiggerlo. secondo me bisogna colpirlo dove ha puntato la pistola: il caso di Salman Rushdi. Bisogna costruire una diga intorno al caso di Salman rushdie e nel nome della sua difesa sferrare l'unico attacco che abbiamo a disposizione: fermezza. Sì, si può sconfiggere il terrorismo anche con l'arma della fermezza.

lunedì 18 giugno 2007

Mojahedin del popolo iraniano e l'Europa




CODE02/11549 (19/6) (fidest) Il parlamento italiano chiede al governo a sostenere in sede di Consiglio dell’Unione Europea il pieno rispetto della sentenza del Tribunale della Corte di Giustizia delle Comunità Europee sull'Organizzazione dei Mojahedin del popolo iranianao Alla vigilia della prossima riunione del Consiglio dei ministri degli esteri dell’Unione Europea, la Commissione esteri della Camera dei deputati italiana, ha approvato una risoluzione sostenuta dai rappresentanti dei maggiori partiti italiani. In essa si chiede al governo di tener conto della sentenza della Corte di giustizia europea di Lussemburgo del 12 dicembre 2006 che annula la decisione del consiglio dei ministri l'inserimenti il nome dei Mojahedin del popolo nella lista dei gruppi terroristici. L’ufficio del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana in Italia, di cui il primo rappresentante è stato assassinato a Roma il 13 marzo del 1993 dai terroristi sicari del regime dei mullah, esprime i suoi migliori auguri ai legislatori per la loro storica decisione. Nel marzo scorso, in Italia 318 parlamentari provenienti da tutti gli schieramenti politici hanno sottoscritto una petizione in sostegno all’OMPI chiedendo la piena realizzazione della sentenza dell’Alta Corte europea di Lussemburgo ribadendo che il Consiglio dei ministri dell’Unione Europeo non è al di sopra della legge.
CODE02/11550 (19/6) (fidest) con risoluzione del 2 maggio 2002, il Consiglio dell’Unione Europea ha aggiornato la lista delle persone e delle entità i cui fondi devono essere congelati nell’ambito della lotta al terrorismo, includendo in tale lista l’Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano (OMPI); - nei successivi aggiornamenti, l’OMPI è stata sempre mantenuta in tale lista, fino alla Decisione del Consiglio del 21 dicembre 2005 relativa a misure restrittive specifiche, contro determinate persone ed entità, destinate a combattere il terrorismo (2005/930/CE); - il procedimento che può condurre ad una misura di congelamento dei fondi ai sensi della normativa pertinente si svolge su due livelli, uno nazionale e l’altro comunitario; in un primo momento, un’autorità nazionale competente, in linea di principio un’autorità giudiziaria, deve adottare nei confronti dell’interessato sospettato o imputato di attività terroristiche una decisione che deve essere basata su «prove o indizi seri e credibili»; in un secondo momento, il Consiglio, all’unanimità, deve decidere di includere l’interessato nell’elenco delle organizzazioni terroristiche sulla base di informazioni precise che mostrano l’adozione di una decisione nazionale; in seguito, il Consiglio deve «accertarsi», a intervalli regolari, almeno una volta ogni sei mesi, che la presenza dell’interessato sull’elenco controverso «resti giustificata»; - il 29 maggio 2006, in sede di riesame semestrale, è intervenuta un’ulteriore decisione del Consiglio dell’Unione Europea che ha mantenuto l’OMPI nella lista delle organizzazioni terroristiche i cui fondi devono essere congelati; Considerato che: - la sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02) ha annullato la Decisione del Consiglio del 21 dicembre 2005 poichè ha constatato che «la decisione impugnata non è motivata e che è stata adottata nell’ambito di un procedimento durante il quale non sono stati rispettati i diritti della difesa della ricorrente [l’OMPI]»; - inoltre, il Tribunale ha stabilito di «non essere in grado di effettuare il controllo giurisdizionale della legittimità di tale decisione», in quanto «il Consiglio e il Regno Unito [ammesso ad intervenire a sostegno del Consiglio] non sono stati neanche in grado di dare una risposta coerente al problema di sapere quale fosse la decisione nazionale [condizione preliminare ai sensi dell’art. 1, n. 4, della posizione comune n. 2001/931] sulla base della quale è stata adottata la decisione [del Consiglio] impugnata»; - nel suo ricorso, l’OMPI ha sostenuto di essere stata inclusa nell’elenco controverso «sulla sola base, apparentemente, di documenti prodotti dal regime di Teheran» e che «i motivi dell’iscrizione [erano] del tutto verosimilmente diplomatici»; Considerato inoltre che: - il Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee non ha messo in discussione l’ultima Decisione del Consiglio in data 29 maggio 2006, attualmente in vigore, non perchè essa sia stata adottata a differenza delle precedenti nel rispetto o meno delle dovute garanzie (comunicazione dei nuovi elementi a carico, motivazione del mantenimento e un’audizione dell’interessato), ma sol perchè tale decisione non era oggetto del ricorso in esame. Sin dai primi anni ’80, l’Italia ha riconosciuto lo status di rifugiati politici a non pochi membri dell’OMPI e della resistenza iraniana.

