mercoledì 28 maggio 2008

AHMADINJEAD A ROMA TRA PROTESTE E MANCATE DISPONIBILITA' DI INCONTRI







In Iran esiste un proverbio molto popolare che si usa spesso per le persone arroganti e rifiutati dalla società: secondo questo proverbio " un tizio a cui era stato proibito di entrare in città, chiedeva sempre l'indirizzo della casa del sindaco!!!" Nel senso che non lo facevano entrare in città eppure insisteva ad andare ad alloggiare a casa del sindaco!
Oggi il caso del Passdar presidente Ahmadinejad rispecchia esattamente il caso di quel tizio. Già che l'hanno dato il visto per entrare in Italia è più che troppo. L'hanno fatto perché la sede della FAO è extraterritoriale esattamente come la sede dell'ONU a New York. Dicevo che già non lo volevano far entrare in Italia per una serie di giuste motivazioni tra cui la sua famosa dichiarazione sull'eliminazione "dell'Israele dalla faccia della terra", il rifiuto delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sull' arricchimento dell'uranio(elemento fondamentale per la costruzione della bomba atomica), sponsor fondamentale del terrorismo internazionale, di cui le sue vittime si notano in tutte le nazioni civili in particolare occidentali: i soldati americani e italiani caduti in Iraq e in Afghanistan sono stati uccisi con le bombe made in Iran di Ahmadinejad( rapporto di un anno fa dei servizi di sicurezza italiani). Comunque, Ahmadinejad nonostante abbia trovato tutte le porte italiane chiuse chiede ancora di andare al Palazzo Chigi e al Vaticano per "alloggiare a casa del Sindaco"!
Naturalmente questa arroganza nasce anche dalla debolezza politica dei partner europei che essendo dei primi interlocutori economici cercano di chiudere sempre uno occhio sul terrorismo iraniano portando avanti una politica di accondiscendenza che, come ai tempi di Hitler, non ha provocato altro che l'accanimento e l'mpennamento della aggressivita del Furor portando il mondo intero alla seconda guerra mondiale.
Purtroppo alcuni ambienti politici di oggi guardano agli interessi di medio e breve raggio trascurando quelli di lungo raggio. Basta che fiche sono al potere non cascare nei guai di vari tipo. Poi, dopo, chi verra verra e ...
In questa missiva vorrei rivolgermi anche ai nostri rappresentanti parlamentari chiedendo il loro intervento presso la Camera dei rappresentanti per contestare la presenza di Ahmadinejad sul territorio italiano presentando delle interrogazioni al ministero degli esteri Franco Frattini che io personalmente ringrazio per le sue prese di posizioni sulla politica atomica iraniana.
Concludo e ribadisco che il mostro di Teheran non si calmerà con dei pacchi incentivi anzi diventa più pericoloso e più aggressivo. La risposta è la fermezza, la prontezza e la determinazione. La politica di accondiscendenza oramai è fallita ed è destinato a finire nella pattumiera della storia insieme ai suoi autori. Chiedo alle forze politiche di protestare contro la presenza di Ahmadinejad a Roma, chiedendo intanto al governo del presidente Berlusconi di non rilasciargli il visto di ingresso. La fermezza è uno scudo di protezione di sicurezza senza la quale siamo come un corpo senza le difese immunologiche: vulnerabile a qualsiasi tentativo di contaminazione in particolare quella del fondamentalismo islamico già molto diffuso in Italia.
L'Associazione rifugiati politici iraniani in Italia desidera esprimere al Presidente Berlusconi e al suo ministro degli esteri Sig. Frattini il pieno appoggio al loro governo per aver rifiutato di avere colloqui formali e diplomatici come aveva chiesto Ahmadinejad stesso. A Roma Ahmadinejad deve ricevere una dura lezione. Deve capire che oramai è finita l'era del prodismo, quando Roma era crocevia dei suoi uomini in cerca di acquistare materiali sensibili per la costruzione della bomba atomica.
Karimi davood, analista politico e presidente Associazione rifugiati politici iraniani in Italia

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO