sabato 22 settembre 2007

Iran: gli Usa si ritirino dall'Iraq. Presentato nuovo missile a lunga gittata


Ahmadinejad "Se vogliono risolvere i loro problemi", gli Usa hanno una sola via: "Ritirare le truppe dalla regione, e specialmente dall'Iraq". Lo ha detto oggi il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, parlando alla parata militare con la quale ogni anno a Teheran viene commemorato l'inizio della guerra con l'Iraq, nel 1980. "La presenza delle forze straniere - ha aggiunto Ahmadinejad - e' la fonte di tutta l'insicurezza, le discordie e le minacce. Accusare gli altri non risolverà' alcun problema". Il riferimento e' alle accuse rivolte da Washington a Teheran di fomentare la violenza in Iraq.L'Iran ha presentato per la prima volta un nuovo missile a lunga gittata, il 'Ghadr', nel corso di una parata militare. Il missile puo' colpire un obiettivo a 1.800 chilometri di distanza. Secondo il commentatore ufficiale della parata, un esemplare di missile e' stato presentato insieme a uno 'Shahab-3", che ha una gittata di 1.300 chilometri. Il 'Ghadr' sembra essere una versione aggiornata dello 'Shahab-3'. In passato, i responsabili militari iraniani avevano affermato che la gittata di quest'ultimo missile era stata aumentata fino a 2mila chilometri.
COMMENTO: Di recente ho sostenuto che per combattere il terrorismo ci vogliono tre elementi essenziali senza i quali qualsiasi attività intrapresa in tal senso sarebbe come " pestare l'acqua nel mortaio"( un famoso proverbio persiano). I tre elementi sono: prontezza, fermezza e determinazione. In mancanza di uno dei quali non si può sperare di raggiungere risultati prefissati e desiderati. Questi tre fattori sono interdipendenti e di importanza strategica. Per esempio oggi in mancanza di questi tre pecularietà, vediamo il rislutato: Ahmadinejad porta in piazza vari missili e allo stesso tempo reclama la Jiahad contro infedeli e ordina agli americani di lasciare l'area mediorientale. In poche parole dismostra i denti minacciando i soldat americani di mandarli a casa non in verticale bensì in orizzzontale. Leggendo la notizia sopprariportata ci si capisce benissimo che in mancanza di una politica unita e seria e determinata il presidente del regime dei terroristi si permete ad avvanzare le sue richieste nefaste e malignie. Lasciare 'Iraq nelle mani del terrorismo.
Ma la domanda che pongo è questo: e' giusto che la comunità internazionale si dimostri cosi debole e divisa di fronte ad un pericolo che ha una portata mondiale? la mia risposta è no. In questo momento dobbiamo abbandonare tutte le nostre convinzioni ideologiche e politiche e capire bene quale è il reale pericolo della società civile e di conseguenza agire nel interesse generale del mondo intero. Ci sarà del tempo necessario per poi intavolare discussioni ideologiche e politiche. Una volta soppressa il pericolo reale l'atmosfera sarà più rilassata e più disponibile. Ma per capire questo concetto ci vuole una mentalita aperta politica intelligente. Bisogna denudarci dai dogmi e aprire gli occhi. Il tempo stringe e il pericolo è sempre più vicino. Bisogna essere pronti ad agire e a dimostrare la fermeza nel combattere il pericolo e determinati a usare tutti i mezzi consentiti a usare onde debellare questo tumore mortale. In questo caso è legittimo ricorrere a qualsiasi mezzo che ci consenta di vincere il nemico. Dobbiamo dimostrare che siamo uniti e fermi e pronti ad agire. In questo caso il regime dei mullah ci pensa due volte prima di dire che "bisogna cancellare l'Israele dalla faccia della terra". Oppure " gli americani devono abbandonare l'Iraq. Sono loro la causa di tutta la violenza in questo paese." Se oggi siamo testimoni di tutta questa aggressività il fatto è dovuto alla mancanza di quei tre fattori che vi ho elencato prima. In sintesi dobbiamo dimostrare che per combattere il terrorismo noi siamo più fermi, più decisi e più determinati a difendere i nostri sacri valori per cui i nostri genitori hanno sacrificato la loro vita e con il loro sangue hanno irrigato l'albero della vita democratica, tollerante e prosperoso.
karimi davood

 
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