IRAN - TERRORISMO: Nuova taglia su Salman Rushdie




domenica 17 giugno 2007
AGENZIA GRT, 17 giugno - Arriva una nuova taglia sulla testa dello scrittore anglo-indiano Salman Rushdie, che ieri e' stato insignito del titolo di 'Sir'. Il 'Quartier generale per la commemorazione dei martiri', un'organizzazione fondamentalista iraniana, ha annunciato di aver aumentato da 100 a 150 mila dollari il compenso per chi riuscira' a uccidere il famoso scrittore, gia' condannato a morte nel 1989 con una 'fatwa' dell'ayatollah Khomeini per la pubblicazione del libro 'Versetti satanici'.

sabato 16 giugno 2007

Patrioti o terroristi? Deciderà l'Ue


SFORBICIATE

Patrioti o terroristi? Deciderà l’Ue
di Aldo Forbice

Fra pochi giorni il Consiglio dei ministri dell’Ue dovrà decidere se accogliere la sentenza dell’Alta corte di giustizia europea per cancellare dalla lista del terrorismo internazionale i Mujaheddin del popolo iraniano (Pmoi), Il Regno Unito, che guida la cordata dei no, dovrebbe farcela, incurante di provocare un grave conflitto istituzionale fra organi Ue. Il Consiglio della resistenza iraniana, presieduta da Maryam Rajavi, che ha sede a Parigi, ha inviato oltre 2 mila documenti a Bruxelles, ma, oltre alla solidarietà di diversi parlamentari e giuristi di paesi Ue, non è riuscito ad attenuare l’intransigenza inglese.
Eppure, Londra non è riuscita a produrre un solo documento, più recente del 2001, che provi un azione terroristica del Pmoi. D a anni i 3 mila oppositori iraniani del campo di Ashraf ( in Iraq), sono stati disarmati dagli angloamericani e si dichiarano contrari alla lotta armata. Perché Londra insiste?probabilmente questo prezzo da pagare faceva parte degli accordi per il rilascio dei 14 marinai sequestrati da Teheran. E c'è anche chi afferma che quel sequestro anomalo sia stato programmato proprio per ottenere quella contropartita.
Fonte: Panorama 21 giugno 2007 anno xlv
Pag.73

Caricatura: il terrorismo e le trattative

In questa caricatura, l'autore, il famoso vignettista iraniano, Tofigh, ha cercato di incorporare le due nature del regime dei mullah. Il terrorista con il telefono satellitare, dopo aver terminato la sua missione di morte riceve una telefonata dal suo capo che gli ordina:" SE HAI COMPIUTO LA TUA MISSIONE PUOI TORNARE AL TAVOLE DELLE TRATTATIVE"
Fonte: http://negahtofigh.blogspot.com/


DICHIARAZIONE DELL'ON JOLE SANTELLI FORZA ITALIA


Dichiarazione dell’on. Jole Santelli, responsabile sicurezza e immigrazione di Forza Italia, in merito alla risoluzione approvata in Commissione Esteri sull’OMPI (Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano)


“Soddisfazione per la risoluzione approvata ieri dalla Commissione Esteri della Camera che impegna il Governo a sostenere in sede del Consiglio dell’Unione Europea il pieno rispetto della sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di prima istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee. La sentenza annulla la decisione del Consiglio dei ministri degli esteri della UE di inserire l’OMPI nella lista dei gruppi terroristici. Ottimo che la risoluzione arrivi dopo che numerosi parlamentari di maggioranza e opposizione hanno già firmato un documento rivolto all’Unione europea affinché venga rispettata la sentenza della Corte di Lussemburgo”.


