sabato 9 giugno 2007

Iran: 5+2 e mai 5+1

Forse dal titolo che ho scelto qualcuno potrebbe dedurre che si tratta di una formula oppure un’equazione. Confermo. Non sempre le guerre o le trattative hanno prodotto i risultati sperati in particolare se si tratta della guerra al terrorismo e al fondamentalismo di matrice iraniano. Secondo me è il peggior pericolo che il mondo civile ha di fronte a se. Finora si è espresso e si è materializzato come un virus letale che continuamente fa sudare i ricercatori che cercano di sconfiggerlo. Si muta continuamente. A volte si dimostra anche vulnerabile alle cure e alle contromisure. Ma all'improvviso si alza e come nei film d’orrore manda in tilt anche i più dotati uomini e donne con i nervi da acciaio. Ormai il regime dei mullah non si nasconde e gioca le sue carte all'aperto. Dove esistono condizioni favorevoli si dimostra disponibile alle cure e alle terapie e dove esige, come nel caso iracheno, si dimostra estremamente violento e aggressivo e gioca a carte scoperte. Non a caso i mullah iraniani dicono che il destino del loro regime si gioca in Iraq. Non è né un’esagerazione, né una falsa. Questo virus è più violento dove il sistema immunologico è debole ed esausto. Ma questo non esclude che non si manifesti dove la vigilanza è alta. Basti guardare in medioriente e fino alla lontana America latina. Si allea, grazie alle sue alleanze pseudo anti-imperialiste, anche con i governi che non hanno minime basi ideologiche con esso. Ma un altro fattore decisivo che lo aiuta in questo cammino è la politica d’accondiscendenza occidentale che gli permette di navigare tranquillamente in qualsiasi acqua sia fredda che calda. Anzi non disdegna nemmeno quella bollente. Pare che vi si trovi a suo agio. Sì, il fondamentalismo iraniano vive meglio e cresce abbastanza bene dove c'è disordine e guerra. Lavora tranquillamente su tanti fronti. In Iran reprime continuamente la sua popolazione in varie forme e misure e all'estero contribuisce alla proliferazione del terrorismo e dell'integralismo. Sta diventando un gigante che non risponde più alle cure classiche. Con la sua demagogia manda perfino in tilt i più autorevoli sistemi di sicurezza. Si camuffa continuamente nelle pecore minacciate dai lupi. Allo stesso tempo minaccia sistematicamente chi si azzarda ad attaccare la " santa repubblica islamica iraniana". Manda in giro il suo ambasciatore sempre viaggiante, Khatami, a rassicurare gli animi esasperati e preoccupati del mondo occidentale con la speranza di poter creare delle spaccature in esso, in particolare tra gli europei, più accondiscendenti e gli americani meno accondiscendenti.
Allora, cosa bisogna fare per sconfiggere questo mostro? Investire ancora sulle fazioni pseudo moderate capeggiate da Khatami & company? Oppure pazientare e aspettare che le cose cambino da sole? O sferrare una guerra al fine di spazzare la più grande minaccia che il mondo contemporaneo corre? Oppure permettere al regime dei mullah di arrivare alla bomba atomica sperando che in questa maniera si dia una calmata, pur sapendo che il suo fanatismo è mille volte più pericoloso della sua bomba atomica? Oppure cambiare il registro. Cambiare la formula. Non più 5+1 ma 5+2( America, Russia, Cina, Inghilterra, Francia+ Germania+ la resistenza iraniana).
Finché si escludono volontariamente il popolo iraniano e la sua rappresentanza politica dalle trattative non si può sperare in nessuno sviluppo politico dagli sforzi diplomatici in corso. Per affrontare questa vipera o vai alla sua caccia col suo antidoto o rischi la vita e finisci nella bocca del mostro. Questo è un dato oggettivo. Non è una propaganda. Finché non si riconosce la legittimità della resistenza iraniana e la volontà del popolo iraniano a cambiare democraticamente la sorte politica della nazione, non si deve sperare assolutamente nemmeno una virgola di progresso nelle trattative. La fermezza + il riconoscimento della resistenza iraniana è uguale al 5+2.
karimi davood, analista politico iraniano

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