lunedì 6 settembre 2010

SAKINEH: PRESIDIO CGIL-CISL-UIL AL CONSOLATO IRANIANO




(AGI) - Milano, 6 set. - Cgil , Cisl e Uil di Milano si uniscono alla mobilitazione internazionale per salvare Sakineh Muhammadi Ashtiani, condannata alla lapidazione da un tribunale iraniano che l'ha riconosciuta coplevole di adulterio. Oggi i sindacati aderiranno alla manifestazione che si terra' alle 18 davanti al consolato iraniano in piazza Diaz.
CGIL: VIOLENZA DA FERMARE ASSOLUTAMENTE

"Questa violenza - si legge in una nota della Cgil Milano - va assolutamente fermata, cosi' come in Iran vanno condannate le continue violazioni dei diritti politici e sindacali, la discriminazione nei confronti delle donne, delle minoranze religiose ed etniche: diritti repressi con la violenza e l'arbitrio. Chiediamo - continua la nota - che venga scongiurata questa pratica barbara: la lapidazione di Sakineh rappresenta un atto brutale, atroce e disumano perpetrato nei confronti di una donna inerme. Dopo di lei altre donne sono gia' state condannate e saranno brutalmente uccise".
"SAKINEH RAPPRESENTA TUTTE LE DONNE"
Cgil, Cisl e Uil sostengono quindi gli appelli per impedire la lapidazione di Sakineh e invitano tutti a sostenere la mobilitazione internazionale per il rispetto della dignita' e della liberta' di tutte le donne iraniane. "Sakineh - conclude il comunicato - in questo momento rappresenta tutte le donne che nel mondo continuano ad essere oggetto di discriminazione, violenza, di mancato rispetto dei diritti e della dignita' e liberta' della persona".
L'APPELLO DELLE CHEISE VALDESI E METODISTE
Appello per Sakineh anche dalle autorita' religiose delle chiese Valdesi e Metodiste. La pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese (organo esecutivo dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi), aderisce alla mobilitazione internazionale per salvare la vita di Sakineh e, scrivendo all'Ambasciatore iraniano in Italia, si associa "alla richiesta di tanti governi, associazioni, comunita' religiose, uomini e donne di ogni parte del mondo, perche' il Governo di Tehran sospenda l'esecuzione di Sakineh e la restituisca alla sua vita normale di donna e di madre".
La pastora Bonafede scrive che a muoverla e' la sua fede cristiana che, "vedendo in ogni uomo e in ogni donna il riflesso dell'immagine di Dio, ci chiama ad amare il nostro prossimo", ma anche il rispetto per la tradizione dell'islam alla quale "come cristiani da decenni impegnati nel dialogo interreligioso, guardiamo con partecipe interesse e rispetto".

 
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