Roma, 15 giugno 2007

venerdì 15 giugno 2007

HAMAS E LA SICUREZZA DEI PALESTINESI


Come la storia ci insegna costantemente, non sempre il seme piantato sotto terra darà frutti desiderati. A volte ci riserva anche delle sorprese che nemmeno padreterno ci può più aiutare. Caso mai ci potrà concedere più pazienza per poter sopportare il male che ci ha colpito. Ma a volte nemmeno la straordinaria capacità di sopportare i fenomeni che non sono a nostro gradimento, ci potranno salvare da un crollo e fallimento predestinato. A meno che non si arrivi a usare più la ragione e la saggezza che la forza muscolare. Secondo me non sempre il più forte, naturalmente militarmente intendo, potrà avere mano forte e vincente. l'insegnamento che viene dall'ultima guerra tra Israele e l'Iran( naturalmente camuffato dai terroristi Hezbollah), è che se vogliamo vincere il male dobbiamo attrezzarci di tutti i mezzi e strumenti che ci viene chiesto al momento della chirurgia. Immaginatevi che in una sala operatoria, durante un operazione della rimozione di un tumore maligno, la troup medica è sprovvista di sangue. Cosa succederebbe se il paziente comincia a perdre il suo prezioso liquido? Niente semplicemente muore. Questa è stata esattamente quella che è successo durante l'ultima guerra in Libano. Il paziente è morta ma il tumore è rimasto vivo. Ha avuto il tempo della metastasi e di ripresa e di nuovo si è riversato nel corpo della società palestinese e libanese. Qualsiasi cosa che accada in libano è in stretto contatto con quello che succede nei territori palestinesi. Hamas e Hezbollah sono due facce della stessa medaglia: Iran. Chiunque cerchi di travolgere tale evidenza è direttamente o indirettamente porta acqua nel mulino del terrorismo dei mullah iraniani. Anche perchè in balia e in gioco ci sono delle vite umane. Basti guardare il diagramma del rialzo della temperatura terroristica e ci si rende conto che quasi sempre, alla vigilia di grandi decisioni da parte della comunità internazionale contro il regime iraniano, all'improvviso scoppiano dei grandi episodi di violenza: dalla presa degli ostaggi all'esplosione delle autobombe contro gli inermi civili in Libano. La situazione di questi giorni della tormentata terra dei palestinesi era prevedibile facilmente per coloro che si battono contro il regime dei mullah: la resistenza iraniana. Pare che in questa parte della terra per sconfiggere il male i medici prescrivano eliminazione fisica del paziente e non del tumore. Mi riferisco ai grandi paesi che contano su questa terra.
Comunque vadano le cose, finche la comunità internazionale non adotta serie iniziative contro il terrorismo dilagante iraniano, l'unico vincitore di questa guerra rimarrà ancora un'altra volta il regime di Teheran. La guerra tra Hamas e Alfatah è stata scoppiata per ordine di Teheran ed è una guerra tra l'Iran da una parte e il popolo palestinese, il popolo ebraico e tutta la comunità civile dall'altra.
Non scordiamoci che lo slogan di Khomeini per cui colpa fu iniziata la guerra tra Iran e Iraq con un milione di morti e miliardi di danni economici era e lo è ancora " la via per conquistare Gerusalemme passa per Karbala". Attualmente gli iraniani hanno sotto il loro pieno controllo non solo Karbala bensì tutto l'Iraq. Di conseguenza non credo che sia tanto difficile raggiungere l'obiettivo di Khomeini.
Una curiosità: il regime dei mullah, grazie al suo vettore terroristico, riesce a gestire l'andamento della sua corsa verso il Gerusalemme. A volte corre come un pazzo e a volte sembra una lumaca già morta e in fase di decomposizione. Per combatterlo bisogna conoscere la sua DNA. Ne sa qualche cosa la resistenza iraniana.

IRAN. D'ELIA, RISOLUZIONE PER CANCELLARE OMPI DA LISTA NERA


(ANSA) - ROMA, 14 GIU - ''Una risoluzione che per la prima volta mette in discussione una pratica diffusa nell'Unione europea, quella di inserire nella lista nera delle organizzazioni terroristiche nominativi in base a valutazioni politiche e diplomatiche e non di diritto''. Cosi' Sergio D'Elia (Rnp) commenta la risoluzione, di cui e' primo firmatario, approvata oggi dalla commissione Esteri della Camera, che impegna il governo a sostenere in sede di consiglio europeo il rispetto della sentenza della
Corte di Giustizia che ha annullato l'inserimento dell'Ompi, l'organizzazione dei Mojahedin del popolo iraniano, dalla 'lista nera'. ''La sentenza - spiega D'Elia - ha posto una serie di paletti da rispettare in occasione della revisione semestrale della lista, prevista per lunedi' prossimo''. Per questo la risoluzione approvata oggi impegna anche il Governo a ''partecipare attivamente alla revisione della lista (prevista per lunedi' prossimo) per accertare che l'inserimento dell'Ompi, come di altri movimenti nell'elenco delle organizzazioni terroristiche, sia realmente giustificato, tenendo conto dei rilievi mossi dalla sentenza''. Una risoluzione, quella approvata oggi, definita ''storica'' dal Consiglio nazionale della resistenza iraniana in Italia, che ''ringrazia'' i componenti della commissione.(ANSA).

