lunedì 6 settembre 2010

L’Iran paga i talebani che uccidono i militari alleati - L’ANALISI






dal nostro inviato a Herat Gianandrea Gaiani
Lunedì 6 Settembre 2010 (Afghanistan)

Non è certo la prima volta che emergono dall’Afghanistan prove dettagliate circa il supporto diretto che l’Iran offre ai talebani afghani in termini di denaro, armi e addestramento, ma le fonti citate dal britannico Sunday Times hanno fornito una mole di materiale tale da compromettere la posizione del regime di Teheran che a parole vuole contribuire a stabilizzare lo stato confinante.

Raccogliendo le testimonianze di fonti dell’intelligence afghana e dei combattenti talebani il Sunday Times ha scoperto che alcune società iraniane, fondate negli ultimi sei mesi per aggiudicarsi contratti per la ricostruzione dell’Afghanistan, operano in realtà come finanziatori degli insorti.

Ai talebani vengono infatti versati 1.000 dollari per l’uccisione di un soldato alleato e 6.000 dollari per ogni veicolo militare distrutto. Premi che si aggiungono alle paghe mensili pagate dall’Iran ad alcuni gruppi di talebani, pari circa 145 sterline a miliziano, più di quanto guadagni un poliziotto o un soldato afgano.

I fondi sarebbero stati trasferiti a Teheran e Dubai attraverso le banche afgane, inclusa la Banca di Kabul che è parzialmente posseduta dal fratello del presidente Hamid Karzai, Mahmood. Da questi Paesi, scrive il Sunday Times, i finanziamenti sarebbero poi tornati in Afghanistan “attraverso il sistema bancario islamico informale, noto come hawala, per essere poi girati ai talebani”.

In questo modo, ha spiegato un funzionario dell’intelligence afgana, ”le società coinvolte nel finanziamento dei ribelli possono coprire facilmente le loro tracce”. Secondo l’intelligence della Nato, la rete sarebbe stata fondata dalla Divisione speciale dei Pasdaran “al Quds” (Gerusalemme), l’unità che si occupa delle operazioni all’estero e appoggia i miliziani iracheni e i libanesi di Hezbollah.

Il Sunday Times ha anche intervistato uno di questi tesorieri talebani, che in una visita ad una società iraniana a Kabul ha ritirato fondi per un totale di 18.000 dollari che ha nascosto in un sacco di farina. I fondi erano la ricompensa per l’uccisione di diversi soldati afgani durante un attacco condotto il 12 luglio in cui erano stati colpiti due pick-up dell’esercito locale ed un veicolo blindato statunitensi

Il tesoriere, un contadino al quale è stato insegnato a leggere e scrivere in un campo d’addestramento in Iran, ha raccontato di aver ricevuto in tutto 51.000 sterline negli ultimi sei mesi. Nel settore Occidentale dell’Afghanistan, regione che confina con l’Iran posta sotto il comando italiano, il ruolo di Teheran è di grande rilievo negli scambi commerciali, nella ricostruzione afghana ma anche nel sostegno agli insorti come ha denunciato più volte la polizia di frontiera di Herat che ha catturato alcuni miliziani addestrati in tre campi istituiti dai pasdaran non lontano dal confine.

Campi localizzati dall’intelligence oltre i confini con le province di Nimruz, Farah ed Herat, fotografati dai satelliti americani e nei quali i miliziani vengono addestrati a costruire e piazzare ordigni improvvisati sempre più sofisticati. Gli stessi che hanno causato quest’anno oltre la metà dei 500 caduti tra le truppe alleate.

Finora i comandi alleati a Kabul definivano concreto il supporto militare ai talebani proveniente dal territorio iraniano pur senza accusare direttamente il regime di Mahmnoud Ahmadinejad. Un equilibrismo diplomatico sempre più difficile da mantenere di fronte al ruolo sempre più evidente dei pasdaran nella guerra afghana.

 
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