Aids/ Donne marocchine, appello per liberare due medici in Iran
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NELLA FOTO: On. Suad Sbai, parlamentare del Pdl
GRAZIE ON. SBAI PER LE SUE BATTAGLIE A FAVORE DEL RIPRISTINIO DEI DIRITTI UMANI IN IRAN
Roma, 2 dic. (Apcom) - L'associazione delle donne marocchine Acmid in occasione della giornata internazionale della lotta all'Aids, ha lanciato un appello per la liberazione di Arash e Kamiar Alaei, due medici arrestati il 21 giugno scorso, per chiederne la liberazione. I due medici iraniani, spiega l'associazione, si occupavano proprio di combattere il virus dell'Hiv e nel 2004 avevano denunciato alla Bbc la sua diffusione in Iran. Sono stati arrestati mentre si recavano negli Usa per partecipare a una conferenza medica.
"Da quanto abbiamo appreso - informa in una nota l'associazione presieduta da Souad Sbai - le autorità iraniane muovono ai fratelli Alaei l'accusa infondata di essersi resi colpevoli di attività di destabilizzazione della Repubblica islamica mentre invece essi godono di reputazione internazionale per l'azione intrapresa in favore della prevenzione e della cura dell'aids in Iran. Per questo chiediamo alle autorità iraniane che siano presto liberati e al mondo dell'associazionismo italiano di mobilitarsi in loro favore".
Kamiar e Arash Alaei, sono rinchiusi nel carcere di Evin a Teheran insieme ad altri oppositori della Repubblica islamica. Il famigerato centro di detenzione, che sorge a pochi chilometri a nord-est di Teheran, viene ironicamente chiamato "università", visto il numero elevato di studenti ospitati nelle sue celle negli ultimi 29 anni. Fondata nel 1971 dallo Scià Mohammad Reza Pahlavi per reprimere tutte le forme opposizione alla sua autorità, quella di Evin è una delle poche istituzioni monarchiche sopravvissute alla rivoluzione islamica. Gestita direttamente da Savak, la temutissima polizia segreta dello Scià, era stata progettata per ospitare 320 detenuti, di cui 20 in celle singole. Ma già nel 1977 ospitava circa 1.500 carcerati, mentre ora si superano i 15mila.
commento:
un ringraziamento di cuore da parte dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia all'Associazione Acmid in particolare all'On. Sbai per le sue battaglie per il ripristinio dei diritti umani in Iran.