La clamorosa vittoria della resistenza iraniana in Italia


-La Commissione esteri della Camera italiana si esprime in merito all'inserimento del nome della resistenza iraniana nella lista nera delle organizzazioni terroristiche dell'Unione Europea
-La risoluzione impegna il governo italiana di rispettare la sentenza dell'Alta Corte di giustizia europea del dicembre scorso
-Soddisfazione espressa da parte della resistenza e di tutte le comunità iraniane
-Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia ha espresso i suoi migliori auguri alla Resitenza iraniana e alla Commissione esteri della Camera per questa coraggiosa e meritata presa di posizione

IL TESTO DEL DOCUMENTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE ESTERI DELLA CAMERA ITALIANA:

Risoluzione in Commissione

La III Commissione,

premesso che:
- con risoluzione del 2 maggio 2002, il Consiglio dell’Unione Europea ha aggiornato la lista delle persone e delle entità i cui fondi devono essere congelati nell’ambito della lotta al terrorismo, includendo in tale lista l’Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano (OMPI);
- nei successivi aggiornamenti, l’OMPI è stata sempre mantenuta in tale lista, fino alla Decisione del Consiglio del 21 dicembre 2005 relativa a misure restrittive specifiche, contro determinate persone ed entità, destinate a combattere il terrorismo (2005/930/CE);
- il procedimento che può condurre ad una misura di congelamento dei fondi ai sensi della normativa pertinente si svolge su due livelli, uno nazionale e l’altro comunitario; in un primo momento, un’autorità nazionale competente, in linea di principio un’autorità giudiziaria, deve adottare nei confronti dell’interessato sospettato o imputato di attività terroristiche una decisione che deve essere basata su «prove o indizi seri e credibili»; in un secondo momento, il Consiglio, all’unanimità, deve decidere di includere l’interessato nell’elenco delle organizzazioni terroristiche sulla base di informazioni precise che mostrano l’adozione di una decisione nazionale; in seguito, il Consiglio deve «accertarsi», a intervalli regolari, almeno una volta ogni sei mesi, che la presenza dell’interessato sull’elenco controverso «resti giustificata»;
- il 29 maggio 2006, in sede di riesame semestrale, è intervenuta un’ulteriore decisione del Consiglio dell’Unione Europea che ha mantenuto l’OMPI nella lista delle organizzazioni terroristiche i cui fondi devono essere congelati;

Considerato che:
- la sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02) ha annullato la Decisione del Consiglio del 21 dicembre 2005 poichè ha constatato che «la decisione impugnata non è motivata e che è stata adottata nell’ambito di un procedimento durante il quale non sono stati rispettati i diritti della difesa della ricorrente [l’OMPI]»;
- inoltre, il Tribunale ha stabilito di «non essere in grado di effettuare il controllo giurisdizionale della legittimità di tale decisione», in quanto «il Consiglio e il Regno Unito [ammesso ad intervenire a sostegno del Consiglio] non sono stati neanche in grado di dare una risposta coerente al problema di sapere quale fosse la decisione nazionale [condizione preliminare ai sensi dell’art. 1, n. 4, della posizione comune n. 2001/931] sulla base della quale è stata adottata la decisione [del Consiglio] impugnata»;
- nel suo ricorso, l’OMPI ha sostenuto di essere stata inclusa nell’elenco controverso «sulla sola base, apparentemente, di documenti prodotti dal regime di Teheran» e che «i motivi dell’iscrizione [erano] del tutto verosimilmente diplomatici»;

