NUOVE PRESIDENZIALI DEL REGIME DEI MULLAH: PROBABILE RICANDIDATURA DEL MULLAH KHATAMI
In occasione delle nuove elezioni-farse del regime dei mullah sono stato interpellato da molti colleghi che mi chiedevano un parere. In risposta pubblico una mia intervista che risale a marzo scorso in cui rispondendo alle domande analizzavo anche la situazione generale del regime dei mullah auspicando un cambio totale del regime stesso: dalla A alla Z.
Aggiungo che Khatami una zattera di sicurezza ormai smascherato e bruciato. Durante la sua presidenza ha salvato sia il regime che la sua bomba atomica. Per ben 8 anni ha preso in giro sia il popolo iraniano che la comunità internazionale portando avanti indisturbato il diabolico progetto dellaa bomba atomica islamica. Grazie alla resistenza iraniana il progetto atomico militare è stato smascherato e denunciato all'opinione pubblica internazionale. Ormai è una carta bruciato sia al livello interno che esterno. La repressione della ricolta studentesca è stata ordinata da khatami stesso. Atefeh Rajabi di anni 16 è stata impiccata in pubblico dietro l'ordine diretto di Khatami. Il terrorismo iraniano ha colpito il mondo occidentale al tempo di khatami. 11 settembre è avvenuto al tempo di Khatami.
Il presidente Maryam Rajavi, a proposito degli attentati sanguinari del Mumbai, dove sono stati uccisi e feriti migliaia di persone di cui un cittadino italiano, ha detto: " il terrorismo fondamentalista islamica è iniziato con l'ascesa al potere di Khomeini e finirà con la fine del regime dei mullah". Condivido pienamente questa considerazione e auspico una presa di coscienza da parte dei governi che non hanno ancora percepito questa minaccia mondiale.
karimi davood, analista politico e presidente associazione rifugiati politici iraniani in Italia
vi riporto l'intervista pubblicata dal sito: il cannochiale.it
http://ilparoliere.ilcannocchiale.it/post/1825469.html
IlParoliere
"NOI VI DIAMO LA PAROLA, VOI CI RACCONTATE IL MONDO".
12 marzo 2008
L’Iran ed il sogno democratico: intervista a Davood Karimi
D. A Marzo, anzi a breve ci saranno le elezioni parlamentari. Saranno elezioni libere? E soprattutto saranno le elezioni del consenso pieno verso il leader Ahmadinejad?
R. In un regime dispotico di matrice religiosa non esistono “le elezioni” libere, esistono invece delle denominazioni. La stessa nomina di Ahmadinejad a capo del potere esecutivo dimostra che il regime dei Mullah ha voluto militarizzare tutto il suo esecutivo. Ahmadinejad è stato nominato in una circostanza internazionale molto pericolosa per il potere religioso iraniano. Basti guardare anche la composizione del suo governo: quasi tutti i ministri sono degli ex generali e terroristi della Sepah Passdaran. Lo stesso Ahmadinejad è coinvolto in diversi atti terroristici avvenuti al di fuori del paese. Il popolo iraniano ha sempre boicottato questi show elettorali finalizzati a legittimare di fronte agli occhi degli stranieri il potere fascista-religioso dei Mullah. La stessa composizione delle istituzioni in questione dimostra che non vi possono essere libere scelte in un regime dittatoriale e repressivo. Ma esiste una guerra tra varie bande del potere che si sbranano tra di loro per acchiappare più pezzi del potere e null’altro. Il sistema del Velavate Faghih non permette assolutamente lo svolgimento di libere elezioni. E’ in contrasto con lo stesso principio del potere assoluto del leader supremo.
D. La gran parte degli iraniani hanno un concetto abbastanza ambiguo sulla pena di morte…e quindi anche una visione soggettiva sul rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali. Sono realmente risentite tali esigenze dal popolo iraniano?
La maggioranza della popolazione iraniana è contraria a qualsiasi forma di repressione e di esecuzione. E’ interamento contro la pena di morte. Il popolo iraniano è rispettoso dei diritti umani e delle libertà individuali e ne esige la totale realizzazione. Il fatto che poche settimane fa il capo giudiziario dei mullah, Ayattolah Shahroudi, abbia ordinato il divieto delle esecuzioni pubbliche, dimostra questo concetto. La maggioranza della popolazione rifiuta fermamente sia la pena di morte che il regime dei mullah. La pena di morte si applica in Iran come uno strumento di repressione contro gli oppositori. E’ un mezzo repressivo e non preventivo, contro la delinquenza comune, di cui il regime dei mullah è la causa fondamentale, ma viene usato per prevenire le ribellioni e le sommosse popolari. Il popolo iraniano lotta per il ripristino del rispetto dei diritti dell’uomo in particolare i diritti delle donne discriminate fortemente dal sistema giudiziario dei mullah. Secondo la costituzione iraniana la donna vale la metà dell’uomo. Non credo che la meta della popolazione sia d’accordo con questo concetto! Non credo che le donne iraniane voti i suoi carnefici. Le donne sono le prime e privilegiate vittime del sistema giudiziario dei mullah.
D: Gli iraniani in Italia e nel mondo. Che cosa pensa l’iraniano medio, del suo paese al di fuori del paese? Che immagine ne ha?
R3: L’iraniano, in generale, a differenza del ceto a cui appartiene, è legato a principi democratici e pacifici e desideroso di un Iran libero e democratico e pacifico con tutti i paesi vicini e lontani. Il cittadino iraniano che vive al fuori del paese ha un immagine triste dell’Iran: un popolo incatenato e represso che in soli 30 anni ha pagato un duro tributo di sangue. Più di 120.000 dei suoi migliori figli sono stati massacrati dal regime teocratico dei mullah. Un paese distrutto sia moralmente che materialmente con un altissimo tasso di disoccupazione, di corruzione e di prostituzione di cui l’ età media è scesa a 10 anni. Un paese in cui i ricchi sono diventati più ricchi ed i poveri e la povertà ha toccato i tassi più alti.. Più del 60% della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Un paese in cui le donne non hanno nessun diritto di manifestazione e di merito. Dove valgono la meta dell’Uomo!
