martedì 16 dicembre 2008

ATTENTATI TERRORISTICI, DA MUMBAI A PARIGI. QUALE REGIA?


MARTEDÌ 16 DICEMBRE 2008
LA POLIZIA PARIGINA SCOPRE ALCUNI PACCHI-BOMBA
TEHERAN DIETRO LA REGIA DEL TERRORE

Ho appena saputo che fortunatamente la polizia francese ha scoperto alcuni pacchi-bomba che avrebbero potuto, nel caso dell'esplosione, prendere numerose vittime e innescare un meccanismo di terrore nella capitale francese e di conseguenza in tutti i capitali europei.
A proposito degli attentati simultanei di Mumbai un diplomatico italiano aveva messo in allarme l'intero Europa sottolineando che il passo è assai breve tra l’India e l'Europa. In poche parole aveva anticipato che dopo Mumbai tocca all'Europa. In quell'occasione anche il sottoscritto aveva parlato della regia del terrore islamico di matrice khomeinista, finanziato e supportato da Teheran e dai mullah fanatici guidati dal capo supremo Ali Khamenei.
Ma torniamo all'evento parigino. Ultimamente è nato un forte battibecco diplomatico tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il regime dei mullah dove aveva detto di non essere disposto a stringere le mani del capo di un regime che proclama l’eliminazione dell’Israele. Devo ricordare che negli ultimi giorni è stato organizzato nella capitale francese una conferenza di altissimo livello per la collaborazione tra Afghanistan e i paesi confinanti. Una specie di trappola per il regime dei mullah. Si sa che l'unico paese che si ostina alla sicurezza in Iraq e in Afghanistan è proprio il regime dei mullah. L'obiettivo della conferenza è stato quello di trascinare Teheran e costringerlo ad accettare alcuni impegni contrari alla sua strategia di terrore e di destabilizzazione della regione. I mullah hanno precepito l'odore della trappola e per non partecipare alla conferenza hanno trovato delle scuse tra le parole del presidente Sarkozy e hanno reagito violentemente e hanno convocato il rappresentante francese a Teheran. Dal momento che l'identità fondamentalista khomeinista non tollera nessuna contestazione, di solito accompagna le sue proteste formali con delle azioni violenti, come, nel caso di oggi di Francia. Per fortuna la politiza era già in allarme e ha potuto disinescare la bomba. I miei migliori complimenti alla polizia francese che ha evitato una carneficina. Non bisogna dimenticare che negli anni 80 il regime dei mullah in una serie di attentati dinamitardi aveva messo sotto il ferro e fuoco l'intera capitale francese dove sono stati uccisi e feriti centinaia di persone.
Per la mia esperienza tridecenale posso affermare con tanta fermezza che le sigle usate dal terrorismo iraniano portano tutte a Teheran dove risiede il gran capo del terrore. Devo sottolineare che la violenza terroristica è il recipiente su cui Teheran colloca le sue proteste formali e informali. La storia ci ha insegnato che dietro qualsiasi attentato terroristico ci sono le zampe ideologiche di Teheran.
Adesso bisogna aprire gli occhi e alzare la guardia e far uscire la "testa dal sotto della neve" . Bisogna porre fine alla politica di accondiscenza con il terrore e adottare serie misure di sicurezza. Il terrorismo iraniano, praticato sotto innumerevoli sigle islamiche, è in agguato. Teheran, grazie alla gravissima situazione economica causata non solo dal forte ribasso del prezzo del petrolio , e per le forti conseguenze delle varie risoluzioni dell'Onu contro la sua bomba atomica è in fortissima difficoltà e non cerca altro che le vie di fuga: appunto immergere il mondo intero in uno stato di terrore e di sangue. Allora cosa bisogna fare per affrontare questa seria crisi unternazionale? La risposta è semplice. Bisogna aprire gli occhi e di non cadere nella trapolla terroristica dei mullah. Non bisogna spvantarsi. Non bisogna darsi per vinta. Ed occorre dare voce al popolo iraniano e riconoscergli il diritto di poter e dover cambiare lui stesso il quadro politico del regime fanatico attuale. Finchè esisterà questo quadro politico il mondo non vedrà mai un momento di serenità e di tranquilità. Il terrore e la violenza avranno fine solo con un cambio radicale e democratico in Iran.
Il regime dei mullah ha bisogno di creare uno stato di terrore generalizzato e mirato. L'unica via con cui il capo supremo iraniano potrà soffocare le dure proteste interne e imporre nuovamente Ahmadinejad a capo del governo è quello dell' uso della violenza e del terrore. Magari anche un'altra guerra. La violenza è il medicinale, la cura e la terapia per il regime di Teheran: per i suoi problemi interni ed internazionali. Negli ultimi giorni sia Khamenei che Khatami sono stati fortemente contestati all’università di Teheran dove i coraggiosi figli del popolo iraniano hanno fortemente contestato la loro presenza e hanno scandito degli slogan “morte al dittatore” "viva la libertà e la democrazia", strappando e buttando nel cestino della sala addirittura i ritratti del “grande Guffo di Jamaran”: Khomeini .
La crisi, la guerra e il terrorismo sono stati sempre una via di fuga per il regime dei mullah. A voi la conclusione.
karimi davood, analista politico iraniano

 
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