martedì 28 settembre 2010

Iran, «Sakineh sarà impiccata»


La donna non sarà uccisa a colpi di pietre. Ma Teheran: procedura ancora aperta
La Farnesina: «Rivedere la sentenza»
L'annuncio del procuratore generale iraniano: sarà punita per l'omicidio del marito, l'adulterio viene dopo

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MILANO - Il procuratore generale iraniano Gholam-Hossein Mohseni-Ejei ha annunciato la condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtani, la donna accusata di adulterio e di complicità nell’omicidio del marito. La donna, secondo quanto si legge sul Teheran Times, è stata condannata per il secondo dei due capi d’imputazione: per questa ragione Sakineh non sarà giustiziata per lapidazione ma per impiccagione. «Secondo la legge attuale, la sua condanna a morte ha la precedenza sulla punizione» per l’adulterio, ha detto il procuratore generale. «La questione - ha aggiunto - non dovrebbe essere politicizzata e gli organi giudiziari iraniani non saranno influenzati dalla campagna di propaganda lanciata dai paesi occidentali». Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast, ha poi fatto sapere in mattinata che «le procedure legali non sono concluse, un verdetto sarà deciso quando saranno terminate». Secondo il figlio, interpellato dall'Ansa, la condanna a morte sarà eseguita tra due settimane.

LA MOBILITAZIONE NEL MONDO - Per Sakineh, la cui sentenza di lapidazione era stata sospesa da alcune settimane per un riesame del caso, c'era stata una grande mobilitazione nel mondo occidentale e anche in Italia e in molti avevano puntato il dito contro la barbarie della lapidazione, una condanna secondo la legge islamica che prevede che la donna colpevole di adulterio venga sepolta fino al torace e che la parte che sporge dal terreno sia ripetutamente colpita da lanci di pietre, fino alla morte. Proprio le pressioni internazionali hanno contribuito a frenare l'iter dell'esecuzione, già programmata e poi rimandata a data da definire.

Redazione online

 
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