Considerato inoltre che:
- il Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee non ha messo in discussione l’ultima Decisione del Consiglio in data 29 maggio 2006, attualmente in vigore, non perchè essa sia stata adottata a differenza delle precedenti nel rispetto o meno delle dovute garanzie (comunicazione dei nuovi elementi a carico, motivazione del mantenimento e un’audizione dell’interessato), ma sol perchè tale decisione non era oggetto del ricorso in esame;
- D’altra parte, lo stesso Tribunale di Prima Istanza ha stabilito, in linea generale, che “la motivazione di una decisione successiva di congelamento dei fondi deve indicare le ragioni specifiche e concrete per cui il Consiglio considera, in seguito al riesame, che il congelamento dei fondi dell’interessato resta giustificato” e che “non può ammettere che la motivazione possa consistere soltanto in una formulazione generica e stereotipata.”
- il 30 gennaio 2007, il Consiglio dei ministri europei dell’Economia e delle Finanze ha comunicato, con una lettera ai legali dell’OMPI, di non avere intenzione di procedere alla cancellazione di tale organizzazione dalla lista, ma solo di concedere ad essa la possibilità di presentare le proprie osservazioni sul caso.

Considerato infine che:
- sin dai primi anni ’80, l’Italia ha riconosciuto lo status di rifugiati politici a non pochi membri dell’OMPI e della resistenza iraniana;
- in favore della cancellazione dell’OMPI dalla lista europea delle organizzazioni terroristiche si sono recentemente espressi numerosi deputati e senatori della maggioranza e dell’opposizione, e che oltre la metà dei deputati ha firmato un documento rivolto all’Unione Europea perché rispetti la sentenza della Corte di Giustizia di Lussemburgo.

Impegna il Governo:

1) a sostenere in sede di Consiglio dell’Unione Europea il pieno rispetto della sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02).

2) a partecipare attivamente alla revisione semestrale di tale lista da parte del Consiglio al fine di accertare che la presenza dell’OMPI come di altre organizzazioni e individui nell’elenco delle organizzazioni terroristiche sia realmente giustificata, tenendo conto dei rilievi mossi dalla summenzionata sentenza alle precedenti decisioni del Consiglio, in particolare, per quanto riguarda la condizione preliminare di una decisione della autorità nazionale competente, l’obbligo di comunicazione e motivazione, il diritto di difesa.
14 giugno 2007

D’Elia Sergio La Rosa Nel Pugno
Villetti Roberto La Rosa Nel Pugno
Mantovani Ramon Rifondazione Comunista - Sinistra europea ( capogruppo )
Forlani Alessandro UDC ( Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) (capogruppo )
Pettinari Luciano Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo
De Zulueta Tana Verdi ( capogruppo )
Rivolta Dario Forza Italia
Paoletti Tangheroni Patrizia Forza Italia ( capogruppo )
Zaccherra Marco Alleanza Nazionale

giovedì 14 giugno 2007

IRAN: SCONCERTO PER PENA DI MORTE CHIESTA DA PREMIO NOBEL SHIRIN EBADI





Teheran 13 giu. - (Aki) - In Iran ha destato profondo stupore e polemiche la notizia dell'esecuzione capitale di un imputato riconosciuto colpevole di aver violentato e ucciso una giovane, pena capitale chiesta dall'avvocato della famiglia della vittima, il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi. In questo caso, dunque, la notizia non e' nell'esecuzione del colpevole, Mohammad Safar, impiccato qualche giorno fa nel carcere di Evin, (l'Iran e' al secondo posto nella classifica dei paesi che applicano la pena di morte) bensi' nel coinvolgimento della Ebadi, firmataria dell'ultimo appello di Nessun Tocchi Caino per la moratoria delle sentenze capitali. Nei blog iraniani, soprattutto quelle delle donne, il comportamento della Ebadi viene duramente stigmatizzato. ''Chi come lei è paladina di pace e giustizia - scrive nel suo blog la femminista Assieh Amini, appena rilasciata dopo l'arresto per aver partecipato ad una manifestazione per la parità di diritti tra i sessi- non può avallare la richiesta di una sentenza capitale voluta dai familiari della vittima''. ''Cara Signora della Pace - si legge su un altro blog - in quale paese si trovava mentre Mohammad Safar veniva impiccato all'alba nel cortile di Evin? In quel triste momento, in quale conferenza internazionale stava parlando di pace e di giustizia?''. ''Cara Shirin - si legge sul blog firmato da una ragazza che si cela dietro lo pseudonimo di 'Figlia di Eva' - ci hai deluso accettando il baratto tra la vita di una vittima e la vita del suo carnefice, aderendo al precetto islamico che il sangue va lavato col sangue''. Contattato da AKI ADNKRONOS INTERNATIONAL, l'ufficio della Ebadi a Teheran non ha voluto commentare la notizia, limitandosi a definire tali critiche opera di ''provocatori al servizio di poteri occulti''.
(Rah/Aki)
13-Jun-07 13:35

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO