lunedì 20 luglio 2009

LA RISPOSTA DEL COMUNE DI ROMA ALLA RICHIESTA DELL'INTITOLAZIONE DI UNA PIAZZA A NOME DI DELARA DARABI, UCCISA BARBARAMENTE IL PRIMO MAGGIO SCORSO


Nella foto: Delara Darabi, la giovane pittrice uccisa il primo maggio nel carcere di rasht


Ecco il testo della risposta che ho ricevuto dal comune di Roma in risposta alla nostra domanda di intitolare una piazza a nome della giovane pittrice iraniana, uccisa a soli 23 anni nel carcere di Rasht in Iran. La nostra domanda era motivata con la richiesta di una forte protesta politica attraverso questa iniziativa. Ma purtroppo la burocrazia pare che non vede le nosttre esigenze e secondo quanto ho appreso dalla gentile lettera firmata dal dirigente Paola Pavan e dall'assessore Umberto Croppi, bisognerebbe asepttare 10 anni dalla data della morte del soggetto in questione.
innanzitutto a nome dell'associazione rifugiati politici iraniani e della fondazione Delara Darabi ringrazio il comune di Roma, i due firmatari dell'ordinanza e tutti coloro che hanno approvato questo progetto ma desidero anche esprimere il mio rammarico contro una procedura che mi legherebbe le mani per ben 10 anni. L'obiettivo della nostra richiesta è stato quello di suscitare e sollecitare una dura risposta a queste barbarie disumane applicate contro la parte più bella, più sana, più sensibile e più responsabile della società. Gli avvenimenti di questi giorni mi confermano le mie convinzioni secondo cui la DONNA è l'unica garanzia immaginabile nella società di oggi per la realizzazione di qualsiasi cambiamento socio-politico di lunga durata. Idem anche nella società occidentale. Oggi le donne iraniane hanno dimostrato, al prezzo del sacrificio delle loro vite che sono le vere protagoniste di questa grande e straordinaria rivolta che mira ad affidare per sempre la repubblica islamica khomeinista alla pattumiera della storia e ripristinando la democrazia e la libertà per se e per i propri figli e vicini.
Chiedo umilmente a chi di competenza di darci una mano in questa difficile battaglia anche burocratica. la solidarietà espressa dalla gente comune e dalle istituzioni che sono espressioni popolari ci incoraggiano ad andare avanti con la più determinazione e fermezza contro uno dei regimi più feroci del mondo.
karimi davood, presidente della Fondazione Delara Darabi

 
AID : AGENZIA IRAN DEMOCRATICO