domenica 28 dicembre 2008

Striscia di Gaza sotto le macerie. Lacrime di coccodrillo di Khamenei- Ahmadinejad

LE COLPE DELL'OCCIDENTE





GIORNI DI DOLORE E DISPERAZIONE PER I PALESTINESI RESIDENTI A GAZA

Con la fine di tregua tra Hamas e gli israeliani, il regime dei mullah ha gettato nel ferro e fuoco ancora una volta i popoli palestino-israeliani trascinando in crisi l'intera regione. Questa tattica del regime dei mullah ormai è una carta bruciato per gli addetti ai lavori come il sottoscritto.
Cominciamo dagli ultimi eventi importanti della regione: gli iracheni hanno appena raggiunto una storica intesa con gli americani per quanto riguarda la loro sicurezza e il loro futuro nonostante la forte opposizione iraniana: una sconfitta apocalitico tenendo conto della politica espansionistica di Teheran. In qualche modo i mullah di Teheran avrebbero dovuto dimostrare la loro opposizione e sfogare la loro rabbia: il mezzo più idoneo è stato Hamas, come organo extraterritoriale della Sepah Passdaran, cresciuta all'ombra dei petrodollari khomeinisti. Secondo le informazioni in mio possesso lo stesso leader supremo Ali Khamenei, in una seduta straordinaria sugli effetti dell'accordo di sicurezza iraco-americano ha espressamente ordinato di sferrare duri attacchi contro gli israeliani. Detto e fatto. Secondo me Khamenei e Ahmadinejad avevano anche prevvisto la dura reazione degli israeliani e per cui avevano messo in allarme tutta la loro potenza terroristica e "finta umanitaria"( avevano preparato una grande nave con piu di 2000 tonnellate di aiuti! e numerosi uomini dei servizi segreti cammuffati dai medici e soccoritori). L'obiettivo fondamentale di Khamenei è stato quello di raccogliere l'attenzione delle masse arabe attorno al suo palazzo come l'unico diffensore della causa palestinese. E' una tattica vecchia e arruginita usata nei momenti di grande necessità di creare delle crisi internazionali onde allontanare le attenzioni interne ed esterne dai suoi reali e incurabbili problemi. Il conflitto di oggi come quella di due anni fa è una vera guerra tra il mondo civile e il mondo barbaro e medievale del regime dei mullah, per cui bisogna prestare massima attenzione e vigilanza. Pertanto è necessario che il mondo civile non caschi nella trappola iraniana e non si nascondi dietro la falsa riga dei diritti palestinesi.In questa crisi i palestinesi non c'entrano assolutamente nulla. E' una guerra tra Khamenei e gli americani. E' una dimostrazione di muscoli. Come quando manda sul patibolo, proprio alla vigilia di Natale interi gruppi di prigionieri e detenuti compreso donne e minorenni. E' lo specchio della repressione interna: lapidazioni, amputazioni, fucilazioni, fustigazioni, arresti di massa, torture, discriminazioni ecc...Questa guerra è il figlio leggittimo e naturale dell'indifferenza dei paesi civili verso la situazione in cui vive il popolo iraniano.
Secondo me il primo nemico della causa palestinese è il regime dei mullah e punto e basta. Khamenei sta strumentalizzando la causa palestinese per i suoi fini interni ed esterni. Le sue lacrime sono da coccodrillo. Gli israeliani devono sapere che bombardare i civili palestinesi non è assolutamente il mezzo idoneo per combattere il terrorismo Khamenei-Hamas. Il mezzo più idoneo è quello di togliere le pretese ai mullah: riconoscere urgentemente i diritti del popolo palestinese rappresentato dall'attuale governo di Abu Mazen. Solo in questa maniera togliamo acqua dal mulino del terrorismo islamico fondamentalista iraniano. Altrimenti finita questa guerra ricomincerà un'altra e di nuovo a pingere i morti israeliani e palestinesi.
Karimi davood, analista politico iraniano

 
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