CARICATURA: AHMADINEJAD A NEW YORK
Fonte: blog Badban
Autore cerca di collegare il tragico crollo delle torri gemelli di New York alla mossa propagandistica di Ahmadinejad che ha chiesto di poter visitare il Ground Zero e porre una corona di fiori in memoria dei caduti del 11 settembre 2001.
Il presidente del regime terroristico dei mullah aveva demagogicamente espresso il desiderio di visitare il Ground Zero, ma le autorità locali della città ferita violentemente nell'anima e nel corpo dal terrorismo alimentato dal fondamentalismo islamico di cui il regime di Khomeini a detta di Bush è il maggior sponsor sul piano internazionale, hanno detto NO, difendendo la memoria dei caduti delle torri gemelli. Ancora una volta ribadisco la soddisfazione della comunità iraniana per tale decisione delle autorità americane. Chiediamo anche ai responsabili della Columbia universuty di fare altrettanto e vietare l'ingresso di Ahmadinejad su suolo della prestigiosa università New Yorkese.
la domanda che pongo è questa: perché oggi Ahmadinejad chiede di visitare il Ground Zero? quali sono gli obiettivi? La risposta è semplice. Il regime dei mullah sempre ha giovato delle divergenze esistenti all'interno della comunità internazionale per portare avanti i suoi piani distruttivi e dannosi per il mondo intero. Con tale mossa avrebbe potuto ancora imbrogliare quelli ambienti che coscientemente o incoscientemente appoggiano il regime iraniano. Avrebbe dato un'arma in più a quei ambienti di accondiscendenza che accusano l'amministrazione americana a voler scatenare un'altra guerra inutile contro il regime iraniano. Ahmadinejad, sicuramente durante la sua visita avrebbe fatto anche un discorso lungo e doloroso denunciando tutto il mondo a volere schiacciare un paese inocuo e vittima del terrorismo interno ed internazionale. Avrebbe inscenato un vittimismo degno solamente dei dirigenti iraniani.( Si sa che solo gli iraniani sono capaci a mettere le bombe tra la popolazione e arrivare immediatamente in soccorso delle loro stesse vittime. Il caso della città di Kirkuk iracheno è emblematico quando sono arrivati subito dopo gli attentati con le ambulanze e le telecamerre).
Durante il suo discorso avrebbe sostenuto che amministrazione americana vuole mandare a morte migliaia di giovani americani e in tal maniera avrebbe portato la società americana in un incubo di guerra con dei scenari catastrofici. In poche parole avrebbe messo all'angolo amministrazione americano e in particolare Bush riversando la responsabilità del crollo delle torri gemelli sulle spalle dei loro governanti. Avrebbe pianto come ha pianto durante i funerali del suo padre commuovendo tutta la comunità americana.
Se ciò fosse avvenuto sarebbe stata una grande vincita per il terrorismo internazionale e allo stesso tempo sarebbe stato uno schiaffo alla memoria di quei caduti del 11 settembre che hanno perso la loro vita a causa dell'odio fomentato dal padre ideologico del fondamentalismo islamico. Riferisco a Khomeini, il più feroce boia del secolo passato e padre ideologico, politico, economico del fondamentalismo e dell'integralismo di oggi. E Ahmadinejad è il suo figlio legittimo. Ancora complimenti con amministrazione locale e soddisfazione per questao schiaffo ricevuto da Ahmadinejad dal popolo americano. Grazie America. Al resto ci pensano gli iraniani nazionalisti e patriottici che faranno sentire la rabbia e la voce della popolazione e di quei giovani impiccati in pubblico da Ahmadinejad nelle strade di Teheran e di altre città iraniane. Sicuramente il popolo new yrkese sarà a fianco degli iraniani che durante la permanenza del capo del "regime sponsor del terrorismo internazionale" porteranno in tutte le piazze lo sdegno e la disapprovazione e la rabbia di un popolo che ama la pace, la libertà e la democrazia e al contrario del regime dei mullah sogna di convvivere pacificamente con tutti i soui vicini e lontani.
Dimostrare la prontezza di azione, la fermezza nella risposta e la determinazione nel difendere i santi principi della democrazia, con tutti mezzi a disposizione è un atto umano e dovuto.
karimi davood, presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia