mercoledì 1 luglio 2009

BERLUSCONI:" DAL G8 SANZIONI CONTRO L'IRAN". LA NOSTRA PIENA SODDISFAZIONE PER LA NUOVA LINEA DEL GOVERNO ITALIANO


Dopo l'inizio della grande rivolta popolare in Iran, la resistenza iraniana ha chiesto alla comunità internazionale una serie di iniziative sanzionatorie contro il regime tra cui, secondo me la più significativa, è stata "il non riconoscimento del secondo mandato presidenziale del passdar terrorista Ahmadinejad da parte di tutta la comunità internazionale e in particolar modo da parte degli Stati Uniti D'America e D'Europa". Ci sono anche altre richieste non meno importanti. Ma vorrei puntare su questo punto che considero di una importanza strategica sia per noi iraniani che per gli stranieri dal momento che siamo in una fase finale e assai dolorosa per la sorte del regime dei mullah. La recente esperienza sociale iraniana, sbocciata in una grande rivolta popolare finalizzata a "rovesciare la repubblica islamica e instaurare la libertà e la democrazia in Iran", ha dimostrato una volta per sempre che la resistenza iraniana ha avuto ragione quando paragonava la società iraniana come un "vulcano in attesa di una grande esplosione". In questi giorni siamo stati testimoni di tutto ciò guardando le manifestazioni con milioni di donne e uomini, gli scontri con centinaia di morti e feriti e migliaia di arresti arbitrari, e ci siamo resi conto che dopo tale esperienza non si può più considerare la repubblica islamica pari a quello del prima delle elezioni. La repubblica islamica dei mullah ha perso anche le ultime gocce di legittimità che godeva presso certi ambienti accondiscendenti occidentali che chiudevano entrambi gli occhi sulle atrocità commesse dai mullah contro la inerme popolazione iraniana e anche contro i loro stessi cittadini militari e non, basi guardare il numero dei morti italiani e americani, provocati dal regime dei mulah in Iraq e in Afghanistan. Allora a questo punto ben vengano le sanzioni e i provvedimenti sanzionatori che aiutino il popolo iraniano ad affrontare un regime che è armato fino ai denti ed è disposto a portare l'intera popolazione mondiale ad una catastrofe umanitaria.
A questo punto desidero esprimere la nostra soddisfazione e gratitudine al presidente del Consiglio italiano On. Berlusconi per quanto sta facendo in questa direzione. In passato avevamo ripetutamente chiesto ai governi occidentali l'adozione di una linea più dura e piu incisiva nei confronti dei mullah.
Devo ribadire che la rivolta iraniana è in continua evoluzione e continuerà senza sosta e naturalmente come altre esperienze storiche del genere noi abbiamo bisogno della solidarietà e della vicinanza dei popoli e dei governi occidentali e democratici. Tali vicinanze e solidarietà sono essenziali e vitali per un popolo che desidera instaurare con le proprie mani e forze un sistema democratico e pluralista. I ragazzi e le coraggiose ragazze e donne di Teheran e di altre città iraniane guardano con enorme piacere l'evolversi della situazione iraniana al livello internazionale e Neda dal alto del cielo e con gli occhi aperti come quando ci ha lasciato in questa dura e orgogliosa battaglia, ci guarda con la trepidazione e ci chiede più fermezza nei confronti di coloro che l'hanno privato immaturatamente della sua piu preziosa bene cioè la sua VITA!
A nome di Neda e tanti altri Neda stringo le mani di tutti coloro che ci sono vicini in questo storico momento e cerco di essere un ponte tra il popolo iraniano, in una orgogliosa rivolta contro la tirannia dei mullah e per riportare la libertà e la democrazia in Iran e nonchè la sicurezza per tutto il mondo.
Karimi Davood, presidente dell'associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia



Vi riporto la notizia pubblicata sul Giornale.it
Berlusconi: «Dal G8 sanzioni contro l’Iran»
di Gian Micalessin

Il G8 sarà l'anticamera di nuove e più dure sanzioni contro l'Iran. Ad annunciarlo ci pensa Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa di Napoli in cui presenta i temi all'ordine del giorno del summit in programma all'Aquila. Quanto sta accadendo in Iran spiega il premier rispondendo ad una domanda su possibili sanzioni internazionali «sarà il primo argomento che tratteremo al G8 e credo, anche se non voglio anticipare quello che accadrà, che si vada verso la direzione accennata». Stando alla dichiarazione del presidente del Consiglio, frutto sicuramente di consultazioni con gli altri capi di Stato, all'Aquila si cercherà di affrontare una delle più scottanti e attuali incognite della politica internazionale.
Fino a oggi sia gli Stati Uniti, sia l'Europa hanno mantenuto un atteggiamento di estrema cautela nei confronti dei brogli elettorali e della dura repressione ai danni dell'opposizione. Un atteggiamento duramente criticato per quanto riguarda l'Unione dal presidente della Camera. «L'omaggio alla realpolitik ha detto ieri Fini - non può impedire alla Ue di esprimere tutto lo sdegno per quanto avviene a Teheran».
Alla base di tante cautele vi era il timore di chiudere i ponti con Teheran e inficiare i negoziati sul nucleare ipotizzati fino a qualche settimana fa da Barack Obama. L'anticipazione del nostro presidente del Consiglio fa capire che quel negoziato sia già consegnato agli archivi della storia. Di fronte all'imbarazzo di trattare con un presidente sospettato di aver vinto con brogli e di un regime colpevole di gravissime violazioni dei diritti umani gli otto grandi punterebbero alla contrapposizione.
Al G8 si discuteranno dunque nuovi provvedimenti capaci rendere più efficace la morsa economica e bloccare le aspirazioni nucleari di Teheran. In particolare bisognerà capire come superare l'opposizione di Russia e Cina responsabili in passato delle minacce di veto in sede Onu che hanno imposto l'approvazione di mozioni inadeguate.
Mentre l'Occidente cambia rotta il regime della Suprema guida Alì Khamenei difende le proprie posizioni e ribadisce una volta di più i risultati elettorali del 12 giugno. A temine dell'annunciato riconteggio a campione di tre delle trenta province in cui si è votato lo scorso 12 giugno il Consiglio dei Guardiani ha confermato ieri sera i contestati verdetti ufficiali. L'ayatollah Ahmad Jannati, segretario e presidente dell'organo costituzionale responsabile in materia elettorale, certifica con una lettera al ministro degli interni Sadegh Mahsouli «l'accuratezza dei risultati delle elezioni presidenziali». L'opposizione guidata dall’ex premier Mir Hussein Mousavi aveva già fatto sapere di non riporre alcuna fiducia nel riesame di urne piene probabilmente di schede fasulle. L'onda verde dopo la manifestazione organizzata sabato sfruttando una celebrazione di Stato è tornata ieri a sfilare in Vali Asr uno dei più importanti viali della capitale dando vita a dei serpentoni umani. Anche stavolta i dimostranti sono stati dispersi dalle cariche delle milizie basiji e dai lacrimogeni.
Cinque dei nove dipendenti iraniani dell'ambasciata britannica arrestati sabato sono stati intanto rilasciati. La liberazione è avvenuta dopo il colloquio telefonico di domenica sera tra il ministro iraniano degli Esteri, Manouchehr Mottaki, e il collega britannico David Miliband.

 
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