giovedì 11 dicembre 2008

Iran, trent'anni di terrore impiccagioni e torture


Nella foto Atefe Rajabi, minorata mentale, accusata di essere prostituta, impiccata a 16 anni nella piazza pubblica della città di Nekah nel nord dell'Iran. A nome di Atefeh ringrazio la collega Carla Reschia per il suo impegna a favore dei diritti delle donne iraniane.
karimi davood
11/12/2008 - LA DENUNCIA DELLA RESISTENZA IN ESILIO
Una conferenza stampa di Nessuno tocchi Caino lancia l'allarme sui diritti violati
La Stampa.it
di Carla Reschia

"I diritti umani impiccati. La tragedia di 30 anni di oppressione, torture, lapidazioni e impiccagioni in piazza nel regno dei fondamentalismi in Iran". Per i 60 anni della Dichiarazione dei diritti umani dell'Onu, la Resistenza iraniana in Italia insieme all'associazione Nessuno tocchi Caino ha organizzato nella sala Caduti di Nassiriah del Senato italiano, una conferenza stampa di informazione su quanto accade nel Paese. Per una volta niente allarmi nucleari: il focus era puntato sulla situazione interna. Perché, ha sottolineato il senatore radicale Marco Perduca, neo segretario della Commissione per i diritti umani del Senato, "desta ulteriore preoccupazione il modo in cui si racconta l'Iran, dandone un'immagine di paese tranquillo e privo di terrorismo interno per salvaguardare le relazioni commerciali che ad esclusione di Usa e Israele tutti i paesi del mondo hanno a cominciare dall'Italia, che ha superato nello scambio commerciale la Germania".
In realtà la cronaca - alla conferenza è stato mostrato un filmato e sono stati offerti dati e immagini raccapriccianti - racconta una realtà che supera ogni fantasia, come la sentenza che intima di gettare da una rupe, chiusi in un sacco, due giovani condannati a morte per reati ignoti da un tribunale della città di Qom. In base alla legge, se mai dovessero sopravvivere sarrebbero impiccati. Le esecuzioni sulla pubblica piazza, del resto, sono uno spettacolo comune nel Paese e un'altra notizia divulgata dall'agenzia Irna nei giorni scorsi racconta l'epilogo definito "dolce" dell'esecuzione di un uomo lasciato pendere a lungo dalla forca prima di esserne staccato, ancora vivo, ma con probabili danni irreversibili al cervello e alla spina dorsale, per volere dei familiari della persona che aveva ucciso, che in extremis hanno accettato il cosiddetto prezzo del sangue, ovvero denaro in cambio della concessione della grazia.
Durante l'incontro è stato osservato da parte di uno dei presenti, l'ono. Carlo Ciccioli, che "c'é una sorta di congiura del silenzio su ciò che accade all'interno del paese: mutilazioni, fustigazioni, lapidazioni, é una sorta di Medioevo del comportamento".
La denuncia è per una volta bipartisan, perché alla conferenza hanno partecipato sentaori e deputati di entrambi gli schieramenti politici, ma è assolutamente minoritaria. Business is business.

 
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