venerdì 23 maggio 2008

Con la mediazione dei turchi nuove trattative tra gli israeliani e i siriani

Nella foto: presidente eletta dalla resistenza iraniana la signora Maryam Rajavi, autrice della famosa proposta " terza via".



Le foto in alto: il premier israeliano Olmert e il presidente siriano Bashar Asad


La notizia di per se è una buona cosa. Spiego il perché. Come sapiamo il regime siriano è uno dei paesi fortemente sponsorizzato dal regime fondamentalista dei mullah iraniani. Il che significa che in qualche modo è un paese che è sulla busta paga iraniana. Contribuisce all'influenza iraniana nell'area mediorientale in cambio del petrolio gratis. E' da anni che tale connubio tra interessi economici (dei siriani)e strategici( dei mullah iraniani), ha permesso all'Iran di allungare le sue mani sulla Palestina e sul Libano. Se le attuali trattative sono finalizzate ad allontanare la Siria dal campo iraniano, in previsione di un imminente attacco americano ai siti atomici iraniani, bisogna sperare che gli israeliani che fino a ieri erano troppo duri a fare concessioni sulle alture di Golan, oggi sicuramente sono assai più disponibili a fare " dolorose scelte" come sostiene il premier Olmert.
Comunque vadano le cose, se queste trattative sono vere e sincere, l'intera regione ne gioverebbe e ne risentirebbe in modo positivo dalle sue conclusioni e conseguenze.
Bisogna applaudire la nascita e incoraggiare entrambi i campi per andare avanti e non fermarsi mai e mai. Anche perché in questa maniera si toglie dal campo iraniano il suo più fedele alleato: Siria. Senza la quale il regime dei mullah ha a disposizione solo due vie di accesso al Libano: via mare e via aerea. Due vie controllabili facilmente nel caso di una imminente guerra tra Iran e la comunità internazionale.
Concludendo debbo ricordare che i siriani oltre ad essere buoni commercianti sono anche assai furbi e pragmatici e questa loro disponibilità al dialogo con "il figlio bastardo degli americani" dimostra che hanno intelligentemente indovinato la direzione del vento politico in medi oriente. Gli iraniani sono in difficoltà e oramai sono diventati un amico scomodo e puzzolente. Bisogna prendere le distanze. Altrimenti la prossima guerra non risparmierà la Siria. E la Siria non vuole legare il suo destino al destino dei mullah guerrafondai e già sull'orlo di caduta nella pattumiera della storia.
Mi auguro che le trattative non si fermino. Importante che vadano avanti e non pretendere dei risultati positivi immediati. Il regime dei mullah cercherà di ostacolare questa Road-map pacifico e userà tutta la sua potenza terroristica pur costringere i siriani a retrocedere e abbandonare il tavolo delle trattative. In questo momento secondo me è assai importante che gli europei e gli americani entrino nel cerchio delle trattative. Anche perché non bastano solamente i turchi. Questa strada è una opportunità da prendere al volo e tenerlo come un oggetto prezioso. Le giuste trattative in medioriente tra gli israeliani e palestinesi e i siriani significano una croce e una pietra tombale sulla testa del fondamentalismo islamico iraniano. Bisogna allontanare ad ogni costo la Siria dall'Iran. Bisogna tagliare tutte le strade che permettono all'Iran di gettare la benzina sul fuoco e sulle tensioni del medioriente in particolare sulla questione israelo-palestinese. E' una scelta strategica senza il quale qualsiasi tentativo sia politico che militare rimarrà inefficace e superfluo.

Nella medicina prima di sottoporre il paziente ad un duro e pericoloso intervento chirurgico lo sottopongono ad una serie di analisi a volte anche dolorosi e preparazioni fisiche e morali. Ribadisco che nel caso iraniano il chirurgo è il popolo iraniano insieme alla sua resistenza. La diagnosi è stata già fatta e la prognosi pure: la rimozione del tumore maligno del fondamentalismo islamico di matrice khomeinista attraverso la terza via proposta dalla signora Maryam Rajavi, presidente eletta dalla resistenza iraniana.
Faccio i miei migliori auguri ai siriani, agli israeliani e ai palestinesi e perché no anche al mio popolo.
karimi davood

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO