IRAN, I MANIFESTANTI DELLA PREGHIERA DEL VENERDI': " NOI SIAMO TUTTI UNA VOCE, SIAMO TUTTI UNA NEDA"
la preghiera del venerdi scorsa, l'intervento di Hashemi Rafsanjani e la partecipazione di massa della popolazione hanno segnato un punto a favore della nuova rivolta del popolo iraniano. Il coinvolgimento straordinario dei cittadini iraniani, circa 2 milioni e mezza, nonostante tutte le iniziative preventive del regime per ostacolare il flusso dei manifestanti all'interno del campo universitario, ha mostrato una sola cosa: la ferrea volontà popolare nel proseguire la stradaa della rivolta contro il regime dei mullah. Dagli slogan lanciati in massa tipo" noi siamo una voce, siamo una Neda( che significa anche un messaggio)," morte al dittatore, Neda non è morta, Sohrab non è morto chi è morto è il governo dei mullah"," leader, leader armateci" si può dedurre tranquillamente che il venerdi scorso ha segnato una data storica nel percorso e nel cammino della rivolta verso la maturazione e l'esplosione del vulcano di un popolo che si trova in fermentazione da più di un secolo. Un' esplosione che segnerà la vita futura dell'Iran in un una prospettiva di pace, di libertà e di democrazia. Una prospettiva, forse troppa stretta per la politica di accondiscendenza euro-americana che non ha ancora deciso da che parte stare. La mancanza di una seria e severa politica di condanna contro il regime di Ahmadinejad e la sua politica di repressione porterà sicuramente acqua nel mulino di quel terrorismo di cui i soldati italiani sono stati e sono tuttora le prime vittime. L'ultimo purtroppo è dei pochi giorni fa. Nassiriah in Iraq, non ha ancora aperto gli occhi a molti politici europei che sperano che "la vipera partorisca un colombo"!
Gli ultimi eventi tragici avvenuti anche durante la marcia dei fedeli verso l'università, compreso l'arresto della nota avvocata delle donne condannate a morte, Shadi Sadr, ci confermano la dura realtà che il regime dei mullah proseguire sulla strada della repressione feroce e disumana e non si tirerà indietro cosi facilmente e proverà a usare tutti i suoi mezzi, terroristici e non, per diffendere il suo regno del male. Secondo le informazioni in mio possesso, lo stesso leader supremo Ali Khamenei ha ordinato alla Sepah Passdaran di "soffocare in sangue, al costo di togliere milioni di vite umane, qualsiasi tentativo di sovversione contro la repubblica islamica iraniana".
Ancora una volta ribadisco con tanto orgoglio e determinazione, premiatimi, dopo quasi tre decenni di attività politica inniterrotta, dagli eventi post ettorali, che questo vulcano va rispettato e aiutato nella sua eruzione e verso il dirotamento delle sue "rabbie" contro la radice dell'albero del male. Solo in questa maniera l'Europa e l'America potranno garantirsi uno scudo di sicurezza e di togliere una volta per sempre la fonte principale del terrorismo internazionale aiutando e sostenendo il popolo iraniano a ripristinare, quanto prima e con minore spese di sangue, la libertà e la democrazia in Iran.
Karimi davood, analista politico iraniano