giovedì 17 gennaio 2008

INTERFERENZE TERRORISTICHE IRANIANE IN IRAQ


ESTERI - 16/01/2008, ore 18.43.00

Iraq, Petraeus: “Dall’Iran continuo flusso combattenti”
Gli Usa accusano il governo iraniano di sostenere le violenze


Baghdad (GRs) - “L’Iran continua a infiltrare combattenti estremisti in Iraq”. Lo ha annunciato oggi il generale David Petraeus, comandante in capo delle forze della coalizione, durante un’ispezione a Zurbitiyah, lungo il confine con l’Iran, a circa 200 chilometri a sud est di Baghdad. “L’evoluzione del numero degli attacchi legati all’Iran contro le truppe americane è tuttavia dubbia, così come è dubbio il supporto di armi e munizioni agli estremisti sciiti”, ha affermato Petraeus. “Ma sappiamo – ha aggiunto – che l’addestramento su vasta scala in Iran dei combattenti iracheni continua”. Secondo il generale “tale addestramento è un problema supplementare che comporta ad una accelerazione letale nel contesto iracheno, all’interno del quale si pongono già numerose sfide”.
Riguardo gli attentati, il comandante in capo ha spiegato che “il ricorso alle autobomba è rimasto ad un livello basso, ma da dieci o dodici giorni abbiamo constatato un aumento sensibile”. A tal proposito “ignoriamo, tuttavia, che possa trattarsi di una vera e propria tendenza al rialzo, occorre aspettare e osservare la situazione ancora per diverso tempo”.
Sabato scorso, al termine di un incontro in Kuwait con il presidente americano, George Bush, il generale Petraeus aveva tenuto conto di un netto aumento dagli inizi di gennaio gli attacchi contro i soldati americani in Iraq, condotti con autobomba. Secondo gli Stati Uniti sarebbero macchine iraniane.
L’Amministrazione Bush accusa regolarmente il governo iraniano di sostenere le violenze in Iraq inviando armi, esplosivo e finanziando i combattenti sciiti iracheni, contrariamente gli iraniani smentiscono. Per Washington l’esplosivo confezionato sulle ultime autobomba è più potente e sofisticato rispetto agli ordigni artigianali posti sul ciglio delle strade irachene, e sono talmente potenti da perforare le protezioni degli Humvee, causando così perdite considerevoli nelle file americane. La Casa Bianca ritiene che questi attacchi portino la firma iraniana.
Nell’ottobre e novembre 2007, i responsabili americani avevano dichiarato una diminuzione costante da tre mesi dell’utilizzo di autobomba di matrice iraniana, considerando una diminuzione del flusso di armi e munizioni iraniane in Iraq.

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Commento: Anche il terrorismo ha i tempi suoi e ha bisogno di riflessioni e pause altrimenti la sua macchina si inceppa e diventa un cappio al collo dei suoi finanziatori e autori, famosi mullah Iraniani. in qualsiasi operazione, ad un certo punto bisogna fermarsi e ritirarsi e riorganizzarsi. Questo lo sanno benissimo i capi militari statunitensi. Anche il regime di Teheran, causa molte difficoltà e problemi interni, ribellioni popolari, in particolare l'arrivo di un inverno assai duro e la mancanza di gas, l'ombra di una prossima risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e tanti altri problemi ha dovuto rallentare le sue operazioni e interferenze terroristiche in Iraq. Ma questo non vuol dire che i mullah hanno cambiato l'identità oppure la strategia: il loro obiettivo e la loro strategia militare è quello di spazzare definitivamente le forze stranieri dall'Iraq. lo stesso rafsanjani, ex presidente dei mullah e oggi uomo ricercato dall'Interpol, ha detto" il destino della repubblica islamica si gioca in Iraq".Sì, ha ragione Rafsanjani: Se gli americani vincono in Iraq, il prossimo obiettivo automaticamente diventa la repubblica islamica. Il regime iraniano non permetterà mai che un suo paese vicino diventi una roccaforte della democrazia. lo combatterà con ogni forza. Ma la realtà è ben diversa. Se gli americani riusciranno a instaurare un regime democratico, relativamente parlando, e stabilizzeranno la situazione della sicurezza del paese, il che signfica la vittoria della democrazia e del popolo iracheno e l'inizio della morte lenta della repubblica islamica e il falliemnto di tutti i suoi tentativi terroristici finalizzati a rendere il paese insicuro e pericoloso alle forze straniere. Allora specifico e ribadisco con forza che i mullah non smetteranno mai a interferire negli affari iracheni e lo continueranno finche esiste anche un solo uomo a capo della repubblica islamica. il destino della repubblica islamica si gioca in Iraq. Non bisogna dimenticare che nel momento in cui c'è stata una riduzione degli attentati in Iraq contemporaneamente siamo stati testimoni di una forte rialzo del numero degli attentati terroritici in Afghanistan di cui le forze italiane sono state le prime vittime. A qualcuno che dice che Bush usa i toni " inutilmente allarmistici" bisgona ricordare che l'ultimo militare italiano mi pare che abbia lasciato un piccolo di pochi mesi.
concludo e ribadisco che gridare alla vittoria in questo momento è un errore strategico di cui il prezzo è assai piu pesante di quanto si immagini. Anche in questo momento di riflessione e di tranquilità relativa bisogna restare vigili piu di prima. Altrimenti il prossimo colpo che arriva sarà assai micidiale. La guerra continuerà e si sfocerà in una catastrofica tragedia umana.
E' il mio dovere ringraziare la presidente Maryam Rajavi che ha proposto la terza via: non alla guerra estera. Non alla politica di accondiscendenza. Si al sostegno alla popolazione per cambiare democraticamente il regime dei mullah e sradicare per sempre questo maligno tumore religioso esistente sulla terra. Questo tumore non va sradicato con le ironiche parole di qualche politico italiano che cerca di sdramatizzare la vera situazione sul campo: "il pericolo del fondamentalismo islamico iraniano". Mille volte peggio della sua bomba atomica.
karimi davood

 
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