IRAN: LE DONNE CONDANNATE A MORTE VENGONO VIOLENTATE PRIMA DELL'ESECUZIONE
2009-07-19 17:28
Iran: confessione guardia carceraria
Ho stuprato vergini prima loro esecuzione, dice in un'intervista
(ANSA) - GERUSALEMME 19 LUG - Un membro della milizia iraniana dei Basiji ha raccontato di aver 'sposato' la notte prima delle esecuzioni donne condannate a morte. In un'intervista telefonica al Jerusalem Post, la guardia ha spiegato che veniva aggirato cosi' il divieto religioso islamico di portare al patibolo una vergine. ''La notte prima dell'esecuzione si tiene un matrimonio: la giovane donna e' costretta ad avere un rapporto sessuale con una guardia: in effetti e' vittima di stupro''.''Di cio' mi rammarico''.
«Violentavo le vergini
prima di portarle al patibolo»
19 luglio 2009
Fonte: Il Secolo XIX
Un membro della milizia iraniana dei Basiji, in un’intervista apparsa oggi sul quotidiano Jerusalem Post, ha raccontato di aver `sposato´ la notte prima delle esecuzioni giovani donne condannate a morte per aggirare in questo modo il divieto religioso islamico di portare al patibolo una vergine.
La guardia, che nell’intervista telefonica al giornale ha chiesto di restare anonima, ha anche detto che molte delle brutalità commesse contro i manifestanti nei recenti disordini a Teheran sono state attuate da reclute di 14-15 anni fatte affluire nella capitale da villaggi dell’interno.
Il Basiji ha detto di essere stato punito dai suoi superiori con un periodo di detenzione, per il «crimine» di aver permesso a due giovani manifestanti di 13 e 15 anni di sfuggire all’arresto durante una delle manifestazioni di protesta contro i risultati delle elezioni, che hanno assegnato la vittoria al presidente uscente, l’ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad.
L’uomo ha rievocato il suo passato di guardia carceraria, compito nel quale, a suo dire, si era talmente distinto da meritarsi l’ «onore», all’età di 18 anni, di sposare temporaneamente delle giovani prima della loro esecuzione. «La notte prima dell’esecuzione - ha spiegato - si tiene un matrimonio: la giovane donna è costretta ad avere un rapporto sessuale con una guardia: in effetti è vittima di stupro da parte del `marito´».
«Di ciò mi rammarico, anche se i matrimoni erano legali» ha detto la guardia. «La maggior parte delle ragazze avevano più paura della loro `notte matrimoniale´ che dell’esecuzione che le attendeva la mattina dopo. Poiché facevano sempre resistenza, dovevamo mettere un sonnifero nel loro cibo. La mattina dopo le ragazze avevano uno sguardo vuoto, come se fossero pronte o volessero morire».
Continua la guardia: «Ricordo come piangevano e gridavano dopo (lo stupro). Non mi scorderò mai una giovane che dopo si era graffiata il volto e il collo con le sue unghia. Era piena di graffi profondi».
Il regista iraniano Babak Payami presentò al festival di Venezia, nel 2003, un film che raccontava proprio la drammatica vicenda di una donna condannata a morte da un Consiglio degli anziani ma costretta a sposare il suo boia per rispettare il divieto di giustiziare una vergine. La pellicola, intitolata `Il silenzio fra due pensieri´, non è mai uscita in Iran.
Fonte: La Repubblica.it
UN BASIJI, "STUPRAVO LE VERGINI PRIMA DEL PATIBOLO"Un miliziano basiji, uno dei paramilitari del regime degli ayatollah, ha raccontato di aver stuprato giovani condannate al patibolo, per aggirare il divieto islamico di giustiziare le donne, quando sono ancora vergini. In una scioccante intervista al "Jerusalem Post", un membro delle milizie paramilitari che sono state in prima fila nei pestaggi e nelle repressioni delle proteste degli ultimi giorni a Teheran, ha raccontato l'agghiacciante 'modus operandi' del regime iraniano. L'uomo, che ha chiesto di mantenere l'anonimato, ha raccontato che di essersi guadagnato, quando aveva appena 18 anni,"l'onore' di sposare momentaneamente le giovani donne prima della condanna a morte". "La notte prima dell'esecuzione -ha raccontato- viene organizzata la 'cerimonia': le ragazze vengono costrette ad avere un rapporto sessuale con uno dei secondini, di fatto vengono stuprate dal 'marito'". Guardando a ritroso agli eventi, l'uomo ha detto di provare rimorso "anche se i matrimoni erano legali". "Le ragazze erano piu' terrorizzate dalla 'notte di nozze' che dall'esecuzione che le attendeva all'indomani. Si battevano con tutte le loro forze, e cosi' dovevamo mettere il sonnifero nel cibo. L'indomani, avevano un'espressione attonita: era come se fossero pronte o volessero morire". "Ricordo di averle sentite piangere e urlare dopo (che lo stupro) era avvenuto. Non dimentichero mai' una ragazza che si graffio' il viso e il collo con le unghie. Dopo era graffiata dappertutto".