D. L’Iran e l’anti-semitismo e l’anti-americanismo. Perché l’Iran nutre questi sentimenti così astiosi nei confronti dei due popoli e così tanto sospetto verso l’Occidente e sono sentimenti che appartengono solo alla classe politica e religiosa oppure anche al popolo?
Il popolo iraniano è ben lontano dal sistema che vige nel paese. Noi non nutriamo nessun risentimento verso nessun popolo e paese. Il popolo iraniano desidera di essere in pace con tutti i popoli e paesi vicini e lontani. La politica di aggressione dell’Iran appartiene alla teocrazia dei mullah che stanno cercando di costituire ”l’impero islamico iraniano in Medio Oriente”, di cui il vettore portante e garante è la bomba atomica. La resistenza iraniana è ben lieta di essere stata la prima a denunciare tutto il programma atomica dei mullah, tenuto nascosto per ben 18 anni agli occhi del mondo civile e delle istituzioni competenti internazionali. Il regime iraniano approfitta delle situazioni di conflitto in Medio Oriente per finalità che ho appena accennato. Finanzia il terrorismo palestinese ed Hezbollah per destabilizzare tutta la regione. Da noi si dice che il regime dei mullah agita le acque per poter pescare. Il popolo iraniano attraverso i suoi rappresentanti legittimi e per bocca della sua presidente della repubblica eletta dalla resistenza iraniana, appunto la signora Maryam Rajavi ha dichiarato pubblicamente che ripudia fortemente la guerra e il terrorismo e la repressione, tre pilastri su cui regge l’intero sistema dei mullah iraniani.
D. L’Iran ed il nucleare. E’ più un’occasione (anche economica) oppure solo una minaccia volutamente costruita per l’area mediorientale?
R5: Il programma nucleare iraniano è molto serio e pericoloso e bisogna prenderne atto. Trascurare le sue dimensioni è un grave errore. Basti immaginare un futuro Iran atomico e rendersi conto delle sue immense dimensioni tragiche. Per la prima volta è stata la resistenza iraniana a denunciare eroicamente la sua esistenza. Ha salvato il mondo da un grave pericolo atomico islamico. Anche di recente i Mojahedin del Popolo Iraniano hanno denunciato l’esistenza di altri due siti atomici in cui vengono costruite e esperimentate le testate nucleari: i siti Mojdeh e Khajir vicini a Teheran. La resistenza iraniana ha chiesto, in questa conferenza stampa, al direttore dell’agenzia per energia atomica di inviare i loro ispettori in questi siti, possibilmente accompagnati dagli stessi rappresentanti della resistenza iraniana.
Il popolo iraniano desidera la pace e la liberta e la democrazia e ripudia fortemente la bomba atomica che sarà uno strumento persuasivo e terroristico del regime iraniano, applicato in direzione della repressione della popolazione e della costruzione dell’impero islamico dei mullah nella regione.
D. L’Iran democratico. In cosa si può vedere l’Iran democratico dagli studenti universitari di Teheran ai riformisti di Khatami…Insomma esiste un’opposizione liberale e possibile in Iran?
R6: L’Iran democratico esiste già. Ha un suo popolo e un suo governo in esilio e un suo presidente che si chiama Maryam Rajavi, eletta dalla resistenza iraniana che governerà per 6 mesi, appena caduta il regime dei mullah. L’Iran democratico è un paese in cui tutti hanno pari diritto a vivere pacificamente e senza discriminazioni. Non esiste una religione di stato. Tutte le religioni sono uguali. La religione rimane fuori le porte del potere. Il paese sarà governato da un governo eletto liberamente da tutta la popolazione iraniana a prescindere dalla razza e dalla religione ed etnia a cui appartiene. Un Iran in cui i mullah attuali che hanno governato sotto finte etichette “riformiste” non hanno più posto. Non bisogna dimenticare che il finto riformista Khatami ha governato per ben 8 anni come presidente dei mullah e per anni ha coperto il ruolo del ministro dell’educazione islamica del regime ed è stato autore del decreto governativo del tempo di guerra in cui si autorizzava l’invio dei ragazzini al fronte per “ pulire i campi minati” e chiamati “ monouso”. Per il popolo iraniano non esistono differenze fondamentali tra Ahmadinejad e Khatami. Sono entrambi responsabili della repressione e del terrorismo iraniano.
In Iran esiste un opposizione democratica e popolare intenta a ripristinare la democrazia e la libertà. Intenta a sradicare il tumore maligno chiamato repubblica islamica dell’Iran. Un’opposizione democratica e liberale che è diventata l’unica speranza per il popolo iraniano. Un’opposizione che ha presentato anche il suo programma per un futuro governo democratico, ben lontano dal terrorismo e dalla violenza applicata dall’attuale regime dei mullah. L’unica chiave della stabilità e della pace nella regione si trova nelle mani di questa opposizione. L’albero del male va colpito alla radice. Il regime dei mullah va colpito in tutte le sue forme: dalla A alla Z
Davood Karimi blogger e gestore di Agenzia Iran Democratico rifugiato politico da 25 anni, vive in Italia dal 1979. L' associazione “Rifugiati politici iraniani in Italia”, da lui fondata, raccoglie i rifugiati politici iraniani residenti in Italia attivi nel campo della propaganda anti khomeinista.
Link: (http://irandemocraticoweb.blogspot.com/ )