Nelle foto da sinistra: Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana; una scena di impiccagione pubblica in Iran e il presidente Bush
(AGI) - Gerusalemme, 9 gen. - George W. Bush insiste: l'Iran e' una minaccia alla pace mondiale e la comunita' internazionale deve lavorare insieme per impedire che il regime degli ayatollah si doti di armi nucleari. Lo ha detto nella conferenza stampa seguita a oltre due ore di colloquio con il premier israeliano, Ehud Olmert, a Gerusalemme, prima tappa della sua missione mediorientale. "L'Iran era una minaccia, l'Iran e' una minaccia, l'Iran sara' una minaccia alla pace mondiale se la comunita' internazionale non si unira' per impedire che quella nazione si doti delle conoscenze per costruire armi nucleari", ha detto Bush a dispetto del rapporto diffuso lo scorso dicembre dall'intelligence americano, in cui si affermava che Teheran aveva rinunciato a sviluppare clandestinamente un programma nucleare a fini militari. "Un Paese che ha avuto un programma segreto puo' facilmente riavviarlo segretamente. Un Paese che puo' arricchire l'uranio per scopi civili puo' facilmente trasferire quelle conoscenze in un programma militare", ha assicurato Bush. E, alludendo alle dichiarazioni attribuite al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che avrebbe auspicato la cancellazione dello Stato ebraico dalle carte geografiche, Bush ha aggiunto: "Un Paese che ha fatto dichiarazioni come quelle fatte riguardo al nostro amico Israele e' un Paese che deve essere preso sul serio e la comunita' internazionale deve capire bene quale minaccia rappresenta l'Iran alla pace mondiale".
COMMENTO: E' da più di due decenni che la resistenza iraniana grida e lancia allarmi contro il pericolo del fondamentalismo islamico iraniano detto anche fascismo religioso. Nessuna reazione positiva. Il business ha fatto da capo saldo e ha tracciato il futuro del mondo. Il tumore iraniano man mano è cresciuto grazie alla politica di accondiscendenza europea e americana. Ormai è arrivato a metastasi e ha colpito il cervello del mondo in particolare certe popolazioni dei paesi mediorientali e americani: basti guardare il presidente venezuelano. E' talmente innamorato del pensiero di Ahmadinejad che ogni volta che vede la sua foto si alza e lancia il saluto militare. Sì il fondamentalismo ha colpito e colpisce duramente chi ci si oppone alla sua crescita. La resistenza iraniana, quasi trent'anni fa ha dichiarato: il nemico principale e fondamentale di oggi non è ne America e ne unione sovietica. Il nemico è il fondamentalismo islamico. E lo stesso Khomeini replicando ha sentenziato " i Mojahedin sono peggio degli atei e vanno eliminati". Il risultato: lo sterminio di massa dei simpatizzanti e dei membri della più grande organizzazione politica del paese nata al tempo dello Scià. Più di 120000 persone uccise tra cui molti bambini e donne incinte. In una sola settimana, nell'estate del 88 sono stati massacrati più di 30.000 prigionieri politici. Molti di quali avevano già scontato la loro pena. Khomeini in una Fatwa rilasciata all'epoca aveva ordinato l'eliminazione di tutti coloro che si confessavano nell'ideologia dei Mojahedin. Adesso nasce spontaneamente una domanda: quale è stata la reazione del mondo occidentale? Nulla. Addirittura un ministro degli esteri europeo aveva detto " è tollerabile l'uccisione di una quarantina dei Mojahedin"!!! E cosi via è iniziata una lunga corsa degli europei e degli americani nell'aggiudicare gli appalti di vari generi trascurando la crescita di questo maligno tumore ideologico che stava colpendo duramente il mondo civile.
Adesso quali sono le prospettive? E' giusta una guerra contro il regime? Secondo me le prospettive, cosi come andiamo, divisi su tutto, sono catastrofiche. Il regime dei mullah sta mietendo centinaia di vittime in ogni parte del mondo e non siamo capaci ancora a concordarci su una risoluzione. Allora la soluzione? E' semplice. Come ha detto il presidente Bush:"L'Iran era una minaccia, l'Iran e' una minaccia, l'Iran Sara' una minaccia alla pace mondiale se la comunità' internazionale non si unirà per impedire che quella nazione si doti delle conoscenze per costruire armi nucleari", e finché non si cambia radicalmente questo regime, dalla A alla Z, non si può sperare che cambi qualchecosa in positivo. Andiamo sempre in peggio. Il male cresce e fra un pò gli spuntano anche i denti(leggilo bomba atomica), e non lo si può più fermare nessuno. Come ha detto il presidente Bush ci vuole un'azione collettiva internazionale e come dico io ci vuole anche un'azione collettiva politico a favore della popolazione e della sua resistenza per fare i conti con i mullah che regnano in Iran e che domani vorrebbero anche regnare in Casa Bianca!!!
La soluzione: appoggiare la resistenza iraniana e la popolazione, naturalmente politicamente togliendo il loro nome dalla lista nera del terrorismo europea e americana. Un esempio: quando l'America ha inserito il nome della Sepah pasdaran nella lista nera la popolazione ha accolto con tanto entusiasmo e euforia tale provvedimento. tanto vero che il regime di Ahmadinjad ha anche incrementato il numero delle esecuzioni pubbliche e di gruppo e in particolare delle donne: in due settimane tre donne impiccate. Il che significa che il regime iraniano ha già percepito il messaggio di questo provvedimento e ha già capito anche l'effetto di tale decisione. Va detto che qualsiasi decisione o iniziative internazionali nei confronti del regime dei mullah ha un ripercussione positiva della popolazione. Il che vale anche per il contrario. Qualsiasi avvicinamento politico militare e strategico ai mullah rende più dura e più infernale la vita del popolo e della resistenza iraniana.
Concludo e ribadisco ancora una volta di essere d'accordo con il presidente Bush sulla pericolosità iraniana ma chiedo che si fermi a queste dichiarazioni e lasci a noi proseguire liberamente e procedere a cambiare democraticamente il destino del paese e contribuire al risanamento dell'atmosfera politico del mondo intero. Ce ne vogliono tanti anni per cancellare i segni e gli effetti micidiali di questo nefasto e pericoloso fenomeno che fin dal suo arrivo ha prodotto morti e sofferenze non solo per il popolo iraniano ma per il mondo intero. Le vedove di Nasirieh, di Baghdad, di Kirkuk, di Kabul ne sanno qualchecosa.
Karimi davood